Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1928/1929
Div. Nazionale
04-11-1928 - Giornata: 6 - Alessandria - campo degli Orti
Girone A


Alessandria US - Milan FC 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 42. Banchero (I) E.[A]

Alessandria US Morando Clemente, Lauro Armando, Costa Felice, Avalle Edoardo, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
MILAN: Compiani; Perversi, Schienoni; Marchi, Sgarbi, Pomi; Torriani, Santagostino, Pastore, Aigotti (I) Stefano, Tansini. All: König Engelbert.

Arbitro: Osti Carlo (Ferrara)
Note
Giornata serena, terreno fangoso.

Commento
La folla ha assistito alle ultime battute nell’incontro nell’ansiosa aspettazione della sua chiusura. «Tre minuti! Due minuti! Un minuto!» si gridava dalle tribune ai giocatori alessandrini. E questo cronometraggio orale voleva essere una esortazione a resistere; a difendere ancora strenuamente quell’unico punto conquistato nel primo tempo dai grigi. Quando il signor Osti ha fischiato per l’ultima volta, da molto petti gonfi è uscito un respirone di sollievo: l’Alessandria aveva vinto. Era accaduto, in riassunto, questo. L’Alessandria aveva tenuto in pugno il gioco per una sessantina di minuti; poi si era disunita, aveva visto scemare l’efficienza di qualche suo uomo, aveva sentito che la sua azione si fermava per la stanchezza della squadra, che si era battuta con slancio mirabile fino al palesarsi della crisi. E il Milan, che per tutto il tempo del predominio alessandrino aveva vagato – sperduto nel buio – sul campo non elevandosi che nella sua area, dove si batteva da leone, proprio allora partiva a grande andatura. Così i grigi, che in casa propria l’avevano fatta da padroni, avvertivano il pericolo quando non erano più in condizione di contrapporne un altro agli avversari, e dovevano subire l’avanzata dei terzini e dei mediani milanisti, che gettavano il loro scardinato attacco all’assalto della porta alessandrina. Se non erro, Morando ha operato la parata più difficile della partita a tre minuti dalla fine, bloccando il pallone scaraventato con potenza da Santagostino in un corridoio apertosi fra una dozzina di giocatori che si ammassavano davanti a lui; Morando ebbe l’intuito del tiro e strozzò nella sua presa ferrea l’insidia. Fu l’atto decisivo della partita. Dopo, vennero tre minuti di caos e il giusto salvataggio della vittoria da parte della squadra locale. Questo il lato pittorico e, se volete, drammatico della contesa; ma c’è altro da dire, più importante. Su un terreno come quello alessandrino, non era logico si giocasse una partita di football. Un pantano, un mare fangoso («terra inumana!»). La vittoria esula dall’abilità di una squadra per vivere sui capricci della sorte. Tuttavia, l’Alessandria è riuscita, per tutto il primo tempo, a fare della tecnica pure nel fango. Con quanta intelligenza si è adattata a… scriver sonetti sulla melma la squadra di Gandini! L’attacco grigio, lanciato dai mediani, piombava nell’area di rigore avversaria per battersi contro l’estrema difesa del Milan, che «teneva» in modo superbo. Due uomini emergevano: il portiere del Milan, Compiani, e l’avanti dell’Alessandria, Marchina. Al primo, la squadra milanista deve se l’insuccesso non si aggravò nelle fasi di predominio dei grigi; all’attività indiavolata di Marchina, l’Alessandria deve la saldatura dei suoi più bei momenti offensivi. Sporco, guizzante come un folletto, questo giovanetto biondo, solido come un torello, lottò con un dannato accanimento, la spuntò sempre contro gli avversari, manovrò la palla con una precisione e una perfezione che sono soltanto nello stile di un grande campione. L’Alessandria ha, dunque, un prodotto nuovo? Indubbiamente, sì. Il primo tempo volse, dunque, a quasi totale vantaggio dell’Alessandria, che seppe dargli un netto tono offensivo, lasciando al Milan un limitato compito di contrattacchi, che pure avevano il loro peso, nel quadro dell’incontro. Lauro piombò sui