Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1932/1933
Serie A
18-09-1932 - Giornata: 1 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Juventus FC 3 - 2 (2 - 0)
RETI: 11. Cattaneo R.[A], 37. Cattaneo R.[A], 64. Scagliotti C.[A] 69. Vecchina G. [Ju] , 85. rig. Orsi R. [Ju]

Alessandria US Mosele Vittorio, Fenoglio Giuseppe, Borelli Michele, Grillo Giuseppe, Avalle Edoardo, Barale Oreste, Cattaneo Renato, Scagliotti Cinzio, Notti (I) Alfredo, Marchina Libero, Perazzo Osvaldo All.: Molnár Ferenc

Formazione avversaria
JUVENTUS FC: Combi; Rosetta, Caligaris; Varglien (II) Giovanni, Monti, Bertolini; Sernagiotto, Cesarini, Vecchina, Ferrari Giovanni, Orsi. All.: Carcano Carlo.

Arbitro: Melandri Ermenegildo (Genova)
Note
Pubblico numerosissimo. Giornata calda e ventosa, terreno durissimo e polveroso. Inizio gara ore 16:00.

Commento
Ai punti avrebbe forse vinto la Juventus, per la maggior continuità e organicità del suo gioco a metà campo e in area avversaria. Ma i goal le hanno dato torto e non c’è nulla da obbiettare al verdetto numerico in quanto l’Alessandria è pervenuta al successo sfoggiando risorse di buona lega e facendo pesare sulla bilancia la bravura di qualche suo atleta e la giornata fenomenale del portiere Mosele. C’è da credere che Vecchina, Orsi, Cesarini e gli stessi Monti e Caligaris, che non hanno esitato a farsi cannonieri – né sparavano a salve –, se lo sogneranno di notte questo giovanottone non sempre sicurissimo nella presa, ma dotato d’un colpo d’occhio e d’una prontezza che oggi han fatto strabiliare. Dopo poche battute, la Juventus, che aveva approfittato del disorientamento iniziale di Avalle per lanciarsi in un gioco di sfondamento al centro, si poteva accorgere della «tenuta» di questo difensore che già aveva smagato qualche pallone da goal e che aveva smorzato come meglio non si poteva uno di quei calci di punizione di Orsi che danno il tuffo al cuore. Terzini e mediani grigi limitavano il loro lavoro a una risoluta spazzatura dell’area sempre minacciata dal regolare gioco juventino. Al 10’, la sorpresa di un lineare goal alessandrino: Grillo e Notti, questi a Cattaneo che stringeva e batteva Combi calciando nell’angolino a destra del portiere nazionale. La Juventus non disarmava e continuava a svolgere con nitore il suo gioco di smarcamenti e di scatti superbi: Monti e Vecchina emergevano per efficacia e stile, ma nel complesso tutto il sestetto avanzato appariva felice e perfettamente intonato, eccezion fatta forse per Sernagiotto, poco servito dai compagni e meno ancora dal suo famoso scatto. I grigi tamponavano per il momento e nulla più: ma Mosele era sempre imbattibile, e anche la fortuna sembrava aiutarlo perché, evitato un pericoloso tiro di Vecchina uscendo incontro all’avversario e scontrandosi con lui, la traversa faceva rimbalzare il pallone che Ferrari aveva immediatamente ricalciato a porta libera, e Fenoglio arrivava giusto in tempo per respingere di piede il terzo tiro di Cesarini. C’è da aggiungere che in altre occasioni Vecchina e Orsi e Cesarini avevano alzato troppo o mancato palloni d’oro. Al 35’ sembrava che la Juventus potesse raggiungere il pareggio grazie a un pallone che Sernagiotto aveva attraversa ed era sfuggito al tentativo di intercettazione di Borelli e di Mosele: Ferrari poteva collocare comodamente a rete, ma l’arbitro annullava per fuori gioco dello stesso Ferrari. I grigi, da questo momento fino al termine del primo tempo, comandavano la gara. Leggermente superati nello scatto fino allora, essi sembravano approfittare della maggior freschezza dei loro attaccanti, rimasti fino allora poco operosi