Storiche panchine grigiorossonere

martedì, 23 Febbraio 2016

Verso Milan-Alessandria del 1 marzo

PapaFoto di gruppo parziale, campionato 1920-’21: Baloncieri, Brezzi, Papa III, Orgero, Capra I e Carcano.

 

Nella lunga, ormai secolare, avventura formata dai 46 incontri giocati tra Alessandria e Milan si intrecciano risultati, episodi avvenuti sul campo e storie di uomini.
Quando ci soffermiamo su una particolare sfida mettendo assieme nomi, fatti e numeri amiamo parlare dei “doppi ex”, cioè di quei calciatori che nel corso della loro carriera non solo hanno militato in entrambe le squadre ma sono addirittura scesi in campo ed hanno giocato la sfida con le due contendenti.
Tra Alessandria e Milan gli scambi sono stati frequenti tanto è vero che nella storia degli scontri diretti tra le due squadre ci sono ben diciassette giocatori che sono stati idoli sia del Moccagatta che di San Siro.
Tra questi solo tre (Venerino Papa III, Gianni Rivera e Sergio Bettini) hanno giocato Alessandria-Milan in … grigiorossonero, 5 (Cresta, Foglia, Cerri, David e Fibbi) hanno indossato solo il rossonero e nove (Pedroni, Scagliotti, Manenti, Migliavacca, Porrati, Vitali Alessandro, Diamante, Frugali e Pistorello) solo il grigio.

MigliavaccaAlessandria- Lanerossi Vicenza 3-1, torneo 1959-’60. I giocatori escono dal campo. Si riconoscono: Migliavacca, Tacchi e Rivera.

 

Molti di questi sono nomi che hanno fatto la storia dei due sodalizi come giocatori e magari anche come dirigenti tipo Sandro Vitali da ds del Milan o Pedroni, allenatore dei Grigi.
Onore al merito dei suddetti però stavolta non scendiamo sul terreno di gioco ma ci fermiamo alla panchina. Si, perchè questa volta parliamo di allenatori.
Tre Mister sono stati, nel corso degli anni, respondabili tecnici sia dell’Alessandria che del Milan. Ne raccontiamo brevemente la storia.
Il primo è nientemeno che Adolfo Baloncieri. Il popolare “Balon”, nato a Castelceriolo, cresciuto nei Grigi e poi passato al Torino oltre alla luminosa carriera da calciatore ne ha avuta un’altra da allenatore non meno brillante.

baloncieri5Adolfo Baloncieri.

 

Mentre ancora giocava nel Torino si impegnò nella creazione del settore giovanile granata le cui squadre (dalle quali uscirono fior di giocatori) vennero chiamate in suo onore “Balon Boys”.
Diventato tecnico in pianta stabile, dopo un’esperienza al Como venne chiamato sulla panchina del Milan che aveva allestito una formazione giovane non in grado di competere per le prime posizioni. Con l’avvento di Emilio Colombo alla presidenza dei rossoneri fu esonerato. Durante questo periodo con il Milan affrontò l’Alessandria nella semifinale di Coppa Italia 1936 e perse 1-0 con i Grigi che poi, in finale, vennero superati dal Torino. Allenò il Napoli e il Liguria per finire sulla panchina alessandrina tra il 1942 e il 1944; due stagioni durissime a causa della guerra. Durante il torneo Alta Italia 1943-’44 scese in campo ancora una volta (con il Torino ovviamente, corsi e ricorsi storici) a causa dell’assenza forzata di alcuni giocatori. Nel dopoguerra tornò al Milan e nel corso della sua carriera tecnica incrociò nuovamente i … bulloni con l’Alessandria nella Coppa delle Alpi 1963 quando dirigeva la formazione svizzera del Chiasso.

Viani e PuricelliGipo Viani (a sinistra) ed Ettore Puricelli all’Arena di Milano.

 

Secondo in ordine di tempo Ettore (Hector) Puricelli, detto “testina d’oro” per la sua abilità come colpitore di testa, uruguaiano di origini italiane importato dal Bologna, nel quale segnò molti gol diventando capocannoniere nel 1939 e 1941. Dopo la guerra passò al Milan per poi essere soppiantato dall’avvento di Nordahl.puricelli_237
Diventato allenatore esordì alla grande: nel febbraio 1955 subentrò a Bela Guttmann proprio sulla panchina rossonera e vinse lo scudetto al primo colpo. Successivamente non ebbe più la possibilità di dirigere una grande squadra ma si segnalò ottenendo numerose promozioni e\o salvezze insperate. Chiamato nell’ estate 1966 sulla panchina dell’Alessandria in Serie B non riuscì nell’impresa: dopo una dozzina di partite venne esonerato e sostituito da Gino Cappello; fu una mossa inutile perchè i Grigi finirono per retrocedere.
L’ultimo della serie è Giuseppe “Pippo” Marchioro. Milanese purosangue, cresciuto nelle giovanili del Milan con le quali vinse il Torneo di Viareggio del 1957 (assieme a personaggi ben noti ad Alessandria come Migliavacca e Magistrelli) non esordì mai in prima squadra sviluppando la sua carriera soprattutto in serie B e C.
Divenuto allenatore ottenne con il Verbania, alla sua prima esperienza da responsabile tecnico, risultati eccellenti attirando l’attenzione di squadre più blasonate. Se lo accaparrò l’Alessandria di Remo Sacco e Marchioro diede nuovamente prova delle sue qualità guidando i Grigi in un campionato di vertice, forse il più equilibrato della storia finito con quattro squadre in due punti. MarchioroIl bel gioco espresso riportò al Moccagatta il pubblico delle grandi occasioni e sono memorabili le vittorie contro la corazzata Parma o il successo esterno di Venezia all’ultima giornata che privò i neroverdi della promozione. Per l’incertezza della situazione Marchioro decise di cambiare firmando per il Como, non senza aver guidato la squadra alla conquista della Coppa Italia Semipro. Il Como e poi il Cesena confermarono quanto di buono il mister aveva già evidenziato.

PippoMarchioroMarchioro allenatore del Milan insieme a Collovati e Rivera.

 

Arrivò il richiamo del cuore: il Milan. Una fase di passaggio societaria da Buticchi a Duina e una squadra valida ma da costruire fecerò sì che il rendimento non fosse all’altezza e alla fine dell’andata Marchioro venne esonerato con i rossoneri in zona retrocessione. Di nuovo Cesena e Como con ottimi risultati, poi prestazioni altalenanti ma senza avere la grande occasione per raddrizzare la carriera. Al compimento dei 60 anni il ritiro dal mondo del calcio.

Sergio Giovanelli

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