Ma davvero i soldi di Di Masi sono garanzia di vittoria?

lunedì, 01 Maggio 2017

Il corsivo di Mario Bocchio

Di-Masi

 

Promesse. Il calcio di Luca Di Masi per adesso è un grande castello di promesse, proiezioni, futurismi, sogni, immaginazioni. Praticamente non abbiamo più alcuna certezza della promozione diretta dell’Alessandria in serie B, e nello stesso tempo non sappiamo ancora veramente quali siano le reali capacità dello stesso Di Masi. Ci sono seri dubbi sulle sue reali capacità di fare calcio – o meglio la giusta esperienza – in un club così importante, per cui anche solo chiedere che Alessandria sarà, chi la allenerà, chi vi giocherà e quali obbiettivi dichiarerà nuovamente è un esercizio puramente virtuale.

L’Alessandria parte sempre con un certo vantaggio, che è una capacità di spesa sicuramente superiore. Ma finora non ha dato grandi prove di gestione: sul mercato ha speso tanto e male, ha sin qui esonerato ben cinque allenatori, non esiste una dirigenza in grado di affiancare l’allenatore e di tenere sulla corda la squadra. L’impressione è oggettivamente quella di chi ha le tasche piene di soldi e non vede l’ora di spenderli come capita.

La concorrenza nel calcio è sempre altissima: i Grigi nella ricca e virtuale versione dimasiana, se vorranno tornare alla luce del sole dovranno prima di tutto diventare una vera società. I soldi nel calcio contano tantissimo, inutile farsi illusioni, chi è povero, o almeno troppo povero, è quasi sempre destinato a perdere. Però ai soldi che sono indispensabili e ci devono essere va unita la capacità, la strategia, la storia e l’esperienza. Anche perché i ricchi – e quelli veri – nel calcio cominciano a essere parecchi e dunque il rischio di cadere giù dalla propria montagna di milioni è sempre più alto. E così come si arriva a spenderne tanti, altrettanto presto ci si stufa di buttarne via al vento.

La vignetta è di Carlo Dossola.

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