per dare l’arrembaggio alle retroguardie bianconere. E qui scoprivano il tallone d’Achille dell’avversario: un Rosetta fermo ed eccitato, un Combi leggermente sfuocato nell’intuito, una mediana troppo protesa a sostenere l’attacco. Al 38’ un traversone di Barale lanciava Cattaneo, che anticipava il tempo sull’uscita di Combi e, raccogliendo di petto, metteva a rete. Poco dopo, su centrata di Notti e pronto colpo di testa di Marchina, l’Alessandria infilava un altro pallone; ma il goal veniva annullato da Melandri per fuori gioco. E ancora Perazzo poteva districarsi da Rosetta e sparare da pochi passi un pallone che Combi alzava in corner. La ripresa vedeva la Juventus cannoneggiare Mosele da tutte le distanze e da tutti gli angoli: qualche difesa in corner, incredibili tuffi a tempo, una presa sbalorditiva su tiro fulminante di Orsi a raso di terra, nell’angolino. E, sul più bello, una sgroppata dei grigi attraverso le sguernite retroguardie juventine, una rovesciata di Cattaneo, uno strafalcione di Rosetta e Scagliotti che filava tutto solo sul goal: due finte, un tiro secco e l’Alessandria aveva tre punti all’attivo, al 19’. E, coi tre punti, una voglia matta di farsi valere, di distendersi in un gioco di largo respiro che desse la sensazione dell’equilibrio delle forze tecniche. Impostata così la gara, la Juventus non tardava a riacquistare una certa supremazia, facendo utilmente viaggiare le ali, e i grigi – pur ritentando le loro scorribande – dovevano ben guardarsi alle spalle, dove anche Borelli aveva per fortuna ripreso tutta la sua precisione ed emulava Fenoglio nello spazzare, mentre Avalle si faceva luce alla distanza, Mosele si faceva battere (finalmente!) da un preciso tiro di Vecchina bene servito da Orsi al 24’; nel tentativo di parata, egli anzi riportava una forte contusione urtando il palo. Ma poi ricalava le saracinesche e niente passava più: neppure le incursioni del sempre potente e generoso Caligaris smontavano il giovanotto che, al 34’, tirava fuori il suo «do di petto» respingendo di pugno, con un tuffo prontissimo, un tiro saettatogli raso terra da Monti: una cosa grande. Il secondo goal juventino veniva al 41’ per un calcio di rigore accordato dall’arbitro in seguito allo spostamento di Sernagiotto, che stava centrando un pallone dalla linea di fondo. Orsi calciava e Mosele osservava rigidamente la nuova norma, non movendosi sulla linea né prima né durante né dopo il tiro di Orsi: non c’era del resto nulla da fare su quel pallone preciso e veloce che sfiorava il paletto alla destra del portiere. I pochi minuti che ancora mancavano alla fine vedevano i giocatori spendere con energia le ultime loro forze per salvare una partita improvvisamente fattasi aperta. Ma nessun risultato concreto veniva raggiunto dai juventini, strettamente marcati, né dai grigi, che trovavano il Caligaris battagliero delle grandi giornate. Tutto sommato, l’Alessandria ha conservato la sua vittoria e soprattutto ha dimostrato di valere di più di quanto non lasciassero supporre le voci corse sull’immaturità della sua preparazione. Il complesso della squadra grigia ha soddisfatto, anche se l’elogio senza restrizioni alla difesa estrema non possa estendersi alle altre linee. I due perni, Avalle e Notti, hanno difettato di autorevolezza; bisogna però tener conto che entrambi avevano oggi da fare i conti con Monti, instancabile manovratore e colosso dei campi di gioco. Assai bene i mediani laterali e ottimo il tandem destro dell’attacco; incerta la coppia di sinistra, con Marchina in ritardo d’allenamento per una recente malattia e Perazzo bisognoso d’esperienza. Come già si è