La Coppa Italia e le quattro semifinali dei Grigi

martedì, 20 Febbraio 2018

 

Quella con il Pontedera sarà la quinta semifinale di Coppa nella storia dell’Alessandria. Evento equamente suddiviso tra Coppa Italia e Coppa Italia di Serie C.

La nostra storia comincia nel mese di giugno del 1936. L’Alessandria, reduce da un faticoso ottavo posto in Serie A (in realtà un undicesimo perché ai tempi non c’erano discriminanti ed erano a pari merito tutte le squadre con lo stesso punteggio), si ritrova a giocare la semifinale di Coppa Italia che disputa la sua prima edizione “vera” dopo quella minore del 1922 (per l’assenza delle grandi di allora che avevano secessionato) e quella sospesa nel 1927. Battuta la Lazio 1-0 il sorteggio oppone i Grigi in partita secca in casa con il Milan, anch’egli ottavo in campionato. Giornata estiva, terreno duro e incontro piuttosto aspro anche se discretamente giocato. Lo risolve a due minuti dalla fine Croce con un colpo di testa su cui il portiere Zorzan nulla può.

L’Alessandria accede alla finalissima di Genova dove il forte Torino dell’epoca (già vincente 2-0 e 1-0 in campionato) la spunta senza grosse difficoltà.

Trentasette anni dopo una nuova semifinale. Siamo in Serie C e si gioca la neonata Coppa Italia Semiprofessionisti (destinata a cambiare più volte denominazione). I Grigi sono pervenuti alla sfida di semifinale dopo aver superato un gironcino eliminatorio, poi a eliminazione diretta Pro Vercelli e Spezia.

È appena finito il campionato con l’amaro in bocca di un terzo posto ad un solo punto dalla coppia Parma-Udinese e bisogna dimostrare qualcosa. Al Moccagatta arriva il Modena, settimo nel girone B. Il primo tempo scorre senza gol, ma a metà della ripresa Ezio Musa dribbla due avversari e conclude in rete. Pochi minuti dopo un’invenzione di Lorenzetti permette a Colombo di raddoppiare. Un tiraccio da fuori area di Corni a pochi minuti dal triplice fischio permetterà ai modenesi di sperare nel ritorno. Al Braglia di Modena è una gara epica. I canarini segnano in chiusura di primo tempo e raddoppiano su rigore al 60’. Poi si scatena l’Alessandria: prima Salvadori e poi Lorenzetti pareggiano il conto dei gol e potrebbe anche vincere la gara con un pizzico di fortuna al tiro. Ma non importa: si va a Roma a prendere la coppa nella battaglia contro l’Avellino.

Tre anni più tardi si potrebbe replicare. Il campionato è anonimo e la Coppa impreziosirebbe la stagione. Dopo il solito girone c’è la telenovela dei sedicesimi con il Vigevano: in Lombardia la partita viene due volte sospesa ed una volta rinviata per maltempo e al quarto tentativo i grigi vincono replicando anche al Moccagatta. Gli ottavi con la Pro Sesto ed i quarti con la Massese scorrono abbastanza lisci. La semifinale viene presentata in pompa magna dai giornali e praticamente ignorata in sede di cronaca. Il Lecco (quarto in campionato) vince 1-0 al Moccagatta e si difende senza affanni sul proprio terreno.

 

L’ultima semifinale è la conclusione di due mesi emozionanti cominciati al Barbera di Palermo e finiti all’Olimpico di Torino passando per Marassi e il Picco di La Spezia. Una ribalta internazionale per i Grigi e un esodo di proporzioni bibliche in quel di Torino per la gara di andata contro il Milan. I rossoneri sono … Grigi e la spuntano soltanto grazie ad un calcio di rigore di Balotelli. Ma in fondo non importava a nessuno, bastava esserci.

Oggi non basta più esserci, bisogna vincere per proseguire e mettere in bacheca un trofeo che manca da quarantacinque anni.

Sergio Giovanelli

La foto sotto il titolo ritrae Lorenzetti nel match contro il Modena.

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