Retrocessione? La lettura di Fabio Artico

mercoledì, 11 Maggio 2022

Fabio Artico (foto © Mario Bocchio)

Fabio Artico,diesse dell’Alessandria, ha parlato nel corso di una lunga conferenza stampa:

“In una stagione nella quale la squadra che io dirigo dal punto di vista tecnico è retrocessa è evidente che anche io ho fatto degli errori. Sono passati cinque giorni dalla retrocessione e sono stati giorni difficili per me dal punto di vista emotivo. Ogni giorno trasformo rabbia, delusione ed amarezza in una riflessione sul mio operato. Mi ritengo umile e so di avere sbagliato. Quali errori? Valutazioni tecniche e valutazioni di gestione, c’erano momenti di difficoltà nei quali avrei potuto intervenire. Ma non mi pare il caso di fare nomi e cognomi.

La retrocessione è arrivata all’ultima giornata perdendo la serie B per un punto dopo un campionato che ci ha visto iniziare pagando lo scotto della categoria. Con il lavoro abbiamo cominciato a fare buone prestazioni e risultati, ma nella seconda parte, ed in quella finale siamo andati in difficoltà.

Barillà e Ariaudo? Sono arrivati il 25 febbraio dopo percorsi molto simili, cioè una lunga inattività, e non erano pronti per giocare. Qui si torna al discorso che stavo facendo. Probabilmente non sono riusciti ad entrare in un meccanismo già rodato, avremmo dovuto sfruttarli meglio.

Dal punto di vista economico il budget della società era da squadra di medio-bassa classifica che doveva lottare per salvarsi. Dopodiché la storia è piena di situazioni nelle quali si riesce ad ottimizzare il lavoro anche spendendo meno. Sicuramente abbiamo pagato il fatto di essere arrivati tardi in serie B. E l’Alessandria si è ritrovata in una serie B come quella di quest’anno dove la competizione era molto alta. Ci sono società con potenziali economici enormi. Per esempio il presidente del Vicenza Rosso ha rilasciato un’intervista nella quale ha affermato di aver dato, a gennaio, mandato al proprio direttore di comprare chi voleva con un budget illimitato. Noi ci siamo trovati a competere con realtà più strutturate e più grosse di noi. Ma questo non è un alibi per la retrocessione. Potevamo salvarci, ci è mancato un pezzettino che deve essere ricercato in tutte le componenti. La società ha fornito il budget che riusciva a dare, probabilmente ha peccato di strategia e di inesperienza. Io, come direttore, probabilmente ho sbagliato in alcune valutazioni e nel non suggerire alcune strategiealla società.  L’allenatore ha sbagliato delle formazioni e, probabilmente, delle gestioni. Ed i giocatori hanno sbagliato in alcuni momenti nei dettagli e nelle letture delle partite. Qui siamo retrocessi tutti, non c’è qualcuno che si può tirare fuori.

Mercato di gennaio?  La scelta è stata di equilibrio e sostenibilità economica, finanziaria, strategica. C’è poco da girarci intorno. Siamo arrivati a gennaio dopo un ciclo di partite che ci hanno portato punti e buone prestazioni. Ma non pensavamo di essere salvi, eravamo quasi neanche usciti dalla zona retrocessione. Abbiamo fatto il mercato che potevamo fare prendendo profili in linea con le strategie.

Marconi? Sicuramente ha deluso le aspettative ma, a luglio quando lo abbiamo preso, era il miglior attaccante che potevamo prendere. Nei due anni precedenti aveva giocato 65 partite e realizzato 28 gol. Era il quarto capocannoniere negli ultimi tre anni di serie B. Ripeto, in quel momento era il miglior attaccante che potevamo prendere. Con una serie di problemi che, probabilmente, lo portavano a venire ad Alessandria. Evidentemente le otto giornate di squalifica ci hanno aiutato, altrimenti lo avrebbero cercato società più grandi. Senza la squalifica forse non sarebbe venuto ad Alessandria. Credo che anche lui sappia di aver deluso, non penso sia contento dell’annata che ha fatto. Ma, come dicevo prima, mi chiedo ‘Noi abbiamo messo Marconi nelle migliori condizioni?’. Io devo farmi queste domande, altrimenti è troppo facile dare la colpa a lui. Ha fatto tre gol, però Corazza ne ha fatti dodici. Chi se lo aspettava?”.

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