detto, il successo dell’Alessandria è tanto più notevole in quanto la Juventus non è apparsa per nulla inferiore al suo più recente e smagliante stile. Mediana e attacco sono stati brillantissimi in tutti i loro elementi, con qualche riserva per Sernagiotto; il gioco ha fluito con rimarchevole continuità né può essere tacciato di poca capacità realizzatrice per qualche tiro mancato o mal diretto: le azioni juventine hanno costruito almeno dieci tiri che se fossero arrivati a rete… nessuno ne avrebbe data la colpa a Mosele; ma meno ancora può ascriversi a colpa dei campioni d’Italia, se quello li ha parati. Delle lacune della difesa già si è detto, né occorre dire che i nomi di Rosetta e Combi tranquillizzano ogni dubbio sulla loro capacità di ripresa dopo una giornata incerta. Caligaris è stato grande, come Vecchina all’attacco e Monti fra i mediani. La Juventus, dunque, c’è, tutta e pronta a farsi valere fin dalle prima battute di campionato. Oggi ha perso… perché la squadra che non perde mai non è ancora stata inventata. Il pubblico festoso e appassionato convenuto allo stadio alessandrino non era certo quale era lecito attendersi dall’importanza dell’incontro. Effetto della villeggiatura prolungatasi per la caldura di settembre? Auguriamocelo, perché sarebbe doloroso che il fenomeno dipendesse dall’intiepidirsi di sentimenti verso questa brillante squadra grigia che anche oggi ha saputo scrivere una bella pagina nei suoi annali sportivi. Esatta e sempre coerente a una linea di condotta improntata alla maggior severità la direzione tecnica dell’arbitro Melandri di Genova, che ha tenuto saldamente in pugno lo svolgimento di una gara a tratti veemente malgrado la complessiva correttezza dei giocatori. (Mario Zucca, «La Gazzetta dello Sport», 19 settembre 1932) L’Alessandria deve principalmente al suo meraviglioso portiere la vittoria conquistata sui campioni d’Italia. La squadra tutta ha giocato, è vero, una grande partita ma, ove Mosele non avesse compiuto una spettacolosa serie di difficilissime parate, la Juventus avrebbe finito per prevalere. L’incontro è stato quanto mai appassionante. Sapete quali fossero le previsioni della vigilia: si parlava di incompleto grado di forma dei grigi e, per quanto riguardava i campioni, sussistevano dubbi circa il funzionamento dell’attacco, mentre sicuro affidamento si faceva sulla solidità della difesa. I novanta minuti di gioco si sono incaricati di smentire in pieno ogni previsione. L’Alessandria si è mostrata in piena efficienza e nella Juventus è stato proprio il reparto difensivo a non essere all’altezza della situazione. Fatto sta che il primo tempo si chiuse con i grigi in vantaggio per due goals a zero ed i punti salirono a tre nella ripresa, sì che la vittoria dagli alessandrini pareva avviata ad assumere proporzioni rilevantissime. Staccata di tre goals a venti minuti dalla fine, di fronte ad avversari resi baldanzosi dalla certezza del successo, la Juventus non disarmò ugualmente. Già prima aveva lottato con ogni energia, seppure con notevole sfortuna e la rinnovata offensiva la portò a segnare due goals ed a sfiorare il pareggio nelle ultime, convulse fasi della gara. Raramente si è assistito ad una contesa tanto appassionante. L’Alessandria, che domenica scorsa aveva lasciato i suoi ammiratori con tanto di muso lungo per la cattiva prova fornita con avversari di rango inferiore, aveva, per l’incontro di ieri, allestita una formazione inedita, con Avalle a centrosostegno in sostituzione di Costenaro, ancora insufficientemente preparato. La Juventus, dal canto suo, sostituiva nella mediana Varglien I con il fratello