Alla scoperta del pianeta degli Ultras senesi

mercoledì, 26 Ottobre 2016

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Il movimento ultras a Siena ha i suoi inizi a metà anni ’70, con la nascita di Boys e delle Brigate Bianconere. Nascono successivamente gli Ultras e i Fighters Black & White, che unendosi assieme alle Brigate Bianconere in un unico gruppo al centro della gradinata (pur mantenendo gli striscioni fino al 1981) dettano la linea alla curva senese alla fine degli anni ’70. Da questa fusione nel ’79 nascono gli Ultras Fighters, che mantengono il monopolio della curva negli anni ’80, conoscendo l’apice nel 1985-’86, ma i ripetuti scontri con le tifoserie ospiti e la polizia portano a provvedimenti sempre più duri che di fatto tagliano le gambe al gruppo.

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Inizia così il declino, con l’uscita di scena delle Falange d’Assalto (gruppo di estrema destra che già aveva cambiato nome in “Robur Ghibellina”) e dei Mods. Gli Ultras Fighters vengono affiancati dai giovani dell’Armata Ghibellina, ma da lì in poi la disorganizzazione regna sovrana.

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Nel 1991, sfruttando un’ improvvisa ma illusoria impennata della squadra, si cerca di dare uno scossone fondando la Gioventù Ghibellina, con gli U.F.S. che diventano un gruppo minore composto da ex-veterani. Ricominciano però ad arrivare i soliti pessimi risultati della squadra e gli attriti con la dirigenza allontanano il pubblico dallo stadio e con esso anche la Gioventù e tutti gli altri gruppi minori. Per ben due anni non esiste forma di tifo, ma solo una continua protesta, che porta nel 1993 i ragazzi più giovani che avevano iniziato a frequentare la curva a prendere in mano le redini degli Ultras Fighters, con l’approvazione della vecchia guardia.

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Nel 1997, da un distaccamento degli U.F.S., nasce la “Robur Alcool”, che segue una linea goliardica, non prettamente ultras, legata comunque alla tradizione della città e della squadra (Robur è l’antico nome del Siena Calcio). Nel ’99 nascono, da una costola giovane degli U.F.S., le “Teste Matte”, a seguire il “Centro Storico”, composto da attivi contradaioli, e i “G.A.R.S. 1260”,  (Gruppo Antica Repubblica Senese), che avranno vita breve. La serie B, conquistata nel 2000, porta una nuova ondata d’entusiasmo e la nascita di tanti piccoli gruppi. Entusiasmo che cresce ancora di più nel 2003, con l’arrivo della prima storica promozione in serie A e lo stadio esaurito pressoché tutte le domeniche.

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Nel 2007, in seguito al giro di vite scatenato dall’uccisione dell’ispettore Filippo Raciti a Catania, il lungo striscione “Ultras Fighters Siena 1979” viene sostituito da “Ghibellini Robur 1904”. Il gruppo “Curva Robur 1904” prende poi le redini della curva, affiancato dalla stagione 2010-’11, da “L.S.B.-Skala 40” (La Siena Bene), che nel 2012, pur essendo il gruppo più numeroso e attivo, lascia il comando della Robur ai “Vecchi Ultras”, gruppo dinamico che porta nuova linfa alla curva.

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Anche oggi la situazione a Siena non è delle migliori: dopo aver vissuto anni d’oro tra la massima serie e la serie cadetta, da qualche anno Siena si è riscoperta piazza da terza serie, con dirigenze problematiche che non riescono ad ispirare fiducia nei tifosi. La squadra è stata allestita negli ultimi giorni di mercato, ma già luglio l’aria a Siena era pesantissima: l’11 luglio un gruppo composto da ultras, club organizzati e gente comune ha scavalcato le recinzioni del Franchi e ha messo in atto una protesta pacifica ma eclatante contro la società, al grido di “Vogliamo chiarezza, Ponte vattene!”.

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Nelle partite casalinghe il numero di sostenitori in curva è ridotto, ma uno zoccolo duro di ultras prova a resistere, posizionandosi al centro della Robur e sostenendo la squadra con un buon tifo. Purtroppo i fasti della serie A sono distanti e per ricostruire il tifo dalle fondamenta ci vorrà un po’ di tempo.

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Nel campionato 1984-’85 (il 21 ottobre) al termine della partita Siena-Alessandria, alcuni sostenitori bianconeri provarono ad avvicinarsi ai pullman dei sostenitori mandrogni, ma senza troppe difficoltà vennero respinti.

siena_alessandria8889-29-12-2015-18-03-41Campionato 1988-’89, i tifosi dell’Alessandria a Siena.

 

Dimostrando anche poca “mentalità” gli ultras senesi indicarono alla polizia un ultras alessandrino, additandolo come uno dei maggiori responsabili dello scontro nonché in possesso di un coltello (cosa falsa). In seguito a questa “stravagante” segnalazione (cosa più unica che rara nel panorama ultras degli anni ’80, dove tutte le tifoserie avevano ben chiaro che il loro primo nemico erano le forze dell’ordine) il ragazzo di Alessandria fu condotto in questura e tenuto in stato di fermo per alcune ore, anche se del coltello non vi era alcuna traccia. (Aneddoto tratto da “Ultras Grigi 1974-1998… la nostra storia”, di Alessandro Barillaro).

Davide Ravan

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