San Siro: il Grigio ha sempre fatto la sua bella figura

mercoledì, 24 Febbraio 2016

stadio san siroLo stadio di San Siro nel 1958.

 

A San Siro ero già stato a giugno dell’anno precedente per lo spareggio contro il Brescia, ma quel 9 febbraio del 1958 aveva un sapore stranamente diverso. Non chiedetemi perché , non lo so neppure io. Forse perché era una partita di campionato di A. La mia simpatia per il Milan certamente giocava un ruolo importante nell’accrescimento delle mie emozioni, perché vedere la “mia“ Alessandria giocare contro i rossoneri in quello stadio che evocava ed evoca tutt’ora palpiti speciali ed unici era un evento raro che sicuramente sarebbe rimasto impresso per sempre nella mia memoria. E così è! Il Milan , in quella stagione, non stava giocando bene. Terminerà infatti il campionato a metà classifica. Era campione d’Italia, ma le sue prestazioni erano mediocri. Le sue attenzioni erano rivolte in modo particolare, e giustamente, visto che arriverà alla finale poi persa ad opera del leggendario Real Madrid, alla Coppa dei Campioni, torneo europeo giunto alla terza edizione, che al contrario dell’attuale Champions League era riservato esclusivamente ai vincitori dei maggiori campionati del continente.

Milan-AL 1Una fase di quell’ormai lontano Milan-Alessandria 1-1.

 

Per disputare le partite delle varie fasi, in notturna, la società rossonera, sei mesi prima, si era tassata per dotare San Siro dell’impianto di illuminazione. Primo in Italia e primo in Europa in quanto ad efficienza e qualità. Il pubblico di fede rossonera era in aperta critica con la propria squadra e così, a parte gli abbonati, quel giorno erano solo 5500 gli spettatori paganti. Anche i tifosi dell’Alessandria non erano molti: la giornata piovosa aveva dissuaso i più ad affrontare il viaggio. L’autostrada per Milano non esisteva ancora perchè sarebbe stata ultimata due anni dopo e il trasferimento verso il capoluogo lombardo non era dei più agevoli. L’automobile era ancora un mezzo riservato a pochi e la statale era percorribile con una certa lentezza soprattutto con il maltempo. Passeggero in una splendida Lancia Flaminia di un amico di mio padre, invece io ho potuto raggiungere San Siro. Spaparazzato sul sedile posteriore in pelle marrone di quella mitica ed esclusiva autovettura, mi sono ritrovato quasi all’improvviso nel mega piazzale di zona San Siro quando dalla nebbiolina e dall’ acquerugiola milanese ecco sbucare maestoso lo stadio. Solo a vederlo si provava un’irrazionale soggezione.

Milan-AL 2Il portiere alessandrino Nobili all’opera.

 

La sua dimensione paragonata al Moccagatta impauriva e ti faceva temere che una volta dentro ne saresti uscito con le ossa rotte. Le rampe elicoidali esterne che permettevano l’accesso al secondo anello dell’impianto sportivo realizzato solo tre anni prima, sembravano fili di collane che contenevano, proteggevano e abbellivano tutta quanta la struttura. Era stato proprio il Milan che l’aveva voluta come proprio stadio nel 1935, mentre l’Inter era rimasta a giocare all’Arena Civica fino al 1947. Poi anche i nerazzurri si erano trasferiti a San Siro. La struttura era un vero e proprio catino in cui, una volta entrato, ti sentivi avvolto e compresso anche se quel giorno, con così pochi spettatori si viveva e si subiva una fastidiosa immagine di tristezza. Nell’ occasione il tappeto erboso era in condizioni penose. L’inverno rigido che aveva regalato anche qualche abbondante nevicata ne aveva devastato e compromesso la superficie e così per quella partita si era dovuto ricorrere ad un copioso manto di segatura che aveva la funzione di assorbire il bagnato offrendo al tempo stesso un strana ed assurda immagine di campo da calcio color nocciola. Da una porta all’altra era stata creata quasi una croce irregolare che rendeva agibile le zone più calpestate ed infangate: quelle centrali.

Milan-AL gol grilloIl goal milanista realizzato da Galli.

 

Rimanevano scoperti dalla spessa coltre di polvere di legno solo i quattro settori attigui alle bandierine dei calci d’angolo. L’accesso al rettangolo di gioco era posizionato dietro ad una di queste mentre decine di vigili urbani, i famosi “ghisa”, presidiavano il terreno. Gli spettatori avevano a disposizione ampi gradini in cemento per sedersi, anche se molti preferivano seguire la partita in piedi. Quando le squadre fanno il loro ingresso in campo agli ordini (così si diceva a quei tempi) del signor Gambarotta di Genova , vengo assalito da un misto di ansia, di paura, di speranza e di gioia.

nobili infortunioL’ormai famoso infortunio al portiere grigio Lino Nobili.

 

Dopo mezzora il destino dei Grigi che , a quel tempo vestivano pantaloncini azzurri, pare segnato. Si infortuna il portiere Nobili sulla gamba destra del quale franano, dopo una mischia da calcio d’angolo, almeno tre giocatori. Il ginocchio va in frantumi. L’equipe medica alessandrina formata dal dottor Bruno e dal massaggiatore Taverna le prova tutte. Nobili dopo iniezioni e fasciature prova a rientrare, ma non può muoversi e così il Milan va in vantaggio grazie ad un colpo di testa di Galli da tempo soprannominato, per questa sua specialità: testina d’oro. Allora non c’erano le riserve in panchina e quindi non esistevano sostituzioni. E’ giocoforza mandare in porta uno dei giocatori rimasti in campo: si sceglie il terzino Giacomazzi che per la verità se la cava piuttosto bene. L’Alessandria pur in dieci uomini raggiunge, con il cuore e per merito dell’ala Savioni, un insperato pareggio.

orso

 

Ancora una volta così, ed è la terza di seguito nel giro di otto mesi, che San Siro è benefico con l’Alessandria. Prima a giugno lo spareggio vinto con il Brescia, quindi l’uno a uno in ottobre, in campionato, con l’Inter ed ora quello con i campioni d’Italia. Le prestazioni dell’Alessandria a San Siro a non saranno sempre così felici, ma una cosa va detta: alla Scala del calcio il Grigio ha sempre fatto la sua pregevole ed elegante figura!

Marcello Marcellini

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