Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1929/1930
Serie A
06-10-1929 - Giornata: 1 - Alessandria - Stadio del Littorio


Alessandria US - Roma AS 3 - 1 (3 - 1)
RETI: 30. Alessio P.[A], 53. Avalle E.[A], 75. Ferrari G.[A] 39. Volk R. [Ro]

Alessandria US Rapetti Giuseppe, Costa Felice, Gallino Luigi, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Alessio Pietro, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
ROMA AS: Ballanti; Ferraris (IV) Attilio, Mattei (I) Attilio; Degni, Bernardini, D’Aquino; Benatti, Dalle Vedove, Volk, Eusebio, Chini Ludueña. All.: Baccani Guido

Arbitro: Rovida Felice (Milano)
Note
Giornata piovosa, terreno viscido. Inizio gara ore 15:00. Prima partita ufficiale giocata nel nuovo stadio alessandrino

Commento
La squadra alessandrina, incerta nelle partite d’allenamento, è balzata di colpo al ruolo di compagine di classe allorché s’è trovata di fronte ad un’avversaria di grido. Sul nuovo campo della Vittoria, la vittoria è toccata al più forte. I vinti, che si sono comportati con la loro ferrea tenacia, hanno riconosciuto per primi la solidità e l’affiatamento della squadra alessandrina. La Roma è mancata all’attacco e nell’estremo difensore; lo stesso Bernardini non ha fatto grandi cose. Sovente ardito e impetuoso, ha spezzato le azioni più che coordinarle ed è apparso ancora lontano dalla sua forma migliore. I grigi brillarono di testa e giocarono essenzialmente sulla palla. Brillò la linea di sostegno con Avalle al centro. Tra i forwards, l’uomo di punta apparve Ferrari, mentre il giovine Alessio s’è meritato i galloni. Il tempo è stato inclemente. Basti dire che la pioggia ha continuato per tutto il tempo ad imperversare sul campo, rendendo il terreno cosparso di pozzanghere che tradivano il regolare balzo della palla. Arbitro impeccabile e severo l’ing. Rovida, che ha saputo frenare il gioco pesante con raziocinio ed autorità. Il gioco si inizia veloce e staziona a metà campo. Al 7’ la Roma è in corner e si libera a stento. All’11’ la palla, lavorata da Marchina e Alessio, finisce sulla sinistra dove Chierico è libero a pochi metri dalla rete. Delusione, poiché Chierico scivola e perde il tempo utile per calciare. Mischia otto la rete di Ballanti e colpo di testa di Alessio: la palla va alta. Poco dopo, su fallo di punizione di Gallino, Bernardini obbliga Rapetti alla parata. Buona discesa dei romani e tiro potente di Eusebio, sventato dal portiere alessandrino. Al 30’ i grigi ottengono il primo goal. Alessio conclude un attacco sulla destra calciando basso: la palla sguscia in tuffo, il palo devia in rete. Un minuto dopo, Marchina invia in porta, ma il palo respinge. La palla è ripresa dai grigi ed aspramente contesa, ma la rete romana rimane salva. Un attimo di tregua e gli ospiti filano veloci tra i ranghi dei grigi. Rapetti esce dalla rete e fallisce la presa, dando modo a Volk, in corsa, di ottenere il pareggio. La ripresa sancisce la netta superiorità alessandrina. All’8, Avalle, su calcio di punizione, infila la rete a mezza altezza nonostante il tentativo di Ballanti. Al nuovo smacco, i romani si riprendono e dominano con serrati attacchi fino al 20’. L’Alessandria si difende a denti stretti. Gallino e Costa si prodigano, mentre le azioni si arruffano. Ed è Volk che passa d’astuzia quattro avversari. Non può concludere per intervento di Avalle. Al 30’ i grigi, passata la raffica degli avversari, segnano il miglior goal della giornata. Dalla sinistra, Bertolini passa a Ferrari che non esita e con un tiro di rara potenza segna da 28 metri a fil di palo. («La Gazzetta dello Sport», 7 ottobre 1929) Una pioggia a volte lieve, a volte fortissima ha accompagnato gli atleti nella prima, dura fatica del Campionato. Fortuna che il terreno del nuovo campo sportivo, opportunamente preparato, sopportò il diluvio e pertanto uno svolgimento regolare dell’incontro. Se il primo tempo dimostrò, in fondo, una parità di valori, doveva essere la ripresa