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Il problema principale da risolvere in questa stagione è la sostituzione del grande assente: Pippo Gandini. Il non facile scoglio è felicemente superato però grazie alla classe, alla volontà e all’attaccamento ai colori grigi di Edoardo Avalle. Il calciatore alessandrino assume infatti il ruolo di centromediano e lo tiene con maestria ed autorità dall’inizio alla fine del campionato lottando al fianco dei Barale, dei Borelli, dei Fenoglio, degli Scagliotti, dei Cattaneo e dei Mosele, risultati le pedine più valide di un torneo che non da certo grandi soddisfazioni. La classifica finale vede l’Alessandria in quart’ultima posizione davanti al Casale e a Bari e Pro Patria, le ultime due retrocesse in serie B. Un torneo dunque deludente che purtroppo incomincia a mettere in risalto il divario fra il cosiddetto calcio provinciale e quello metropolitano. Il professionismo in grande stile gioca a tutto vantaggio dei grandi club e per le società delle piccole cittadine diviene sempre più difficile tenere il passo delle equipe torinesi, milanesi, o romane. E pensare che proprio nella prima giornata del torneo i Grigi riescono a battere la Juventus dando una grande illusione, ben presto ridimensionata dai successivi risultati. Un altro campionato da dimenticare, insomma, ma è certo che il futuro si preannuncia sempre più difficoltoso.