Giovanni Ferrari cittì della Nazionale e il fallimento in Cile

giovedì, 31 Marzo 2022

Giovanni Ferrari con Giampiero Boniperti

Nasce, sulle «ceneri» gloriose del giocatore, il Giovanni Ferrari allenatore. Un’esperienza fugace e interlocutoria all’Ambrosiana (1942-’43) e poi la guerra. Alla ripresa, si spinge sino a Neuchâtel, in Svizzera, e il 6 gennaio 1951 firma per il Padova. Torna all’Inter e svezza i fratelli Mazzola, Sandro e Ferruccio.

Insieme a José Altafini

Dal 13 dicembre 1958 al 29 novembre 1959 spartisce – con Mocchetti Biancone – la leadership della squadra azzurra, il 23 dicembre 1959 diventa collaboratore del commissario tecnico della Nazionale, Gipo Viani. Carica, questa, che gli verrà ufficialmente conferita nel settembre del 1960.

A Coverciano con Pietro Rava

Debutta il 10 dicembre, a Napoli contro l’Austria: è la prima partita di Sandro Salvadore Giovanni Trapattoni, l’ultima di Giampiero Boniperti (che siglerà, fra parentesi, il gol della bandiera, 1-2). In occasione dei Mondiali cileni, la federazione gli affianca Paolo Mazza. 

Nel 1961 Enrico Albertosi assaggia la maglia azzurra grazie al commissario tecnico Giovanni Ferrari, che lo fa esordire nella sua Firenze in occasione di un’amichevole con l’Argentina e lo inserisce poi come riserva nella spedizione azzurra ai Mondiali in Cile

La nostra spedizione arricchita dalla presenza di oriundi del calibro di José AltafiniHumberto Maschio e Omar Sivori, si risolve in un fiasco clamoroso: 0-0 con la Germania Ovest, 0-2 con il Cile (espulsi Ferrini e David sotto la regia del famigerato Aston) e, magra consolazione, 3-0 alla Svizzera (acuto di Mora e doppietta di Bulgarelli). L’Italia torna a casa in una tempesta di polemiche. La testa di Ferrari rotola insieme a quella di Mazza. Il suo posto tocca a Edmondo Fabbri.

Mario Bocchio

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