Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1932/1933
Serie A
19-02-1933 - Giornata: 18 - Torino - Corso Marsiglia


Juventus FC - Alessandria US 3 - 0 (0 - 0)
RETI: 49. Ferrari G. [Ju] , 63. Borel (II) F. [Ju] , 88. rig. Orsi R. [Ju]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Fenoglio Giuseppe, Barale Oreste, Avalle Edoardo, Borelli Michele, Cattaneo Renato, Riccardi (I) Giovanni, Notti (I) Alfredo, Scagliotti Cinzio, Chierico Carlo Angelo All.: Bachmann (I) Heinrich

Formazione avversaria
JUVENTUS FC: Combi; Rosetta, Caligaris; Varglien (I) Mario, Monti Luis, Bertolini; Sernagiotto, Munerati, Borel (II) Felice Placido, Ferrari Giovanni, Orsi. All.: Carcano Carlo.

Arbitro: Ciamberlini Mario (Genova)
Note
Infortunato: 55’ Lombardo [A, passato all’ala sinistra]. Inizio gara ore 15:00.

Commento
La Juventus ha contenuto senza enorme fatica lo sforzo più energico che tecnico dell’Alessandria nel corso del primo tempo: è passata come ha voluto alla ripresa. Ambedue le squadre si presentavano incomplete. Mancava all’Alessandria Marchina, non ancora rimesso da un attacco influenzale. E la Juventus non poteva allineare Cesarini, ancora in lotta con la sua distorsione al ginocchio sinistro, né Vecchina, che dovrà essere operato al menisco in settimana. La formazione delle due unità era, quindi, la seguente: […]. Da arbitro fungeva Ciamberlini di Sampierdarena. L’inverno aveva fatto del suo meglio per scatenare una nuova offensiva in occasione della ripresa del campionato dopo la parentesi dell’incontro internazionale. Nevischio nella mattinata ed aria gelida nel pomeriggio: il campo, benché superficialmente fangoso e viscido, si presentava in condizioni regolari. Col concorso di tutta una massa di alessandrini, il pubblico era numeroso in ogni ordine di posti: nella tribuna d’onore era presente il Podestà conte Thaon di Revel col vice Podestà professor Silvestri. Dei due tempi, il primo fu il più equilibrato. La Juventus attaccò per prima, imponendo subito il suo gioco. La linea mediana bianconera aveva l’iniziativa in mezzo al campo e la faceva da padrone. Al 17’ i torinesi segnavano a mezzo di Munerati, ma l’arbitro non concedeva il punto per fuori giuoco di Ferrari. A parte la posizione di Ferrari – irregolare o meno – l’azione era stata di ottima fattura: Orsi aveva, passando a Ferrari, tagliato fuori Barale nel precìso istante in cui questi gli piombava addosso come un ariete; Ferrari aveva messo in possesso Borel in piena area di rigore, Borel aveva lanciato a Munerati e questi, giungendo in corsa, aveva battuto Mosele con un tiro dall’alto in basso, quasi a filo del palo trasversale, sulla destra del portiere. Come detto, il punto non ebbe che un valore ufficioso. Lo scampato pericolo suonò la sveglia ai grigi dell’Alessandria, che partirono allora all’attacco e ci rimasero per un buon quarto d’ora. Fu quello il miglior periodo di giuoco degli ospiti. Le loro azioni erano piacevoli a metà campo, dove gli uomini si smarcavano bene, tenevano la palla a terra e mostravano precisione ed altruismo. Nelle vicinanze della porta avversaria, invece, la prima linea perdeva d’autorità, come se la classe della difesa bianconera la soggiogasse, e le avanzate si limitavano ogni volta, quando non si infrangevano, a culminare in tiri in porta dalle linee dell’area di rigore. Più che fermare dei tiri veramente pericolosi, Combi non aveva quindi che a registrare segnali di falso allarme. Verso la fine del tempo, la Juventus riprendeva il predominio e tornava a portare attacchi alla porta di Mosele che, chiamato all’opera, sfoggiava qualche parata di classe. Prima del riposo di metà tempo, si verificava l’unico incidente dell’incontro. Visti i suoi compagni in difficoltà nel corso di un duello contro Orsi, Lombardo partiva in volata e piombava deciso sul juventino; questi evitava la carica e l’alessandrino, cadendo malamente, si produceva una distorsione al ginocchio tanto dolorosa da dover abbandonare il