Senza Dalle Vedove siamo più poveri: di talento, orgoglio e storia

giovedì, 10 Marzo 2016

Dalle Vedove (2) L’Alessandria nella stagione 1966-’67, serie B. In piedi da sinistra: Centini, Pasquina, Patregnani, Gori, Dalle Vedove, Legnaro e Colautti. Accosciati: Lojacono, Oldani, Ferretti, Gualtieri e Magistrelli.

 

Strano e maledetto destino. Tutti e tre in tempi troppo ravvicinati. Prima è stata la volta del “Sinistro di Dio” Arrigo Dolso, poi del capitano Valeriano Barbiero, il “vecio”, addirittura tre giorni dopo di Giampiero Dalle Vedove, “Danny”. Se ne sono andati per sempre tre pilastri dell’ultima serie B dell’Alessandria, non hanno fatto in tempo a vedere quella nuova promozione che la città si aspetta. In fondo ci hanno lasciato felici, orgogliosi di essere per ora gli ultimi ad avere indossato la maglia grigia nel calcio che conta.
Lo ripetiamo: che implacabile sorte, tutti e tre compagni di squadra! E che sorte, che in un colpo solo ha smantellato una percentuale altissima di classe e agonismo di due formazioni – quella del 1973-’74 e quella del 1974-’75 – con giocatori che hanno saputo esprimere “tanta roba” e che non meritavano sicuramente di ritornare subito nella polvere della C.

Dalle Vedove (1)I Grigi nel campionato 1965-’66. In piedi da sinistra: Trinchero, Soncini, Dalle Vedove, Melideo, Lojacono, Nobili. In basso da sinistra: Pasquina, Gori, Codognato, Oldani, Ragonesi.

 

Ma partiamo da lontano. Nel 1959-‘60 i Grigi disputarono il loro ultimo campionato di A: alla piazza toccano anni di B e di C. I primi deliziano il pubblico grazie soprattutto a due giocatori, Giovanni Fanello prima e Renzo Cappellaro poi. Ma si mettono anche in luce brillanti giovani del vivaio: Vanara, Fara e il povero Pisci. Esordiscono anche Dalle Vedove e Gorrino (detto “Bamba”), con quel suo caracollare da ubriaco pareva sin troppo innocuo ma alla fine finiva sempre per prevalere sull’avversario.
Dalle Vedove – che sulle figurine viene denominato anche Giampietro – a dire il vero era nato a Cremona, ma lo si può considerare in tutto e per tutto frutto del vivaio dell’Alessandria: in riva al Tanaro disputò cinque campionati in due differenti periodi (dal 1964 al 1967 per un totale di 60 presenze e un goal e dal 1973 al 1975, per un totale di 66 presenze e 15 reti). Centrocampista di talento, insidioso anche di testa, ha anche difeso i colori di Foggia, Spal, Perugia, Bari, Varese e Pistoiese.

Dalle VedoveI grigi nel torneo di serie C 1967-’68. Da sinistra in piedi: Dalle Vedove, Moriggi, Trinchero, Eco, Reccagni, Magistrelli. In baso da sinistra: Gori, Deasti, Bonfanti, Rossi, Berta.

 

Anno 1973: nell’organico dell’Alessandria ritorna Dalle Vedove di ritorno dal Bari. I Grigi sono promossi in B con quattro turni di anticipo dopo il pareggio 1-1 a Mantova, ma l’intero ambiente non è sereno e l’allenatore Ballacci viene esonerato addirittura prima della fine del campionato. Un pessimo preludio per la stagione successiva, nella quale l’Alessandria non si rafforza a dovere e, complici anche gli infortuni di Baisi e Reja, finisce per entrare in apnea. Ma alla fine sembra potercela fare, soprattutto quando viene chiamato Mister Giorcelli. I Grigi battono il glorioso Genoa e all’ultima giornata si giocano le possibilità di salvezza contro la Sambenedettese, guardando a distanza il match della Reggiana contro il Foggia. La differenza reti è leggermente favorevole all’Orso Grigio, per cui un successo con il medesimo scarto di Grigi ed emiliani sulle rivali di turno garantirebbe all’Alessandria la permanenza in B. Invece la Reggiana ne segna tre al Foggia, e l’Alessandria solo due ai già salvi marchigiani: al novantesimo una gran palla è sui piedi di Volpato che, ricevuto il pallone da destra, mira l’angolino. Il portiere sembra battuto, ma purtroppo la sfera esce a fil di palo fra la disperazione dei tifosi. Si va dunque all’inevitabile spareggio, ancora a “San Siro” come in occasione della stoica promozione in A, ma la Reggiana vince 2-1 e rende inutile il gol proprio di Dalle Vedove.


