Due noti giornalisti della Rai a commentare le imprese dei Grigi a Marassi e a La Spezia. Federico Calcagno e Emanuele Dotto
Calcagno ha svolto la telecronaca su Rai Sport di Genoa-Alessandria 1-2.
In Rai dal 1992, Calcagno – piemontese – è stato praticamente svezzato e valorizzato da Rino Icardi, alessandrino, che gli ha insegnato i cosiddetti “trucchi del mestiere”. Oggi è inviato di Rai Sport; ha fatto tutta la trafila, da “Tutto il calcio minuto per minuto” a “90º minuto”, passando per “Domenica Sprint”. Con lui vere e proprie icone, gente che ha raccontato lo sport lasciandoci una sorta di vera e propria letteratura, come Sandro Ciotti.
Calcagno parte subito con una confessione.
“Credetemi, noi addetti ai lavori siamo abituati a dover stilare rapide sintesi in pochi minuti dopo le partite. Ebbene, dopo Genoa-Alessandria non ho avuto nessuno dubbio: era da tantissimo che non vedevo una squadra giocare così bene come i Grigi”.
Si sofferma poi proprio sulla Tim Cup.
“La Coppa Italia, a differenza di quanto è sempre successo in Inghilterra, in Italia non era mai stata del tutto considerata. Il merito di aver invertito la rotta è stato della Juventus, che ha sempre inserito la conquista della Tim Cup tra gli obiettivi primari della stagione e non alternativi in caso di fallimento in campionato o in Champions”.
E l’impresa dell’Alessandria?
“I Grigi hanno ridestato interesse per la Coppa Italia. Lega e Federazione – attraverso diverse formule . hanno cercato di restituire un senso al trofeo nazionale. Ma non avevano pensato che ci sarebbe potuto essere uno scontro tra clubs grandissimi e piccoli, tra vere e proprie multinazionali del calcio e botteghe artigiane, tra brand e scudetti, tra squadroni e compagini di paese. In Inghilterra tutto ciò non è una novità. L’Alessandria ha aperto la strada”.
Calcagno viene dalla cosiddetta vecchia scuola, e non ti rivela per niente il nome della squadra per la quale fa il tifo.
“Non sarebbe professionalmente corretto che dicessi la squadra che da sempre, dai lontani tempi delle figurine, ha suscitato le mie simpatie. Lo farò subito dopo essere andato in pensione. Però non ho alcun problema a dire che tra Alessandria e Milan, starò dalla parte dei Grigi”.
Sponda che ha sempre affascinato Emanuele Dotto, che non ha mai fatto mistero di essere tifoso dell’Alessandria.
“Sono nato a Genova, ma mio papà era di Lerma e mia mamma di Orsara Bormida, in provincia di Alessandria. Da piccolo mi portavano al ‘Moccagatta’, sono ancora riuscito a vedere la serie A, e così l’Orso mi ha conquistato”.
In Rai dal 1980, la sua prima radiocronaca in assoluto è stata Varese-Lazio 1-1 della stagione 1981-‘82.
Nella storica trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto”, ha commentato per lo più le partite del Genoa e della Sampdoria, dallo stadio Marassi di Genova.
Oggi – tutti i sabati pomeriggio – presenta il contenitore sportivo “Sabato Sport”.
Il 4 maggio 2014, dopo oltre trent’anni di carriera, ha annunciato per la prima volta uno scudetto all’interno di “Tutto il calcio minuto per minuto”, inviato al “Cibali” per Catania-Roma 4-1, risultato che permise alla Juventus di laurearsi campione senza scendere in campo. Nell’annunciare uno dei goals catanesi, riutilizzò una delle espressioni radiofoniche più leggendarie: “Clamoroso al Cibali”.
Dotto era al “Picco” per Spezia-Alessandria. Nel sentirlo come è intervenuto per segnalare il raddoppio dei Grigi, mette i brividi.
Si percepisce la sua autentica passione per questa maglia.
“Non ci posso ancora credere, i Grigi mi hanno fatto un regalo grandissimo, che in pratica è come se desse un senso a tutta la mia carriera. Nella mia lunga militanza al seguito delle vicende di tantissime squadre, a La Spezia ho ottenuto – come radiocronista – quello che il mio animo di tifoso alessandrino inseguiva da una vita: poter essere io a raccontare un’impresa dei Grigi!”.
Martedì sera all’ “Olimpico” di Torino sarà ancora lui a raccontare l’Alessandria opposta al Milan.
“I ragazzi di Gregucci hanno compiuto un’impresa che va al di là dei risultati. Ma andiamo con ordine. Dal punto di vista della prestazione agonistica, hanno sovvertito il trend. Mi spiego meglio; prendiamo ad esempio il tennis: se ad esempio a Wimbledon un tennista basso nella classifica riesce a fare fuori una testa di serie, è praticamente certo che poi comunque un’altra testa di serie lo eliminerà. L’Alessandria ha invece eliminato la Pro Vercelli, il Palermo, il Genoa e lo Spezia. Poi ci ha insegnato che non si possono sacrificare bravi giocatori dei nostri vivai per deludenti e ininfluenti nomi altisonanti: l’esempio ce lo ha dato il Genoa, che si è lasciato sfuggire uno come Marras e che fa giocare uno Pandev. Ma vi rendete conto? Infine, quella dei Grigi è una lezione di umiltà nei confronti di quella che continuo a considerare una delle facce più arroganti improponibili del nostro calcio, quella dei vari Balotelli e Cassano tanto per intenderci”.
Se uno è un tifoso serio e sereno e non nasconde la propria fede calcistica, prima o poi, la squadra gli potrebbe fare un altro regalo. Chissà. Alessandria-Milan e dietro l’angolo, e davanti al microfono ci sarà ancora Emanuele Dotto. L’eterno bambino innamorato dei Grigi.
Mario Bocchio
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