A La Spezia per riprenderci quella storia che ci apparteneva

lunedì, 18 Gennaio 2016

Il corsivo di Mario Bocchio

Alessandria-Spezia

 

Ci siamo. Oggi è il gran giorno di Spezia-Alessandria, la partita che vale la semifinale di Tim Cup contro il Milan.
Quella del Picco l’hanno definita una gara per entrare nella storia, ma a noi piace correggere il tiro e parlare piuttosto di occasione per ritornare nella storia. Proprio perché in 104 anni di vita, i Grigi hanno già contribuito a scrivere la storia del calcio e dopo tanti, troppi anni di delusioni e di contumelie stanno rialzando la testa.
Come andrà a finire questa sera? Ignorando il nostro sentimento, difficile dirlo.
Partiamo da una considerazione generale – quella fatta dal presidente del Coni Giovanni Malagò dopo i successi dell’Alessandria a Marassi contro il Genoa, e dello Spezia all’ Olimpico contro la Roma – che suona anche come un monito affinché questa sera sia un’autentica festa (comunque vada a finire), al di là di una storica e “cattiva” rivalità tra i due clubs, che in passato ha generato non pochi incidenti tra i tifosi.
“È una bella storia di sport e di calcio” ebbe modo di dire Malagò, secondo il quale l’ingresso tra le migliori otto del torneo di una squadra di serie B e addirittura una di Lega Pro “insegna che è il bello del calcio e che quindi su una partita secca anche due squadre che non possono pensare di fare risultato invece riescono ad ottenerlo”.
Alessandria e Spezia, al di là di una categoria di differenza, stanno vivendo un presente speculare. Sono due società che hanno ritrovato la voglia di fare grazie a due serie e organizzate proprietà che hanno le idee chiare. Sanno che quella che ci sarà tra poche ore è una “battaglia” importantissima per i bilanci delle loro rispettive stagioni.
In riva al Tanaro si è sentito dire che l’obiettivo primario dei Grigi è la promozione in quella serie B che manca ormai da troppo tempo. Ci mancherebbe altro. Ma guai a non dare alla Tim Cup il significato che merita.
L’alto numero di partite che si giocano in un’annata calcistica non può essere realmente considerata una giustificazione a chi vuole considerare la Tim Cup un traguardo secondario.
Oltre a un mero calcolo economico, la Coppa nazionale è anche questione di cultura e di tradizione.
Perché allora avremmo dovuto arrivare sin qui? Siamo certi che in cuor suo il presidente Luca Di Masi – che oltre ad un sincero passionale è anche uomo di marketing – sa benissimo quanto sia importante poter giocare la semifinale contro il Milan. Un giro d’affari molto consistente in termine di introiti (da investire nel parco giocatori), un’occasione unica per rilanciare il brand del vecchio Orso Grigio a livello addirittura mondiale. Proprio così, perché in caso di successo dei Grigi, l’evento diventerebbe di caratura planetaria.
Venerdì sera l’Alessandria ha perso malamente in campionato a Salò contro la Feralpi. Non ci interessa fare dei drammi o peggio ancora, imbastire dei processi.
Staremo a vedere la capacità in pochissimo tempo di Mister Angelo Gregucci di ricomporre i cocci e di trovare i giusti correttivi, non solo tecnici, ma soprattutto mentali. Lui che si ispira ad uno dei suoi maestri, l’espertissimo Mircea Lucescu, sa di essere un ottimo motivatore. Anche noi lo sappiamo e siamo certi che ancora una volta non ci deluderà.
Facciamo allora in modo che questa sera anche l’Alessandria e i suoi tifosi – un tutt’uno nel corpo e nell’anima – trasformino il Picco in un’autentica bolgia.
Tra le tantissime righe scritte in questi giorni per presentare la partita, riteniamo che le più belle e significative siano quelle contenute nel post Facebook di uno dei nostri tifosi più cari, Rocco Martina, rilanciato dal collega Massimo Taggiasco su “Hurrà Grigi”.
“Vorrei esprimere il mio personale pensiero sulla trasferta se trasferta si può chiamare a La Spezia, visto che dove andiamo noi dei Grigi giochiamo in casa: come voi tutti sapete, ho la sclerosi multipla ma questa malattia neurodegenerativa non potrà mai impedirmi di seguire quella che per me è la cosa più bella al mondo l’Alessandria. È la mia vita a cui ho dato tutto e tutto darò fino alla fine. La Gradinata Nord mi conosce, sa chi sono e chi non sono; non è retorica, ma la mia vita è nata e morirà là dove purtroppo hanno lasciato la vita altri miei fratelli. Io vivo nei miei ricordi che mai – ripeto mai – nessuno potrà mai togliermi, perciò vi voglio dire: andiamo a La Spezia tutti uniti e compatti come una volta, facciamo vedere chi sono gli Ultras Grigi. Non ci dovranno essere né dubbi nè commenti, ma solo una voce: Forza Grigi! Ciao a tutti, vi voglio bene”. L’emozione provata nel vedere entrare in campo undici maglie grigie è sempre impossibile da spiegare.
Il sentimento di Rocco Martina è una carica tremenda per continuare ad inseguire quella grande storia che vogliamo riprenderci.

L’immagine è tratta da www.alessandriamagazine.it

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