Vi spieghiamo il Di Masi-pensiero

giovedì, 05 Maggio 2016

Di Masi

 

È ora di ricompattare l’ambiente, in attesa che la squadra resetti testa e gambe in vista della prima sfida dei playoff. Sfida dal dentro o fuori.

Questa è la strada intrapresa dal presidente Luca Di Masi, che a Milano ha appena ricevuto il Premio Gentleman Fair Play Awards per l’impresa dei Grigi in TimCup. Si tratta di un prestigioso riconoscimento riservato al calcio professionistico, che in questi anni ha visto sfilare sul palco delle premiazioni tutti i nomi più belli del calcio italiano e mondiale, da Del Piero a Pirlo, da Ronaldo a Figo, da Maldini a Kakà. E quest’anno, accanto all’Alessandria anche il Barcellona – che ha mandato a ritirare il riconoscimento Gerard Piquè – a conferma di come la storica cavalcata in Coppa Italia abbia fatto dilatare la conoscenza dell’Alessandria nel mondo.

Ma non è tempo di ricordi, piuttosto di certezze per l’immediato futuro.

Di Masi (1)

Come giudica la contestazione dei tifosi dopo la sconfitta di sabato con la Reggiana? Lo abbiamo contattato e lui garbatamente ci ha fatto sapere che il suo concetto è e rimane quello espresso in occasione di una recente diretta radiofonica

“Ai tifosi chiedo più equilibrio. Vorrei che fosse chiaro un concetto: chi contesta un giocatore contesta tutta l’Alessandria, me compreso. Non si possono scindere le cose. I fischi per i ragazzi sono anche contro di me e contro la dirigenza. Non mi è piaciuto il coro dopo cinque minuti sugli undici leoni in campo, non mi sono piaciuti i fischi al primo retropassaggio”.

Il pubblico si è arrabbiato per aver visto una squadra ombra di sé stessa. Si può perdere, ma in campo bisogna combattere, cosa che onestamente l’Alessandria non ha fatto.

“Se fossi stato in curva, forse avrei contestato la prestazione ma non avrei fischiato l’annuncio dei playoff” ha affermato Di Masi.

Di Masi (4)

Cittadella a parte, il secondo posto sarebbe stato ampiamente alla portata di questa squadra. Qualcosa è sicuramente venuta meno.

Ma per il presidente Di Masi questa squadra potrà dare ancora tantissimo, anche se in fondo ha finito di ammettere che anche lui si sarebbe aspettato di concludere la regular season in una posizione migliore: “I giocatori vogliono vincere. Partendo dal mese di marzo abbiamo ottenuto cinque vittorie, due pareggi e due sconfitte, con una media di due punti a partita. Voglio fare presente che ci sono squadre che magari hanno speso più di noi come il Pavia, la Cremonese e la stessa Reggiana, che vorrebbero essere al nostro posto ai playoff”.

Di Masi (2)Il presidente Di Masi con tutto lo staff e la redazione di Museo Grigio.

 

Cosa dovremo attenderci dai playoff? Il patron – che ha voluto incontrare la squadra alla ripresa degli allenamenti – si è detto ottimista: “Siamo sul pezzo e voglio fugare ogni dubbio: non voler andare in serie B sarebbe masochismo puro. Chi temo di più? Nessuno, anche se può sembrare banale. In trasferta ci andremo per forza, e se ci toccherà andremo tranquillamente anche a Foggia”.

Poi un’ultima precisazione: “Nei playoff serviranno quei giocatori ‘con le palle’, che hanno fame. che li guardi negli occhi e sbranerebbero gli avversari. Nella nostra squadra ce ne sono tanti” .

Di Masi (3)

Chiaro riferimento alla curva che ha chiesto alla squadra di tirare fuori i cosiddetti attributi? Come potete vedere, dopo Alessandria-Reggiana abbiamo dato voce al tifo e al presidente Di Masi, visto che i giocatori per il momento sono in silenzio stampa.

Il tifo sa essere il dodicesimo uomo e quella del “Moccagatta” non è una tifoseria qualunque. Ce lo insegna la storia, quella passata e quella recente. Quando uno è indifferente vuol dire che non prova nulla, al contrario quando si lamenta vuole dire che c’è tanto sentimento, è perché tiene a quella persona o a quella cosa. La curva che domenica ha fischiato tiene tantissimo all’Alessandria. Di questo deve rendersene pienamente conto il presidente Di Masi, perciò deve avere piena fiducia in questo tifo che saputo sempre riempire la Curva Nord per tutto il campionato.

Mario Bocchio

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