Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1929/1930
Serie A
09-03-1930 - Giornata: 19 - Busto Arsizio - Comunale


Pro Patria et Libertate USB - Alessandria US 4 - 0 (0 - 0)
RETI: 49. Vigna P. [Pr] , 58. Bonivento M. [Pr] , 74. Bonivento M. [Pr] , 83. Bonivento M. [Pr]

Alessandria US Balossino Natale, Costa Felice, Gallino Luigi, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Borelli Michele, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
PRO PATRIA ET LIBERTATE USB: Montrasio; Agosteo, Fizzotti; Borsani, Bocchi, Pellegatta; Rossi (I) Italo, Kregar (I) Andrea, Bonivento, Reguzzoni, Vigna. All.: Bekey Imre János

Arbitro: Turbiani Giuseppe (Ferrara)
Note
Angoli: 8-2 Inizio ore 15,30 Le cronache riportano per la quinta volta, come centrattacco dell’Alessandria, tale «Micheli» (si tratta, presumibilmente, di Borelli). «La Stampa» e «Gazzetta del Popolo» citano la presenza, nella Pro Patria, del terzino «Paolini»: si tratta probabilmente di Paolo Agosteo

Commento
Come l’Alessandria abbia potuto perdere con così largo scarto di fronte ad una squadra che tecnicamente le sta al disotto e che nemmeno la vale come classe complessiva è cosa che riesce quasi incomprensibile anche a chi ha assistito alla partita. Si dura fatica a dare una sintesi del giuoco che dia nello stesso tempo anche la ragione del risultato. Quattro goals farebbero supporre una superiorità schiacciante dei bustesi. Ebbene, questa superiorità che inchioda l’avversario nel suo campo non c’è stata. La Pro Patria ha sensibilmente dominato nei due tempi, ma per il tipo stesso del suo giuoco, che non è stringente, non irretisce la difesa avversaria e non ha nemmeno una forza metodica, non è riuscita a tenere completamente e stabilmente la squadra grigia sotto il suo dominio. Questi quattro goals sono maturati tutti nel secondo tempo e tutti su azioni volanti, su contrattacchi, com’è nello stile della Pro Patria, il cui giuoco non ha una tecnica complicata ma è però fresco e istintivo. Che cosa è avvenuto, dunque, nelle file dell’Alessandria? Di grave, nulla. Non si mai avuta l’impressione, per esempio, che la squadra grigia fosse in preda a un collasso morale. D’altra parte, la partita si è svolta in un ambiente serenissimo. Il campo di Busto gode fama di essere uno dei più difficili, ma tutte le squadre si augurerebbero sempre di trovare nelle loro partite fuori sede un pubblico come quello che l’Alessandria ha avuto ieri in questa cittadina lombarda. La ragione della sconfitta non va ricercata fuori della squadra, ma nella squadra stessa. È mancato un elemento essenziale: il giuoco; intendo: il giuoco tradizionale dei grigi, che costruisce e realizza. In nessun momento della partita l’Alessandria è stata all’altezza della situazione e, per quanto è mia esperienza personale, non ho visto mai da anni la squadra grigia in una giornata di così profondo squilibrio. Dei quattro goals, due sono stati segnati su marchiani errori della difesa alessandrina. Gli attaccanti bustesi hanno dato scacco ai terzini avversari, in queste due situazioni, con tale facilità che c’era persino nelle azioni una punta di beffa. Va posto anzitutto in rilievo che la difesa ospite, fin dai primi minuti della partita, ha giuocato con tale incertezza e con tale orgasmo che l’errore irrimediabile era atteso, si può dire, di minuto in minuto. Questo comportamento sconcertante dei terzini non ha tuttavia influito sensibilmente sull’andamento del giuoco. La squadra ha cercato di fare egualmente il suo giuoco senza sguernire né la mediana né l’attacco per puntellare il pericolante baluardo alle loro spalle, e lo provano del resto abbondantemente i quattro goals incassati da Balossino. Ragionando a cose fatte, si