Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1929/1930
Serie A
16-03-1930 - Giornata: 20 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Lazio SS 4 - 2 (3 - 0)
RETI: 16. Ferrari G.[A], 21. Chierico C.[A], 30. Cattaneo R.[A], 71. Cattaneo R.[A] 47. Spivach A. [La] , 72. Foni A. [La]

Alessandria US Balossino Natale, Costa Felice, Gallino Luigi, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Scagliotti Cinzio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
LAZIO SS: Sclavi; Tognotti (II) Orlando Virgilio, Bottacini; Pardini, Furlani, Caimmi; Foni, Spivach, Pastore, Ziroli, Cevenini (V) Carlo. All.: Piselli Pietro

Arbitro: Guarnieri Amedeo (Milano)
Note
Giornata leggermente soleggiata, terreno fangoso e sdrucciolevole per la pioggia caduta in mattinata. Inizio ore 15,00 Secondo il “Corriere della Sera” il primo gol sarebbe stato segnato al 4. non al 16. l’ultimo gol della Lazio sarebbe di Ziroli al 65.

Commento
Sembra un paradosso, ma l’Alessandria ha bisogno di ricevere, di tanto in tanto, una qualche sferzata per diventare quella che realmente è: una bella squadra. Nei primi 45 minuti, allorché le due squadre giocarono con tutta la loro freschezza, il bilancio delle forze era completamente a vantaggio dell’undici alessandrino. Valendosi della miglior classe di qualche suo uomo e del gioco generoso dei suoi mediani, l’Alessandria teneva la rete romana sotto uno strettissimo controllo, manovrando con facilità e con scioltezza e dando una chiara dimostrazione di potenza e di decisione nel tiro. Le azioni partivano dalle due mezze ali, si snodavano dal centro alle ali, ritornavano ai mediani, i palloni erano abbastanza dosati, il controllo preciso e, per quanto lo stato pessimo del terreno non permettesse tanta regolarità e tante finte, pure il tono del giuoco si manteneva elevato e piacente. Appariva soprattutto sensibile il distacco esistente tra le due linee di avanti: mentre l’Alessandria cercava ed otteneva un migliore spiegamento ed una maggiore forza penetrativa dai suoi uomini, la Lazio non riusciva a coordinare nessuna azione degna di rilievo. Da una parte si mirava a concretare con azioni di stile, dall’altra invece era un’affannosa ricerca dei collegamenti ed una disordinata e non pericolosa marcia in avanti. La squadra alessandrina ha cominciato la partita a fuoco accelerato. Si ebbe subito l’impressione che l’undici avesse trovato la sua giornata buona, tanto era vario il tema di giuoco e tanto era realizzatore il suo attacco. L’undici, coadiuvato da una mediana mobilissima, dominava con facilità e non tardava molto a sanzionare questa sua superiorità con tre punti, due dei quali frutti di ottime azioni manovrate. In questo periodo di dominio alessandrino, i laziali si battevano assai bene, cercando di sconvolgere i piani tattici degli avversari, e qualche volta allargando il loro giuoco potevano anche giungere all’altezza dei difensori grigi senza per altro minacciarne il portiere. Nel campo degli ospiti, accadeva invece perfettamente il contrario. In vena di grandi prodezze, gli avanti grigi si insinuavano nelle maglie difensive laziali, impegnando continuamente la non solida barriera dei terzini e procurando un lavoro continuo e pericoloso al portiere Sclavi. Solo verso la fine, il primo pallone che poteva pervenire a Balossino doveva causargli un incidente abbastanza serio. Il portiere alessandrino, rinserrandosi in gioco pericoloso, veniva colpito involontariamente ad una spalla. La contusione lo immobilizzava completamente dal lato sinistro e la sua presenza fra i pali nella ripresa era figurativa, tant’ che i due palloni calciatigli non erano per nulla difficili, anzi, in condizioni normali facilmente parabili. In