Mimma Caligaris: “Mi sono resa conto dell’immensa grandezza del calcio grigio”

martedì, 13 Ottobre 2015

tribuna stampa

 

Questa è la prima tappa di un lungo viaggio. Un viaggio ricco di volti, di storie, di vite che si intrecciano, si scontrano e cambiano. È un viaggio di emozioni, di ricordi, di calcio ma soprattutto è viaggio in un mare di parole. Parole bellissime che descrivono e raccontano alcuni momenti, di alcune vite, di alcune persone.

E queste persone non sono persone a caso. Sono uomini e donne che hanno fatto della loro passione un lavoro. Del loro lavoro una passione. Hanno fatto in modo che cuore e capacità quadrassero perfettamente in un mix tra bloc-notes e gol.
Il titolo del nostro viaggio è Tribuna Stampa e lei, è la prima protagonista…
Mimma Caligaris la conoscono tutti. Forse perché donna, forse perché sorprendentemente brillante, forse perché sensibile e di una limpida, inconfondibile competenza.
Abbiamo voluto farci raccontare di lei. Lei che ascolta sempre e che riporta tutto, lei che di solito riporta le parole degli altri con un’oggettività ammirevole: stento a credere quanti di noi sarebbero capaci di non far trasparire, nemmeno tra le righe, le proprie sensazioni. Invertiamo le posizioni, ci armiamo di penna e fogli, e si parte così…

mimma lele maurino Mimma Caligaris sull’erba del “Mocca” insieme a Lele Bellingeri e Mauro Risciglione.

 

Mimma, è inutile cercare di fissare una scaletta da rispettare. La professionista sei tu, quindi hai carta bianca e tutte le porte sono spalancate. Non vedo l’ora che tu inizi.

“In casa mia si è sempre respirato il calcio. Di qualsiasi categoria, in qualsiasi momento della giornata. Il lavoro di mio papà probabilmente ha compromesso il mio futuro e non posso che ritenermi fortunatissima. Quando avevo cinque anni vidi l’Alessandria giocare contro il Santos di Pelè. Successivamente vidi sul prato del Mocca Gianni Rivera, che da sempre si è conquistato una parte del mio affetto e della mia stima, soprattutto per la sua immensa intelligenza calcistica.
Spesso, grazie a mio papà, mi ritrovavo a casa Michelotti e Lo Bello, due grandi arbitri che hanno lasciato il segno nella storia. Questo è stato sì un onore, ma anche un punto di partenza. Perché la mia passione è partita da lì. Parlare di calcio alimenta interesse e curiosità e pian piano questi crescono, crescono con te. E tu ti ritrovi in questo mondo così grande ma così vicino, così complicato eppure così semplice, così lontano da una donna eppure così fondamentale, per me.
Ho frequentato il liceo linguistico a Torino e all’università ho fatto Giurisprudenza, successivamente il giornalismo è diventato il mio mestiere. Se dopo Giurisprudenza avessi potuto fare l’avvocato? Assolutamente no, non sarei riuscita a difendere e di conseguenza salvare un colpevole dalle proprie violazioni. Forse però avrei potuto fare il magistrato: grazie al giornalismo infatti ho imparato ad entrare nel nucleo della notizia e dell’avvenimento. Ho avuto la fortuna e la prontezza di scegliere però il mio campo. Ho la fortuna di fare il lavoro più bello del mondo nel posto e nel campo che amo. Ho l’onore di lavorare nella mia città e costantemente a contatto con la mia storia.
Ed è proprio la mia, la nostra storia che hanno contribuito allo sviluppo di questa mia indescrivibile passione. I corsi di aggiornamento a Coverciano, per esempio, mi hanno aperto porte su lati e aspetti di Alessandria e del suo passato che molti, più si va avanti, tendono a dimenticare. A Coverciano, infatti c’è il museo del calcio italiano, con sale e sale e sale che parlano di noi. La mia guida all’interno di questo infinito e sbalorditivo labirinto è stato Fino Fini, direttore del museo, che mi ha mostrato l’aula magna intitolata a Giovanni Ferrari. Il ‘nostro’ Giovanni Ferrari. Il Giovanni Ferrari dei due campionati del mondo”.