può dire che l’Alessandria ha sbagliato a non preoccuparsi della cattiva giornata della sua difesa, ma era forse convinzione dei giuocatori – convinzione di tutti, anzi – che sarebbe giunto il momento in cui l’attacco alessandrino avrebbe ingranato. Questo momento lo si attese poi nella ripresa, almeno come reazione alla vittoria bustese che cominciava a profilarsi, ma di concreto non si ebbe che il continuo consolidarsi di questa vittoria fino a raggiungere tali proporzioni da far quasi credere che l’avversario letteralmente non sia esistito. Ora, ci si chiede quale possa essere la ragione di un tonfo così grave. L’Alessandria ha un giuoco così nutrito di tecnica che non dovrebbe mai, almeno teoricamente, scendere al disotto della mediocrità. Si consideri che essa non è stata sorpresa da una improvvisa folata aggressiva degli avversari, il che, se fosse avvenuto, spiegherebbe almeno in parte il disastro. L’elemento sorpresa è quindi da escludere. Il primo goal è stato segnato al 4’ della ripresa, l’ultimo al 38’. Si può dire che tutta la ripresa ha avuto un giuoco spiegato, perché, come già dissi sopra, l’azione della Pro Patria ha carattere frammentario e non riesce quindi a tenere stabilmente sotto il suo dominio la squadra avversaria. Si tenga pure presente che i quattro goals furono perfetti: nessuna nube di irregolarità li può sfiorare. Al 4’ Reguzzoni, spostatosi alla sinistra, centrava a mezza altezza e Vigna, che aveva preso il suo posto, deviava di testa dentro la rete. Al 13’, in seguito ad un centro di Rossi, si produceva una mischia davanti alla porta di Balossino e Bonivento, raccogliendo un corto passaggio di Kregar, segnava da pochi passi il secondo goal. Dopo questo duplice successo bustese, si aveva un quarto d’ora di tregua. La porta alessandrina veniva ancora a trovarsi in serio pericolo al 25’, ma un ardimentoso tuffo di Balossino sui piedi di Vigna salvava la situazione, finché al 29’ maturava l’azione del terzo goal. Un allungo di Bocchi a Vigna ne dava lo spunto. L’estrema sinistra bustese passava tosto a Reguzzoni, il quale deviava decisamente verso il goal sorprendendo la difesa grigia. Quando l’avversario non era ormai che a pochi passi, Balossino usciva dai pali per tentare almeno di ostacolargli l’azione, ma il bustese, poggiando leggermente a sinistra, passava indietro, quasi dalla linea di fondo, a Bonivento, il quale non aveva difficoltà a piazzare la palla nella rete indifesa. L’intervento di Balossino era riuscito a scongiurare l’immediato pericolo rappresentato da Reguzzoni, ma che i terzini non seguissero l’azione è dimostrato dal fatto che la porta restò sguernita dal momento in cui il portiere grigio l’aveva abbandonata a che Reguzzoni, dopo un attimo d’arresto sulla linea di fondo, ebbe il tempo di passare indietro a Bonivento e questi di segnare senza che Gallino e Costa facessero sentire la loro presenza. L’ultimo goal veniva causato da un errore ancora più grave. Un passaggio a Rossi, che si trovava quasi a metà campo, dava modo all’estrema destra bustese di staccare, con un velocissimo scatto, Costa, meno pronto a mettersi in azione. Dal lato opposto interveniva allora Gallino il quale, visto battuto il compagno di linea, moveva sull’avversario che avrebbe potuto, trovandosi solo, piegare sul goal. Gallino riusciva infatti a scongiurare per il momento il pericolo ed a carpire la palla all’avversario, ma poiché ormai l’azione avveniva a sette od otto metri dal goal, passava al portiere senza preoccuparsi di quello che poteva avvenire alle sue spalle e Bonivento piombava come un fulmine fra terzino e portiere, deviando la palla quel tanto che poteva bastare per mandarla in rete, facendola passare sopra la testa di