complesso, però, la squadra grigia in questo primo tempo aveva funzionato assai bene. L’innesto di Avalle a mezzo destro era valso a dare maggior forza sull’attacco. I grigi potevano dunque contare su un elemento valido agli effetti della segnatura dei punti, mentre Scagliotti, centroattacco, cercava di dare personalità al suo giuoco ancora acerbo, per quanto di fattura assai pregevole. Nella mediana riappariva Gandini: il tenace capitano non riusciva che nel primo tempo a dare una brillante prova del suo valore, diminuendo considerevolmente il ritmo delle azioni nella ripresa; egli ha però l’attenuante della lunga assenza dai campi di giuoco. Nella ripresa, le cose cambiavano. Non erano più le belle azioni e la netta superiorità di giuoco dei primi 45 minuti. La squadra laziale, meno preoccupata e più sciolta, si faceva notare; la sua seconda linea dava piglio ad un giuoco franco ed energico, gli avanti riuscivano finalmente a condurre azioni chiare che costringevano la difesa grigia ad un duro lavoro. Insomma, nei laziali c’era freschezza di azioni, di giuoco e di uomini, e soprattutto il desiderio di colmare un distacco troppo grave e di approfondire poi del confusionismo subentrato nella compagine locale in seguito al primo punto segnato in modo poco convincente. Di qui, il pericolo degli attacchi laziali. L’Alessandria però si rinserrava in difesa, arginando l’offensiva romana, poi riusciva a partire di scatto e, con una azione chiara e decisa violava per la quarta volta la rete di Sclavi. Verso la fine, però, la squadra grigia accusava segni di stanchezza: lo sforzo ed il giuoco del primo tempo avevano fiaccato i mediani. La squadra laziale riusciva a marcare un punto in seguito ad un errore di Costa ed alle minorate condizioni di Balossino. In questi 45 minuti Furlani, tra i mediani, riuscì a mettersi in luce, mentre Spivach, Cevenini e qualche volta Ziroli furono degni di elogio. Nelle file alessandrine, invece, il più continuativo, se non il più tecnico, fu Lauro e, tra gli avanti, Cattaneo insidiosissimo e pronto a sfruttare ogni minima occasione, Avalle ottimo per il collegamento con i mediani e per i suoi poderosi tiri in porta, Ferrari eccellente per quanto qualche volta aduso al giuoco personale. La partita si svolse alla presenza di un pubblico abbastanza numeroso. Notati Sua Ecc. il Prefetto comm. Milani, il Segretario Federale e Preside della Provincia console cav. Natale Cerruti, gli on. Barisonzo, Rocca e Tarabini ed il Podestà gr.uff. Vaccari. I primi attacchi sono di marca alessandrina. Un calcio di punizione di Avalle è deviato da Sclavi, riprende Chierico ma un terzino laziale riesce a liberare. Nella conseguente fuga, Costa manda in corner senza esito. Le azioni si svolgono in area di rigore romana. Un paletto di Avalle al 10’, un tiro di Cattaneo ed al 14’ il primo goal: Ferrari riprende un calcio di punizione battuto da Lauro e infila da pochi metri. Dieci minuti buoni di giuoco piacevole, poi Lazio si salva provocando un calcio d’angolo. Chierico batte, il pallone ha molto effetto, Sclavi tenta la parata ma se la lascia sgusciare in rete: 25’. La pressione alessandrina continua. Cinque minuti dopo, Cattaneo fulmina in goal un preciso passaggio di Bertolini. Ancora un palo di Avalle, un calcio d’angolo contro l’Alessandria ed uno contro la Lazio, una parata in extremis di Sclavi, un pericoloso rimando di Furlani che provoca un calcio d’angolo e poi l’incidente accennato. Nella ripresa, al 3’, Spivach conclude facendo ruzzolare debolmente in rete il pallone avuto per un errore di Costa, poi leggera e costante superiorità degli azzurri fino al 12’, ove Foni calcia un bel pallone a lato. Un terzo palo di Avalle in seguito ad