Alessandria, adesso parlano i giornalisti

venerdì, 03 Giugno 2016

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Incognite, dubbi, supposizioni. Non favoriti dalla comunicazione ufficiale dell’Alessandria – il presidente Luca Di Masi non parla ancora e non filtrano informazioni ufficiali sicure e attendibili -, ci si abbandona solo a “pensieri volanti”, inseguendo qua e là indiscrezioni di calciomercato per cercare di capire quello che sarà.

Noi però proseguiamo nel dare spazio ai colleghi che – proprio per il loro lavoro – hanno seguito le vicende dell’Alessandria nel campionato che putroppo non ci ha visti salire in serie B.. Abbiamo chiesto loro di esprimere un giudizio in piena libertà, ma soprattutto di aiutarci a capire le cause di quanto è successo.

Diamo spazio al contributo di Mimma Caligaris,, valente firma dello storico “Il Piccolo” e collabotarice dell’altrettanto prestigiosa testata sportiva nazionale “Tuttosport”.

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Una bellissima incompiuta

Questa è la stagione dell’Alessandria che è già in archivio. Con una escursione nella storia da protagonista assoluta, non certo annunciata, e proprio per questo capace di conquistare l’Italia e il mondo. Ha ragione Luca Di Masi quando dice “ci siamo divertiti. E anche molto”. Certo, e ci siamo anche emozionati, e abbiamo pianto a Genova e poi a Spezia, quando la gente di fede bianconera, i rivali storici, ci stringevano la mano per dirci “complimenti, avete meritato”. E ci siamo sentiti orgogliosi di essere alessandrini, soprattutto di essere Grigi, allo stadio Grande Torino e poi a San Siro e le immagini di un tifo da brividi che irrompono in tutte le case e i grandi network raccontano la favola bella di una “piccola’”di provincia diventata grandissima.Mimma

Ci siamo divertiti, emozionanti, sentiti orgogliosi. Ma ci siamo anche arrabbiati. Tanto, quel mix di rabbia e delusioni che, da 41 anni, dall’ultima volta in serie B, è diventato una costante del popolo grigio. Questa volta si poteva evitare, almeno l’illusione c’è stata: campioni d’inverno, gli stesi punti del Cittadella, nella prima parte del girone di ritorno un break negativo incredibile ha compromesso la corsa alla B. Incredibile perché dopo lo spettacolo di TimCup era impossibile pensare ad un’Alessandria così facilmente vulnerabile. Invece sono emersi  limiti umani, prima ancora che tecnici, perché chi, adesso, sostiene che il mercato d’estate è stato sbagliato, o incompleto, o non equilibrato era fra i primi ad esaltare ogni acquisto, anche con titoli a caratteri cubitali. Perché l’Alessandria è ancora incompiuta, solo un piccolo passo in avanti rispetto al campionato precedente, ma durato lo spazio di una sera, allo Zaccheria di Foggia? Non c’è una causa solo, c’è una combinazione di fattori: l’ostinazione per un modulo, il 4-3-3, anche snaturando le caratteristiche di alcuni giocatori, la fatica, mentale e fisica, della cavalcata in Coppa, la scoperta, sul campo, che i ruoli doppi, tutti titolari e nessuna seconda linea, in più di un caso era sulla carta, ma non alla prova dei fatti. Anche giocatori che hanno reso al di sotto delle attese, sicuramente per limiti o fatiche individuali, ma anche per un non corretto utilizzo. Due esempi? Fischnaller e anche Iocolano: il primo, a Bolzano, aveva segnato 16 reti ma giocando da seconda punta, non esterno nel tridente e neppure “falso nueve”. Il secondo perché ha talento da vendere se, però, non lo si ingabbia sulla fascia, a volte anche con compiti di terzino aggiunto. Dagli errori si impara e Luca Di Masi, per sua natura, è uno che non si ferma mai, che sa mettersi in gioco ogni volta per migliorare. Questi sono i giorni delle scelte: alcune potranno essere anche pesanti, ma l’Alessandria, se vuole salire sul podio del calcio piemontese, deve fare ancora un salto in avanti, buttando via gli almanacchi e puntando su persone che il Grigio lo vogliono e lo sentono come una conquista. Non come un luogo privilegiato nel quale adagiarsi.

Mimma Caligaris

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