
Adesso il gioco diventa complicato. Fino al 15’ della ripresa l’Alessandria era in una botte di ferro: vittoriosa, sei punti di vantaggio sul Cosenza (oltre il limite dei playout) e un punto sotto la Spal.
Poi tutto si è rovesciato: le due reti cosentine hanno ribaltato (seconda partita consecutiva) il risultato ed ora le due squadre sono pari. Quasi in tutto: punti in classifica, risultato e punteggio dello scontro diretto. Rimangono due miseri gol di vantaggio nella differenza reti complessiva, ma sono poca cosa.
Cosa rimane di questa trasferta calabrese? La sensazione di un’estrema pochezza in attacco che la buona volontà dei singoli non riesce a superare. Oltre al gol di Di Gennaro – curioso il fatto che i due difensori centrali abbiano segnato di testa su angolo al quarto d’ora dei due tempi – l’Alessandria ha creato, soprattutto nel primo tempo, diverse occasioni che non è stata in grado di concretizzare. Poi nella ripresa il calo fisico dei Grigi e la volontà di recuperare da parte dei Lupi calabresi ha fatto il resto.
Ci sono tutte le attenuanti possibili: infortuni, calendario iper-compresso e un pizzico di sfortuna (il rigore decisivo, ineccepibile a termini di regolamento è nato da un tocco fortuito di Parodi sul piede di Larrivey); ma bisogna trovare la via per ricominciare a correre. Sapevamo già dall’estate che la stagione sarebbe stata difficile con una salvezza da raggiungere lottando fino alla fine. L’andamento del campionato conferma i pronostici.
Martedì al Moccagatta arriva un Como in salute: interrompere la spirale negativa è d’obbligo.
Sergio Giovanelli