La svolta: Bergamini non si suicidò ma venne assassinato!

domenica, 23 Luglio 2017

Anno 2017, viene riesumata, al cimitero di Boccaleone di Argenta (Ferrara) la salma di Donato “Denis” Bergamini, il giocatore del Cosenza la cui morte, avvenuta il 19 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico (Cosenza), venne attribuita a un suicidio. «Quello che è stato fatto oggi doveva essere stato fatto tanti anni fa», ha dichiarato Donata Bergamini, la sorella di Denis che, da anni, si batte per chiedere la riapertura del caso. La salma è stata trasportata all’ospedale di Ferrara dove è stata sottoposta agli esami autoptici. La decisione della riesumazione è stata presa dal Gip del Tribunale di CastrovillariTeresa Riggio, che nel corso dell’incidente probatorio svoltosi nelle scorse settimane, ha accolto la richiesta della procura che ha riaperto l’inchiesta sulla morte di Bergamini, archiviata, a suo tempo, come suicidio.

Il corpo del calciatore del Cosenza e i tanti dubbi

La procura mette in dubbio che la morte di Denis, travolto da un camion in transito lungo la statale 106 Jonica, sia stato un suicidio come finora si è ritenuto, ma ipotizza che «si tratti di un omicidio». Nella nuova inchiesta sulla morte di Bergamini sono indagati l’allora fidanzata del giocatore, Isabella Internò, e l’autista del camion che investì il calciatore, Raffaele Pisano. Donato “Denis ”Bergamini , quel 18 novembre 1989 fu “suicidato”. Cioè ammazzato.

L’ex calciatore e investigatore Carlo Petrini, scomparso di recente, intuì che il ragazzo 27enne era già morto, quando un autocarro Fiat Iveco in transito gli passò sopra due volte, avanti e in retromarciaLa fidanzata del calciatore e il camionista che investì Bergamini sono stati indagati per omicidio premeditato.

Bergamini e la fidanzata

La versione ufficiale parlò di un Bergamini che, scattando dalla piazzola di sosta, si buttò sotto un camion dopo aver gridato «Ti lascio il mio cuore» alla fidanzata Isabella Internò, unica presenza certa al momento del decesso con l’allora 51enne Raffaele Pisano, autista del mezzo pesante. Bergamini avrebbe chiesto a Isabella di accompagnarlo in Brasile o alle Hawaii: di abbandonare con lui l’Italia, perché stanco di quel mondo. La Internò si rifiutò, da qui il «gettarsi a pesce» sotto il camion. Se Petrini intuì la dinamica, sbagliò però il movente. Non un omicidio legato al calcioscommesse o al traffico di droga, ma un delitto passionale o d’onore. Una banale morte privata, a questo sembra essere giunta la procura di Castrovillari, che ha iscritto nel registro degli indagati le due persone.

Bergamini nel Cosenza

l caso, pieno di incongruenze, morti sospette (due magazzinieri-factotum del Cosenza che dicevano di sapere tutto: scomparsi il 3 giugno 1990 in un incidente stradale sulla stessa statale 106) ed errori marchiani, è stato riaperto grazie alla tenacia della famiglia Bergamini e all’avvocato Eugenio Gallerani. Numerosi i punti oscuri: il comportamento della Internò, che prima di chiamare i soccorsi telefonò a Gigi Simoni (tecnico del Cosenza) e Francesco Cora. Bergamini era già morto quando fu investito per inscenare il finto suicidio.

Mario Bocchio

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