piedi di Santagostino, che si apprestava a tirare da pochi metri; Aigotti si lasciò passare sotto il naso la palla centrata da Torriani quando, con un debole colpo, avrebbe sancito un goal imparabile. Sono gli episodi salienti del Milan, che si inseriscono nello sviluppo costante dell’offensiva alessandrina, varia di temi, ricca di risorse, energica e martellante, che slomba la linea mediana avversaria e mette in luce la potenza dell’estrema difesa milanista. Schenoni e Perversi sbarrano il passaggio agli attaccanti avversari e non cadono; Compiani non sarà battuto che con un tiro di sorpresa, in un momento speciale dell’incontro. La partita s’era fatta improvvisamente burrascosa. Da prima uno scontro fra Banchero e Perversi, poi un altro fra Pastore e un avversario avevano acceso un po’ gli animi. Le squadre sembravano disorientate, quando Marchina acciuffava la palla, l’allungava a Cattaneo il quale, sebbene ostacolato da Schienoni, riusciva a passarla al centro; era un passaggio di ritorno, ma Banchero lo sfruttava, deviando prontamente il pallone nella porta del Milan; Compiani non aveva neanche il tempo di tentare la parata. Anche le prime fasi della ripresa erano per i grigi. Proprio al primo minuto, Compiani doveva parare in tuffo un tiro di Cattaneo. Il pubblico si elettrizzava. L’Alessandria sembrava destinata a far bottino. Ecco Compiani all’opera ancora in seguito ad una punizione battuta da Gandini; respinta spettacolosa. Più tardi, il valoroso portiere del Milan sarà in difficoltà per un tiro di Avalle da una ventina di metri: afferra la palla, ma se la lascia sfuggire, Cattaneo è lì, mentre Compiani è ancora a terra. Ma l’alessandrino ha un inesplicabile indugio: l’azione si fa caotica per l’accorrere dei difensori, che chiudono oramai il varco della porta che, per un momento, si era offerta tutta spalancata e vuota di guardiani a Cattaneo; Schienoni risolve la complicata situazione provocando un calcio d’angolo. Il Milan comincia, a questo punto, a tirar fuori fiato fresco. I suoi mediani si distaccano finalmente dal fondo del campo per venire a lavorare presso al campo per venire a lavorare presso ai proprii attaccanti. Ma l’Alessandria ha ancora il suo spirito leonino. È una discesa iniziata da Chierico e da Banchero, nella quale s’innesta Ferrari, Compiani esce risolutamente, ma la palla resta ai grigi. La porta del Milan è nuovamente incustodita, a Cattaneo il compito di spedire il pallone, ma l’alessandrino non è in vena: anche questa volta, non sa cogliere il facile merito, sparando un tiro sufficiente a far uscire la palla lateralmente. Poi, la squadra di Gandini cede. Il Milan abbozza i primi attacchi decisivi; non incontra reazioni offensive, si avvede che il suo compito è cambiato e si fa minaccioso. Il pubblico resta perplesso e, quando si decide ad incoraggiare la sua squadra, già il Milan è in piena azione. Ma gli attaccanti milanesi nemmeno sfiorano lo stile dei loro avversari: spinti dalla linea mediana, tormentano la difesa avversaria, ma non sanno superarla in modo decisivo. Tuttavia, il compito dell’Alessandria diventa serio. Aigotti, su un centro di Torriani, ripete l’errore di Cattaneo, sciupando una facile occasione propizia al pareggio. Soltanto sul finire dell’incontro, l’Alessandria ha un ritorno aggressivo. Si arriva alla fase, già accennata, del tiro di Santagostino parato da Morando e alla chiusura della partita che richiese a ventidue uomini una volontà inflessibile e un’energia eroica, e non consente di poter dire che cosa siano realmente il Milan e l’Alessandria. Ecco due squadre rinviate a una più degna prova d’appello. (Renato Casalbore, «Gazzetta del Popolo», 5 novembre 1928) Il sole, comparso dopo un’intera mattinata di pioggia e dopo una mattinata di nebbia che aveva fatto ritenere incerta l’effettuazione della partita, ha recato una luminosa e calda nota primaverile sul campo degli Orti. Disgraziatamente, il «ministro maggiore della