Mimma Caligaris (1) Un primo piano di Mimma.

 

Forse è proprio quello il momento in cui mi sono resa conto dell’immensa grandezza del calcio grigio. Ora siamo intrappolati in questa categoria stretta e soffocante. Ma prima eravamo un punto di riferimento enorme per tutti. La nostra grandezza sta dentro quel museo e sta davanti alla marea di persone che ogni giorno entra lì dentro e vede frammenti di noi: Balonceri, Cattaneo, Bertolini… e potrei andare avanti ancora. È un onore per me raccontare e sopportare il peso di questo grigio.
Penso che a ogni persona che abbia vissuto l’Alessandria, sia rimasto qualcosa di grigio dentro. La nostra è una malattia cronica, una volta infettato non ce n’è più per nessuno.
La nostra squadra è una squadra fondata su un principio antipresunzione e portare avanti questo concetto come cardine del nostro tempio penso sia una delle cose che più ci rende grandi, non siamo una società come le altre. L’Alessandria non è più la squadra di un tempo, è vero, ma se vai in giro, la reazione della gente alle tue parole è sempre la stessa: ‘Ah! i Grigi!’. Il grigio coinvolge chiunque, in molti hanno provato a imitare il nostro colore ma nessuno ci è mai riuscito e grazie ai ritrovi di collezionisti al Moccagatta abbiamo capito di essere anche un grande punto di riferimento storico per provincia, regione e in generale anche Nord Italia. Un esempio pratico? Stefano Farina, arbitro di serie B, molto spesso chiede di noi e del nostro percorso. Questo non può che farci onore.
Per me parlare di Alessandria è un privilegio, e sentire l’odore del Mocca è l’unico vero spettacolo sportivo… In questa professione però c’è una parte difficile: mantenere l’oggettività è un obbligo, moderare e utilizzare al meglio ogni singolo vocabolo. Passione e tifo devono essere serrati dentro di te. Io mi sfogo con l’abbigliamento scaramantico per esempio. Ma questo lo so solo io…ed ora anche voi”.

Mimma CaligarisTedofora per le Olimpiadi invernali del 2006 a Torino.

 

Ho avuto per 20 anni una corrispondenza con Tuttosport. È un quotidiano impegnativo che ti impone tempi diversi. Ad ogni partita (ufficiale e non), ad ogni allenamento, conferenza, incontro non potevo mancare. Ogni occasione è fonte di ispirazione e gli organi di stampa della società sono sicuramente importantissimi ma bisogna cercare di mettere dentro a ciò che si scrive qualcosa di se stessi. Qualche piccolo grande accenno alle sensazioni che si sono provate vivendo quei momenti.
Una grande fonte di ispirazione, per me, sono stati gli allenamenti del venerdì di Sarri. Allenamenti di tattica. Ogni venerdì pomeriggio tornavo a casa con una nuova lezione, una nuova illuminazione. Grazie a lui ho imparato tantissimo. È un uomo di una grande cultura sportiva, tanti mi hanno lasciato qualcosa ma lui, più di tutti, in modo particolare. Me approfitto per augurargli un ‘Buona fortuna’ per la sua avventura a Napoli. È un ambiente tosto ma se lavora come sa fare raggiungerà risultati eccellenti. È un uomo che si spinge al di la della dinamica di una situazione: entra dentro a ogni passo, a ogni movimento a ogni pallone. E medita, medita tantissimo. Ho sempre fatto fatica a raccontare i momenti più tristi della mia esperienza al fianco dell’Alessandria e parlando di attualità, trovo che la frase migliore per descrivere ciò che vogliamo sia ‘lontano, insieme’. Sprona alla crescita: di squadra, società, tifo ed enti di informazione. Per far crescere la squadra, dobbiamo essere capaci di crescere anche noi”.

