Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1929/1930
Serie A
19-01-1930 - Giornata: 14 - Livorno - Villa Chayes


Livorno US - Alessandria US 2 - 1 (0 - 1)
RETI: 65. Magnozzi (II) M. [Li] , 79. Magnozzi (II) M. [Li] 8. Ferrari G.[A]

Alessandria US Balossino Natale, Costa Felice, Gallino Luigi, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Borelli Michele, Alessio Pietro, Ferrari Giovanni, Gastaldi Settimo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
LIVORNO US: Lami; Corsini, Innocenti (III) Gastone; Del Torto, Giraldi, Baldi; Breviglieri, Corsetti, Palandri, Magnozzi (II) Mario, Silvestri. All.: Rady Wilhelm.

Arbitro: Pessato Costante (Monfalcone)
Note
Inizio ore 14.30

Commento
Il desiderio di rivedere gli amaranto sul terreno di Villa Chayes e il valore della squadra ospite hanno fatto oggi accorrere attorno al rettangolo di giuoco degli unionisti il pubblico delle grandi occasioni. Gli appassionati non sono certo rimasti delusi, perché il match fu interessante nei primi 45 minuti e assunse nella ripresa uno svolgimento drammatico. Al 9’ dall’inizio, l’Alessandria era nettamente in vantaggio: un allungo di Avalle era ripreso da Alessio, che prontamente rovesciava a Ferrari; l’aitante avanti dei grigi, senza un attimo di esitazione, indirizzava in porta; il pallone raso terra aveva un rimbalzo e, mentre Lami si gettava in tuffo, la palla si insaccava a mezza altezza nella rete livornese. La pressione iniziale degli ospiti aveva creato più di un serio imbarazzo agli estremi difensori unionisti e Corsini prima, Innocenti dopo avevano risolto al 5’ e al 6’ due paurose mischie sotto la porta di Lami. Poi, Magnozzi portava all’attacco i compagni, senza per altro minacciare seriamente Balossino. Le discese livornesi trovavano in Gallino e Costa due uomini che di forza e di precisione respingevano qualunque attacco. Ed era sempre l’Alessandria, con quel suo caratteristico giuoco fatto di lunghi passaggi, di precise puntate, di rapidi smarcamenti, che si manteneva all’attacco obbligando ad un lavoro sfibrante il blocco difensivo livornese. I grigi hanno subito due calci d’angolo al 18’ e 25’; ma, in complesso, sono stati nei primi 45 minuti di giuoco nettamente superiori gli avversari. Altro aspetto ha assunto il secondo tempo; è appena fischiato l’inizio della ripresa che gli amaranto, con quattro magistrali passaggi, sono sotto il goal degli ospiti e Corsetti impegna il guardiano alessandrino che deve arrestare in tuffo; su questa azione bellissima ha inizio la riscossa travolgente dei livornesi; al 7’, i grigi sono in corner: il calcio d’angolo non ha effetto. L’offensiva livornese si fa sempre più incalzante, mentre il giuoco degli alessandrini va gradatamente perdendo di precisione e di chiarezza. Al 16’, dopo un furioso attacco dei grigi, gli ospiti usufruiscono di un calcio d’angolo che non ha effetto; poi, trascinati da Magnozzi, gli amaranto riprendono il comando dell’incontro. Il pubblico, che intravede la possibilità del pareggio, incoraggia a gran voce i beniamini. Al 19’ il capitano livornese, dopo aver driblato tre avversari, con uno dei suoi tiri irresistibili batte Balossino. È il pareggio! L’Alessandria, squadra di valore indubbio, non disarma. I suoi uomini ritrovano anzi la velocità e il brio del primo tempo e la partita si fa di colpo emozionante. Le discese si alternano con una velocità impressionante; più serrate quelle dei grigi, più travolgenti quelle dei livornesi. Al 24’ un potente pallone calciato da Ferrari batte su uno spigolo della traversa e rientra in giuoco: Lami si impossessa della palla e rinvia. Il controattacco dei livornesi è