Un campionato che cambia nome, cambia formula, ma non cambia mai le illogicità

mercoledì, 09 Agosto 2017

Una sola squadra ripescata. La Triestina. Il prossimo campionato, come sempre suddiviso in tre gironi, regalerà la novità di 56 squadre al via con la stranezza di 20 raggruppate nel girone A e di 18 e 18 nei raggruppamenti B e C. Ad una prima analisi possiamo complimentarci per aver evitato il ripescaggio di società non meritevoli giusto per completare l’organico. Si è deciso di stringere i cordoni. Parteciperanno solo le società in regola che garantiscono tutti gli aspetti economico –finanziari punto di partenza per creare e poi consolidare un campionato di serie C più solido.

Cosa succederà nei prossimi anni lo vedremo anche e proprio alla luce delle decisioni recenti. Soffermiamoci ad oggi. Perchè un girone da venti squadre e due da diciotto con squilibri evidenti di calendario e di promosse e retrocesse? Apparentemente si è voluto rimanere legati allo scorso anno come se fosse stato un obbligo. Come se non si avesse avuto la voglia e la pazienza di piccoli correttivi. Spostare Albinoleffe e Feralpi nel girone A avrebbe significato mantenere raggruppate le squadre della Lombardia. Così come inserendo Piacenza e Pro Piacenza al loro posto nel girone B avrebbe consentito di tenere assieme tutte le società emiliane. Inoltre ultima annotazione: perché tenere divise le due laziali Viterbese Castrense e Racing Fondi quando spostando la prima nel girone C si sarebbe equilibrato meglio le partecipanti? Tre gironi di cui due A e C da diciannove squadre e uno il B da diciotto .Il vantaggio? Formulare una regola più equilibrata di promosse e retrocesse dirette o dopo i play off ed i play out. Il girone A infatti così come è stato deciso dalla Lega sarà penalizzato percentualmente nel numero delle formazioni promosse o ammesse al prolungamento ed avvantaggiato nella scrematura delle squadre in fondo alla classifica. Sono le stranezze di un campionato che cambia nome, cambia formula, ma non cambia mai le illogicità.

Marcello Marcellini

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