Audi: “Si può anche perdere, ma uscendo a testa alta dal campo!”

martedì, 03 Maggio 2016

Audi

 

La tensione dopo la sconfitta interna con la Reggiana. Lo sfogo della curva che rifiuta i giocatori. La contestazione che si fa più veemente, proprio mentre è ormai alle porte la gara inappellabile dei playoff per la serie B. Ne abbiamo parlato con uno dei capi storici e carismatici del tifo grigio, Audi.

“Tralasciando i meriti degli avversari, credo che sia stata evidente la mancanza di grinta e di cattiveria dei giocatori al cospetto di una squadra che non aveva più nulla da chiedere al campionato. Sia chiaro, lo sfogo e l’amarezza non sono figli del risultato. È di come è maturato questo risultato. Nel calcio si può anche perdere, ma uscendo a testa alta dal campo. Non è ammissibile perdere senza combattere. Tanto meno andare ai playoff solo perché il Bassano ha battuto il Padova. No, questo non mi sta bene”.

Ci sarebbero state anche delle minacce ai giocatori…

“Non credo, se così fosse non sarei d’accordo. Lo ripeto, non mi troverebbero d’accordo. Non vorrei però che i giocatori avessero confuso qualche colorito scambio di opinioni per una minaccia e avessero frainteso. Io stesso ho urlato a Bocalon di non fare scherzi, di darci dentro e di cacciare le palle. Sono poi andato a cercare Gregucci e gli ho detto quello che secondo noi tifosi della curva non va bene. Noi non siamo tecnici e non ci permettiamo assolutamente di voler fare gli allenatori, ma è inaccettabile che contro la Reggiana l’Alessandria non abbia mai tirato una volta nello specchio della porta e abbia sempre subito. ‘Gregu’ è un uomo scafato, che conosce bene il nostro ambiente, ha ammesso che la squadra ha giocato male e ci ha chiesto di essere vicini per non rovinare tutto”.

E la Curva Nord sarà al fianco della squadra?

“Scherzi, e come potrebbe essere diversamente? Noi andremo in massa a sostenere i Grigi nella prima partita dei playoff, che è già una sorta di finale, possiamo mica lasciare sole le maglie grigie in balìa di tifosi come quelli del Lecce o del Foggia, per di più a casa loro?”.

La Nord

Senti Audi, non è che nella contestazione di sabato qualcuno magari ha rivisto il film del finale dello scorso campionato?

“Quei giocatori non avevano dato tutto quello che avevano, non avevano combattuto, ed avevano giustamente perso il campionato. Ma non hanno perso solo un campionato. Hanno perso onore e dignità di una città intera, che si è sempre stretta attorno alla sua squadra, per un sogno infranto”.

Il tuo concetto mi sembra chiaro…

“Se contro la Reggiana i giocatori dell’Alessandria avessero perso lottando non sarebbero stati contestati, sarebbero stati ugualmente applauditi e sarebbero usciti dal campo a testa alta. Perchè avrebbero corso, avrebbero combattuto, avrebbero sofferto, avrebbero sudato. Si può vincere e si può perdere ma è inaccettabile perdere come abbiamo perso sabato. Noi siamo stati capaci di applaudire anche le squadre che sono retrocesse, ma che hanno sputato l’anima in campo. Mi ricordo che al termine campionato 1993-’94 i Grigi retrocessero in C2 e l’ultima gara al ‘Mocca’ la persero 2-0 ma erano leoni indomabili, tanto che conclusero la gara in nove. Allo stadio c’erano settemila persone e tutte si alzarono in piedi ad applaudire. Hai capito come sono i tifosi dei Grigi? Scrivilo, scrivi che si può essere ultras e ciò non significa essere un deficiente che fa solo casino allo stadio!”.

Audi 1

Secondo te questi giocatori hanno capito che cosa significhi giocare davanti a tifosi come voi?

“Vedi, oggi è cambiato il giocatore perché non ci sono più gli uomini di una volta, quelli che si sarebbero fatti spaccare il naso o una tibia pur di non fare passare un avversario o di gonfiare la rete avversaria. Ai Grigi di oggi dico solo di essere umili, di scendere dal piedistallo, di non montarsi troppo la testa. Nessuno mette in discussione l’impresa che hanno fatto in Coppa Italia, ma giocare e vincere in Lega Pro è tutta un’altra cosa. Per me sono poi un male tutti questi social network, finiscono per rovinare l’ambiente e con Facebook i giocatori diventano troppo amici dei tifosi e mettono troppo in piazza la loro vita privata, tanto che se uno va giustamente a festeggiare il compleanno della moglie o della fidanzata finisce per apparire come un amante della vita notturna”.

Due ultime domande: cosa chiedi al presidente Di Masi e alla squadra?

“Per prima cosa il presidente lo ringrazio, poi gli chiedo di capire che anche se non siamo contenti per una prestazione, abbiamo ben in testa tutto quello che sinora ha fatto e che senza uno come lui correremmo nuovamente il rischio di fare la trasferta più lontana a Castellazzo. Ai giocatori chiedo solo di giocare con gli attributi. Ma no… con i coglioni! Non è per essere volgare, ma solo per farmi capire meglio”.

Mario Bocchio

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