campo. L’Alessandria terminava il primo tempo ridotta a dieci soli uomini. Alla ripresa, i grigi spostavano Fenoglio a terzino destro e retrocedevano Borelli a terzino sinistro e Scagliotti a mediano sinistro. Lombardo, zoppicante, prendeva posto all’ala sinistra. In questa formazione di ripiego, l’Alessandria veniva a trovarsi ben presto in imbarazzo, ché i bianconeri si insediavano subito saldamente nella sua metà campo. Al 4’ dalla ripresa delle ostilità, già la Juventus si trovava in vantaggio ed il punto era munito, questa volta di tutti i crismi della regolarità. Fallo alessandrino sulla sinistra torinese, tira Bertolini e la palla spiove proprio nella bocca della porta, dove i giuocatori fanno ressa. Borel, di testa, devia verso la rete, il palo trasversale e le mani di Mosele rinviano dì pochi metri e, con un colpo di testa bene assestato, Ferrari fa varcare la soglia della porta alla palla, fuori della portata del portiere alessandrino. Uno a zero. La reazione dei grigi risulta priva di carattere e di sostanza tecnica. I juventini riescono ben presto ad arginarla ed a ritornare all’attacco. I torinesi fruiscono di tutta una serie di calci d’angolo consecutivi, ed al 15’ mettono al loro attivo un secondo punto. Su un’azione qualunque, Borel, ricevendo il pallone dalla destra, si gira di colpo su se stesso e spara violentemente in porta. Dal punto in cui è stata colpita, quasi sul limite dell’area di rigore, la palla fila come una freccia all’angolo destro alto della porta alessandrina e finisce in rete senza che il gran volo di Mosele possa fermarla. Una meraviglia di tiro. Un tiro come – eccettuato dal piede di Petrone – raramente è dato di vedere al giorno d’oggi. Due a zero. L’Alessandria ha qualche guizzo rabbioso, che porta Cattaneo e Scagliotti, ritornato fra gli avanti, a molestare per qualche po’ Combi e compagni: eppoi si accascia. La rocca dei grigi è fatta ora fatta oggetto di un regolare assedio. Situazioni su situazioni si presentano agli attaccanti torinesi, i quali non brillano certo per incisività in questo periodo. Quello che non fa l’imprecisione degli attaccanti bianconeri lo fa, d’altronde, in difesa della porta alessandrina Mosele. Il portiere degli ospiti è chiamato all’opera per tiri da lontano e da vicino. Ad un dato punto, quattro tiri consecutivi, uno più violento dell’altro, lo impegnano. Egli risponde a tutto con parate magistrali. Ci vuole un calcio di rigore per batterlo definitivamente, ed esso giunge al quarantaquattresimo minuto, su fallo di mano di Barale a seguito di centrata di Orsi. Tira Orsi medesimo e manda la palla a finire nell’angolo destro basso, a pochi centimetri dal braccio proteso di Mosele. Tre a zero. Un minuto di giuoco confuso, e l’arbitro chiude la contesa. L’Alessandria giuocò al di sotto del livello normalmente raggiunto in queste ultime settimane. Sulla palla, ogni uomo è a posto. L’Alessandria è sempre a, questo proposito, un centro produttore di elementi tecnici: ché Scagliotti, per scegliere un esempio, par camminar diritto sulla strada tracciata da Baloncieri e seguita da poi da Ferrari. Ma nel giuoco d’assieme non vi fu carattere: mancarono quella fermezza e quella convinzione che son condizioni indispensabili per ottenere il successo contro un avversario di levatura superiore. Pareva quasi che i giuocatori fossero pervasi in precedenza dalla certezza di non poterla spuntare contro avversari di tanto nome. Ciò per quanto riguarda l’attacco, beninteso. In difesa, i grigi non peccaron certo di mancanza di energia e di temperamento. Barale, ad esempio, non fece complimenti nelle speciali cure che dedicò ad Orsi, ed il blocco dei terzini e del centromediano, finché di esso fece parte Lombardo, fu saldo e sicuro. Individualmente, tre alessandrini in eccellenti condizioni di forma sono Mosele, Avalle e Scagliotti: il primo salvò, nel secondo tempo, la sua squadra da un piccolo disastro; il secondo manovrò a metà campo nel suo stile tipico, tenendo la palla a terra