Una Roma imbarazzante ci “regala” lo Spezia

giovedì, 17 Dicembre 2015

GrigiRoma-1Una lontana sfida tra Roma e Alessandria nella Capitale.

 

La sempre più sorprendente crisi della squadra di Rudi Garcia ci ha privato dell’inimitabile brivido di vedere giocare l’Alessandria contro la Roma all’Olimpico.
La nostra mente correva già a materializzare i ricordi letti sui giornali dell’epoca e sui libri di lontane sfide tra i Grigi e i giallorossi: ricordi che diventavano come nitide fotografie. Il 6 ottobre 1929 l’Orso “sbranò” la Roma grazie ad un perentorio 3-1, con i gol di Alessio, Avalle e Ferrari.
Questo incontro, oltre che per il successo grigio, è passato alla storia perché segnò il debutto ufficiale dello storico stadio alessandrino, che allora si chiamava “Littorio”. Venne successivamente intitolato, nel 1946, al sindaco di Alessandria e presidente della società Giuseppe Moccagatta.
Ed ancora la storia di uno dei più grandi calciatori alessandrini di sempre, Renato Cattaneo -, che ormai trentaduenne passò alla Roma e nel 1936 realizzò un gol proprio alla sua Alessandria nel match che la Roma vinse per 3-1. Anni prima, esattamente il 28 febbraio 1932 i Grigi violarono lo storico terreno di Testaccio per 2-1, grazie alla doppietta di Marchina. L’ultima sfida tra Alessandria e Roma è datata 17 aprile 1960: nella capitale si imposero i giallorossi per 1-0 (Pestrin).

GrigiRoma-4Roma-Alessandria sul finire degli anni Cinquanta.

 

Vanno però ricordate anche le due partite del campionato 1958-’59. All’andata, all’allora Stadio dei Centomila, poi Olimpico, il match dopo i 90’ regolamentari si concluse sul punteggio di 1-1 (al vantaggio piemontese di Filini rispose il brasiliano naturalizzato italiano Dino da Costa). Il giudice sportivo però assegnò la vittoria a tavolino 0-2 all’Alessandria per l’invasione di campo di un tifoso romanista. Al ritorno, il 24 maggio 1959, la tensione tra le due squadre era evidentemente alle stelle e la Federazione decise di designare un arbitro straniero, il francese Maurice Guigue di Arles, un fischietto molto quotato, visto che diresse la a finale del Campionato del mondo 1958 tra Brasile e Svezia. Il match del “Moccagatta” terminò ancora 1-1: vantaggio della Roma con lo svedese Arne Selmosson e pareggio dell’oriundo Juan Carlo Tacchi.

Invece c’è lo Spezia

È un momento sportivamente drammatico per la Roma. Agli ottavi di Champions League tra i fischi, in difficoltà in campionato e, dopo questo pomeriggio, fuori dalla Coppa Italia. In un Olimpico mezzo vuoto, lo Spezia passa ai rigori, dopo aver fermato i giallorossi sullo 0-0 fino al 120′. Garcia, la cui posizione era in bilico ancora prima del ko con gli spezzini, per conquistare i quarti di finale ha scelto una formazione imbottita di titolari, con Salah, Dzeko, Rudiger e Pjanic dall’inzio più Digne e De Rossi in corso d’opera ma la Roma non ha mai dato l’impressione di far male. Nel primo tempo è stato lo Spezia a rendersi pericoloso con Castan che ha liberato dopo una parata di De Sanctis su Misic, nella ripresa l’occasione più pericolosa è arrivata nel finale, con Ucan che ha impegnato Chichizola. Non è successo nulla fino ai rigori: Chichizola ha parato il penalty di Pjanic, Dzeko ha calciato alto, il gol-vittoria è stato di Acampora, che ha mandato lo Spezia ai quarti di finale per la terza volta nella sua storia (era successo nel 1936-’37 e nel 1940-’41), dove inconterà l’Alessandria.

GioiaSpeziaLa gioia dello spezia dopo l’impresa di Roma.

 

Le sfide tra Alessandria e Spezia non sono mai state normali. Sono sempre state considerate eccezionali per via dell’accesissima rivalità tra le due tifoserie, che tante volte è sfociata in veri e propri episodi di guerriglia urbana. Tanto in Piemonte quanto nella città ligure.
Avremo modo più avanti di raccontare i più significativi episodi di tanti anni di partite – soprattutto in serie C -, ma adesso ci sentiamo di sposare in pieno le parole di Pietro Fusco, coordinatore dell’area tecnica del club spezzino: “Sarà un bello spot per il calcio, non so se questa competizione sia snobbata, dico so che a volte non si vince sulla carta o con i pronostici della vigilia”.
Un bello spot, quindi non troviamo giusto e opportuno infiammare la lunga vigilia andando a rinvangare tutti quei momenti di scontro che hanno più volte coinvolto le due tifoserie. Che comunque si detestano nel nome di un odio viscerale.

 

Chi vince può andare in finale e in Europa!!!

Spezia-Alessandria è il quarto di finale nella parte del tabellone più agevole, mentre infatti sempre ai quarti ci sarà il big match Inter-Napoli, e la Juventus , che ha eliminato il Torino affronterà prima la vincente di Lazio-Udinese e poi eventualmente in semifinale proprio la vincente di Inter-Napoli. Nell’altro tabellone Spezia o Alessandria affronteranno la vincente del quarto di finale che arriverà dai due ottavi Sampdoria-Milan e Fiorentina-Carpi.

_87233803_alessandria_epaLa gioia dell’Alessandria dopo l’impresa di aver eliminato il Genoa.

 

Fiorentina-Carpi ha già visto prevalere a sorpresa gli emiliani. Pensare che la vincente di Spezia-Alessandria possa coronare il proprio sogno e battere anche una tra Fiorentina, Milan o magari aiutata da un po’ di fortuna addirittura Sampdoria o Carpi in semifinale, non è fantascienza. E dando per scontato che nell’altra parte del tabellone non ci siano clamorose sorprese, e che ad arrivare in finale sia una tra Inter, Napoli e Juventus (tre squadre, cioè, che senza dubbio in campionato arriveranno tre le prime cinque e quindi nelle posizioni che valgono gli accessi a Champions League ed Europa League), alla vincente di Spezia-Alessandria basterà arrivare in finale (pur poi perdendola) per conquistarsi uno storico accesso in Europa League, pur dalla serie B o addirittura – nel caso dell’Alessandria – dalla Lega Pro.

Mario Bocchio

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