Mimma, parlami dei libri che hai scritto, delle idee che ti balenano in testa ora su una possibile pubblicazione futura, di ciò per cui più ti sei impegnata e di ciò per cui non ti è servito nulla: solo tanta, tanta passione…

“Il primo libro che ho scritto è stato quello per gli 80 anni dei Grigi, sotto la gestione del presidente Edoardo Vitale. Grazie alla collaborazione di Marcello Marcellini in un mese e mezzo lo abbiamo concluso. Abbiamo lavorato tantissimo negli archivi storici della società, un lavoro davvero impegnativo ma suggestivo e soddisfacente. Un continuo scoprire, verificare, ricordare… Il titolo era ’80voglia di Grigio’ e venne presentato all’Itis Volta. Ne scrissi un altro per i 90 anni dei Grigi, venne allegato con Il Piccolo e questa volta però lo scrissi da sola. Poi pubblicai, con l’aiuto di Mauro Risciglione, quello per i 100 anni in cui descrivevamo le 100 partite dei Grigi più significative per la nostra lunga storia, con alcune parentesi sullo sfondo economico sociale che caratterizzava la realtà alessandrina del periodo storico in cui venne disputata la partita. È forse il libro che sento più mio, lo scrissi con Mauro di notte, di giorno eravamo entrambi troppo presi dal lavoro. Sempre per la presentazione del libro e la festa del centenario, ricordo che avevo allestito a Palazzo Monferrato un piccolo museo per celebrare appunto tutta la nostra storia. Mi rimase impressa una scena: il figlio di Andrea Servili, Flavio, passò tutto il tempo davanti a uno schermo su cui scorrevano alcune immagini e alcuni video delle partite più belle. Rimase lì davanti davvero tantissimo, assorto e coinvolto da tutto quel grigio. Ne rimasi commossa”.
“Sempre per il centenario uscì anche l’instant book intitolato ‘Un giorno perfetto’, in cui raccontavo tre giorni di festa che precedevano e seguivano il 18 Febbraio 2012. Due anni fa invece ho iniziato una raccolta su tutta la nostra esperienza nella C unica, con anche la collaborazione del fotografo Francesco Barilaro che, secondo il mio parere, riesce a immortalare la parte più pura e immediata dei sentimenti che gli si presentano davanti. Le sue foto mi piacciono sempre tantissimo perché sembra che ti vogliano raccontare un momento speciale”.

Mimma Caligaris (2)Scrittrice in grigio.

 

Voglio terminare il nostro incontro con questa richiesta: hai dei personaggi a cui ti sei particolarmente affezionata in tutti questi anni di giornalismo e di Alessandria?

“Voglio ricordare Gino Amisano, grande persona, circondata però da gente sbagliata. Un suo ricordo che mi fa emozionare è quello di quando, a Savona, nella stagione 2007-2008, con Iacolino in panchina in serie D, all’entrata della squadra in campo si alzò faticosamente in piedi (la vecchiaia si fa sentire per tutti) e si mise a piangere per la commozione. Ringrazio Gigi Capra per aver scelto Luca Di Masi. Quest’anno mi auguro ci si possa muovere anche sotto un punto di vista televisivo. La squadra è promettente, il merchandising è in continua crescita e, concedetemelo: c’è una percezione diversa, o sbaglio?”.

Mimma Caligaris (3)Intervista al presidente Luca di Masi.

 

Si conclude così la nostra prima tappa. Con un punto interrogativo. La va’ o la spacca?
“Ai posteri l’ardua sentenza”…?

Ma quali posteri e quale sentenza, l’obiettivo lo conosciamo tutti e nessuno potrà sentenziare il nostro futuro.
Mimma Calligaris è fiduciosa, nell’aria si respira una sensazione strana… Ora, orso, tocca a te!

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