a dare una marcata superiorità alla squadra locale la quale, snodando una trama di attacchi veramente piacevole, non durava fatica a conquistare la vittoria in modo netto e autoritario. E la vittoria premiava giustamente gli atleti migliori, quelli cioè che seppero adattare il gioco alle necessità del momento e condussero con ritmo costante chiare azioni offensive che manovravano con accortezza, decisione e intuizione. Francamente, dalla squadra romana ci attendevamo di più. Questo sia detto senza sminuire il valore della vittoria alessandrina, che rimane pur sempre altissimo, ma perché non riscontrammo nei temi di attacco romani quella forza di penetrazione e di accordo che furono i pregi del quintetto attaccante della scorsa stagione. Senza il piccolo infortunio di gioco di Gallino, che cadendo permetteva al pallone di entrare indisturbato in rete quando il portiere alessandrino era fuori porta, il Roma non sarebbe pervenuto a segnare, appunto per la poca efficacia della sua offensiva. La mancanza di Barzan, poi, ha fatto retrocedere Ferraris al posto di terzino. Ma questo non influì sull’andamento tecnico del match perché i goals segnati dai grigi erano tutti imparabili. La mediana, imperniata su Bernardini, si prodigò generosamente, ma non seppe arginare le indiavolate azioni degli avanti grigi, che la sorpassarono con relativa facilità, portandosi sempre a contatto delle estreme difese, che per due volte consecutive ebbero l’aiuto dei pali della porta. In campo grigio, si distinsero su tutti Avalle, centromediano di classe, e Ferrari, calmo e insidioso attaccante. I due «americani», in perfetta forma, si elevarono di un palmo sui compagni e sugli avversari. Per la cronaca, diremo che il primo goal venne segnato a mezzo tempo da Alessio per l’Alessandria e pareggiato dai romani in seguito all’incidente accennato. Nella ripresa, all’8’, Avalle, con un tiro in seguito a calcio di punizione, saettava in rete. Poi, al 25’, Ferrari, da venti metri, sulla sinistra, mandava in rete un bolide imparabile. (Augusto Rangone, «Gazzetta del Popolo», 7 ottobre 1929) Il tempo ha congiurato contro la tanto attesa manifestazione odierna: una bufera di vento e di pioggia si è scatenata sabato notte ed ha continuato per tutto il corso della partita, mettendo a dura prova l’abilità e la resistenza dei contendenti diguazzanti in laghetti d’acqua che ne inceppavano le azioni. Anche il pubblico, per quanto numeroso, ha risentito delle condizioni climatiche e non tutti gli appassionati, specialmente dalla provincia, sono convenuti sul magnifico stadio di Spalto Rovereto, non ancora ultimato, imponente tuttavia nella sua mole maestosa. Largo il concorso delle autorità e notabilità, da S.E. il Prefetto al Preside della Provincia e Segretario Federale console cav. Natale Cerruti, al Podestà, Gr. Uff. Vaccari, al Questore comm. Gueli, all’on. Rocca, vicepresidente dell’Alessandria U.S., e molti altri. Battesimo più bello non poteva avere il nuovo campo di giuoco: la venuta dell’A.S. Roma, tanto temuta e desiderata, ha dato luogo ad una gara movimentatissima, decisa, ricca di grandi risorse malgrado la precarietà delle condizioni di tempo e la palese emozione di alcuni giocatori grigi chiamati per la prima volta ad una gara così difficile e piena di responsabilità. Ben presto però, superate le prime difficoltà iniziali per l’impostazione del giuoco, si è vista la squadra alessandrina marciare con assieme ed energia, con tatto e sagace intuito, alla conquista della rocca avversaria. Il merito principale della bella vittoria alessandrina va alla linea mediana guidata, con imperio e continuità, da Avalle, sorretto validamente da Bertolini e Lauro. Questo schieramento di uomini in gran forma è stato il perno sul quale si sono impostati l’attacco e la difesa. Incertezze e debolezze ve ne sono state e non poche nel corso della contesa partita, ma sono comprensibili e l’una e le altre per la difficoltà del terreno e per