Manuel Marras: “Io ho dato tutto quello che è stato possibile per l’Alessandria”

domenica, 20 Agosto 2017

Fresco acquisto del Trapani l’attaccante esterno Manuel Marras,  ha salutato l’Alessandria per raggiungere la Sicilia. Queste, come riportato dal sito ufficiale del club siciliano, le prime parole in granata del classe ’93:

“Mi aspetto di fare una stagione importante, un campionato di vertice in una società seria e che ha grandi ambizioni. Il Trapani è la società che più mi ha cercato e voluto e non ho esitato a dire si e a mettermi in gioco per questa nuova esperienza. Sarà una esperienza nuova anche giocare in una piazza del Sud: la gente è calorosa e vicina alla propria squadra. Sarà un’esperienza nuova e importante. Ho parlato con mister Calori, non lo conosco di persona, ma come allenatore. Sono sicuro che mi darà una grande mano a livello professionale. Io sono pronto a mettermi a disposizione dello staff e dei miei nuovi compagni”. 

Parlando poi di sè stesso: “Sono un esterno mancino, che può giocare sia a destra sia a sinistra. Velocità e tecnica le mie caratteristiche principali”.

C’era una volta… le favole (di solito) cominciano così. Quella che nel dicembre 2015 ha raccontato gianlucadimarzio.com  parlava di un ragazzo pronto a vivere in fondo quello che è un vero e proprio sogno. Classe?1993 “. Professione? “Attaccante”,  Nato a? “Genova”. Sogno nel cassetto?… Silenzio. Gliela avessero fatta quindici anni fa questa domanda la risposta sarebbe stata immediata, e una sola. “Scendere in campo al Ferraris, con la maglia Genoa”. Sogno realizzato (a metà), e così bello forse era impossibile anche solo immaginarlo. “Al triplice fischio di Banti ho faticato anch’io a credete a quello che era successo. Pensare di andare a Marassi, contro il Genoa, segnare e fare l’assist per il gol vittoria, meglio di così non poteva andare, neanche sognandola poteva venire così bella – parole ed emozioni di Manuel Marras, attaccante dell’Alessandria (tifoso genoano) e autentico protagonista di quell’impresa di Marassi destinata a rimanere per sempre nella storia grigia – Che serata, è stata un’emozione grandissima. La vigilia? Serena. Fidanzata e famiglia mi hanno tranquillizzato. Quando dopo la riunione tecnica però il pullman si è iniziato a muovere direzione stadio…”. Il cuore che si ferma per un attimo. “Poi è iniziato a battere a mille. Cominciata la partita non ho pensato più a niente”. Da professionista vero, nonostante di fronte ci fosse l’amore di una vita. Genoano? Genoanissimo – sorride Manuel – malattia” ereditata da mio padre, che forse é ancora più tifoso di me, andava a vedere le partite in curva nella vecchia Fossa del Grifone. Da ragazzino facevo il raccattapalle, l’anno della C me le sono praticamente viste tutte”.

Nel Genoa Manuel ha mosso anche i primi passi nel mondo del pallone. “La mia prima squadra è stata il Bayer Sassello a Savona, poi sono passato al Legino”. Dove tra i compagni di reparto c’era un certo Stephan El Shaarawy. Già allora si vedeva che aveva qualcosa in più di tutti, col passaggio al Genoa poi è esploso fisicamente e dai Giovanissimi Nazionali ha avuto un cambio di passo impressionante. In rossoblù è stato otto anni. “Sono arrivato che ne avevo sette e sono rimasto fino ai quindici con gli Allievi Nazionali”. Il primo derby? “Pensa che ho dovuto scegliere tra Genoa e Sampdoria, con i blucerchiati mi allenavo una volta a settimana prima di sbarcare a Pegli, poi è arrivata la chiamata rossoblù e non c’ho pensato due volte, mio papà ovviamente ha spinto in quella direzione ed io ho così potuto vestire i colori del cuore”. Anni di crescita dentro e fuori dal campo quelli all’ombra della Lanterna, con un finale che forse poteva anche essere diverso. “Quando sei piccolo, quando ancora non capisci bene e ti senti di aver dato tutto, è difficile accettare che abbiano deciso di non puntare più su di te. È andata così, però forse è stato anche un bene perché sono poi andato a Spezia dove da subito mi sono trovato molto bene”.