I Grigi retrocedono in serie C e davanti a loro ci saranno stagioni melanconiche. Proprio come quella certa malinconia che percepivamo nelle parole di Dalle Vedove ogni volta che lo incontravamo per Alessandria e sorseggiavamo con lui un caffè. Lo avevo invitato nel giugno del 2011 all’indimenticabile rimpatriata di ex stelle grigie in Comune, dove si era seduto in prima fila insieme a Giulio Griffi. Non aveva poi voluto nemmeno mancare, nel maggio di due anni fa a Palazzo Monferrato, alla presentazione di Museo Grigio.

Dalle vedove (3)Anno 2011. Griffi abbraccia Dalle Vedove. Accanto a loro, con le stampelle, si riconosce il glorioso capitano Luigi Bussetti, anche lui putroppo scomparso.

 

Sempre però in maniera schiva, in fondo era fatto così. Oltre all’Alessandria, amava raccontare del suo Foggia, quello di Pirazzini e Saltutti e dell’allenatore Maestrelli.

Dalle vedove (4)Una formazione del Foggia durante il ritiro precampionato che si tenne a Bovino, sui Monti Dauni, nel 1967-”68. In piedi da sinistra, Micheli, Magi, Dalle Vedove, Montepagani, Traspedini e Faleo. Accosciati, Majoli, Vivian, Oltramari, (io), Moschioni, Valadè. (Foto Filippo Morsillo).

 

Tra i capolavori di Dalle Vedove in maglia rossonera la partita all’Olimpico di Roma contro la Lazio – che poi avrebbe vintolo scudetto proprio con Maestrelli – il 29 dicembre del 1968. I pugliesi vincevano addirittura per 2-0 grazie a Dalle Vedove e Saltutti, la porta difesa da Maschioni sembrava come protetta da un bunker: tutti e dieci i giocatori nella propria area (foto sotto).

Dalle vedove

Juan Carlos Lorenzo ad un certo punto decise di mandare in campo il giovane Lorenzetti (che poi giocò nell’Alessandria) al posto di Governato: una decisione che sorprese tutti, ma il giovane “Pepetto” aveva portato fortuna la domenica precedente con il Catania e il tecnico era notoriamente scaramantico. Sta di fatto che alla fine la Lazio riuscì a pareggiare 2-2. Dalle vedove (1)

Dalle Vedove non aveva poi nemmeno mai dimenticato il gol segnato al Foggia nel campionato 1971-’72, quando aveva deciso di trasferirsi a Bari, dove c’era un altro mandrogno, Mario Fara.

Allora il cosiddetto Derby d’Apulia era ogni volta una battaglia infuocata: quella volta a rovinare la festa ci pensò Spimi che fece autorete.
Prima di abbandonare la carriera, Dalle Vedove ottenne ancora un’altra promozione in B con la Pistoiese di Bruno Bolchi e di Sergio Brio.

Dalle vedove (5)Dalle Vedove nella Pistoiese: è il secondo in piedi da destra, accanto a lui il giovane Brio.

 

Oggi Alessandria senza Dalle Vedove è indubbiamente più povera, di talento, orgoglio e storia. L’unico rammarico di una brillante carriera è stato quello di non avere mai giocato in serie A. Erano altri tempi, era un altro calcio. Ma quanto varrebbe oggi Giampiero Dalle Vedove?

Mario Bocchio

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