minore ed includeva Cesarini all’attacco. Si iniziò con una serrata offensiva dei campioni. I bianconeri passarono decisamente in campo grigio, operando con bella sicurezza, con discese assai ben condotte da tutti e cinque gli uomini della prima linea. L’Alessandria dovette retrocedere e Mosele ebbe subito del lavoro, che per altro disimpegnò con grande abilità. Dalle prime avvisaglie si poté pensare che la Juventus avesse la partita in pugno. L’undici campione giocava bene, con precisione, ed il repertorio tecnico e le bravure individuali di questo o di quel giocatore strappavano alla folla grida di ammirazione. Costretta a battersi in difesa per fronteggiare alla meglio la vigorosa offensiva dei campioni, l’Alessandria non rinunciava, però, a contrattaccare: Cattaneo, Notti e Perazzo se ne rimanevano, infatti, a metà campo, pronti a rovesciare l’azione nel settore avversario non appena giungeva loro qualche lungo rimando dei difensori. La Juventus si trovava allora in imbarazzo, protesa com’era all’attacco, e le puntate dei grigi assumevano carattere di particolare pericolosità. Al 10’ di gioco si doveva avere il primo colpo di scena dell’incontro: svincolandosi dalla stretta dei bianconeri, i grigi piombavano, nel volgere di pochi secondi, nell’area di Combi. La palla, cadendo fra Cattaneo e Caligaris, scavalcava nel rimbalzo il terzino juventino e restava all’attaccante grigio, che non indugiava un solo istante a scaraventarla in rete con un tiro violento. Combi si lanciava in tuffo, ma il goal era assolutamente imparabile. Errore di Caligaris e abilità di Cattaneo procuravano all’Alessandria il prezioso vantaggio. La Juventus non è squadra che si smarrisca per un punto al passivo. Le sue doti di combattente si palesano, anzi, per intero quando v’è da colmare uno svantaggio. Non s’era ancora taciuto l’urlo altissimo che aveva salutato il successo dei grigi che già una serie di abili passaggi fra Vecchina e Sernagiotto portavano il centroattaccante torinese a tu per tu con Mosele. C’era da giurare che Vecchina non avrebbe fallito il bersaglio tanto pareva facile il segnare; invece, un tiro precipitoso mandò la palla contro la muraglia di folla che gremiva la gradinata retrostante al goal. Fu la prima disdetta questo goal mancato, e la seconda non tardò davvero troppo, poiché due minuti dopo, a conseguenza di un nuovo attacco torinese, Orsi e Mosele si precipitarono contemporaneamente sulla palla: l’attaccante per deviarla in rete toccandola appena, il portiere per tentare con un’uscita arditissima una parata fortunosa. I due, scontrandosi, finiscono per terra senza toccare il pallone, sul quale entrò, invece, decisamente Ferrari, che sopraggiungeva in piena corsa. Sarebbe bastato un nonnulla per far rotolare in rete la sfera di cuoio: ma Ferrari tirò, invece, forte e colpì in pieno il palo. Per la seconda volta, la porta alessandrina fu così miracolosamente salva! Non ebbero miglior fortuna le successive avanzate juventine. Mosele, un colosso, s’erse da solo a impedire che i campioni raggiungessero il pareggio. Coraggioso sino ad essere temerario, pronto allo scatto come un felino, sicuro negli interventi, imbattibile insomma, Mosele parò ogni tiro, sbrogliò le situazioni più intricate. A terra, di pugno, deviò un bolide di Cesarini, su calcio d’angolo (al 26’) respinse il pallone su un groviglio di uomini, ed il palo lo aiutò poi su di una punizione. Fu così che la Juventus, attaccando senza posa, giunse alla mezz’ora, senza aver potuto realizzare. AI 33’ Vecchina, lanciato fra i terzini da un allungo preciso di Cesarini, mancò l’occasione e subito dopo l’arbitro annullò