Il mito lontano di Giuseppe Ticozzelli

venerdì, 15 Ottobre 2021

2Alessandria anni 20L’Alessandria dei primissimi anni ’20, Ticozzelli secondo da destra.

 

 

Giuseppe Ticozzelli, un omone di 1 metro e 87, sospinto da un peso imponente di 95 chilogrammi.
La sua prestanza fisica gli permise di svolgere molti sport ad ottimi livelli, soprattutto il calcio e il ciclismo, discipline in cui ottenne risultati strabilianti.
Il 18 gennaio 1920 fu infatti selezionato dalla Nazionale italiana di calcio, per una partita amichevole contro la Francia a Milano al Velodromo Sempione. Sei anni dopo, partecipò da indipendente, addirittura al Giro d’Italia di ciclismo, che adorava a tal punto, che il giorno della famosa convocazione in Nazionale, in cui esordì a Milano, “Tico” ci arrivò proprio con la sua bicicletta.

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icozzelli e Carcano tra i protagonisti della spettacolare partita Italia-Francia 9-4, disputatasi al Velodromo Sempione di Milano.

 

Facciamo qualche passo indietro, e torniamo in quel lontano 1912, quando Giuseppe Ticozzelli, contribuì in qualità di fondatore, dirigente e giocatore, alla costituzione del nuovo club calcistico di Alessandria, il Foot Ball Club Alessandria: la leggenda narra che le firme apposte sul primo documento furono anche quelle di Enrico Badò, Amilcare Savojardo e Alfredo Ratti, che fu nominato primo “direttore”.
La prima casacca utilizzata dal nuovo club fu una bellissima maglia azzurra con un fascione verticale bianco, proprio al centro della divisa, donata dalla Vigor Torino. Nel 1913 però, la maglia dell’Alessandria trovò la sua magia in una leggenda che vide protagonista di nuovo Ticozzelli.
Quando in quell’anno i dirigenti del club decisero di iscrivere la squadra al campionato di Promozione, ci fu la creazione della nuova divisa. Ticozzelli propose di giocare con una maglia particolare, almeno nel colore, in onore della squadra ciclistica della Maino. Il costruttore infatti, era anche proprietario della squadra ciclistica che comprendeva campioni del calibro di Costante Girardengo e Beaugendre, che correvano con una semplice maglia grigia e con i classici pantaloncini neri.

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La grande passione d’infanzia di Ticozzelli: squadra ciclistica della Maino.

 

Da qui il colpo di fulmine di “Tico”, innamorato della sua splendida bici Maino, che considerava come una di famiglia. Ecco come nacque la leggenda dei Grigi di Alessandria, che furono capaci di sfornare giocatori riconosciuti in tutto il mondo, come i campioni del mondo del 1934 Luigi Bertolini e “Giuanin” Ferrari. Senza dimenticare, tempo dopo, il grande campione del Milan, che ottenne addirittura un Pallone d’Oro nel 1969: Gianni Rivera.
La celebre foto che ritrae l’Italia in occasione della netta contro la Francia 9-4 a Milano vede Ticozzelli con in calzoncini neri poiché aveva previsto che quelli bianchi non avrebbe potuto indossarli in quanto il suo giro coscia era di 84 cm. Dopo l’Alessandria passò alla Spal per tre stagioni e l’ultimo anno oltre a giocare funse anche da allenatore. Quindi nel Casale per rimanere vicino a suo padre ammalato.

Ticozzelli 2Ticozzelli, Fillide e Milano II.

 

Nel Giro d’Italia del 1926 fece quattro tappe poi fu investito da una moto e non proseguì la corsa, ma fece l’impresa nella tappa per Genova, quando distaccò tutto il gruppo con un vantaggio di oltre un’ora, ma quando si avvicinò alla prime rampe del passo del Bracco correndo da indipendente e non avendo rifornimenti, si fermò in un ristorante, mise il tavolo a bordo strada, mangiò e quando arrivò il gruppo salutò tutti e riprese la corsa.

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Ticozzelli con una mascotte nel mitico campo degli Orti.

 

 

Uno che di ciclismo se ne intendeva certamente, il massaggiatore cieco di Coppi Biagio Capanna, una volta gli disse: “Ehhh… ‘Tico’ in pianura non ti stava dietro neanche Girardengo. Sulla rivista “Hurrà Juventus” del febbraio 1966 Alberto Fasano scrisse: “Desidero qui ricordare i nomi di alcuni giocatori che, a parte le personali ed indiscutibili doti di gioco e intelligenza, divennero famosi per la straordinaria potenza del loro tiro e riporto l’episodio dove “Tico” segnò un gol con un calcio di rinvio da terzino nel Casale.
Ciclisticamente divenne particolarmente famoso anche per il suo abbigliamento: spesso raggiungeva la partenza all’ultimo momento, in taxi, vestendo la maglia nera con stella bianca del Casale. La sua figura ispirò gli organizzatori del Giro d’Italia, per istituire la maglia nera, assegnata dal 1946 al 1951 all’ultimo in classifica generale.
Ufficiale d’artiglieria in Africa Orientale, verso la quale partì volontario già nel 1935, Ticozzelli perse la vista in un’azione di guerra; a conflitto finito continuò tuttavia ad assistere alle partite, accompagnato dai parenti dai quali si faceva raccontare le fasi di gioco.

Mario Bocchio

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