La classe di Carlo Stradella

giovedì, 21 Luglio 2022

Stradella

Carlo Stradella  era nato ad Asti nel 1921; crebbe nelle giovanili del club della sua città come attaccante ed esordì in serie C nella stagione 1940-’41.

Stradella (1)

Caricatura di Stradella, stagione 1947-’48.  Non vi è firma, ma la mano è quella di Cesare Bruno.

Fu ingaggiato per l’anno successivo dall’Alessandria, militandovi per cinque stagioni e partecipando anche in maglia grigia al Campionato Alta Italia del 1944 e ottenendo una promozione in serie A nel 1945-‘46Stradella (2).

Con 42 reti segnate in gare ufficiali è ancora oggi il settimo giocatore più prolifico nella storia del club piemontese. Dopo la retrocessione dell’Alessandria in B passò al Livorno per la stagione 1948-‘49; pur segnando 19 reti in 35 partite non riuscì a evitare alla squadra amaranto la serie cadetta. Vestì dunque la maglia del neopromosso Bari nel 1949-‘50 prima di andare a chiudere la carriera in C, con il Cosenza. Morì nel 1995, a 74 anni.

Stradella (3)Alessandria-Livorno 1-0 nel 1947-’48: acrobatico colpo di testa di Stradella.

Stradella (4)Stradella in Alessandria-Inter 1-0, ancora torneo 1947-’48.

Quella battaglia contro la Salernitana

Una delle più avvincenti partite dell’Alessandria negli anni Quaranta fu quella contro la Salernitana, nettamente battuta per 3-0 nel campionato di serie A 1947-’48. Allora il terreno del “Moccagatta” era veramente terribile nel periodo autunno-primavera, fango e ghiaccio erano il dodicesimo uomo in campo per l’Alessandria. Si giocò il 28 dicembre. Nel primo tempo i Grigi, pur essendo superiori, non riuscirono a dominare pur segnando tre gol.
Nella ripresa spadroneggiarono ma il risultato non cambiò. Fu un secondo tempo condotto a tutta andatura, una serie vertiginosa di attacchi, da giocolieri ed equilibristi dei terreni difficili. Della Frera preciso, Rosetta libero di fare il bello e cattivo tempo nella sua area di influenza favorito dallo strano schieramento dei salernitani, Gallea, uno dei migliori in campo, a sospingere gli avanti con regolarità, Coscia “Il bolide” capace di virtuosismi nel pantano. In attacco Ginetto Armano ridicolizzava il suo terzino ad ogni fuga ed effettuava buoni traversoni, il forte albanese Lushta si divertiva nell’arte del dribbling e Stradella, Pietruzzi e Sotgiu portavano regolari assalti alla difesa campana. Se nell’euforia degli attacchi, questi avanti sciupavano dei gol incredibili chi se ne accorgeva? Il pallone, sempre ballonzolante nell’area del portiere Masci, fermava l’attenzione di tutti. Il resto quasi pareva non contare. Per la verità dalla squadra campana ci si aspettava qualcosa di più come gioco.

AlSalernitanaE’ vero che i suoi atleti stentavano a stare in piedi sul campo, ma a parte la resistenza fisica ed il fiato, misero in mostra ben pochi pregi tecnici. La prima rete dei Grigi venne realizzata al 22’, su punizione calciata da Gallea, in seguito ad un fallo di Jacovazzi. La palla spiovve davanti alla porta e Coscia fu prontissimo a deviare di testa in porta. Lo stesso Coscia, al 38’, segnò il secondo punto su rigore concesso per un ingenuo e vistoso scapaccione dato alla palla da Dagianti. Due minuti dopo Armano, il campione di Litta, lanciato da Stradella, fuggì velocemente e centrò. Il suo cross venne raccolto da Sotgiu libero e solo. Un tiro. Rete. Tre a zero. Proprio all’inizio della ripresa parve che l’Alessandria dovesse aumentare il bottino con un gol di Stradella, ma l’arbitro, non a torto, lo annullò per fuori gioco. Iniziò poi la sarabanda finale in area salernitana, durante la quale, un po’ per imprecisione e un po’ per sfortuna, gli avanti grigi non trovarono più la via giusta per segnare. “Poco male – disse negli spogliatoi il presidente rag. Mario Moccagatta – benedetti ragazzi, la prossima volta vedete di fare attenzione a tirare giusto in porta!”. In quella stessa giornata il Grande Torino di Valentino Mazzola stordì la Triestina 6-0.

Mario Bocchio

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