l’affiatamento non ancora raggiunto in pieno, specialmente tra gli attaccanti. Rapetti si è lasciato segnare un goal forse evitabile, ma si è comportato bene in altre contingenze. Gallino e Costa non hanno deluso la fiducia in loro riposta e l’attacco ha visto Ferrari in ottime condizioni; Cattaneo è stato molto intraprendente come al solito e Marchina sempre attivo e presente nel vivo della lotta. Chierico si è dimostrato buon collaboratore dei compagni, ma non sempre preciso e deciso nel suo spunto finale. La grande attesa era per Alessio, il nuovo centroattacco, chiamato a sostituire Banchero. Egli ci è parso ancora acerbo, ma ha giuocato tuttavia con impegno e costanza, ha profuso le sue energie migliori in tante circostanze che lo hanno distinto tra i compagni e gli avversari. Egli ha segnato un goal – il primo della serie – con un tiro secco e violento che ha scatenato uno scroscio di applausi. La squadra romana, scesa tra di noi con la convinzione quasi certa di una significante vittoria, è stata invece per tre quarti dell’incontro alle mercé dei concittadini e, quando ha lottato strenuamente per risalire lo svantaggio già segnato, è mancata in pieno nel sistema offensivo. L’incontro, malgrado l’animosità, acuita dall’ultima disgraziata disputa del marzo scorso sul campo degli Orti, è stata contenuta nei limiti della cavalleresca cortesia sportiva: giuoco duro, sostenuto, ma non rude come in altre contingenze per merito anche dell’arbitro, l’ing. Rovida di Milano, che ha diretto con la nota competenza ed autorità, frenando i più irruenti, punendo gli incomposti, richiamando tutti a dovere quando, da qualche accenno di giuoco troppo pronunciato, emergevano nelle dispute più accese. Poco dopo le 15, l’arbitro fischia l’inizio: la folla degli spettatori, disseminati lungo le ampie e comode tribune e sulle gradinate mentre la pioggia scroscia con rinnovata violenza, dimentica tosto l’inclemenza del tempo ed è subito presa dall’incalzare delle azioni che vengono di sovente spezzettate per l’irruenza del giuoco e per le pozzanghere che fermano o deviano il corso del pallone. Una buona occasione manca al 5’ a Cattaneo e Marchina, che si ingarbugliano tra loro permettendo alla estrema difesa giallorossa di liberare in tempo. Due minuti dopo, corner contro la Roma; all’11’ Chierico che, tutto solo, a pochi passi dalla rete, sta per sferrare il tiro, ha un attimo di indugio, poi scivola a terra e, quando riprende il tiro, Ballanti piomba con tuffo sulla palla e la rimanda a metà campo. La pressione dei nostri dura fino oltre il 20’, senza risultato; i romani hanno ora un vigoroso risveglio; Rapetti è impegnato per tre volte, successivamente, su tiri forti e ben diretti di Bernardini, Volk e Benatti, sventati in tempo dal guardiano grigio. La breve offensiva è presto superava da un ritorno energico dei concittadini: al 31’ Cattaneo fugge fin quasi sul limite del corner centrando al volo; Alessio, rapido come uno scoiattolo, s’impossessa della palla, si libera destramente di Ferraris e sferra il tiro raso terra; il pallone colpisce il palo interno e sguscia in rete nonostante il disperato tentativo di Ballanti. Ecco ora accentuarsi la minaccia sotto la rete romana: Alessio e Ferraris sono di nuovo alle prese con gli estremi difensori giallorossi e i loro tiri tengono gli animi sospesi per la velocità e decisione con cui sono effettuati. Ed eccoci al pareggio: una fuga incontrastata di Volk dà modo a questi di effettuare un forte tiro rasoterra; Rapetti esce di porta e tenta bloccare a metà strada il pallone che gli sfugge e si insacca nella rete incustodita. Il primo tempo termina con altro vigoroso attacco di Ferrari e Cattaneo e con un secondo corner contro i romani che per un soffio non permette la [riga mancante]. Nella ripresa, però, i grigi trovano sorte migliore: un primo assaggio di Alessio è sfiorato dal palo, mentre al 7’ registriamo il secondo goal che lascia in asso tutta la difesa