Balossino. Fra l’uno e l’altro di questi quattro goals, l’Alessandria cercò sempre lo spunto di una reazione proficua, ma la squadra pareva durasse fatica a distendersi. Il suo giuoco non riusciva a trovare l’abituale scioltezza e morbidezza. Spuntava a tratti qualche azione che ricordava il giuoco delle giornate buone, ma subito l’illusione svaniva. Non è nemmeno da pensare che la squadra grigia riesca a trovare risorse all’infuori di quelle che può fornirle la sua tecnica precisa. Ieri volle tentare, per esempio, il giuoco alto, ma contro una difesa che sovrastava di tutta la testa l’attacco grigio, tale giuoco era semplicemente un non senso. D’altra parte, il giuoco a terra richiede un senso del «tempo» che ieri l’attacco grigio non aveva. Non credo che sia il caso di rilevare gli errori particolari di questo o quel giuocatore. A mio giudizio, il rilievo fondamentale che si può fare è questo: manca ai grigi un centroavanti. Questa mancanza è stata avvertita dall’inizio alla fine della partita. Il giovane Micheli [Borelli], al quale è stato affidato così difficile ruolo, è giuocatore immaturo, non adatto a sopportare un peso tanto grave. La mancanza di un uomo di centro riduce praticamente di molto l’efficienza di giuoco a terra che, quasi essenzialmente, è giuoco del trio centrale. Allargata l’azione alle ali, la rimessa al centro di questa infine provocava un finale di giuoco alto con le conseguenze per l’attacco grigio che già ho messo in rilievo. L’Alessandria è sempre stata ferma a questo bivio, senza riuscire mai a infilare la via giusta. Della Pro Patria è da ammirare soprattutto la volontà travolgente. Fuori del suo campo vale certamente meno, ma qui a Busto è padrona assoluta del suo giuoco. Tutti gli elementi biancoblù svolgono un giuoco assai deciso, senza incertezze, si direbbe di impeto irriflessivo. Il pallone è tenuto costantemente alto e lunghi traversoni spostano continuamenti il fronte del giuoco. L’elemento-sorpresa ha in questo giuoco un valore preponderante, gli ingredienti essenziali la velocità e la decisione. Fuori del suo campo la Pro Patria inganna, qui è invece nella sua luce giusta. Può essere definita una squadra combattente, anzi, fra le squadre di questo tipo è la rappresentante più genuina. La sua decisione diventa facilmente irruenza, ma non degrada mai nella violenza, e intendo violenza deliberata. Tuttavia, è una squadra che, anche dopo una grande vittoria, non lascia un’impressione durevole. Se ne loda la foga, ma tecnicamente lascia freddi. Quand’è lanciata è come un fiume in piena; cessato l’impeto, cessa l’incanto dello spettacolo. (Ettore Berra, «Gazzetta del Popolo», 10 marzo 1930) Il giuoco alla «brava» della squadra bustese ha avuto ancora una volta ragione del giuoco più tecnico di una compagine che va per la maggiore. La vittoria della Pro Patria è stata netta, indiscutibile e la superiorità fu così evidente da giustificare il largo punteggio inflitto ai grigi. Vittoria piena, superba della squadra bustese che nell’urto poderoso ed appassionante ha messo in giusto rilievo quale sia il suo valore. Le due squadre hanno giuocato nel primo tempo in penombra. Giuoco caotico, confuso, privo di idee; in poche parole, 45 minuti di giuoco privo di preziosità e di mordente. Nella ripresa, la Pro Patria ha preso decisamente il comando della partita e, con un giuoco che nulla ebbe a che vedere con la obbedienza ortodossa ai dettami della tecnica, serrò in una morsa di acciaio la difesa alessandrina chiamando a duro e poderoso lavoro la pur valorosa linea estrema piemontese. E il temperamento della squadra bustese, basato sul guizzo sbarazzino e sulla esuberante vigoria, si è rilevato in pieno, collocando alle spalle di