immediato; gli alessandrini devono fare appello ad ogni loro risorsa per non farsi battere. La pressione degli amaranto aumenta; i terzini grigi appaiono più di una volta in difficoltà. Al 33’ Breviglieri centra, Magnozzi riprende a volo e scaraventa in porta. Tiro impeccabile: Balossino raccoglie il pallone in fondo alla rete. Il serrate degli ospiti non approda a nulla e, fra gli entusiastici applausi di migliaia di appassionati, l’arbitro fischia la fine del disputatissimo incontro. L’Alessandria è apparsa una squadra perfettamente equilibrata in ogni linea, e in particolar modo nel primo tempo i grigi hanno condotto l’incontro ad andatura massacrante. L’«undici» livornese è da elogiare in blocco. La linea d’attacco, che esordì domenica scorsa a Vercelli, è apparsa la migliore di quelle che il Livorno può attualmente mettere in campo. Ma un uomo ha giganteggiato nel match odierno: Magnozzi, che è apparso come il migliore dei ventidue uomini. («La Stampa», 20 gennaio 1930) Il Livorno, in evidente progresso di forma, ha vinto brillantemente la sua partita sull’Alessandria per la quale i pronostici della vigilia erano in netto sfavore degli amaranto. Il successo ottenuto da questi ultimi dinanzi a un pubblico entusiasta ma correttissimo che affollava il recinto di Villa Chayes si deve all’impegno e alla foga dell’intero undici livornese, ma specialmente al giuoco attivo del quintetto di attacco, nel quale un uomo ha emerso chiaramente sui compagni rivelandosi il migliore in campo: Magnozzi. Il taurino attaccante livornese è ritornato quello che era ai tempi d’oro e può considerarsi l’artefice dell’impreveduto successo amaranto. I due goals da lui segnati, e specialmente il primo, venuto in un periodo in cui l’offensiva livornese sembrava destinata a infrangersi inesorabilmente sulla agguerrita difesa dei grigi, sono stati veri capolavori di prontezza, di precisione e di potenza. All’efficace comportamento degli avanti amaranto ha corrisposto pure la valida resistenza del trio di retroguardia, che ha dato un prezioso contributo per la difesa del successo, strappato nello svolgimento di una impressionante mezz’ora di giuoco. Nei riparti difensivi, i grigi di Carcano hanno combattuto a fondo impegnando nella battaglia ogni energia per imporre il pareggio. Ma questo, se è stato in differenti occasioni sfiorato, non è stato però raggiunto. I grigi avevano aperto l’incontro rivelando una padronanza sconcertante nel condurre le azioni. La loro superiorità stilistica apparve evidente e invano i livornesi tentarono di opporre alla incalzante offensiva il loro slancio tradizionale. Fu in questo periodo di netto predominio dei settentrionali che Ferrari ottenne quello che doveva essere poi per i piemontesi l’unico goal della giornata. Ciò è avvenuto precisamente all’ottavo minuto. Ferrari, il migliore degli attaccanti grigi, dopo una azione vivacissima sotto la porta di Lami, calciava da una decina di metri un pallone che batteva, per un rimbalzo improvviso, il guardiano livornese. Un punto, insomma, poco convincente, ma che veniva a compensare la effettiva prevalenza degli alessandrini nel primo tempo, in cui un solo calcio d’angolo, ottenuto dai livornesi al 38’, è stato respinto a pugni chiusi da Balossino. Nel secondo tempo abbiamo un mutamento di scena. Mentre i grigi, specialmente per lo sbandamento della seconda linea apparsa come sfibrata dal tenace, estenuante lavoro dei primi 45 minuti di gioco, danno palesi segni di incertezza, gli amaranto tornano in campo come trasformati: premono vigorosamente sull’area grigia dando l’impressione di poter capovolgere le sorti del giuoco. Già al