e battendo l’uomo a distanza. E Scagliotti, palleggiatore che migliora ogni giorno, non peccò se non della mancanza di forza penetrativa generale del settore della squadra di cui fa parte. La Juventus tenne a bada l’avversario nella prima metà dell’incontro, lo soverchiò poi con tutto il peso della sua classe. La prima linea non brilla certo per ordine e per omogeneità al momento attuale. I diversi infortunii subiti quest’anno dalla Juventus in fatto di ferite dei giuocatori han preso tutti di mira l’attacco. Il quale, conseguentemente, si trova scosso e dissestato, con un Borel in corso di formazione, un Ferrari che sta solo e gradatamente riprendendosi dallo strappo muscolare di due mesi or sono, con un Munerati rimpiazzante or qua or là e con due grandi assenti come Cesarini e Vecchina. L’ossatura tecnica e morale della compagine, Orsi a parte, è data, nel periodo che attraversiamo, dai sei uomini che formano i reparti che non son d’assalto. Sei uomini di valore e tutti in forma ora che anche Caligaris torna sé stesso. Sei uomini che formano un blocco compatto, omogeneo, saldo, dato che la calce che unisce l’uno all’altro i singoli elementi è data dalla classe, dall’esperienza, dall’efficienza fisica e tecnica. Questo blocco si caricò ieri sulle spalle il peso dell’incontro per un certo tempo: poi sospinse e proiettò in avanti una linea d’attacco che tatticamente andava un po’ a tentoni e che pendeva a sinistra come se giuocasse su di un piano inclinato. Il valore del blocco a cui abbiamo accennato va tenuto presente quando si considera come elemento decisivo lo stato di soggezione in cui venne a trovarsi un attacco che pur ha tendenze così sanamente costruttive come quello dei grigi di Alessandria. (Vittorio Pozzo, «La Stampa», 20 febbraio 1933) La Juventus è riuscita a superare nettamente lo scoglio per essa rappresentato dalla partita con l’Alessandria, ma il compito non è stato facile. La squadra grigia si è difesa validamente ed è perfino riuscita a chiudere il primo tempo con la rete inviolata. Gli alessandrini hanno anche reagito ed a tratti portato pericolosi assalti alla porta di Combi, specialmente nel periodo dal 20’ alla mezz’ora del primo tempo. Queste offensive non hanno però approdato a nulla, sia per l’attesissima guardia della difesa juventina, sia per la scarsa sicurezza dimostrata nel tiro a rete dagli attaccanti grigi. Tolto questo periodo, durante il quale l’Alessandria è riuscita ad essere pericolosa, si può dire che quasi tutto il resto della partita ha veduto una chiara preponderanza juventina. Se il punteggio non è stato più gravoso, i grigi lo debbono alla proficua attività del loro portiere Mosele, ed anche alla forma non davvero brillantissima di alcuni tra gli attaccanti torinesi. Nella squadra juventina è apparso chiarissimo uno squilibrio di rendimento tra i suoi reparti. Mentre quello estremo e quello mediano formano un blocco unico contro il quale sono quasi sempre destinate a spezzarsi le offensive degli avversari, anche quelle meglio congegnate, il quintetto di punta denuncia squilibri e crepe. Assente Cesarini, il ruolo di mezz’ala destra è stato oggi occupato da Munerati che, pur lavorando assai volenterosamente, non ha saputo che a tratti legare il gioco sia sulla destra con l’ala Sernagiotto sia sulla sinistra con il centravanti Borel. Da aggiungere che neanche il funzionamento dell’altra mezz’ala, Ferrari, è stato perfetto, e si capirà subito come un quintetto che doveva contare su due elementi, così essenziali quali gli interni, poco in forma o sofferenti, non abbia potuto brillare ed essere così irresistibile come in altre occasioni aveva saputo dimostrare. Ma alle spalle di questo reparto è esistita una mediana che ha continuamente rifornito di palloni la non troppo ordinata offensiva, e quindi fra tante azioni ne è pur scaturita qualcuna di squisita fattura. L’Alessandria ha giocato una partita piena di volontà. La dote principale che i grigi hanno messo in mostra è