Spezia che Manuel ha ritrovato nel quarto turno di Tim Cup. “Un’altra serata di grandi emozioni”. Tra gli avversari “uno dei miei più grandi amici. Con Gennaro (Acampora, centrocampista delle Aquile, N.d.R) abbiamo vissuto due anni assieme, siamo davvero uniti. Mi ha chiamato per farmi i complimenti dopo la partita col Genoa, io gli ho risposto di vincere a Roma perché volevo giocare contro di lui. Mi ha accontentato. Sono felicissimo per lui, è un grande giocatore e sono sicuro che farà una grande carriera”. Quella di Manuel, di carriera, è stata anche caratterizzata dai ritorni. Dopo essere partito bambino da Savona, ne ha rivestito la maglia per giocarsi la scalata alla Serie B. “Quella a Savona (2013-’14) è stata una grandissima stagione, siamo andati ai play off uscendo con la Pro Vercelli, ma è stato ugualmente un campionato incredibile”.

Vera forza della squadra guidata allora da Ninni Corda “il gruppo”. Dove oltre a lui (genovese, ma di origini sarde) c’erano anche Virdis e Simone Aresti. “Che sento ancora oggi, Simone mi ha scritto alla fine della partita per farmi i complimenti, sia lui che Virdis sono due grandi giocatori”. Da est a ovest, dopo aver girato la Liguria Marras passa al Sudtirol. Una sola stagione per lui a Bolzano, il contratto che scade e poi “in estate arriva la chiamata dell’Alessandria, la chiamata giusta. Questa è una squadra con una grande storia, ha un progetto importante e punta ad andare in Serie B, non ho dovuto pensarci nemmeno un attimo. Poi ho trovato davvero un bel gruppo, tutti ragazzi fantastici. L’inizio difficile? In campionato non è stato come ci si aspettava, Scienza per me è un bravissimo allenatore e una grande persona, ha avuto poca fortuna e il calcio si sa è fatto anche di questo”. Qualcosa non gira, arriva Gregucci. “Che da subito ci ha dato una mentalità vincente, ha lavorato sulla testa unendo il gruppo, sin dall’inizio siamo riusciti a giocare bene e con l’aggressività giusta, e penso si sia visto sia a Genova che a Palermo. L’allenatore ci ha dato fiducia, ha creduto in noi, noi abbiamo fatto molto bene e gran parte del merito è suo”. Il resto è storia recentissima. Il cuore in gola sul pullman, gol e assist decisivi. L’applauso della “sua” Nord, e quello dei suoi tifosi che hanno invaso letteralmente il Ferraris.

Nello spogliatoio. “Il telefono? Bollente. Papà, fidanzata, ex compagni ed amici”. E… “Mi ha scritto anche Mimmo (Criscito, N.d.R. , la sorella di Manuel è fidanzata, ed ha avuto un bambino, col fratello della moglie del difensore dello Zenit ) dicendomi se proprio col Genoa dovevo segnare, lui  è ancora tifosissimo del Genoa e nonostante fosse contento per me, era dispiaciuto per la sconfitta della sua ex squadra”. In valigia, a lasciare il Ferraris assieme a lui “Le maglie di Ansaldi e Laxalt. Perché le loro? Cristian giocava con Mimmo allo Zenit, Laxalt ha il mio stesso numero, il 93″. Da un attaccante, ci aspettavamo portasse via quella di El Diez Perotti. “È il mio preferito, un giocatore fantastico, quando vuole ed accelera è inarrestabile, ma era davvero amareggiato e non gliel’ho chiesta”. Dall’idolo del momento, a quelli del passato. “Milito è troppo facile, lo è per tutti i genoani, dico Caccia e Carparelli.  La Serie B? Dopo averla fallita due volte consecutivamente con l’Alessandria , ora ci proverà con il Trapani.

Guardando il braccio di Manuel  non possiamo ignorarlo. “Il tatuaggio?  Niente è impossibile, se uno vuole nella vita può fare tutto. E cosa vuole fare Manuel Marras? “Io ho dato  tutto quello che è stato possibile per l’Alessandria, e tutto quello che è possibile per la mia vita da calciatore. Per riuscirci mi impegnerò al massimo come ho sempre fatto”. E come ha fatto sempre, dal Bayer Sassello all’Alessandria, passando per Genova, Savona e Spezia. Sognando un gol al Ferraris. Ora lo attende la Sicilia. Buona fortuna Manuel!

Mario Bocchio

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