Un ex grigio è diventato l’idolo di Ferrara. Mora è pronto a smentire il luogo comune che il giocatore è solo interessato a tatuaggi e fuoriserie

lunedì, 15 Maggio 2017

 

Spal in serie A: Luca Mora, ex grigio, è stato il protagonista alternativo della promozione con la sua barba lunga. E gli studi di filosofia.

Di lui si è anche occupato il “Corriere della Sera”, che ha scritto: “È uno dei protagonisti assoluti della promozione della Spal in a: centrocampista di qualità dopo una lunga gavetta, a 28 anni ha conquistato finalmente le ribalte del calcio che conta. Con il coraggio che lo contraddistingue in campo. E l’originalità al di fuori: con quella barba alla moda, hipster direbbe qualcuno. E gli studi di filosofia all’università di Parma, pronto a smentire il luogo comune che il giocatore è solo interessato a tatuaggi e fuoriserie”.

Un parmigiano è dunque idolo di Ferrara. La Spal torna in serie B dopo 23 anni e il giocatore più amato dalla tifoseria biancazzurra è Mora, ex Crociati. Ha voluto festeggiare a Parma in famiglia, con papà Vittorio, 60 anni, ex postino, e mamma Cinzia Belloli, 61enne già segretaria alla facoltà di veterinaria e poi di ingegneria, all’’Università di Parma. E poi con la sorella Daria, 35 anni, impiegata all’ufficio Erasmus. Luca abita con loro al quartiere Molinetto, nell’Oltretorrente.

“Il primo tesseramento –  racconta fu con l’Astra a 6 anni, sino ai 10, poi un triennio nel Parma e il ritorno nella società di via Isola. A 15 anni passo nel Traversetolo, emanazione dello stesso club blucerchiato, con vittoria del campionato interprovinciale allievi. L’anno successivo il trionfo in Prima categoria”.

Nel 2006 l’approdo in società professionistica, a Verona.

“Nella primavera del Chievo, con Paolo Nicolato allenatore, due stagioni fa campione d’Italia. Quindi il prestito biennale in serie D, a Castellarano, nel distretto ceramico di Reggio, con tecnici Marco Paganelli e Claudio Testoni, ex terzino sinistro del Genoa in A. Altro biennio ai Crociati Noceto, in C2, con gli insegnamenti del parmense Marco Torresani”.

Nel 2011  a Busto Arsizio, sempre in C2.

“Ero alla Pro Patria, ora finita in D. C’era Cusatis, poi vice di Beppe Sannino. Vincemmo il campionato, ma non salimmo, a causa degli 11 punti di penalizzazione”.

Quindi il triennio all’Alessandria.

“Due stagioni in C2, con Cusatis e poi la promozione con l’ex trequartista del Como Egidio Notaristefano, concretata peraltro da Luca D’Angelo, subentrato. E nella scorsa annata perdemmo i playoff all’ultima giornata, dopo un lungo primato, in C1”.

Ora la consacrazione. Mora, si esprime benissimo. Dove ha studiato?

“A Parma. Le elementari alla Corazza, le medie al Parmigianino, poi lo scientifico Marconi, con diploma finale a Verona. Ora sono iscritto a filosofia, all’ateneo ducale”.

Che effetto le fa aver raggiunto la serie A, in una società così prestigiosa?

“Ho letto che furono centrocampisti spallini Edy Reja e Fabio Capello, mentre il compianto Paolo Borea era stato ds, come al Parma. A Ferrara si respira veramente la storia del calcio”.

Ha 135mila abitanti, che diventano 355mila compresa la provincia.

“La serie A mancava da troppi anni, la piazza ha grande voglia di calcio vero”.

A quale mancino si ispira?

“Cerco di prendere da tutti gli specialisti nel mio ruolo”.

Nel tempo libero che fa?

“Guardo molti film e serie tv. E ora mi lasci stare un po’ in famiglia e con gli amici”.

Mario Bocchio

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