
Ad Alessandria Salvatore Iacolino è ricordato per essere stato il tecnico della resurrezione, del ritorno tra i professionisti. Nato ad Agrigento, ma torinese di adozione, ha avuto un buon passato da calciatore, iniziato nella Juventus, con cui ha esordito in Serie A nel 1970. Ma è stata la Ternana la squadra che lo ha lanciato alla ribalta. Non possiamo non citare un nome, quello di Corrado Viciani, il mago delle Fere. Con lui si parlò per la prima volta di calcio totale, altro che l’Olanda oppure il Torino di Gigi Radice. “È vero, Viciani fu un innovatore che già nel 1971 aveva anticipato i tempi, capendo prima di ogni altro cosa sarebbe stato il calcio di oggi. Ci predicava la zona con passaggi corti e continui, proprio come fa il Barcellona” ricorda Iacolino. Viciani, è diventato materia di studio, “precursore” del calcio totale, del possesso palla reso celebre dal “tiki-taka” di Guardiola.

La Ternana nel 1972 salì in A grazie al “gioco corto”, i quarantamila che all’epoca riempivano il Liberati, impazzivano per il pressing, i fitti passaggi, le sovrapposizioni che finivano con il coinvolgere tutti gli atleti. Le squadre avversarie e gli addetti ai lavori, regalavano complimenti a quel modo di giocare, anche se i risultati, almeno nella massima serie, furono deludenti al punto che la Ternana retrocesse dopo appena un torneo. Viciani voleva cambiare il modo di concepire il calcio, in un campionato che non era ancora pronto per una simile rivoluzione. “Non potevamo permetterci lanci lunghi, invenzioni, fantasie. Bisognava correre, fare passaggetti facili facili, sovrapporsi” spiegò a Repubblica. Il gioco della Ternana dava l’idea di fluire con la semplice naturalezza di una forza della natura, sembrava seguire i meccanismi di un orologio svizzero. “Era il gioco corto, tutti attaccanti e tutti difensori, basato sul moto perpetuo d’interminabili triangoli e rapidissimi passaggi di prima. Un modulo che aveva questa particolarità: prima ti appisola, poi ti stupisce ed alla fine ti strappa l’applauso”ricorda Iacolino.
Mario Bocchio