stata la velocità, corroborata però da una bella tecnica e da molta decisione. È mancato agli uomini di Avalle il tiratore capace di risolvere l’azione, poiché di occasioni favorevoli alla segnatura gli attaccanti alessandrini ne hanno avuto più d’una. Instancabile il lavoro di Avalle al centro della mediana; questo giocatore sembra essersi assai presto ripreso dal cattivo periodo di forma che ultimamente sembrava attraversare. Su di lui si può dire che oggi ha gravitato e ruotato tutta la squadra, specialmente allorché, verso la fine del primo tempo, il terzino Lombardo, in una entrata un po’ troppo decisa, si è prodotto un doloroso strappo che lo ha fatto subito uscire dal campo e che lo ha costretto nella ripresa a giocare quale ala sinistra di ripiego. Si può dire, anzi, che l’Alessandria ha cessato di difendersi con la primitiva energia e con il massimo profitto proprio dall’istante in cui ha perduto i servigi del suo energico terzino destro. Arbitro Ciamberlini di Sampierdarena, non sempre pronto ed energico a rilevare qualche fallo. Per altro, il comportamento degli atleti in campo è stato sufficientemente corretto e cavalleresco. Sernagiotto inscena subito, al 2’, una bella azione, preludio allo sbrigliato e proficuo comportamento mantenuto per tutto il corso della partita; il suo centro finisce però alto. Anche Varglien tenta di sorprendere Mosele da lontano, ma anch’egli manda alto sulla traversa; quindi, tocca a Monti a sferrare un forte e ben piazzato tiro che Mosele deve abbrancare di bravura. Soltanto al 10’ gli attaccanti alessandrini possono scendere per la prima volta verso Combi, ma Ciamberlini è pronto a cogliere un fuori gioco di Chierico. Al 14’ la porta dei grigi corre il primo serio pericolo: sulla destra scende Sernagiotto, che si è liberato abilmente di Fenoglio; Mosele gli si fa incontro, ma il juventino è pronto a centrare; Ferrari riprende, ma si attarda ad aggiustarsi la palla, tanto che davanti alla rete accorrono Lombardo e Fenoglio; il tiro di Ferrari è ostacolato da Lombardo. Nasce una mischia che Orsi cerca di risolvere a suo favore, sparando fortemente. È Fenoglio che questa volta devia, Mosele riesce ancora a raggiungere la palla ed a trattenerla, in tuffo. La pressione juventina permane specialmente alimentata da Bertolini, uno dei giocatori più efficienti e più brillanti in campo; Ferrari, al 16’, tira verso l’angolo della porta, ma Mosele veglia. Un minuto dopo, su azione Ferrari-Orsi, Munerati può segnare un bel goal che Ciamberlini, però, non accorda perché l’azione è rimasta successivamente viziata da un fuori gioco di Ferrari. Al 19’ è Chierico che spara alto e poi, al 20’, si ha la prima parata effettiva di Combi su tiro di Chierico risolvente un’azione di Notti. Al 25’ è Cattaneo che spara a lato e poi, al 28’, tocca a Monti a inviare troppo alta una punizione subito fuori dall’area. Alla mezz’ora, l’Alessandria si fa minacciosa. Combi deve parare un forte tiro inviato da Riccardi da lontano. Quindi, su susseguente azione dei bianconeri, Mosele ributta a pugni chiusi un pallone girato di testa da Ferrari; Orsi riprende e tira, ma la mano di un alessandrino devia senza che Ciamberlini rilevi. Corner contro Alessandria al 32’: Orsi batte e Sernagiotto piglia di testa mettendo a lato da pochi centimetri. Ancora due calci d’angolo contro l’Alessandria, che sul secondo deve ricorrere ad un fortunoso salvataggio. Al 39’, su discesa di Ferrari, Borel può sparare, sfiorando la sbarra; Lombardo tenta un intervento quasi a metà campo, ma entra malamente su Orsi e cade, producendosi l’accennato strappo. Esce: il suo posto è preso da Borelli, mentre Notti arretra a mediano. Nella ripresa, Lombardo torna in campo e si rimette a giocare al suo posto di terzino. Munerati tira subito alto, quindi tocca a Monti tentare il goal, provocando invece una bella parata di Mosele. Al 4’ la Juventus ottiene il suo primo goal: fallo di Lombardo su Orsi, un po’ fuori il limite dell’area di rigore; batte