settimo minuto l’Alessandria è costretta a subire un calcio d’angolo. Sventata la minaccia, gli alessandrini reagiscono convulsamente, ottenendo a loro volta, al diciassettesimo minuto, un calcio d’angolo e il pallone, ripreso da Bertolini, va fuori di poco. Tre minuti dopo, il Livorno raggiunge il pareggio. Giraldi, da metà campo, passa a Magnozzi il quale si fa luce giuocando due avversari e fulminando in rete un goal magnifico. Il successo accende ancor più la foga dei livornesi e per poco Corsetti, su preciso passaggio di Breviglieri, non segna un altro punto. Poco dopo, però, una cannonata di Ferrari batte nella traversa e rimbalza sulla linea, ma Lami, prontissimo, riesce a respingere. Ora il Livorno assumeva sempre più nettamente il comando del giuoco. Avalle non riesce più a dare consistenza e coesione alla seconda linea. Al trentaquattresimo minuto, ecco il secondo goal livornese che deve decidere le sorti dell’incontro. Un preciso passaggio di Breviglieri è raccolto al volo da Magnozzi che, con un bolide spettacoloso, batte irresistibilmente Balossino. La fine è drammatica. L’Alessandria, invece di piegarsi al nuovo insuccesso, riprende vigore e appare per energia e volontà lo squadrone del primo tempo, mentre il Livorno bada a conservare la vittoria. La ferrea difesa del Livorno, che ha avuto in Corsini un terzino di classe, deciso nelle entrate, manda a vuoto ogni attacco e la fine, salutata dal pubblico con un senso di sollievo, trova immutato in punteggio. Arbitro Pessato di Monfalcone. Si afferma che l’Alessandria ha presentato reclamo. («Gazzetta del Popolo», 20 gennaio 1930) Gli amaranto hanno vinto oggi la partita decisiva, quella che per la sua importanza agli effetti della classifica è destinata ad influire decisamente nella posizione ulteriore della squadra livornese, che vede così la salvezza dalla retrocessione. Vittoria voluta, quella odierna, e conquistata superando l’iniziale handicap di un goal contro un «undici» come quello dell’Alessandria, che in questa stagione ha dimostrato di valere molto e la prova di oggi ne è la chiara dimostrazione. Nella ripresa, il Livorno – artefice Magnozzi – ha rovesciato la situazione completamente: gli attaccanti si sono fatti avanti e gli ospiti, sotto l’incalzare della minaccia offensiva mantenuta per circa mezz’ora, hanno accusato qualche falla attraverso la quale i livornesi sono passati. Tecnicamente l’incontro è stato uno spettacolo raro, perché le due squadre hanno giuocato veramente bene. L’arbitro, signor Pezzato del Monfalcone, ha assolto bene il suo compito. All’8’ Ferrari segna l’unico goal alessandrino con un forte tiro che Lami non può parare, avendo il terreno ineguale deviato in alto il pallone. Al 3’ della ripresa, attacco di Corsetti salvato dal portiere, che si getta in plongeon; al 5’, traversone di Magnozzi che tira, impegnando il portiere. Al 6’, azione livornese sciupata da Silvestri. Al 20’, allungo di Giraldi in profondità e Magnozzi, che si trova fra i due terzini, tira secco. Goal del pareggio. Al 25’, tiro di Corsetti che impegna Balossino in una difficile parata. Al 34’, secondo goal livornese. Una bella centrata di Breviglieri permette a Magnozzi di calciare a volo un imparabile pallone nella rete alessandrina. È la vittoria. Negli ultimi minuti, azioni alessandrine sotto la porta livornese senza risultato. Poi la fine. («La Gazzetta dello Sport», 20 gennaio 1930) L'incontro tra l'Alessandria e il Livorno non ha deluso l'attesa dell'eccezionale folla di appassionati che gremiva il campo di Villa Chayes. Gli alessandrini hanno subito premuto contro la rete livornese, cercando di mettersi in vantaggio, e