Che Como, che cuore. E che partita. Sei punti in due trasferte toscane, più tre contro la capolista: il quinto posto del Como è strameritato e peccato per qualche passaggio a vuoto nel girone di andata, comunque previsto in una situazione come questa, in esercizio provvisorio.
Alessandria ko, stesa dopo un primo tempo che Gallo ha definito perfetto, “da far vedere”. In cui è mancato, per la perfezione assoluta, solo il terzo gol. Quello che avrebbe steso subito un’Alessandria muscolare, pure troppo verrebbe da dire.
Certamente migliore per qualità dei singoli e stazza, ma stracciata dai guizzi di Cristiani e Di Quinzio, dalla caparbietà di Chinellato, dalla regìa intelligente di Fietta e dalla solidità dell’ex Fissore.
Bravo il Como a frullare il tutto e rendere l’insieme fluido ed efficace. Come nella fase migliore, a inizio partita, quando colleziona angoli, minuti nell’area grigia e gol sfiorati, uno in particolare con un’incornata di Cristiani fuori.
Sì, ma il gol? Arriva al 21′ ed è soprattutto un gentile omaggio della difesa alessandrina: palla filtrante di Fietta, Vannucchi esce al limite e non s’intende con Gozzi. Il pallone sfila e Chinellato è lì, pronto a depositarlo in rete.
Una gioia incredibile, anche in campo. Che non si esaurisce perché al 27′ arriva il raddoppio in contropiede – da manuale – degli azzurri. Come contro il Venezia, azione molto simile. Pessina al limite dell’area del Como passa a Di Quinzio che parte come un treno. Quaranta o forse più metri palla al piede, palla in area a Cristiani che aggancia e batte Vannucchi con un diagonale rasoterra. L’apoteosi.
Per non parlare dell’altrettanto bello, ma meno efficace, finale di tempo. C’è un’altra chance in ripartenza: Chinellato fa tutto bene, ma pecca d’egoismo non servendo uno dei due compagni al suo fianco, ma preferendo il tiro dan venti metri.
Tutto bene, anche dietro. Zanotti di fatto non corre rischi, Fissore è il più coinvolto ma regge bene. Intanto Braglia s’è già giocato due cambi, per tornare al suo classico 4-4-2 con Iocolano.
Un disastro, invece, l’inizio di ripresa del Como. Dopo 30″ accorcia Bocalon, servito da Iocolano. Si preannuncia una ripresa di sofferenza. Cosa che diventa pura realtà al 5′ quando Briganti placa Bocalon al limite: rosso per il difensore e Como in dieci.
L’assalto a quel punto era già cominciato. Un assalto sconclusionato, però. Con tanti tiri da fuori e affidato all’estro di Iocolano: talentuoso, giocoliere, bravo di tacco, fantastico a vedersi ma spesso e volentieri fine a se stesso.
Zanotti è sempre pronto, anche su un tocco da due metri di… Nossa, che rischia l’autorete.
Il Como è provato, dall’inferiorità numerica e dai 120 minuti di mercoledì. Ma è lì, pronto anche a ripartire in contropiede, ma senza riuscire ad affondare il colpo. Operazione non inutile: almeno il pallone sta a 80 metri da Zanotti.
Ottima la gestione del finale, bene tutti i cambi – Cavalli, Damian, Bertani -, bene anche il possesso palla e la quantità di falli presi. La zampata ospite può ancora arrivare: Iocolano in area appoggia tra le braccia di Zanotti, Marras liberissimo calcia in curva.
Alla fine, il Como è addirittura in attacco. No, davvero, meglio di così, proprio non si poteva fare.