Bertolini; Borel riprende di testa e impegna Mosele; sulla corta respinta di questi, Ferrari riprende ancora di testa e infila la porta di precisione. Subito, Alessandria subisce nuova punizione dal limite dell’area e poi, al 6’, è in corner, che si ripete per tre volte consecutive causa affrettati salvataggi di Mosele e dei terzini. Lombardo passa all’ala sinistra; Borelli fa ancora da terzino, mentre è Scagliotti che retrocede. Al 14’ Munerati dà a Borel, che fugge ma viene decisamente atterrato in area di rigore; corner contro i grigi; ancora calcio d’angolo a favore della Juventus un minuto dopo e poi Orsi passa a Borel, che impegna Mosele in una non facile parata. Al 18’, secondo goal della giornata; la palla parte dal piede di Rosetta e va a Varglien, che la fa pervenire ben dosata a Borel; questi avanza, entra un paio di metri in area, si aggiusta il pallone e, con un magnifico tiro, lo manda in rete facendolo passare a filo del montante, a mezza altezza: niente da fare per Mosele. Nuovo corner contro Alessandria e bloccata di Combi su tiro di Riccardi. Scagliotti torna all’attacco e Chierico arretra a mediano. Al 32’ Borel passa ad Orsi, che centra alla perfezione; Munerati tenta girare di testa, ma viene malamente atterrato davanti Mosele; Borel riprende e, di testa, alza. Nuova bella parata, su tiro di Borel, di Mosele al 34’, quindi, al 37’, il medesimo Borel sbaglia una facilissima occasione. Al 42’ Orsi cerca di mandare al centro; Barale intercetta con la mano, Ciamberlini accorda il rigore che Orsi non fa fatica a tramutare in goal. Alla partita hanno assistito il podestà di Torino conte Thaon di Revel, il vice podestà prof. Ing. Silvestri, i dirigenti delle due società. (Umberto Maggioli, «La Gazzetta dello Sport», 20 febbraio 1933) Il netto distacco di tre porte dice abbastanza chiaramente la netta superiorità dei bianconeri nei confronti della squadra grigia durante la partita che ha visto oggi il suo svolgimento sul campo di Corso Marsiglia. Netto punteggio che avrebbe anche potuto essere maggiore, solo che i cinque attaccanti bianconeri avessero concretato e realizzato maggiormente sotto la porta di Mosele, cosa che, con le infinite occasioni che si sono presentate, avrebbe anche potuto esser fatta. Dei campioni d’Italia si è distinta maggiormente, ancora una volta, la difesa, che ha formato un blocco tutte le volte che i grigi si sono spinti all’attacco. Combi non ha avuto gran che da fare, ma ha sbrigato il poco lavoro con estrema facilità. Granitico Caligaris, che sta ritornando alla sua forma migliore; e veramente ottimo Rosetta, ancora una volta il migliore in campo. Della mediana, Monti ha rimediato con le risorse della classe a qualche leggero sbandamento del primo tempo; onnipresente Bertolini e ricco di fiato e di energia il volitivo Varglien. La prima linea vedeva nuovamente l’innesto di Munerati a mezzo destro, in sostituzione dell’ancora infortunato Cesarini: «Ricciolo» ha sbrigato il suo compito con continuità, e così dicasi di Ferrari, in netta ripresa. Borel II ha segnato un punto magnifico, mentre Orsi e Sernagiotto hanno svolto un proficuo lavoro di rifornimento. Dell’Alessandria, meritano la citazione in prima linea Avalle, che al centro della mediana ha sbrigato con continuità il suo lavoro, e Mosele che ha fatto sfoggio di parate di alta classe su tiri a ripetizione che avrebbero battuto molti portieri che vanno per la maggiore. Il resto della squadra ha fatto quanto ha potuto contro il granitico blocco juventino e non ha potuto far altro che chiudere in pareggio il primo tempo. Poi, anche a causa di un infortunio di Lombardo, che in un allungo si produceva uno strappo muscolare e finiva all’ala sinistra, l’Alessandria è stata costretta a rivoluzionare i ranghi e la squadra non è più esistita che come individualità. Al fischio di Ciamberlini, aveva la palla la Juventus, ma subito Cattaneo costringeva Caligaris ad interviene. Al 1’ un tiro di Ferrari passava alto, poi era