Quando l’Alessandria disputò le Coppe europee

lunedì, 08 Novembre 2021

Foto_9I Grigi che parteciparono alla Mitropa Cup.

Forse se lo ricorderanno i più anziani ai quali allora non sfuggì l’evento, ma nel corso della sua blasonata storia l’Alessandria ha anche disputato le Coppe europee.
E’ accaduto nel 1960 con la partecipazione alla Mitropa Cup, la più antica competizione calcistica europea per squadre di club, disputatasi per la prima volta nel 1927 e per l’ultima volta nel 1992.
Il nome deriva dalla contrazione del termine tedesco Mitteleuropa (Europa centrale). Il trofeo prese ispirazione dalla Challenge-Cup, torneo di calcio tra squadre dell’Impero austro-ungarico, disputato dal 1897 al 1911.

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La Mitropa Cup.

La Coppa dell’Europa Centrale fu ideata ed inizialmente organizzata dall’austriaco Hugo Meisl, segretario generale della Federcalcio austriaca, il 17 luglio 1927 a Venezia e già nell’agosto successivo il torneo prese il via. Nelle prime due stagioni vi presero parte due club da ciascuno dei seguenti stati: Ungheria, Austria, Cecoslovacchia e Jugoslavia; nel 1929 la Jugoslavia fu sostituita dall’Italia.

Foto_2Per alcuni anni si accarezzò il progetto di un vero e proprio campionato europeo giocato dai club più forti da sovrapporre ai campionati nazionali, ma per problemi di date il progetto naufragò. Nel 1934 le squadre ammesse da ciascuna delle quattro nazioni passarono da due a quattro e dal 1936 furono ammessi anche quattro club della Svizzera.
Nel 1937 i club partecipanti per ogni nazione furono ridotti a tre per far spazio a due nuove stati: furono infatti ammesse a partecipare anche le squadre della Romania e venne riammessa la Jugoslavia, per un totale di sette federazioni coinvolte nella manifestazione. L’anno successivo i club dell’Austria non presero parte alla Coppa in seguito all’annessione da parte della Germania nazista: i tre posti lasciati liberi dagli austriaci furono occupati da un quarto club ciascuno per Italia, Cecoslovacchia e Ungheria.
Nel 1939 i club partecipanti furono solo 8 ed infine il torneo del 1940, iniziato a conflitto già scoppiato, fu sospeso prima che venisse disputata la finale; a quest’ultimo torneo presero parte solo squadre rumene, ungheresi e jugoslave.
Per tutti gli anni ‘30 la Mitropa godette un prestigio che in seguito è stato raggiunto solo dalla Coppa Latina negli anni ‘50 e dalla Coppa dei Campioni negli ultimi decenni. La Coppa Mitropa e la Coppa Latina furono, di fatto, le progenitrici della Coppa dei Campioni.
A quell’epoca, infatti, il calcio danubiano era ai vertici europei e quello italiano si era laureato campione del mondo nel 1934 e nel 1938 e campione olimpico nel 1936. In quegli anni il calcio degli altri paesi latini, dei paesi nordici e quello tedesco erano nettamente inferiori. Gli unici esponenti di un calcio superiore rimasti fuori dalla Coppa erano i britannici, che però si ostinavano a non partecipare ad alcuna competizione ufficiale accampando una presunta “manifesta superiorità”.
Il Bologna che vinse due volte la Coppa assurse a livelli quasi mitologici e la retorica di quegli anni fece il resto coniando il famoso motto della squadra che tremare il mondo fa. In seguito i rossoblu italiani furono eguagliati nell’impresa dall’Austria Vienna, dallo Sparta Praga e dagli ungheresi dell’Újpest Dosza.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la Coppa, definitivamente denominata Coppa Mitropa, fu riesumata nel 1955, dopo un’edizione non ufficiale nel 1951 chiamata Zentropa Cup. La Coppa era aperta a club di Jugoslavia, Italia, Cecoslovacchia, Austria e Ungheria, ed i club italiani ad averla vinta in questo periodo furono di nuovo il Bologna nel 1961 e la Fiorentina nel 1966.Foto_7

Nella foto a fianco: Giancarlo Filini.

