Ad una partita contro l’Inter è legato l’esordio di Rivera

giovedì, 21 Agosto 2014

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Dall’introduzione del girone unico, gli incontri tra l’Alessandria e l’Inter (denominata Ambrosiana dal 1928 al 1945) sono stati 26. Questo il riepilogo statistico:

Vittorie Alessandria: 5
Pareggi: 4
Vittorie Inter: 17
Gol Alessandria: 23
Gol Inter: 54

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Tutte le partite

Data Partita Risultato

15/12/1929 Alessandria-Inter 1-2
18/05/1930 Inter-Alessandria 2-0
16/11/1930 Alessandria-Inter 2-0
26/04/1931 Inter-Alessandria 2-0
08/11/1931 Inter-Alessandria 4-0
03/04/1932 Alessandria-Inter 2-1
23/10/1932 Alessandria-Inter 2-3
26/03/1933 Inter-Alessandria 1-0
08/10/1933 Inter-Alessandria 4-1
18/02/1934 Alessandria-Inter 0-2
04/11/1934 Inter-Alessandria 0-0
17/03/1935 Alessandria-Inter 1-3
10/11/1935 Alessandria-Inter 2-2
08/03/1936 Inter-Alessandria 2-1
10/01/1937 Alessandria-Inter 0-3
16/05/1937 Inter-Alessandria 3-0
08/12/1946 Alessandria-Inter 1-0
04/05/1947 Inter-Alessandria 4-2
28/09/1947 Inter-Alessandria 6-0
29/02/1948 Alessandria-Inter 1-0
13/10/1957 Inter-Alessandria 1-1
02/03/1958 Alessandria-Inter 2-1
18/01/1959 Inter-Alessandria 1-0
02/06/1959 Alessandria-Inter 1-1
24/01/1960 Inter-Alessandria 3-1
29/05/1960 Alessandria-Inter 2-3

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Benito “Veleno” Lorenzi trascorse gran parte della sua carriera agonistica nell’Inter, in cui esordì il 28 settembre 1947, proprio in occasione della larga vittoria sull’ Alessandria per 6-0. Durante quell’incontro si fece anche espellere.
I Grigi terminarono la stagione 1957-’58 al dodicesimo posto con 30 punti (due in meno della stessa Inter), frutto di 9 vittorie, 12 pareggi e 13 sconfitte, realizzando 36 gol ed incassandone 42.

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Il 13 ottobre i Grigi fecero visita ai nerazzurri, reduci dalla vittoria nel “Derby della Madonnina”. L’Inter dovette rinunciare a Lorenzi (anche lui poi indossò la casacca grigia), Skoglund e Invernizzi. In estate i due presidenti Angelo Moratti e Silvio Sacco si erano accordati per il passaggio dello svizzero Vonlanthen all’Alessandria (lo stipendio mensile di circa un milione di lire a carico dell’Inter) e per il ritorno in nerazzurro di Giorgio Tinazzi, protagonista della promozione in A del club piemontese.

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A San Siro i Grigi furono maestri del catenaccio e riuscirono addirittura a portarsi in vantaggio con Vitali. Nonostante due pali di Angellillo e Tinazzi la porta difesa da Stefani sembrava stregata e quando ormai il successo mandrogno pareva incredibile fu proprio l’ex Tinazzi, che l’allenatore inglese Jesse Carver considerava la prima riserva, a fissare il risultato sull’1-1.

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L’altra impresa i Grigi la compirono il 2 marzo nel match di ritorno, riuscendo a sconfiggere i nerazzurri 2-1 al Moccagatta. Andarono in vantaggio con Castaldo, vennero raggiunti da Bicicli e ottennero il successo grazie al classico inesorabile colpo della domenica, scoccato al 90’, proprio dall’ex Vonlanthen. Dopo questa vittoria l’Alessandria, con 24 punti in classifica, si ritrovò a sole due lunghezze dal quarto posto del Napoli.

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Il 2 giugno 1959 è ancora oggi una data importante, non solo per il calcio alessandrino ma anche per quello internazionale e nazionale: in riva al Tanaro è in programma la sfida tra l’Alessandria e l’Inter e la squadra grigia viene schierata con un giovanissimo alessandrino al suo esordio nella massima categoria: Notarnicola, Boniardi, Giacomazzi, Snidero, Pedroni, Pistorello, Filini, Rivera, Vonlanthen, Moriggi e Tacchi.

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Il sedicenne Rivera inizia il suo cammino nel firmamento del calcio. “La partita si apre con le raccomandazioni di Pedroni ai vari Invernizzi, Lindskog e Bicicli di non eccedere in maltrattamenti – non ha dimenticato il portiere Sergio Notarnicola -. Rivera incominciò a giocare con una disarmante tranquillità se rapportata alla sua età, mettendo in risalto una classe non comune. Segnò il nerazzurro Firmani e Pistrorello pareggiò su rigore. Noi eravamo già salvi e l’Inter non aveva più possibilità di lottare per lo scudetto, ma vi era un giocatore che voleva continuare a segnare per battere il record: era Antonio Valentin Angelillo ed i compagni cercavano di continuo di passargli la palla. La gara si trasformò in una lotta all’ultimo coltello tra me e lui, ma alla fine il risultato rimase 1-1, anche se più di una volta Pedroni mi si avvicinò pregandomi di lasciargli fare ‘quel maledetto gol, così finisce questa sofferenza!’. La domenica successiva Angelillo mise a segno una doppietta ed il record fu suo”.

Mario Bocchio

 

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