per fuori gioco un goal segnato da Ferrari su passaggio di Sernagiotto. La partita, lo si può capire dalle note di cronaca sopra esposte, s’era fatta appassionante. Da un lato, i grigi si battevano con infaticabile energia per conservare il vantaggio e dall’altro la Juventus produceva lo sforzo massimo per aver ragione della disperata difesa che le veniva opposta. Ad un quarto d’ora dal termine del tempo, le cose mutarono, però, sensibilmente. L’Alessandria, magnifica di slancio e di volontà, prese il comando del giuoco e, come premio a questo suo risveglio, giunse al secondo punto, dovuto ancora ad una disavventura della difesa juventina. Al 38’ Varglien II, stretto da presso da Perazzo, non poté far di meglio che liberare a lato. Lo stesso Perazzo rimise in giuoco la palla indirizzandola a Barale, che operò un lungo traversone in direzione della porta avversaria. Combi sortì di fra i pali, ed avrebbe certamente rimandato di pugno se, con un istante di anticipo, non fosse giunto Monti a deviare il pallone, di testa, proprio in direzione di Cattaneo, serratosi verso il centro. Col portiere spiazzato, l’ala destra alessandrina non ebbe difficoltà a segnare per la seconda volta. La reazione juventina mancò: la squadra, provata dallo sforzo precedentemente compiuto, con Varglien II zoppicante, con Cesarini stremato d’energie, parve soggiacere al nuovo duro colpo. Ne conseguì che l’Alessandria, imbaldanzita, ebbe un finale di tempo spettacoloso. Al 41’ Marchina, di testa, batte per la terza volta Combi, ma il punto, per il fuorigioco dell’attaccante alessandrino, non fu ritenuto valido dall’arbitro. A quattro minuti dal riposo, Perazzo giocò abilmente Rosetta, si portò a pochi metri da Combi e si vide deviato in calcio d’angolo dal portiere juventino un tiro che pareva destinato a finire in rete. Il termine del tempo giunse opportuno per i campioni. La ripresa del giuoco parve convalidare le speranze dei sostenitori torinesi. Mosele dovette subito tornare al lavoro. L’attacco dei campioni, trascinato da Vecchina, si abbatté come una furia sulla difesa alessandrina, passando in tromba la mediana, superando di slancio anche i terzini. Restava Mosele, e allora non si passò più. Il difensore grigio parò in tuffo un tiro di Vecchina, un altro ne arrestò di Ferrari, sventò un calcio d’angolo, eseguì un volo spettacoloso attraverso i pali per deviare la palla saettatagli da pochi passi da Vecchina; ancora su calcio d’angolo, si fece luce e carpì la palla sul capo di Cesarini. Niente da fare. La Juventus, tutta all’attacco, trovava nel portiere alessandrino un baluardo insormontabile. Ancora Orsi, al 18’, con uno scatto rabbioso, si portò avanti e calciò: Mosele s’abbatté sulla palla e la serrò sul petto in ferrea presa. Quello che era successo nel primo tempo tornò a verificarsi al 19’ della ripresa: Rosetta indugiò a respingere la palla giunta sino a lui su di un contrattacco alessandrino, e quando finalmente rimandò, il pallone picchiò sui piedi di Scagliotti, che se ne impadronì e, solo davanti a Combi, ebbe tutto il tempo per piazzare il tiro del terzo goal dei grigi. Ecco, a venti minuti dalla fine, la Juventus soccombente per tre a zero. Eppure, tutto non è perso ancora: i torinesi incassano un calcio d’angolo, poi partono alla riscossa. V’è del nervosismo fra i giuocatori, della precipitazione nel giuoco, ma il fatto si è che l’Alessandria deve difendersi a denti stretti. Melandri chiude un occhio, e talvolta anche due, su falli marchiani. Al 24’ la Juventus elabora la sua più bella discesa, rapidissima: Ferrari passa ad Orsi, Orsi lancia a Vecchina, che fulmina in