Dal 1979 venne modificata e trasformata in una manifestazione per i club che vincevano i rispettivi campionati di secondo livello, la serie B in Italia, fino al 1992 e, nella sua ultima versione, le uniche squadre di blasone che si aggiudicarono il torneo furono il Milan, il Torino e l’Udinese. Gli altri club italiani ad avere vinto questo trofeo sono stati l’Ascoli, il Bari e il Pisa, due volte.
Nel 1989, in via del tutto eccezionale, si organizzò anche la Supercoppa Mitropa, sfida tra il Pisa, vincitore dell’edizione 1988, e il Baník Ostrava, primo nell’edizione del 1989.
L’unico club a partecipare a tutte le prime tredici edizioni della Mitropa è stato lo Slavia Praga. Per due volte la finale è stata disputata tra squadre della stessa città: nel 1931 tra club viennesi e nel 1939 tra club di Budapest.
Il First Vienna è l’unico club che ha vinto una Mitropa senza perdere nessuna partita. Vinse tutte e 6 le partite disputate nell’edizione 1931. Tutti i club che hanno disputato almeno una finale di Mitropa negli anni ‘20 e ‘30 esistono ancora oggi, eccezion fatta per l’Admira Vienna, che dopo diverse vicissitudini e fusioni è stata inglobata dall’Admira Wacker Mödling.

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L’asso del Velež Mostar, Muhamed Mujić, con il celebre portiere russo Lev Jašin.

L’anno dei Grigi

La Coppa Mitropa del1960 fu la ventesima edizione del torneo e venne vinta dall’Ungheria. Ognuno dei 5 stati partecipanti schierava 6 squadre di club e venne poi stilata una classifica per nazioni.
Gli incontri si disputarono dal 3 al 10 luglio e l’Italia fu rappresentata, oltre che dall’Alessandria, anche da Roma, Fiorentina, Udinese e Palermo.
Per l’Orso Grigio la stagione 1959-’60 fu anche l’ultima in serie A e l’ultima di permanenza in riva al Tanaro del giovanissimo Gianni Rivera, che partì definitivamente per Milano, sponda rossonera; la squadra infatti retrocesse tra i cadetti al termine del campionato, a tre anni dal mitico spareggio di Milano contro il Brescia.
Nella Mitropa alla compagine mandrogna del presidente Silvio Sacco e del duo tecnico formato da Luciano Robotti e Franco Pedroni toccò il Fudbalski Klub Velež Mostar, meglio noto come FK Velež Mostar, o semplicemente Velež Mostar, club di Mostar, oggi in Bosnia Erzegovina.Foto_8

Nella foto a fianco: l’oriundo Juan Carlos Tacchi.

Fondato il 22 giugno del 1922 prese a nome i vicini monti Velež. Tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80 fu tra i principali club della Jugoslavia, tanto da aggiudicarsi due Coppe nazionali, oltre a due finali perse nel 1958 e nel 1989, e a classificarsi al secondo posto nella stagione 1972-‘73, nel 1973-‘74 e nel 1986-‘87. A livello europeo fece propria anche la Coppa dei Balcani per club 1980.
Gli jugoslavi vinsero entrambe le partite, 4-1 e 2-1: quella del tecnico Ratomir Cabric era veramente una grande squadra, nettamente superiore ai Grigi. Su tutti i giocatori spiccava l’attaccante Muhamed Mujić, classe 1932, che venne poi ingaggiato dai francesi del Bordeaux e dalla Dinamo Zagabria. Alla fine, con la Nazionale maggiore jugoslava ha collezionato 32 presenze e messo a segno 17 gol, partecipando, proprio nel 1960, alla prima edizione degli Europei in Francia vinti dall’Unione Sovietica, e classificandosi al quarto posto nei Mondiali del 1962 in Cile. Ma al suo attivo ha anche la medaglia d’argento alle Olimpiadi del 1956 a Melbourne, vinte ancora dall’Urss di Lev Jašin: la formazione jugoslava mette i brividi solo a leggere i nomi degli 11 titolari, visti i tanti campioni tutto estro e sregolatezza, ma se incontravano la giornata giusta non avevano paura di nessuno: Radenković, Koščak, Radović, Krstić, Šantek, Mujić, Papec, Veselinović, Šekularac, Spajić e Antić.

Mario Bocchio

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