romana. A pochi metri dall’area di rigore giallorossa viene concesso un calcio di punizione all’Alessandria: tiro perfetto di Avalle che supera tutta la barriera avversaria e manda il pallone nell’angolo sinistro della rete di Ballante. Le sorti della partita precipitano: Ferrari, al 26’, con un tiro spettacoloso batte, col più bel punto della giornata e per la terza volta, la rete di Ballanti. Il pubblico applaude a lungo la fine della partita e la vittoria alessandrina. («Il Paese sportivo», 7 ottobre 1929) Sotto una bufera di vento e di pioggia, si sono trovate di fronte l’Alessandria e la Roma e la prima ha chiuso con una bella vittoria. Nell’Alessandria è emersa soprattutto la linea di sostegno, che ha svolto un giuoco redditizio e giudizioso, alimentando costantemente l’attacco e la difesa. I romani hanno dato l’impressione di essere ancora molto a corto di allenamento e tra linea e linea non è apparsa quella coesione che era lecito attendersi. All’inizio, subito, gli alessandrini si impossessano del pallone e svolgono azioni offensive. Al 7’, i romani sono in corner. Poi altri tiri si succedono rapidamente, ma non conducono ad alcun risultato. Al 25’, l’Alessandria ottiene il primo punto per merito di Alessio. Cinque minuti dopo, i romani riescono a pareggiare mercé un’azione di Volk. Nella ripresa il giuoco è nettamente a favore degli alessandrini e, al 7’, Avalle, su calcio di punizione, porta a due i goals per la sua squadra. I romani compiono qualche puntata offensiva, ma sono completamente respinti, cosicché gli alessandrini, al 26’, per merito di Ferrari, possono ottenere il terzo e ultimo goal. («La Stampa», 7 ottobre 1929) La Roma, scesa in campo priva di Barzan, De Micheli e Fasanelli, pur battendosi con ferrea tenacia, ha dovuto inchinarsi dinanzi ai valorosi alessandrini. La partita, equilibrata nel primo tempo, ha veduto nella ripresa la superiorità dei grigi e la vittoria è venuta a premiare i più meritevoli. La Roma è mancata completamente all’attacco e nell’estrema di difesa. Anche Bernardini non è certo nella migliore forma. Ballanti si è difeso da par suo. Degli atleti in maglia grigia, i migliori Avalle e Ferrari. Arbitro impeccabile l’ing. Rovida. Il primo tempo termina alla pari, avendo segnato Alessio per l’Alessandria e Volk per i giallorossi. Nella ripresa, Avalle e Bertolini aumentano il punteggio per la loro squadra. («L’Impero», 8 ottobre 1929) E il gran giorno venne: la prima di campionato; campo nuovo; la Roma; il furore di Giove Pluvio; la grande, la splendida vittoria. Totale: tifo enorme. Troppa grazia… San Baudolino! Ecco, dell’acqua, per esempio, se ne poteva fare a meno. Il nuovo campo però è stato battezzato e come! Quindi niente cerimonie ufficiali al 28 ottobre. Si evita così un diluvio sicuro. La Roma è stata battuta. Bene, perbacco! «La miglior vendetta… è la vittoria», questo è stato il motto dei grigi. E a Carcano (oh, sì, se la merita), concediamo via libera sulla sua «509». Dovete sapere che Alessio era il tema dei discorsi di questi giorni. Metterlo di sana piana, così, senza che nessuno se lo aspettasse, a comandare una linea di forwards quale è quella dei grigi, c’è voluto del coraggio. Invece, Alessio giocò veramente bene e con un fiato tale da sbalordire. È un po’ leggero, però, e Bernardini fece su di lui le prove del brevetto atletico per il sollevamento pesi. Intanto, non ce l’aspettavamo davvero quel goal, il primo, più di astuzia che di potenza, ma di una fattura impeccabile. È inutile: le vecchie massime dicono sempre il giusto: «nelle botti piccoline, ecc…». E il pubblico, che non è avaro, ha ricompensato Alessio con applausi infiniti, per la sua bravura e la sua modestia. I grigi hanno giocato bene. Bisogna convenirne tutti. La seconda linea, poi, è stata fenomenale per la sua solidità. Gandini, in tribuna, ha dovuto ammettere che Avalle era onnipresente e si dimenava tutto seguendone le azioni. Avalle ha saputo rompere inesorabilmente