la volta di Borel II di far passare la palla sulla traversa della casa di Mosele, dopo un’azione svolta sulla destra. Fuga di Scagliotti, che portava la palla in area bianconera tirando alto, poi ritorno della Juventus, che per poco non perviene al successo. Era Sernagiotto a sfuggire al suo mediano e calare lungo la linea. La palla veniva crossata dall’estremo limite del campo, e Mosele non riusciva ad agguantarla, venendo tagliato fuori dell’azione. Sopraggiungevano Barale e Fenoglio, che si intralciavano l’un l’altro dando tempo ad Orsi di piazzare il tiro; ma la palla batteva contro lo spigolo e finiva fuori. Al 16’ un punto di Munerati veniva annullato per fuori giuoco di Ferrari; poi, i grigi andavano all’attacco, costringendo per parecchi minuti la Juventus in difesa. Verso la mezz’ora, la Juventus si riportava all’attacco, ottenendo tre calci d’angolo e, sul finire del tempo, Lombardo si produceva lo strappo muscolare accennato. La ripresa vedeva i campioni partire all’attacco: due azioni di Sernagiotti e di Monti culminavano con tiri che finivano fuori di poco, poi, al 5’ Fenoglio si faceva pescare da Ciamberlini in fallo su Orsi. Il tiro di Bertolini veniva ripreso di testa da Borel, ma Mosele rimandava; Ferrari riusciva ancora ad intercettare di testa il rimando del portiere, e la palla finiva in rete. Il punto era l’inizio della supremazia bianconera: dal 6’ al 15’ l’Alessandria era cotretta cinque volte in calcio di angolo senza esito, poi al 18’ Borel II raccoglieva al volo un passaggio di Varglien e, quasi dal limite dell’area, fulminava in rete senza che Mosele potesse intervenire. Ancora un calcio d’angolo contro i grigi, poi al 40’ Ciamberlini, che aveva lasciato passare parecchi falli in area senza intervenire, fischiava il calcio di rigore su un «mani» di Barale che non era certo il fallo maggiore commesso in area dei grigi: il calcio di rigore era tramutato in goal da Orsi. Ancora una azione individuale di Sernagiotto che, per poco, non segnava, e poi la fine. («Il Littoriale», 20 febbraio 1933) LA SCONFITTA DI TORINO Decisamente la squadra grigia non deve aver fortuna sul, campo della Juventus; domenica, come del resto nella partita dello scorso anno, l’Alessandria, chiuso il primo tempo a rete inviolata, ha dovuto cedere, nella ripresa, insaccando tre goals. Lombardo, una delle colonne migliori dell’Alessandria, negli ultimi minuti del primo tempo, riportava uno strappo muscolare che menomava la sua efficienza e fu da allora pressocchè incapace di calciare la palla. Tale infortunio spronò gli avversari alla vittoria che, prima, era apparsa molto ardua. Diremo, anzi, che l’infortunio toccato a Lombardo risolse inùfavòre dei torinesi la partita, che sino allora pareva incerta nel risultato. Contro una compagine come quella !juventina, salda in difesa e minacciosa all’attacco, i grigi lottarono con abnegazione e si meritarono il plauso dei tecnici. Il cuore non ha certo fatto difetto ai ragazzi in maglia grigia, che ebbero in Avalle il loro migliore uomo. La sconfitta contro i campioni d’Italia, a parte il netto punteggio, dimostra che l’urdici di Cattaneo, se può lottare con tutti i suoi uomini in efficienza, ha numeri sufficienti per tenere in iscacco le piu’ forti unità, della Divisione Nazionale (Il Piccolo, A.C., 25/02/1933) RISULTATI: Bologna-Padova 1-0 Casale-Roma 1-1 Fiorentina-Torino 0-1 Lazio-Napoli 0-1 Milan-Bari 2-0 Palermo-Pro Vercelli 1-1 Pro Patria-Ambrosiana 0-0 Triestina-Genova 1893 2-1 CLASSIFICA: Juventus 28; Bologna 26; Napoli 24; Ambrosiana 23; Roma, Torino 22; Milan 19; Fiorentina, Genova 1893, Padova 18; Pro Vercelli 17; Triestina 16; Lazio 15; Alessandria, Palermo 14; Bari, Casale 11; Pro Patria 8. MARCATORI 17 gol: Schiavio (Bologna) 12 gol: Meazza (Ambrosiana), Petrone (Fiorentina), Romani (Milan), Sallustro A. (Napoli), Vojak (Napoli) 11 gol: Busoni (Torino), Rossetti (Torino) 10 gol: Celoria (Casale) 9 gol: Borel F. (Juventus), Demaria A. (Ambrosiana), Rosa (Triestina)