una bella discesa in linea al 20’ e poi calcio d’angolo contro l’Alessandria e immediatamente altri due contro i romani. Un tiro di Ferrari a lato, un altro palo di Avalle su calcio di punizione al 23’ ed infine il miglior punto della partita: Cattaneo riprende a volo un traversone di Bertolini e manda il pallone in rete con un tiro potentissimo e preciso. La reazione laziale porta come conseguenza qualche bella discesa, alcuni tiri a lato di Cevenini e Ziroli, poi quest’ultimo, approfittando di una difettosa respinta dell’infortunato portiere Balossino, manda la palla in rete da due metri. (Augusto Rangone, «Gazzetta del Popolo», 17 marzo 1930) L’Alessandria vinse l’incontro nella prima metà tempo, nella prima mezz’ora anzi. Una mezz’ora travolgente e convincente in cui alla buona condotta di gioco a metà campo faceva riscontro un ottimo lavoro di finitura nell’area di rigore. In questa mezz’ora l’Alessandria segnò tre punti per merito di Ferrari, Chierico e Cattaneo. Dopo questo periodo, il gioco calò di tono alquanto. Nella seconda metà tempo le cose cambiarono addirittura di aspetto e ad una maggiore combattività della Lazio, rispose un’attività, oltreché parzialmente difensiva anche caotica e spezzettata da parte dell’Alessandria. I grigi segnarono ancora, ma i romani a loro volta batterono il portiere avversario due volte e riuscirono a creare altre quattro o cinque situazioni pericolose per Balossino. Quanto l’incontro disse di tecnico, lo disse nei due periodi di maggior interesse, nei primi 30 minuti del primo tempo e nei primi 10 minuti della ripresa. L’Alessandria condusse questa prima mezz’ora a tutta andatura. Lo stile dei grigi quando essi attaccano è sempre piacevole a vedere. Stile chiaro, semplice, pratico: stile basato sulla palla a terra, sullo smarcamento degli uomini e su una distribuzione equilibrata del gioco. Un aspetto che soddisfa e che convince nell’attività degli alessandrini è quello fornito dall’uniformità di metodo e di doti dei singoli giocatori. Come in nessuna altra squadra italiana si fa sentir nell’Alessandria la scuola. I giocatori vivono assieme, fanno gli stessi esercizi, praticano in comune e finiscono per copiar, per così dire, gli uni dagli altri, per seguir cioè le stesse linee direttive nel tocco della palla, nel tiro in porta, nello stile di corsa. Specialmente nello stile di corsa si nota questa particolarità per cui i giocatori alessandrini paiono tutti derivati da uno stesso stampo. Ieri compariva al centro dell’attacco, nell’assenza forzata di elementi esperti, un giocatore delle riserve, un novellino, Scagliotti. Senza far grandi cose Scagliotti assunse subito lo stesso tono di gioco dei compagni, le stesse movenze e le stesse tendenze, e se il rendimento della linea non fu aumentato dalla comparsa di questa recluta, certo lo stile di gioco non ne uscì menomato. Dati i forzati rimaneggiamenti che la squadra aveva dovuto subire, Avalle compariva al posto di mezz’ala destra. Intelligente, come è naturale che sia il giocatore proteiforme, Avalle emerse e spiccò per la nitidezza del suo lavoro. Avalle fece ieri, da solo, più tiri in porta di tutti quanti gli altri nove attaccanti in campo messi assieme; i suoi erano tiri eseguiti quasi sempre dal limitare dell’area di rigore, tiri alti, potenti, diritti e tutti provvisti della magnifica dote che è l’improvviso. Come andarono le cose, Avalle non segnò alcun punto nella giornata, ma ne fece segnar ai compagni, colpì il palo con tre o quattro cannonate e, fu l’uomo più continuativo e redditizio della sua squadra. Ferrari, la mezz’ala sinistra, pur giocando con una sfumatura al disotto della sua miglior forma, seguì immediatamente Avalle come gioco e come