rete. Mosele, nel disperato tentativo di parata, picchia nel montante e resta a terra contuso. È possibile per i campioni conquistare il pareggio? La Juventus tende a questo, disperatamente. Combi sventa un’avanzata del trio centrale alessandrino ed al 33’ Monti indirizza in goal la palla con un tiro violento ed improvviso. Echeggia l’urlo del goal, ma invece Mosele è giunto a parare, a pugno teso, proprio sulla linea bianca. La Juventus domina ora incontrastatamente. Due, tre passaggi fra Vecchina e Cesarini, ed ecco quest’ultimo a due passi dal portiere grigio: ancora una volta si ritiene il goal immancabile. Cesarini alza, invece, inspiegabilmente, sopra la traversa. Siamo al termine, ormai. Confusione di maglie grigie e bianconere in pochi metri quadrati: Barale, per fermare Sernagiotto, lo manda a terra con uno sgambetto. Calcio di rigore, che Orsi tramuta in goal: tre a due, mancano quattro minuti. L’Alessandria si difende con successo dagli ultimi rabbiosi tentativi torinesi. Melandri fischia la line. Indescrivibile l’entusiasmo dei grigi, che si baciano e si abbracciano fra di loro: Barale si produce in una serie di capriole sull’erba. La squadra campione s’aduna nel centro del campo e saluta. La folla risponde con fischi sibilanti. Perché? L’Alessandria, s’è detto, ha giocato una grande partita. La decisione, a volte la rudezza, le è servita per infrenare l’attacco bianconero. Tutti i reparti hanno funzionato, ma tre uomini meritano una particolare citazione: Mosele, il migliore in campo, Avalle, il perno magnifico dell’undici, Cattaneo, il più scaltro degli attaccanti. Chi diceva i grigi lontani dalla miglior forma s’è sbagliato di grosso. Sulla base dall’incontro di ieri, l’Alessandria può andar lontano. E la Juventus? Ebbe nemica la fortuna. Si batté, però, intrepidamente. La sua difesa non è a posto, la mediana non ha ancora un rendimento costante, l’attacco cincischia in area avversaria. Con tutto ciò, l’undici ha momenti di irresistibile potenza. Non si creda che la sconfitta sia un indice di decadenza. Fra poco, la Juventus sarà in piedi, forte come per il passato, degna squadra campione. Solo ha bisogno di raggiungere un miglior grado di forma. Vi riuscirà, poiché tenacia e volontà sono doti precipue dei suoi uomini. Terreno durissimo e polveroso. Vento non forte nel primo tempo, che però non ha influito nel gioco. Pubblico fittissimo. (Luigi Cavallero, «La Stampa», 19 settembre 1932) Con una magnifica vittoria, tanto più bella in quanto non del tutto prevista, l’Alessandria ha battuto la Juventus per 3-2 dopo una lotta accanita e memorabile per la velocità del giuoco e le alterne vicende che ha assunto il velocissimo incontro ininterrottamente nei due tempi. I campioni d’Italia, partiti di scatto al fischio dell’arbitro, col favore del pronostico e colla ferma convinzione di ripetere il fortunoso successo della primavera scorsa, cominciano a sviluppare trame offensive nella metà campo dei grigi, destando qualche apprensione. Al 3’ un fallo sul limite dell’area di rigore dell’Alessandria, per scontro fra Avalle e Sernagiotto, vede un tiro di Varglien che supera di poco l’asta superiore. Al 7’, altra situazione identica alla precedente: la palla è calciata stavolta da Orsi e Mosele, che sarà imbattibile in quasi tutte le più gravi contingenze, salva da maestro. Al 9’, a conclusione di una nuova offensiva bianconera, Monti sferra un potente tiro da circa trenta metri e ancora Mosele si libera con sicurezza. Le sorti precipitano subito dopo a favore dei grigi: un preciso passaggio di Grillo a Notti e di questi a Cattaneo dà modo all’ala destra alessandrina di