Alessandria-Viterbese inaugura un nuovo capitolo di storia calcistica

venerdì, 02 Dicembre 2016

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Lunga e travagliata la storia di una squadra, la Viterbese, che nel corso della sua secolare storia (è nata nel 1908) è arrivata al massimo a giocare in serie C.  Questa di Lega Pro è la tredicesima stagione che i gialloblu disputano in terza serie dopo l’esordio avvenuto nel 1945-’46.vtlogo

La formazione laziale in quella stagione apparve per la prima volta in assoluto sul proscenio nazionale, ma occorre considerare che nell’immediato dopoguerra, a causa delle difficoltà logistiche, le serie minori erano composte da una pletora di gironi. Le squadre del Centro-Sud che arrivavano dalla B (7) furono aggregate alla A; le 25 migliori formazioni della serie C del Nord vennero accorpate al torneo misto B-C (quello che diede la promozione in A ai Grigi); infine la C vera e propria che contava la bellezza di 196 squadre.

In ogni caso nel 1948 la serie C lasciò Viterbo.  Di quella non positiva stagione rimane solo la curiosità delle tre presenze (11 l’anno dopo in Promozione) di un ventenne romano cresciuto nella Lazio, tale Alessandro (Sandro) Ciotti (foto sotto) che di lì a qualche anno passerà dall’altra parte della barricata e diventerà “IL” radiocronista di calcio grazie alla sua inimitabile voce ed il modo originale e quasi poetico di raccontare le partite.800px-lazio_giovanile_1947

Intanto la Viterbese sprofonda e ad un certo punto si fonde con il Tuscania per restare a galla.  La C la rivedrà soltanto nel 1970 ma solo per tre stagioni e poi ancora una volta qualche anno più tardi.  Bisognerà attendere il 1995 per averla di nuovo in C.  Nel frattempo, nel pieno di una delle tante crisi societarie compaiono due nomi noti: Henrique Omar Sivori e Tito Stagno.   L’ex “Cabezon” e il giornalista RAI (presto uscito dai radar calcistici) allestirono una squadra composta soprattutto da giovani argentini sconosciuti importati per l’occasione.  Il risultato fu deludente e si chiuse dopo una sola annata con la discesa in Promozione.

Nella seconda metà degli anni ’90 tra C1 e C2 la Viterbese comincia ad assaporare il gusto dei campionati professionistici, prima di essere investita dal ciclone Gaucci; il patron del Perugia acquistò la società gialloblu per farne un’accademia.  Non appena arrivato esonerò l’allenatore Iacolino e rivoluzionò la squadra.  L’anno dopo per un breve periodo affidò la guida tecnica della squadra a Carolina Morace, l’ex stella del calcio femminile.  In quella stagione, ad onor del vero, la squadra “rischiò” pure di essere promossa in B, perdendo nei playoff con l’Ascoli.

viterbese-1970-71Stagione 1970-”71, presidente  Rocchi, allenatore Rambone.

 

unione_sportiva_viterbese_1971-1972_2La Viterbese 1971-’72.

 

Dopo l’esperienza Gaucci arrivò il fallimento del 2004 ammortizzato dall’applicazione del “lodo Petrucci” che permise l’iscrizione alla C2.   Il successivo fallimento, datato 2013 vede la scomparsa della squadra locale, ma la Castrense, di proprietà della famiglia Camilli (già proprietaria del Grosseto) rileva il titolo sportivo e sposta la sede nella città laziale. Oggi la Viterbese Castrense tenta la scalata a quelle categorie mai visitate finora.

7576La squadtra che al termine del campionato di serie D 1975-’76 ottenne la promozione.

 

Gli incroci tra Alessandria e Viterbo sono solo indiretti e si creano grazie a venti giocatori e tre allenatori.

Partiamo da questi ultimi: uno lo abbiamo già citato ed è Salvatore Iacolino, il mister esonerato all’arrivo di Luciano Gaucci alla presidenza.  Il secondo è Ramon Francisco Lojacono  (a fianco) Lojacono_10che intraprese la carriera di tecnico quando ancora giocava nei Grigi.  Guidò dalla panchina la Viterbese nel vittorioso campionato di Promozione laziale e per parte del successivo torneo interregionale (l’attuale serie D) prima di lasciare il posto a Giuseppe Petrelli.  Il record della prima donna allenatore tra i professionisti resterà sempre legato alla Viterbese e a Carolina Morace.   Ma la Morace, in panchina, resisterà poco: sarà esonerata ed al suo posto arriverà Giorgio Roselli, altro mister che ha legato parte della sua carriera ai Grigi sia come giocatore che come allenatore.  Anche Roselli non finirà la stagione rilevato a sua volta da Stringara.

I cosiddetti “Doppi Ex”, come detto, sono venti e sono per la maggior parte atleti di secondo piano che non hanno inciso nella storia dell’Alessandria.