rendimento. La linea mediana, nella quale ricompariva ieri, dopo lunga assenza, l’anziano Gandini al posto centrale, alternò periodi di idee chiare a periodi di nebulosità. Quando la squadra attaccava, questi mediani emergevano per intelligente gioco di appoggio e rifornimento agli attaccanti, quando la squadra era chiamata a difendersi essi si mostravano viceversa quasi sempre incerti e scombussolati. In genere, quanto non soddisfece ieri nell’attività dell’Alessandria ebbe carattere di lavoro difensivo, ché i due terzini furono presi più volte in errore dagli avversari, come posizione e come rimando. Il portiere pure si mostrò incerto nella presa e nell’intervento: ma a scarico di Balossino ed a discolpa dei due errori in cui egli cadde al momento nel quale i romani segnarono i loro due punti sta la circostanza del grave colpo alla spalla destra preso dall’alessandrino nel primo tempo, un colpo che quasi più non permetteva il movimento del braccio. In complesso, un’Alessandria incompleta e non nella sua miglior forma, ma un’Alessandria che condusse un eccellente primo tempo e che vinse meritatamente e con una certa facilità pur mostrando pecche notevoli in parecchi degli anelli della sua catena. La Lazio fu nettamente dominata nella prima metà dell’incontro. Il terreno viscido e pesantissimo per la pioggia caduta nella notte e nella mattinata si vide subito che non si confaceva al gioco degli uomini suoi. Nessuno si sapeva adattare agli improvvisi ed irregolari sbalzi del pallone, nessuno sapeva scattare e fermarsi prontamente sulla superficie infida del campo, nessuno sapeva ambientarsi nel fango. Per tutto il primo tempo i romani guazzarono nell’acquitrino senza riuscire a ritrovarsi né ad inscenare gran che di buono. Qualche combinazione sul lato destro dell’attacco e fu tutto. Alla ripresa, i laziali si gettarono all’attacco con maggior energia ed allora s’accorsero che potevano sfruttare una delle armi che la giornata offriva: il terreno nella sua irregolarità si allineava a netto favore dell’unità che attaccasse. I due punti che vennero segnati in questo periodo dai romani avrebbero potuto essere evitati con una difesa più vigile ed accorta; ma a favore dei laziali stanno una mezza dozzina di altre occasioni favorevoli che essi seppero creare. Come un po’ a tutta la compagine, manca all’attacco della Lazio equilibrio ed omogeneità sia nella distribuzione delle forze come nel rendimento. A momenti le cose vanno ed a momenti esse paiono ingarbugliarsi come per la comparsa di un ostacolo che emerga solo ad intermittenze. Così è ad esempio il gioco di Furlani, un uomo che pur ha classe e che in un ambiente ordinato e regolare dovrebbe fare eccellente figura. Così è il gioco dei terzini e così fu pure ieri quello di Sclavi, che, saldo e sicuro nella ripresa, ebbe incertezze e commise errori nel primo tempo. L’attacco è guidato da Pastore e questo giocatore capriccioso, litigioso e mutevole nei suoi atteggiamenti come sempre, non è certo fatto per conferire saldezza e regolarità alla linea. Così l’attacco laziale funzionò ad Alessandria un po’ neurastenicamente, a tratti filando via deciso come se tutto volesse travolgere, ed a tratti non esistendo affatto. L’incontro, piano e privo di incidenti nel primo tempo, più movimentato e frastagliato da qualche durezza nella ripresa, ebbe nel suo assieme andamento ed esito regolare. Il primo punto venne segnato da Ferrari al 15’, il secondo da Chierico su calcio d’angolo al 22’ col concorso di un errore di rimando di Sclavi, ed il terzo, il migliore dei tre, al 29’ da Cattaneo. Appena iniziata la ripresa, Spivach, incuneatosi fra i due terzini alessandrini, segnava per la Lazio grazie anche al tardivo tuffo di