Il primo inno dei Grigi

martedì, 14 Settembre 2021

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Giovedì 12 gennaio 1928 “Lo Sport”, riportava questa notiziola: “siamo lieti di comunicare alla numerosa falange grigia che il Tenente Colonnello Socrate Davini ha scritto per i grigi un inno che pubblicheremo il prossimo numero. Detto inno che è musicato da un valente maestro il quale per ora desidera mantenere l’incognito, sarà d’ora innanzi la canzone ufficiale dei giocatori e dei supporters poiché oltre alle parole è musicato con arte su di un motivo facile e melodioso. Annunciamo inoltre che Lo Sport farà eseguire detto inno in uno dei cinematografi cittadini con le parole proiettate sullo schermo, sicchè riuscirà facile al pubblico seguire il ritmo dell’orchestra e impararlo”.

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Giovanili dell’Alessandria, stagione 1928-’29.

La storia dei grigi riserva sempre delle sorprese. Abbiamo sempre pensato che il primo inno fosse quello di Dino Gabey (musica) ed Enrico Reposi (parole), datato 1947, invece la cronaca, per una volta tanto non avara, ci informa che il big bang coral-musicale risale addirittura vent’anni più vecchio.

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Riserve stagione 1928-’29.

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Caricatura di Carlin del 1928. Sono rappresentate le classifiche dei due gironi di Divisione Nazionale.

Purtroppo non è più possibile reperire il motivo, anche per l’anonimità del compositore che persistette, ma almeno il testo possiamo riportarlo alla luce. Sono versi piuttosto banali, quasi poesiola da “Corriere dei Piccoli”, ma il loro fascino d’antan, ci rende l’dea di antiche atmosfere. La lunga linea grigia dei tifosi che volevano far sentire la loro voce e far percepire il loro attaccamento alla squadra ha avuto radici davvero lontane.

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Juventus-Alessandria del 1926-’27.

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Forza Grigi – Forza Gri-gi!…
Udisti, Gigi (?!)
pei cieli bigi
salir la voce?
Un goal…due punti
unti e bisunti…
gioia feroce!|
Il grigio Orsone
porta in groppone
sano di botte,
e chi s’inciampa
contro la zampa
le ha crude e cotte!
Evviva l’orso
che porta in dorso
squadre campioni
che picchia e azzanna
stritola e scanna
tori e zebroni.
Il Borsalino
sul cocuzzino
sta dritto e bello,
e sulla mano
anche il…Cinzano
gli sta a pennello.
Corra la voce per l’orbe intero:
Viva la nespola, dell’uno a zero;
e se la rosea ci fa stizzire
lasciamo dire,
lasciamo stare,
badiamo a fare!

Ugo Boccassi

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