tutte le trame degli avversari e ha sempre tenuto il controllo della partita. Ti ha persino segnato un goal su d’un potentissimo calcio di punizione. Ferrari fu l’artefice del più potente e magnifico goal della giornata. Di quei goals che sembrano finti e sono veri. Che si vedono e non si vedono più, come il lampo. Un goal d’importazione, insomma. Importazione sudamericana. Abbiamo visto Ferrari giocare con tanta sicurezza e senso di posizione che ragionandovi su, dopo il teatro, ne abbiamo dedotto che: Ferrari, finalmente, si è convinto che sa giocare bene e non ha più nessuno in prima linea che gli metta soggezione. Quindi: «il padrone sono me!». E come lo è! Il tocco della palla, l’abilità di scansare l’avversario ci ha fatti restare a bocca aperta. E se Chierico e Cattaneo avessero segnato almeno con qualcuna di quelle innumerevoli e facilissime occasioni loro occorse, dove andava a finire la Roma? La quale Roma è rimasta sorpresa come la vispa Teresa, perché riteneva di aver a che fare con degli orsacchiotti da latte. Trovò invece unghie per la sua pelle. Cattaneo, non sappiamo il perché, aveva un’antipatia speciale per le reni di D’Aquino, il quale a tratti si atteggiava come una réclame dell’Urodonal. Si possono consigliare a… D’Aquino i fanghi di Acqui. Il campo a… laghetti venne usufruito da Lauro per schizzi inaspettati sul viso degli avversari: approfittando della momentanea cecità Lauro se ne fuggiva con la palla. Strategia degna di corona… Tentò anche Volk di sfruttare una modesta pozza nell’area di rigore grigia, quando vi piombò dentro con le parti posteriori in seguito ad una…. Speronata del vecchio Gallino. Forse, restando a bagno, sperava che l’arbitro concedesse un calcio di rigore ma, visto che non attaccava, pensò bene di risparmiarsi un raffreddore. Bertolini utilizzò le pozze per liberare, di tanto in tanto, le scarpe dal fango. Era lui l’eroe che andava a raccogliere i palloni fuori dalla linea laterale, nel fango della pista. Un vero «pista-pauta». Pubblico numeroso ed ombrelluto. Buon incasso. Boffi il bello, nonché librivendolo, era raggiante in tanto grigiore. Pare abbia intascato una somma enorme in scommesse. Già! Teneva per i grigi! Non diciamo l’ammontare perché non giunga all’orecchio dell’agente delle imposte. L’ing. Massobrio non aveva ancora visto la squadra, quest’anno. È rimasto di stucco col manichino d’avorio. Tonino, per contro, restò non diciamo come, ma sempre di… creta. Il dott. Cardona, invece, che aveva già visto i grigi in allenamento, l’han dovuto portar via in barella, delirante. Abbiamo notato uno spettatore di più. Veramente nessuno lo aspettava, nemmeno l’arbitro. Qui intanto dobbiamo spendere una parola veramente seria. L’ing. Rovida, senza offendere i suoi colleghi, è stato veramente all’altezza della situazione. Ha dimostrato autorità, precisione ed abilità nel suo non facile compito e si è guadagnato un sincero ed unanime coro di applausi. Bene. Ritorniamo allo spettatore in più. Il non mai troppo lodato avv. Minoli designò, con regolare avviso-cartolina, sette giorni or sono, un guardialinee per la partita del 13 corrente fra Alessandria e Pro Patria. Il più che solerte aspirante (tacciamo il nome per… sua modestia) non fu più nella pelle; partì in seconda classe dalla sua Torino e arrivò ad Alessandria nientemeno che con… sette giorni di anticipo! È rimasto un po’ male, poverino. Per la verità, ha subito riconosciuto sé stesso. (Señorita Costumé, «Guerin Sportivo», 10 ottobre 1929) LA MAGNIFICA AFFERMAZIONE DEI GRIGI SULLA ROMA La seconda grande partita di domani contro la Pro Patria Il nuovo campo sportivo – che sarà inaugurato ufficialmente il 28 ottobre – è stato, domenica scorsa, per la prima volta, teatro di una grande partita. Alessandria e Roma hanno fornito una contesa superiore, per tecnica e per combattività, ad ogni attesa. Di questo ha goduto il pubblico (abbastanza numeroso nonostante la pessima giornata) che ha vissuto