Il primo in ordine di tempo è Ranieri Valdirosa, un centromediano messosi in luce proprio nella Viterbese nel 1945-’46 Arrivò ad Alessandria nell’estate del 1947 e giocò una sola volta in maglia grigia: a Torino in Juventus-Alessandria 6-1.

Sul finire degli anni ’60 diversi giocatori passarono da una squadra all’altra. Nel 1970 il terzino Lorenzo Piacentini e il mediano Pasquale Di Giovanni lasciarono Alessandria per trasferirsi a Viterbo. Di Giovanni indossò il gialloblu solo per una stagione, Piacentini dopo l’anno in C tornò nel 1972-’73 con la squadra in D. La sua carriera incrociò quella di un ventenne viterbese, Sergio Di Prospero, ala sinistra di buone prospettive che l’anno successivo approdò alla corte di Ballacci.  Vinse con i Grigi il torneo 1973-’74 giocando sette partite e segnando un unico gol, quello del 2-0 contro il Clodiasottomarina alla trentatreesima giornata in quella che fu l’ultima vittoria del torneo e, in pratica, partita che virtualmente decretò la promozione alessandrina.

sergio_di_prospero_201510241093132_dotw1xbtv29h2lsu66wvhip12Acrobazia di Di Prospero.

 

Tornato alla soglia dei trent’anni nella sua Viterbo diede un bel contributo alla squadra. A tutt’oggi Di Prospero, con 167 partite e 58 gol è ancora nei primi posti tra i fedelissimi gialloblu.973-califano

Come non ricordare Gianni Califano (a fianco), bomber di razza con una carriera lunghissima fatta di 422 partite e 150 reti in C1, una stagione abbondante ad Alessandria, una scarsa a Viterbo.  Come lui Roberto Paci, nei Grigi per un torneo a 19 anni, poi ultimo campionato in gialloblu a 37.  In mezzo tanta Lucchese.  Destino abbastanza simile anche per Riky Di Bin, scuola Toro, arrivato sulle rive del Tanaro a 22 anni e presto ripartito.   Ebbe gli ultimi scampoli di carriera professionistica nelle tre stagioni disputate a Viterbo.

Luca Marcato dopo una buona carriera fatta di A (poca) e B (tanta), a trent’anni scende in C: nel 1995 è a Viterbo, poi Livorno e Pisa per finire in grigio. In realtà non chiude qui, perché per altre due stagioni si esibisce sui palcoscenici della D, ma chiude con il professionismo da noi.

C’è poi un gruppo di doppi ex che ha frequentato il Moccagatta negli anni bui: qualcuno in D altri, addirittura, in Eccellenza.  Hanno in comune solo il fatto di aver vestito, in qualche momento della loro carriera, la casacca viterbese. Boccolini, Lispi, Ribecco, Anderson. Anche Zappella (foto sotto) ha fatto parte dell’Alessandria che ha disputato (e vinto) il campionato di serie D; ma la sua storia ha un qualcosa di particolare.   zappella2Cresciuto nel Milan, comincia la trafila tradizionale e tra Como e Monza passa cinque campionati tra B e C1.  A venticinque anni ha l’occasione di andare all’estero e finisce nientemeno che nella J-League giapponese, negli Urawa Reds.  Una sola stagione terminata con la retrocessione e di nuovo in Italia ad Avellino.  Arriva anche a Viterbo e ci trascorre due stagioni (non consecutive). A trentacinque anni è chiamato dall’Alessandria per vincere il campionato: missione compiuta e ancora un assaggio di C2 in grigio.

Federico Balestri è certamente un attaccante di “categoria”: è andato in doppia cifra in quasi tutti i tornei disputati in serie D.  Anche ad Alessandria ha mantenuto la media: 12 gol in 26 partite. Ha fallito solo a Viterbo: non ha mai segnato malgrado le 18 presenze. Evidentemente qualcosa non ha funzionato nel suo rapporto con la squadra laziale.

Infine l’unico giocatore ancora in attività tra i professionisti. Di lui si farebbe prima a dire dove non ha giocato visto che nella sua ormai quasi venticinquennale carriera ha cambiato diciotto volte maglia. Qualcuno lo avrà già riconosciuto: parliamo di Davide Baiocco.  Il centrocampista di origine perugina si fermò in quel di Viterbo nel novembre 1998, giusto in tempo per passare dalla C2 alla C1.  L’anno dopo sfiorò la storica promozione in B.  In maglia grigia giostrò solo una mezza stagione nel 2014-’15, ma molti ancora oggi lo rimpiangono.

Domenica si inaugura un nuovo capitolo di storia calcistica e anche la sfida tra Alessandria e Viterbese entrerà negli annali pallonari.

Sergio Giovanelli

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