Morti, feriti decorati: anche in guerra l’Alessandria ha dato il suo contributo alla Grande Guerra

giovedì, 04 Novembre 2021

 

La mattanza della Grande Guerra colpì pesantemente l’intero mondo sportivo ed ogni squadra dovette piangere i suoi morti. Non sfuggì al comune destino l’Alessandria FBC.

Tra gli oltre 600 mila italiani che persero la vita nell’immane conflitto troviamo numerosi personaggi legati alla maglia grigia.

Il triste elenco comincia con un nome sconosciuto ai più: quello del ventenne Luigi Cornaglia, capitano della terza squadra grigia soldato di Artiglieria. Nel giugno 1915 secondo la rivista “Il Football” “Fu colpito da un proiettile nemico mentre impavido puntava su di una batteria nemica uno dei suoi pezzi”.

Soltanto due mesi più tardi si aggiunge Arturo Boccaccio, giocatore della formazione riserve dell’Alessandria: caporalmaggiore dei Bersaglieri cade in battaglia nel corso delle offensive di agosto.

Il fratello di Cornaglia, Angelo, non morirà in combattimento, ma sarà vittima della terribile epidemia di “spagnola”, la forma influenzale che fece milioni di morti tra il 1918 e il 1920; come lui anche Fausto Banchero.

Tra i “footballers” grigi caduti anche Felice Milano, detto Milano II (foto a fianco) per distinguerlo dal fratello Giuseppe. Era arrivato dalla Pro Vercelli nel 1913 a rinforzare la squadra grigia ed era in breve diventato un pilastro della formazione alessandrina. Il 15 novembre 1915, durante la battaglia di Zagora, località sulla sponda destra dell’Isonzo oggi in territorio sloveno, venne preso prigioniero dagli Austro-ungarici. Non rassegnandosi alla prigionia tentò la fuga ma venne ucciso.

In battaglia perse la vita anche George Arthur Smith (a fianco in una rara foto in divisa). L’inglese, iniziatore della scuola calcistica alessandrina, rientrò in Patria quando anche in Italia partì la mobilitazione generale. Di lui non si ebbero più notizie. Sembra accertato che sia tra i caduti del 18° Battaglione di Fanteria nel corso della battaglia delle Argonne il 14 maggio 1917 vicino alla località francese di Lachalade.

Anche Enrico Badò, uno dei fondatori e primo allenatore dell’Alessandria FBC, compare nell’Albo d’Oro dei Caduti, l’elenco a cura dell’ufficio Onorcaduti del Ministero della Difesa. Secondo questa pubblicazione Enrico Badò di Carlo, tenente di complemento del 1° Reggimento artiglieria da fortezza, è morto di malattia il 30 settembre 1918 nell’ospedaletto da campo n. 190, dislocato a San Bartolomeo delle Corti (Monselice).

La triste contabilità dei morti prosegue ancora con i nomi di Patria e Patrone nonché di altri giocatori (pare siano nove) delle formazioni minori purtroppo non meglio identificati.

Altri giocatori e dirigenti grigi uscirono dai combattimenti con ferite più o meno gravi come il soldato di fanteria Giuseppe Montanari (calciatore) ed il Tenente di Commissariato Augusto Rangone (dirigente-allenatore-arbitro-giornalista) fratturatosi quattro costole per una caduta dalla moto in seguito all’esplosione di una granata austriaca. Stessa sorte anche per il sergente degli alpini Luigi Du Jardin (foto a fianco), allo scoppio delle ostilità in forza allo Spezia ma autore del primo storico goal dell’Alessandria in campionato nel gennaio 1912. Du Jardin fu ferito ad una gamba nella prima battaglia dell’Isonzo del luglio 1915.

Un altro ex atleta grigio, che aveva cambiato squadra passando dall’Alessandria all’Internazionale Napoli a causa del servizio militare, subì gravi ferite in combattimento.

Parliamo del portiere Filippo Pellizzoni (foto a fianco) che fu anche decorato, primo calciatore nel conflitto, con medaglia d’argento al valore; da bersagliere ciclista era stato incaricato di consegnare un dispaccio. Benché colpito a testa, spalla e braccia da varie pallottole di shrapnel riuscì ad eseguire l’ordine meritandosi il riconoscimento.

Decorato anche, ma con medaglia di bronzo, Giuseppe Ticozzelli. Il popolare “Tico” personaggio dalla vita avventurosa, uscì decorato dalla Prima Guerra Mondiale, tornò a fare sport partecipando anche al Giro d’Italia.

Sergio Giovanelli

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