Balossino ben quattro palloni. La squadra bustese, come ha giuocato oggi – sempre riferendosi al secondo tempo –, ha messo in mostra la sua quadrata e decisa struttura organica. La difesa estrema, sebbene poco impegnata, ha saputo sempre allontanare con spavalda sicurezza i tentativi del quintetto di punta alessandrino. Con continuità ha giuocato la mediana, che ha avuto in Bocchi il guidatore e il coordinatore intelligente di ogni offensiva e difensiva. La linea di attacco ha giuocato bene; il quintetto ha filato bene. Niente fretta e meticolosa ricerca del bel giuoco armonioso, ma un tipo di giuoco tutto proprio. Slancio ed esuberanza. Ecco le ragioni dalla significativa vittoria bustese. Tutti e cinque i componenti l’attacco vanno perciò elogiati in blocco. L’Alessandria non ha fatto vedere gran che. Ricercato il fronzolo e il ricamo sulla palla, la squadra ha ceduto poiché in un secondo momento si è intestardita a seguire il giuoco dei bustesi. L’unica azione degna di rilievo dei grigi si è avuta al primo minuto di giuoco, azione che per poco non fruttava agli uomini di Carcano un punto. Per tutto il resto della partita, il suo fu giuoco disordinato. L’attacco apparve privo di idee e incapace di sfruttare anche qualche facile situazione. Al contrario, hanno tenuto molto bene il campo i reparti difensivi. La mediana ha avuto in Bertolini l’uomo migliore, ma anche Avalle e Lauro hanno giuocato coraggiosamente. Il terzetto di estrema difesa ha avuto in Costa l’uomo più accorto, un vero padrone della palla. Non così si può dire di Gallino, il quale ha al suo attivo una somma non indifferente di errori. Buone parate, e molte recanti la sigla della classe, ha compiuto Balossino. Ha diretto l’incontro Turbiani della Spal di Ferrara, il quale ha saputo reprimere subito i tentativi di giuoco duro. Alle 14:50 le due squadre scendono in campo nelle seguenti formazioni: […]. La palla è ai bustesi, ma i grigi se ne impossessano e puntano decisi sulla rete biancoblù. La discesa degli alessandrini è un gioiello e Cattaneo, da pochi metri, costringe Montrasio a prodursi in una difficile parata. Il giuoco ristagna per alcuni minuti a metà campo, poi è Reguzzoni che al 6’ con un tiro fortissimo sfiora l’asta trasversale della casa alessandrina. Una paurosa situazione sotto la rete dei grigi è salvata in corner da Costa al 7’. Dopo quattro minuti, altro calcio d’angolo a favore dei bustesi. Bocchi tira fortissimo; Balossino para, ma la palla gli sfugge di mano. Bertolini tempestivamente interviene e devia ancora in corner. Parata a pugno di Balossino su tiro di Rossi, poi al 12’ Lauro, nell’orgasmo di liberare, manda ancora in corner. Un tiro a lato di Marchina e quindi i bustesi battono il quarto calcio d’angolo. Girata a volo di Rossi il quale sfiora la porta di Balossino da pochi centimetri: al 21’, bella parata del guardiano in maglia grigia su spiovente di Rossi. Azione in linea dei grigi al 22’. Tira Chierico; Montrasio respinge debolmente; raccoglie Ferrari che però colpisce l’asta trasversale della porta dei bustesi. Corner per la Pro Patria al 25’; parata di Montrasio su tiro di Marchina al 27’; al 31’, calcio d’angolo per i grigi senza alcun esito. Bel colpo di testa di Bonivento al 32’, fermato bene da Balossino e quindi al 39’ sempre il guardiano alessandrino deve respingere con difficoltà un raso a terra speditogli da Reguzzoni. Il primo tempo termina trovando i bustesi in area alessandrina. Nella ripresa, la Pro Patria invade subito con decisione l’area degli ospiti. Kregar si lascia rubare il tempo e così fallisce un sicuro punto da pochi metri. Tempestiva uscita di Balossino che, al 2’, allontana con il pugno un forte tiro di Vigna. Al 4’ si ha l’azione che