scoccare, da una ventina di metri, un tiro che batte inesorabilmente Combi. Il successo dei grigi galvanizza i torinesi che corrono al contrattacco e Vecchina, su passaggio di Sernagiotto, mette fuori di poco un forte pallone. Al 12’, mischia furente sotto Mosele, che viene travolto a terra dove giacciono due altri giuocatori; Ferrari si impossessa del pallone ed a porta vuota fallisce il tiro. La palla, respinta dal palo, ritorna in giuoco e determina altre raffiche inconcludenti. Gli juventini riordinano le fila e minacciano, con rinnovati attacchi, la rete di Mosele, il quale, con due applauditissime parate, rimanda successivamente i tiri di Sernagiotto e Cesarini, particolarmente intraprendenti. Al 25’ l’Alessandria è in corner e l’abilità del portiere sfodera altri numeri del repertorio, annullando tutti i tentativi avversari. Così, al 30’, un formidabile tiro di Orsi, sferrato dal limite dell’area di rigore, trova Mosele pronto con un balzo a fermare la palla a fil di palo. Dopo che l’arbitro ha annullato per fuori gioco al 35’ un goal di Ferrari su centro di Sernagiotto, la Alessandria riprende l’offensiva; e, due minuti dopo, ecco il secondo goal di Cattaneo, ottenuto fulmineamente come il precedente. Su rimessa laterale di Barale, l’ala destra dei grigi interviene in tempo e sferra deciso in porta, lasciando Combi senza mercè. Tre minuti dopo, l’arbitro annulla un bel goal di Marchina per fuori giuoco e, due minuti dopo, Combi si vede applaudito in una difficile respinta su tiro perfetto di Perazzo. Il primo tempo termina con un ennesimo calcio di punizione contro i grigi, proprio sul limite dell’area di rigore, sventato ancora dal vigile intervento dei terzini. La Juventus inizia la ripresa a tutta andatura; due punti la dividono dagli animosi avversari, ma l’abilità e le astuzie dei torinesi non si arrendono di fronte all’animoso contegno dei grigi, che suppliscono all’incerta forma di alcuni elementi con il generoso slancio e l’instancabile attività. Per una quindicina di minuti, quasi ininterrottamente i torinesi tornano con metodo ed audacia all’assalto della roccaforte di Mosele, che si difende come un leone, e nessuna palla sfugge alla sua presa ferrea a terra, in alto, a mezza altezza. «Non si passa» sembra la parola d’ordine, e la Juventus si sfibra in questo lavoro di ricostruzione tenace, demolito irresistibilmente ad ogni tentativo, dalla franca e solida difesa grigia. Ed ecco, ad aggravare la situazione degli ospiti, maturare il terzo punto dei concittadini. Siamo al 19’, il giuoco si svolge ancora prevalentemente alla metà campo. Cattaneo, dal limite dell’area, rimette al centro, dove stazionano, pronti a nutrire l’attacco dei propri avanti, i due terzini bianconeri. La palla perviene a Scagliotti, che si libera di Rosetta; questi non insiste nel tentativo di riprendere l’avversario che marcia veloce alla volta della rete di Combi: un colpo giudizioso ed il terzo goal è sanzionato. Il nuovo colpo è grave e pare definitivo per la Juventus, che deve difendersi in seguito ad un corner, da un calcio di punizione e da un tiro di Cattaneo che, per un soffio, non vulnera il bersaglio. I grigi, sicuri ormai dell’esito, rallentano alquanto la pressione, concedendo un po’ di respiro ai bianconeri, che ne approfittano; ed al 24’ Vecchina segna alto nell’angolo destro, in seguito ad una sua azione personale. Mosele, nel tentativo di parata, urta contro il palo e giace nuovamente a terra dolorante. L’ultimo quarto d’ora è elettrizzante. Mosele, benché seriamente menomano, salva ancora spettacolosamente un tiro di Monti ed un altro di Cesarini, ma al 40’ un lieve