all'8° minuto Ferrari, a coronamento di un'azione in linea, ha segnato il goal dell'Alessandria. La reazione livornese è stata immediata, ma gli ospiti si sono difesi bene. Il Livorno ha fatto lavorare molto le due ali Breveglieri e Silvestri e ha imposto una buona superiorità, creando situazioni pericolose. Il primo tempo si e chiuso però lasciando il punteggio invariato. Nella ripresa i livornesi, resi più sicuri circa le loro possibilità, hanno assediato minacciosamente l'area alessandrina. Al 18° minuto Giraldl ha passato a Magnozzi che con uno scatto ammirevole ha superato la difesa avversarla e ha mandato la palla imparabilmente nella rete di Balossino. Al 34° minuto secondo goal del Livorno: Breveglieri ha operato un passaggio preciso a Magnozzi che ha concluso felicemente l'azione. Gli alessandrini non hanno disarmato c anziché stringersi in difesa hanno cercato di pareggiare le sorti: ma i livornesi hanno resistito, terminando la partita in vantaggio. Arbitro: Pezzato. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) RISULTATI: Ambrosiana-Torino 3-0 Bologna-Brescia 0-0 Cremonese-Modena 2-2 Juventus-Genova 1893 0-0 Lazio-Napoli 0-2 Pro Patria-Roma 6-1 Pro Vercelli-Milan 0-1 Triestina-Padova 2-1 CLASSIFICA: Genova 1893, Juventus 22; Ambrosiana 19; Alessandria, Torino 18; Milan 16; Pro Vercelli 15; Bologna, Napoli, Roma 14; Modena, Triestina 13; Lazio 12; Pro Patria 11; Brescia, Livorno 10; Cremonese 7; Padova 4. Il punto sul campionato L'incontro di Torino tra Juventus e Genova si è chiuso col classico « niente di fatto ». Di conseguenza il primato in classifica rimane dopo quattordici giornate, tuttora diviso tra le due squadre, con una linea di vantaggio, se e possibile per i liguri che, confermando il loro attuale rendimento, non hanno ceduto sul campo avversario. Non è questo il solo risultato saliente della giornata. Alessandria e Torino, che domenica scorsa si dividevano il terzo e quarto posto, hanno avuto comune e avversa la sorte a Livorno e a Milano. Il Torino contro l'Ambrosiana ha perduto malamente: ridotto prima a dieci, poi a nove uomini, non ha trovato l'energia per contenere la superiorità degli avversari, che fin dalle prime battute si sono portati in vantaggio, dimostrando un buon grado di efficienza. Con questa vittoria, l'Ambrosiana si porta al terzo posto, distaccata di tre punti dai « leaders » e precedendo di uno Alessandria e Tonno. Accanto al successo degli ambrosiani, si deve ricordare quello conquistato dall'altra squadra milanese, ieri vittoriosa a Vercelli. Per non smentire la sua tradizionale fama di discontinuità, il Milan ha riscattato le prove poco convincenti delle ultime domeniche con una luminosa affermazione su quel campo dove nessuno, quest'anno, aveva vinto e solo Genova e Alessandria avevano pareggiato. Ciò dimostra che la combattività del Milan, offuscata solo da qualche squilibrio di inquadratura, è sempre vitale. L'interessante gara tra Lazio e Napoli, che ha avuto l'onore di contare il Duce tra gli spettatori, si è risolta con una vittoria dei napoletani, che hanno confermato la saldezza del loro blocco difensivo - già rivelatasi in altre occasioni - oltreché le facoltà realizzatrici della linea d'attacco. Il Bologna è incappato in una nuova giornata di sterilità offensiva ed è stato costretto a chiudere alla pari con gli ospiti bresciani che, fuori dal proprio campo, sanno difendersi molto bene La Pro Patria, di solito parsimoniosa nel segnare i goals, ha battuto con un punteggio clamoroso il Roma, ciò che può essere giustificato da un collasso dell'estrema difesa romana. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)