frutta ai bustesi il primo punto: Reguzzoni parte fulmineo e centra alto, raccoglie Vigna di testa, che gira in rete il pallone. Il successo galvanizza i bustesi i quali serrano ora i grigi. Siamo al 12’. I bustesi conducono una discesa bellissima, Reguzzoni allunga a Rossi: il ricciuto bustese invia al centro con precisione e Bonivento, che è ben piazzato, non ha difficoltà a raccogliere il tiro e infilare per la seconda volta la casa di Balossino. Tiro di Rocchi al 13’ e tiro a lato di Cattaneo al 22’. Al 24’, altra paurosa situazione sotto la rete dei grigi: Rossi tira da 15 metri, Balossino para ma il pallone gli sfugge di mano; sembra inevitabile il punto quando il valoroso guardiano riesce a raccogliere il pallone che stava per essere calciato da Vigna. Nuovo lavoro per Balossino su tiri di Vigna e Kregar ed al 28’ meravigliosa azione bustese. Reguzzoni, avuta la palla da Vigna, parte deciso e, giunto a pochi metri, serve bene il pallone stesso a Bonivento il quale segna in modo spettacoloso. Rimessa al centro e nuove parate di Balossino. Mancano sette minuti alla fine quando Rossi, impossessatosi a metà campo della palla, batte in velocità Costa. Gallino gli chiude il passo e gli devia il pallone. Bonivento, che però ha seguito come un’ombra il compagno di squadra, se ne impadronisce e colloca in rete per l’ultima volta. Corner a favore dell’Alessandria al 40’ e tiro di Rossi che sfiora l’asta trasversale della porta alessandrina. Poi la fine. («La Stampa», 10 marzo 1930) Piuttosto incolore il primo tempo, che ha visto raramente i portieri impegnati e che si è passato in lunghe schermaglie. Nel complesso, l’Alessandria ha mantenuto in prevalenza l’offensiva in campo avversario, mentre i tigrotti, con la fulminea prontezza dei loro tiri, hanno portato il maggior numero di attacchi veramente pericolosi, realizzando anche cinque corners contro l’unico subito; alcuni tiri al volo di Rossi sfioravano i pali ed uno era bloccato con fulminea percezione da Balossino. Per contro, l’Alessandria mancava per eccesso di temporeggiamento due occasioni con Marchina e Micheli [Borelli], mentre un doppio tiro di Ferrari rimbalzava due volte sull’asta trasversale. Elettrizzante la ripresa. Subito in partenza, i tigrotti sono sul goal. Vigna entra a Kregar che invano si divincola per sfuggire ai terzini che lo premono. Balossino può liberare, ma la Pro Patria insiste e al 4’ ha il suo primo goal all’attivo. Balossino è appena in tempo a respingere di pugno un pallone che Kregar sta per raccogliere di testa, Reguzzoni se ne impossessa a metà campo, fila sulla sinistra e centra. Vigna, che si è spostato al centro della linea, gira di testa in rete sorprendendo il portiere. La risposta dell’Alessandria viene sventata da Moltrasio con una pronta uscita e si torna presto in campo grigio; l’offensiva, alimentata dall’inesauribile e preciso Bocchi, è ben sostenuta dai tigrotti. Al 13’ Rossi insegue e mette al centro un pallone che già stava varcando la linea di fondo; Kregar raccoglie e tocca di misura, inviando a Bonivento che spara e segna. Al 29’, il terzo goal di stile impeccabile: Bocchi rompe un’azione dei grigi e appoggia a Reguzzoni, allungo a Vigna, centro ripreso da Reguzzoni che, anziché tirare, vola sul goal. A due metri da Balossino che si appresta alla parata, Reguzzoni scarta il pallone sulla destra dove Bonivento ha davanti tutta la porta sgomberata e segna. Ora, l’Alessandria tempestra per salvare l’onore, ma non conclude gran che fuorché un corner. In compenso, è un grigio che procura il quarto goal all’attivo della Pro Patria. E ancora per opera di Bonivento. («La Gazzetta dello Sport», 10 marzo 1930) Il gioco ardente della squadra bustese ha avuto ancora una