Balossino. Dopo un quarto d’ora, Cattaneo riprendeva al volo un lungo centro di Chierico e segnava imparabilmente. La Lazio rispondeva immediatamente con un attacco dell’ala destra che metteva Foni in condizioni di sospingere la palla nella rete mentre la difesa alessandrina si trovava nuovamente in errore. Il terreno era come abbiamo detto, pesantissimo. (Vittorio Pozzo, «La Stampa», 17 marzo 1930) Un sole primaverile è venuto nel pomeriggio a fugare la nebbia della rigida mattinata invernale; ma il terreno viscido e pieno di zone fangose ha sottoposto i giuocatori a una inattesa e strenua fatica. Alla partita assistevano gli onorevoli Ladislao Rocca e Barisonzo, il C.U. rag. Pozzo, S.E. Pozzo, S.E. il Prefetto Milani, il Podestà comm. Vaccari, il generale Tarabini e altre autorità locali. L’Alessandria, scesa in campo in una nuova formazione, ha dominato con signorilità in tutto il primo tempo, strappando gli applausi del pubblico avvinto dalla bellezza delle azioni, del giuoco in ampio respiro che l’attacco grigio, guidato da Ferrari e Avalle, portava sotto la rete degli ospiti con ottimo concetto tecnico. Avalle, a mezzo destro, si è confermato cannoniere insidioso e potente. I suoi tiri, effettuati da qualunque posizione, sono stati respinti dai pali o bloccati da Sclavi, in ottima giornata. Il debutto del giovane Scagliotti al centro promette di dare maggior rendimento nei prossimi incontri. Così pure dicasi di Gandini che, ritornato al suo ruolo, ha lottato con bravura fino ad oltre metà della ripresa. L’Alessandria ha avuto Balossino infortunato al 40’ del primo tempo; in seguito a una parata a terra, veniva colpito duramente alle spalle da Spivach in corsa. Il coraggioso portiere rimaneva al posto dolorante e di questo approfittarono i romani, che segnarono due goals nella ripresa con estrema facilità. Agli ordini dell’arbitro Guarnieri, severo e impeccabile, le squadre si schierano nella seguente formazione […]. Subito Ferrari si libera di Furlani e si insinua nell’area di rigore, ma Tognotti lo travolge irregolarmente. Sul calcio di punizione oltre l’area, Avalle impegna Sclavi. Palleggio a metà campo e discesa magistrale rovesciata di Bertolini. Corner contro i grigi e punizione contro gli ospiti senza nulla di fatto. L’Alessandria preme per il prodigarsi di Gandini e Ferrari; il tiro fulmineo è respinto dalla traversa. Dopo un tiro di Scagliotti parato da Sclavi, Lauro effettua un calcio di punizione radente, Avalle è sulla traiettoria ma divarica le gambe e, più avanti, Ferrari raccoglie e segna (16’). Sgroppate romane trovano Costa, Gallino e Bertolini insormontabili. Al 21’, corner contro gli azzurri: Chierico calcia con effetto dall’angolino, interviene Sclavi, ma la palla si insacca. Al 30’, brillante azione dei grigi e Cattaneo fulmina in rete il terzo goal. Ancora due corners in favore dell’Alessandria e uno per la Lazio. Parate feline di Sclavi su tiri di Avalle, Ferrari e Cattaneo. Poi, l’incidente di Balossino per carica involontaria di Spivach. Nella ripresa, il giuoco dei grigi cala di tono; mentre Ferrari fa il giuoco della spola tra la mediana e gli avanti, Avalle non retrocede con continuità e i romani si fanno minacciosi. Al 2’ Spivach segna con un tiro debole e tuffo tardivo di Balossino. Ancora un corner per la Lazio e calcio di punizione in favore dei grigi. Il giuoco duro dei romani trova Guarnieri inflessibile. Al 10’, un cross di Foni che corre indisturbato davanti alla rete dell’Alessandria e, due minuti dopo, un tiro di Ferrari che compie la stessa traiettoria. Tiri di Ferrari, Avalle, Scagliotti e Gandini incontrano i pali o trovano attento il portiere. Al 26’, il più bel goal della giornata: Bertolini rimette di