fallo di Barale ai danni di Sernagiotto induce l’arbitro, alquanto leggermente, a concedere alla Juventus un calcio di rigore: Orsi, con una cannonata, segna il secondo goal. Ma è anche la fine del repertorio juventino, poiché i grigi non si lasciano più cogliere in difficoltà, anzi rovesciano anche altre pericolose azioni che tengono vigile la difesa torinese. E con questo punteggio assai lusinghiero i concittadini iniziano la loro ventunesima annata di attività calcistica con una smagliante affermazione colta proprio contro i campioni d’Italia. Pubblico assai numeroso: imponente pure la colonia torinese qui convenuta con ogni mezzo di trasporto; temperatura afosa. («Il Littoriale», 19 settembre 1932) LA TRIONFALE PARTITA DEI GRIGI L’Alessandria ha iniziato la partita preoccupata più di difendersi che di attaccare. Conscia della statura del g :uuco avversario non si azzardava a lasciar scoperto il proprio campo. Ed i primi minuti di giuoco sono stati un pò un incubo per i grigi. Il primo colpo mancino di Cattaneo (un goal veramente superbe per intuizione, decisione e precisione) ha dato la stura ad una serie di azioni brillanti. E l’Alessandria è passata al contrattacco con la stessa facilità con cui nei primi minuti ha saputo difendersi. La partita si è fatta cosi emozionante, in qualche momento drammatica. La Juventus col suo giuoco solido, architettato su azioni tecnicamente perfette, non lasciava un attimo di respiro alla difesa grigia, L’Alessandria col suo gioco possente in difesa ed irruente all’attacco sapeva rendersi assai più pericolosa dell’avversaria. E la bellezza della lotta ha avvinto la folla e l’ha trascinata ad un entusiasmo caloroso. I! seco-do goal di Cattaneo (altro capolavoro di intuizione) ha reso la partita ancora più avvincente. La Juventus si è gettata nella lotta rabbiosamente, cercando, con ogni mezzo, di superare la ferrea difesa grigia, e l’Alessandria con i suoi frequenti contrattaccchi riusciva a segnare un terzo « goal » regolarissimo, per merito di Marchina, goal che però l’arbitro annullava per un grave errore di valutazione. A metà della ripresa i grigi vincevano per tre a zero avendo Scagliotti segnato il terzo «goal». Tale risultato pareva un controsenso, data la presentazione delle squadre alla vigilia dell’incontro, ma era del tutto regolare in quanto i grigi avevano saputo spezzare ogni azione avversaria ed imporsi con l’autorità della loro classe e della loro volontà. Solo negli ultimi venti minuti di giuoco la Juventus è riuscita a salvare l’onere della giornata ed a segnare poi il secondo «goal» con l'ausilio dell’arbitro che in modo inspiegabile puniva i grigi con un calcio di rigore. («Il Piccolo», 24 settembre 1932) RISULTATI: Ambrosiana-Pro Patria 6-2 Bari-Milan 2-2 Genova 1893-Triestina 4-0 Napoli-Lazio 3-1 Padova-Bologna 0-0 Pro Vercelli-Palermo 2-0 Roma-Casale 2-0 Torino-Fiorentina 3-2 CLASSIFICA: Alessandria, Ambrosiana, Genova 1893, Napoli, Pro Vercelli, Roma, Torino 2; Bari, Bologna, Milan, Padova 1; Casale, Fiorentina, Juventus, Lazio, Palermo, Pro Patria, Triestina 0. MARCATORI 3 gol: Mazzoni (Genova), Meazza (Ambrosiana) 2 gol: Cattaneo R. (Alessandria), Libonatti (Torino), Petrone (Fiorentina), Sallustro A. (Napoli) 1 gol: Azzimonti (Pro Patria), Banchero El. (Roma), Degara (Pro Vercelli), Demaria A. (Ambrosiana), Depetrini (Pro Vercelli), Dusi (Pro Patria), Fantoni J. (Lazio), Frione II (Ambrosiana), Gay (Bari), Kossovel (Milan), Levratto (Ambrosiana), Orlandini (Genova), Orsi (Juventus), Romani (Milan), Scagliotti (Alessandria), Scategni (Bari), Silano (Torino), Vecchina (Juventus), Vojak (Napoli), Volk (Roma).