volta ragione di quello tecnico di una compagine che va per la maggiore, e che contrasta ad oltre le posizioni di punta del campionato. La vittoria della Pro Patria è stata netta e indiscutibile tanto da giustificare pienamente il largo punteggio inflitto agli alessandrini. Le due squadre hanno disputato il primo tempo in sordina, con un gioco caotico, confuso e privo di concezioni tecniche, Nella ripresa la Pro Patria ha preso decisamente il comando della partita, ed ha costretto ad un duro lavoro le linee difensive dell'Alessandria conquistando il netto successo. La Pro Patria per il gioco svolto va elogiata in blocco; ma uno speciale cenno di lode merita la linea d'attacco che nel secondo tempo ha saputo sfruttare con accortezza i precisi passaggi della mediana. Poco impegnata è stata la difesa. L'Alessandria ha avuto nella linea mediana il reparto migliore; Bertolino si è messo in giusta luce nei confronti dei compagni di squadra. Belle parate ha fatto anche il portiere Balossino. Poco conclusiva la linea attaccante che ha sciupato più di una occasione facilissima. Il primo tempo si è chiuso alla pari. La Pro Patria ha avuto 6 corners a suo favore contro uno per l'Alessandria. Alla ripresa la Pro Patria ha segnato il primo punto della giornata al 4° minuto con Vigna, che ha raccolto di testa un preciso passaggio di Reguzzoni. Al 12° minuto si è avuto il secondo punto segnato da Bonivento su passaggio di Rossi. Bonivento ha segnato ancora al 28° e infine lo stesso Bonivento ha ottenuto il quarto goal a sette minuti dalla fine, in seguito a un errore di un terzino avversario. Nel secondo tempo sono stati accordati due corners a favore della Pro Patria la ed uno per l'Alessandria. Arbitro: Turbiani. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) RISULTATI: Ambrosiana-Pro Vercelli 4-0 Brescia-Napoli 2-1 Cremonese-Roma 1-0 Juventus-Livorno 4-1 Lazio-Genova 1893 3-0 Modena-Milan 1-1 Padova-Torino 1-0 Triestina-Bologna 0-1 CLASSIFICA: Ambrosiana, Juventus 27; Genova 1893 25; Torino* 24; Alessandria* 23; Bologna 22; Brescia, Milan 20; Napoli* 19; Pro Vercelli* 18; Roma, Lazio 16; Pro Patria, Triestina 15; Modena 14; Livorno, Padova 12; Cremonese 9. * = gare in meno MARCATORI: Il punto sul campionato La seconda giornata del girone di ritorno offre punteggi notevoli non certamente previsti: questa è la sua principale caratteristica. Quattro risultati si staccano dagli altri: quelli che danno le dure sconfitte dell'Alessandria a Busto Arsizio, del Genova a Roma e della Pro Vercelli a Milano e l'insuccesso del Torino a Padova. Fra queste sconfitte, la più logica, dato il ritorno del Padova, è l'ultima; essa è giustificata inoltre dall'avere il Torino terminata la partita con 9 uomini dopo essere stato privato di Libonatti a metà del primo tempo. Non prevedibili invece nel forte scarto di punti le altre sconfitte. Un'Alessandria battuta per quattro punti a zero non era possibile immaginare, tanto più che l'undici alessandrino contava fino a ieri tre sole sconfitte e subite con non mai più di un punto di svantaggio. Pure assai duro è l'insuccesso del Genova. Da notare nelle altre partite la ripresa della Cremonese e la vittoria del Bologna (incompleto per i noti incidenti che hanno colpito alcuni suoi giocatori) sul terreno di Trieste. Fra tutte le diciotto squadre partecipanti al massimo torneo nazionale, quelle che appaiono finora più a posto sono Juventus e Ambrosiana, che si dividono appunto la prima posizione. il Genova, battuto dalla Lazio, ha perduto il contatto ed è due punti indietro. Pure terreno hanno perduto Torino ed Alessandria. Non molto arretralo è poi il Bologna malgrado le sue disavventure. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)