novanta minuti di intensa emozione sportiva, che più volte è esploso in irrefrenabili ovazioni e che alla fine era raggiante per la superba efficienza dello squadrone grigio. Da troppo tempo gli sportivi alessandrini non assistevano più a partite di cartello e troppo lontano era il ricordo di una partita combattuta con tanto animo. Domenica, affascinati dalla bellezza e dalla combattività del giuoco, essi si sono sentiti trascinati all’applauso, all’urlo di gioia dalle superbe azioni che i grigi intessevano e concludevano sul campo di giuoco. Alla partita assistevano S. E. il Prefetto, comm. Milani, l’on. Ladislao Rocca, vicepresidente dell’Alessandria, il console cav. Natale Cerruti, segretario federale e preside della provincia, il podestà gr. uff. Vaccari, il console Passerone presidente del Casale, il questore comm. Gueli ed altre personalità. L’Alessandria ha affrontato la prima durissima fatica con malcelato timore. Essa conosceva le grandi doti realizzatrici dello squadrone romano e non nascondeva la difficoltà di una sua vittoria. D’altra parte, i romani si sentivano così certi della vittoria da non ammettere le più timide previsioni contrarie. L’autorità del loro gioco e la potenza della loro inquadratura glie ne davano il diritto. Con questi preconcetti, le due squadre sono scese in campo. L’Alessandria ha sin dall’inizio affrontato l’avversario con l’animo del combattente, ne ha sconvolte le file, lo ha dominato per più di mezz’ora, dimostrando una netta superiorità sia per numero di attacchi che per qualità di giuoco. Le sue azioni erano così chiare, così belle, così entusiasmanti da lasciar prevedere una sicura vittoria. I romani parevano in balia dei grigi. Si difendevano un po’ in disordine, dimostrandosi più preoccupati di difendersi che non di attaccare. Un goal per parte (quello dei grigi frutto di un’azione combinata in linea, quello dei romani frutto di un errore della difesa, causato dal terreno viscido) fu segnato nel primo tempo nonostante la superiorità dei grigi. Nella ripresa, l’Alessandria si è buttata all’attacco pervenendo quasi subito al successo. Poi, dopo una breve parentesi di superiorità romana, ritornava a dominare fino alla fine conseguendo un terzo goal, frutto di una ben combinata azione. Ciò che più ha fatto impressione è il giuoco d’assieme della squadra. Gli undici grigi non si sono mai abbandonati ad un giuoco individuale, ma hanno sempre svolto un giuoco altruistico, collegando le azioni in modo veramente impeccabile. Ne è risultato così un blocco armonico, tutto proteso alla conquista della tanto desiderata vittoria. Sarebbe superfluo elogiare il giuoco dei singoli atleti giacché tutti hanno assolto lodevolmente il loro compito. Rapetti, alla difesa della rete, si è dimostrato di una audacia non comune; ottima posizione e sicuro intuito. I due terzini, Gallino e Costa, hanno giuocato una grande partita: il loro giuoco, non teatrale, ma giudizioso, è stato di un rendimento non comune. Difficilmente, infatti, i romani si trovarono liberi per piazzare il tiro. Chi però ha più impressionato è stata la linea mediana ed il particolar modo il centro half Avalle. Il neocapitano dei grigi ha svolto un giuoco poderoso. In ogni azione, sia difensiva che attaccante, Avalle portava il suo prezioso contributo. Non un attimo di stanchezza, nonostante l’immane fatica che comporta il ruolo di centrosostegno, ha denunciato durante i novanta minuti di giuoco. Avalle si è dimostrato un grande centro half superando di gran lunga il suo diretto avversario Bernardini. Lauro e Bertolini, entrambi nella loro miglior forma, sono stati in tutto degni del loro capitano. Essi hanno dimostrato una grande mobilità, portando il loro contributo tanto all’attacco quanto alla difesa senza denunciare la minima stanchezza. Il quintetto attaccante ha funzionato ottimamente. Esso però può rendere molto di più di quanto non abbia reso domenica. Infatti, solo il trio d’attacco ha giuocato