Cara Alessandria, il teatro dei sogni esiste (prima parte)

giovedì, 14 Gennaio 2016

Davide contro Golia. Quando nelle Coppe nazionali è successo il miracolo.

Rochdale 1Il Rochdale 1961-’62.

 

Le imprese dell’Alessandria in Tim Cup – una squadra di Lega Pro approda ai quarti di finale dopo aver eliminato un club di serie B, la Pro Vercelli, e ben due di A, Palermo e Genoa – in Italia hanno quasi del clamoroso, ma non sono invece nuove nel panorama internazionale.

_87233803_alessandria_epaLa gioia dei Grigi dopo l’impresa a dicembre contro il Genoa.

 

Quando in Italia ci lamentiamo dello scarso appeal calcistico che ha la nostra Coppa nazionale, dimentichiamo spesso che basterebbe ben poco per restituire dignità a questo trofeo. Il fatto che molto spesso snobbato da media e tifosi è una conseguenza diretta dello scarso interesse che i nostri clubs per primi provano per quello che poi, al termine della stagione, è pur sempre il secondo trofeo nazionale. L’alto numero di partite che si giocano in un’annata calcistica non può poi essere realmente considerata una giustificazione a quelle squadre (anche di bassa classifica) che usano la Coppa Italia per dare spazio alle riserve mai utilizzate in campionato, visto che in molti Paesi evoluti calcisticamente di coppe ce ne sono addirittura due o più. È un mero calcolo economico: una squadra anche di medio livello trae più soldi da un buon piazzamento in campionato (con magari una qualificazione in Europa) piuttosto che dal raggiungimento di un turno finale di Coppa. È però anche questione di cultura e di tradizione, e restiamo dell’avviso che bisognerebbe donare alla nostra Coppa Italia un senso, in un modo o nell’altro.

clamoroso-in-coppa-di-lega-bradford-in-finale_1_bigLa foto ha fatto il giro del mondo: i giocatori del Bradford City festeggiano l’accesso alla finalissima della Coppa di Lega inglese.

 

In altri Paesi, come detto, le Coppe nazionali hanno tutto un altro significato, e tutt’altro fascino.
In primo luogo in Inghilterra, dove il pubblico ha imperato a convivere con “miracoli” come quello dell’Alessandria, sia in FA Cup (la Coppa d’Inghilterra, il torneo più vecchio al mondo) che nella Coppa di Lega.
Tutti abbiamo ancora nella mente i titoli tutti tra fairy tale e dreamland (favola e mondo dei sogni,) per descrivere la leggendaria cavalcata del Bradford City: la squadra semiamatoriale della Quarta divisione inglese che, dopo avere eliminato Wigan e Arsenal, ha fatto fuori anche l’Aston Villa nel doppio confronto e si è qualificata per la finale di Coppa di Lega inglese, perdendo poi a Wembley contro lo Swansea.

Ma questa squadra della periferia di Leeds, nel West Yorkshire, che aveva conosciuto un passato importante (nei Bantams giocò anche Benny Carbone) ,ci ha riconciliato con una dimensione più umana (e romantica) del calcio.

1962

1962 (1)La doppia finale Rocdale-Norwich City celebrata dalla stampa inglese.

 

L’Inghilterra è la patria del calcio prima e del calcio moderno poi, figlio degli investimenti inflazionistici delle grandi corporation e pronipote delle televisioni a pagamento: nel 1962 una squadra dopolavorista di quarta serie, il Rochdale, raggiunse la doppia finale di Coppa di Lega, perdendo 3-0 in casa e 1-0 a Ewood Park contro il Norwich City.Rochdale
A squadre come Altrincham Fc o Blyth Spartans è bastato arrivare ai quarti di finale per entrare nella leggenda.
The Miracle. Altri motivi per cui il calcio è assolutamente impagabile. Anche in Spagna non mancano i miracoli. La prima squadra militante in Segunda División B, l’equivalente della Lega Pro italiana, ad arrivare alle semifinali della Copa del Rey 2001-’02 fu il Figueres , squadra catalana della regione di Gerona. Partito con un secco 1-10 in casa del Teruel, squadra di Quarta serie, nei trentaduesimi di finale a sorpresa battè 1-0 il Barcellona nel proprio stadio, destando sensazione. Nei sedicesimi, mantenne la porta inviolata e superò ai rigori anche l’Osasuna, regalandosi lo storico approdo agli ottavi. Nella sfida con partita d’andata e ritorno si trovò di fronte il Novelda, squadra della sua stessa categoria: vinse 2-1 in casa, pareggiò 1-1 in trasferta approdando ai quarti.

el-barca-no-cae-en-la-copa-ante-un-equipo-modesto-desde-2004La gioia del Figueres davanti ad un Barça ancora incredulo.

 

Dove incontrò una squadra di Seconda categoria, il Cordoba. Uno 0-2 in trasferta e un pareggio casalingo furono sufficienti per lo storico traguardo della semifinale. Dove, dopo uno 0-1 interno, si fermò sul pareggio 1-1 al Riazor contro il Deportivo La Coruña, che alla fine vinse il trofeo.

Risultato analogo lo ottenne, dieci anni più tardi, il Deportivo Mirandes, la squadra di Miranda de Ebro – una cittadina non lontano dai Pirenei e dal confine con la Francia – che non aveva mai nemmeno conosciuto la Serie B. Eliminò nell’ordine Villarreal, Racing Santander ed Espanyol, venendo fermata soltanto dall’Athletic Bilbao.

mirandes_copa_del_reyPiangono i giocatori del Deportivo Mirandes.

 

Inoltre, nel 1980 il Castilla (giocavano tra gli altri, il portiere Agustín, Gallego e Pineda) – la prima squadra filiale delle Merengues – clamorosamente disputò la finalissima della Copa del Rey al Bernabeu proprio contro il Real Madrid allora allenato da Vujadin Boškov. Los pequeños Blancos vennero però sconfitti per 6-1.

Tanto per rimanere in Spagna ed essere attuali, anche il Villanovense ha fatto il miracolo: la squadra di Terza divisione spagnola ha fermato i Blaugrana sullo 0-0 nell’andata dei sedicesimi di dell’attuale Coppa del Re.

150399_93349_El-Villanovense-aguanto-ante-el-Barca_GVillanovense-Barcelona 0-0.

 

La squadra di Luis Enrique era però ampiamente rimaneggiata per il turnover ma per il piccolo club è comunque un risultato prestigioso. Niente da fare al ritorno al Camp Nou: 6-1 per il Barça.

Mario Bocchio

– continua –

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