Così è (se vi pare)

mercoledì, 02 Febbraio 2022

Il presidente dell’Alessandria Calcio Luca Di Masi con Emanuele Bellingeri, “Il Conte” (foto © Mario Bocchio) 

L’Alessandria fatica a mantenere la continuità nei risultati. I Grigi a Vicenza tengono botta ma cedono alla distanza. Sconfitta pesante, che vanifica l’entusiasmo dopo la superlativa prestazione contro il Benevento e, complice la sovrapposizione del calciomercato, genera una ridda di critiche tra una parte della tifoseria. Critiche, a nostro avviso ingiuste o, meglio, democraticamente ricevibili se partissero da un ragionamento obiettivo e non sbraitate con la lingua sciolta dello stomaco e non del cervello.

Dopo tutti questi anni di calcio-purgatorio, nessuno di buon senso ha mai solo per un brevissimo istante pensato che questo sarebbe stato un campionato facile. Al contrario, ci siamo convinti sin dall’inizio che tutto sarebbe stato in salita.

Siamo una realtà piccola in un panorama di autentici giganti, di questo dobbiamo convincerci e metterci il cuore in pace con umiltà: il presidente Luca Di Masi in tutti questi anni ha fatto e sta facendo il massimo delle sue umane possibilità, ma è comunque praticamente da solo a sobbarcarsi questa fatica d’Ercole, mentre da altre parti ci sono veri e propri colossi industriali e importanti fondi d’investimento.  L’intera città di Alessandria non ha risposto come ci saremmo aspettati a questa Serie B.

Pensiamo solo alle presenze allo stadio, che rimangono più basse addirittura di certe realtà della Serie C.

Così è difficile, anche perché se non si è uniti e compatti contro chi ci è già superiore, è normale prima o poi implodere e andare in frantumi.

Spostiamoci ad un ragionamento più tecnico, più vicino al campo. Sotto il profilo dell’impegno sarebbe ingiusto mettere sotto accusa i giocatori, tecnicamente manca qualcosa, in tanti di loro vediamo atteggiamenti dettati dall’inesperienza della B. Manca ancora qualcosa, ma se l’Alessandria riuscirà a mantenere la categoria, tutti potranno crescere e maturare, a partire dalla dirigenza, che dovrà convincersi a puntare decisamente sul settore giovanile.La storia ci insegna che i Grigi divennero famosi proprio per aver donato al calcio italiano autentici fuoriclasse. Oggi, pur con tutto il rispetto per lui, l’unico giovane del vivaio, che non è nemmeno stato inserito in questa prima fase di B, è Matteo Gerace, appena ceduto al Fiorenzuola, non ad un club della cadetteria oppure di A, capace di fare girare del denaro pesante in entrata.

I giovani sono importantissimi, se si decide di puntare su di loro bisogna essere assolutamente convinti della scelta, perché non è come affidarsi ai cosiddetti navigati. Vi ricordate il progetto di Di Masi di puntare proprio sui giovani di pochi anni fa? Una ridda di ironie  e contumelie al suo indirizzo; arrivarono in prestito giovani interessanti da valorizzare. Uno in particolare ci impressionò, fu sfortunato perché ad un certo punto si infortunò seriamente. Ebbene, oggi Andrea Cambiaso, valorizzato dal Genoa, sta diventando sempre più oggetto del desiderio di tanti club importanti, a cominciare dall’Inter. Eppure quei giovani ad Alessandria non andavano bene… è sempre stato così, visto che al Moccagatta venne regolarmente fischiato un tale Rocco Pagano. Così è (se vi pare).

Se proprio volessimo essere critici riguardo il mercato dei Grigi, potremmo obiettare circa gli innesti proprio dei giovani in prestito: era il caso di fare venire il portiere Alessandro Russo del Sassuolo, vista la presenza di Matteo Pisseri? Per lui solo un “maledetto” scampolo di partita… il rischio di incrinare i rapporti con lo stesso Sassuolo (uno dei club che fa dei giovani la propria forza) e la certezza di aver perso la congrua cifra da incassare per un suo minimo utilizzo. Dal Toro ci saremmo aspettati un profilo più interessante di Christian Celesia che, ritornato alla base, non ha nemmeno tenuto la categoria della B ma è stato girato in C alla Paganese dell’ex Grigi Edoardo Sbampato.

Per la salvezza il cammino è ancora lungo.Occorre resistere, maera difficile immaginare un campionato differente per questa squadra.  Lottare per la salvezza è la reale dimensione dell’Alessandria. Per farlo bisogna comunque dare fiducia al gruppo, fare sentire parte del gruppo sin da subito i nuovi arrivati.

Dopo il rigore di Matteo Rubin, al di là dell’ubriacatura da festeggiamenti, eravamo tutti consapevoli di un campionato che sarebbe stato sofferto sino alla fine. Rimaniamo convinti che la permanenza permetterà di acquisire autostima e consapevolezza a una società che comunque ha potenzialità e qualità per poterci stare in B. Senza strafare.  

Se dovessimo retrocedere non perderebbe solo Luca Di Masi. Perderemmo tutti noi. Un’intera città che di per sé sta già morendo giorno dopo giorno.

Mario Bocchio

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