una superba partita, mentre Chierico e Cattaneo, in special modo il secondo, non sono stati all’altezza dei compagni. Una buona impressione ha lasciato Alessio. Il giovane attaccante, posto di colpo a guidare un attacco quale quello grigio, ha destato ammirazione per il suo giuoco giudizioso e coraggioso. Chi però ha meravigliato di più l’intero pubblico sono stati Marchina e Ferrari. Il primo ha compiuto un lavoro organizzativo massacrante, il secondo è stato l’anima, il condottiero dell’attacco, il virtuoso che sorpassa di una classe i suoi compagni, l’atleta completo. Il giuoco svolto domenica da Ferrari ha semplicemente sbalordito. Un vero capolavoro è stato il goal da lui segnato, il terzo. Una vera cannonata da una ventina di metri, un bolide che è entrato nella rete senza che il portiere se ne accorgesse: un goal che ha trascinato la folla ad un entusiasmo delirante, uno di quei goals che non si dimenticano troppo presto. («Il Piccolo», 12 ottobre 1929) ALESSANDRIA BATTE ROMA: 3-1 Sul nuovo campo sportivo capace di circa 20.000 persone, la cui inaugurazione ufficiale avrà luogo peraltro il 28 corrente, l'Alessandria ha raggiunto un successo meritato contro la squadra romana. Il primo tempo in cui gli alessandrini hanno dominato nettamente, è terminato alla pari avendo i concittadini segnato al 20° minuto per merito di Alessio e pareggiato i romani al 34° per opera di Volk dopo un errore di un terzino avversario. Anche nella ripresa è continuata la prevalenza degli alessandrini che hanno marcato altri due punti all'8° minuto su calcio di punizione tirato da Avalle e al 26° minuto con tiro fortissimo da 25 metri di Ferrari. Da questo momento i romani hanno portato per una ventina di minuti seri attacchi alla rete avversaria senza riuscire a concludere per l'imprecisione degli avanti e per la vigile difesa alessandrina. Nella squadra alessandrina sono emersi sopra tutto i tre mediani e l'attaccante Ferrari; della squadra romana pure la linea mediana e Volk. Pubblico foltissimo e corretto. Terreno pesante per la pioggia che è caduta per tutta la giornata. Arbitro Rovida di Milano. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) RISULTATI: Juventus – Napoli 3-2 Lazio – Bologna 3-0 Livorno – Ambrosiana 1-2 Milan – Brescia 4-1 Padova – Modena 1-3 Pro Patria – Cremonese 4-2 Pro Vercelli – Genova 3-3 Triestina – Torino 0-1 CLASSIFICA: Lazio, Torino, Milan, Alessandria, Modena, Ambrosiana, Pro Patria, Juventus p. 2, Genova, Pro Vercelli 1, Cremonese, Livorno, Padova, Roma, Brescia, Bologna, Triestina 0. MARCATORI: 2 reti: Chiecchi III (Genova), Tansini (Milan), Mihalic (Napoli), Rossi (I) (Pro Patria), Santagostino F. (Pro Vercelli) Il punto sul campionato Giornata di apertura del Campionato. Interesse vivissimo del pubblico in ogni centro e risultati di misura quasi in ogni partita. Tre vittorie fuori campo. In prima linea quella riportata dal Torino sul difficile campo della Triestina. Il successo dei granata, largamente incompleti, lascia bene sperare per l’avvenire. Gli altri due successi furono riportati dal Modena e dall'Ambrosiana rispettivamente a Padova e a Livorno. Ma il vero, fatto saliente della giornata, l'autentica sorpresa, è data dalla sconfitta subita dal Bologna ad opera della Lazio, a Roma. Più che la sconfitta è la misura della medesima che stupisce: tre a zero. Il Bologna è, colla Triestina, la sola squadra che non sia riuscita a segnare nella giornata. A Torino, la Juventus dovette impegnarsi a fondo per strappare la vittoria ad un Napoli rinnovato e pieno di combattività. Altro risultato interessante e quello di Alessandria, dove la Roma capitolò per tre ad uno. Unico esito pari della giornata quello delta partita fra la Pro Vercelli ed il Genova a Vercelli. Se si volesse già abbozzare uno schema di classifica dopo questa prima giornata di gare, in testa alla medesima dovrebbe figurare la Lazio con due punti, tre goals all'attivo e zero goals al passivo. (La Stampa)