precisione al centro e Cattaneo scaraventa al volo in rete. Palla al centro e goal immediato di Foni, in seguito a un errore di presa del malconcio Balossino. Fino al termine, più nulla di notevole. («La Gazzetta dello Sport», 17 marzo 1930) Gli alessandrini sono scesi in campo con Avalle mezzo destro e con l'allievo Scagliotti al centro dell'attacco, nella linea mediana è ritornato Gandini dopo parecchie settimane di assenza. La squadra ha dominalo a suo piacimento nel primo tempo svolgendo un giuoco efficiente e brillante, cosicché il portiere laziale ha dovuto prodigarsi in numerose e difficili parate. La netta superiorità dei concittadini si è conclusa con tre punti segnati rispettivamente da Ferrari al 4°, da Chierico al 23° e da Cattaneo al 28° minuto, mentre qualche poderoso tiro di Avalle è stato respinto dal palo. Nella ripresa le sorti sono mutate e le azioni si sono equivalse. I laziali, sfruttando alcuni errori del portiere Balossino che, contusosi alla spalla sinistra verso la fine del primo tempo non poteva più difendersi agevolmente sono riusciti a segnare due punti al 3° e al 20° minuto per merito di Spivach e Ziroli; il quarto punto per gli alessandrini e stato ottenuto da Cattaneo al 28° minuto. Degli alessandrini i migliori sono stati Avalle, Cattaneo e i tre mediani: dei laziali si sono distinti il portiere Sclavi e il centrosostegno Furlani. Arbitro: Guarnieri. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) RISULTATI: Bologna-Ambrosiana 2-2 Genova 1893-Pro Patria 6-2 Juventus-Cremonese 4-1 Livorno-Torino 1-0 Milan-Napoli 2-2 Padova-Brescia 2-1 Pro Vercelli-Modena 2-1 Roma-Triestina 5-0 CLASSIFICA: Juventus* 29; Ambrosiana* 28; Genova 1893 27; Alessandria* 25; Torino* 24; Bologna 23; Milan 21; Napoli, Pro Vercelli, Brescia 20; Roma* 18; Lazio 16; Pro Patria, Triestina 15; Livorno, Modena, Padova 14; Cremonese 9. = gare in meno. Il punto sul campionato Il principale interesse della terza giornata del girone di ritorno era rivolto alla partita Bologna-Ambrosiana. La squadra milanese, confermando ancora una volta l'eccellenza della sua inquadratura, è riuscita a chiudere alla pari contro una rivale in ripresa nonostante le mancanze di Baldi e Schiavio. D'altra parte anche gli ambrosiani mancavano di Visentin, mentre le condizioni di Meazza e di Allemandi non erano le migliori. Dell'incontro nullo di Bologna benefica la Juventus, che nella classifica balza al comando con un punto di vantaggio sull'Ambrosiana. Minimo distacco, che per essere valutato nelle giuste proporzioni deve essere considerato accanto alle partite che devono ancora disputare le due squadre capolista specialmente fuori di casa. Intanto mercoledì a Torino, Ambrosiana e Juventus si troveranno di fronte in una prima battaglia decisiva, che si replicherà poi quando i torinesi dovranno venire a Milano. Il Torino si è visto ripetere a Livorno il risultato di Padova. Cosi la squadra torinese passa in coda al quintetto che comandava il girone fino a poco tempo fa e si fa avvicinare dal Bologna, che non è affatto ancora eliminato. Un secco punteggio ha dovuto subire a Genova la Pro Patria che domenica scorsa aveva saputo infliggere la più grave sconfitta agli alessandrini c che ieri è scesa in campo incompleta. Tutti i punteggi delle altre partite sembrano regolari se si toglie quello di Roma che è un po' eccessivo. La Roma è decisamente quest'anno alquanto strana. La Triestina non e però la squadra dell'inizio di stagione, quando si prendeva il lusso di vincere a Brescia e a Milano. Il Padova continua sulla via del successo. Ieri anche il Brescia gli ha dovuto lasciare via libera dopo una partita molto combattuta. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)