natura» non ha avuto il tempo di prosciugare il terreno e, davanti agli occhi della folla che si pigiava nella tribuna e sulle gradinate (notata la presenza di parecchi milanisti, di parecchi sportivi di marca granata e dei pezzi grossi del Casale), il campo è apparso come una landa melmosa. Nel fango attaccaticcio, le riserve dell’Alessandria e del Derthona stavano dando una chiara dimostrazione… dell’impossibilità di giocare. Irriconoscibili, tortonesi e alessandrini si arrabattavano a strappare il pallone dal vischio tenace. I già neri leoncelli dovevano compiere eroismi per contenere la segnatura dei più abili e prestanti avversari in limiti onorevoli, senza speranza di capovolgere il giuoco, poiché nessuna potenza umana riusciva a portare il pallone a venti metri di distanza. Una battaglia ardente, che rendeva ammirevoli quei ragazzi che si battevano nel nome del più puro senso sportivo, anche se le disavventure del giuoco e delle tombole assumevano talvolta aspetti supremamente comici. Non molto migliore la sorte che attendeva le due squadre maggiore, accolte al loro apparire da applausi cavallereschi e nutriti. La potenza da calciatori di prima squadra ha permesso loro di districarsi meglio dalle difficoltà del terreno; ma quanto a far giuoco, impossibile. A partita ultimata, e a vittoria dell’Alessandria logicamente registrata, rimane ancora da stabilire quale delle due squadre avesse i numeri per vincere la battaglia in altre più regolari condizioni di terreno. Pari nella volontà di battersi e col corretto accanimento nel contendersi il pallone, le due squadre hanno fatto tutto quanto stava in loro per soverchiare l’avversario. E, in questa lotta, sono apparse virtù preclare e meriti grandi da una parte e dall’altra. Virtù e meriti del tutto individuali, poiché il terreno non ha ammesso che si potessero svolgere azioni assieme, le uniche che precisino le doti e lo stile di una squadra. Grosso modo, si può dire che gli uomini dell’Alessandria hanno mostrato una maggior prontezza nel fronteggiare gli imprevisti delle situazioni assurde create dal fango, una foga ed uno scatto superiori a quelli dei milanisti, una maggiore abilità nell’adattarsi al terreno, svolgendo una tattica a larghe maglie. Il Milan ha fatto invece grande sfoggio… di intenzioni. Mosse che sono apparse indovinatissime, ma che hanno mancato lo scopo a causa del terreno, dicono che la squadra rossonera possiede il senso del giuoco. Dopo mezz’ora di tentativi, i milanisti riuscirono anche a lanciare opportunamente le loro ali, e hanno avuto i loro bei momenti e le loro buone occasioni. Regolarmente mancate, del resto, come sono state mancate dai grigi quelle più numerose che avevano saputo crearsi davanti a Compiani. Tutte tranne una, quella della vittoria, cui hanno dato le ali la brillante attività dell’infaticabile Cattaneo, la prontezza nel tiro di Banchero e, forse, un pochino di coda del diavolo, poiché il pallone – prima di filare nell’angolino basso alla destra di Compiani – ha urtato nella gamba di Sgarbi. La leggiera deviazione che ha reso anche più imparabile un tiro già di per sé insidiosissimo, perché forte, improvviso e ben diretto. Il goal è venuto al 39’ del primo tempo, a coronamento di un periodo di intensa offensiva alessandrina. Del resto, l’intero primo tempo è stato di marca grigia, e Compiani è stato l’eroe di numerosi salvataggi. L’indemoniato duo Cattaneo-Marchina portava nel fondo palloni preziosissimi che – collocati sul fronte Banchero-Ferrari – davano vita a episodi drammaticissimi. Gandini reggeva magnificamente al massacrante giuoco di sostegno, nel bel mezzo del pantano, e Avalle sapeva distinguersi in più di un’azione. Solo qualche puntata milanista, astutamente comandata da Torriani, metteva davanti a Morando palloni pericolosissimi. Mediani e terzini rossoneri, pur battendosi come leoni, vedevano troppo spesso i loro tentativi di passaggi stretti annullati dal fango. Nel secondo tempo, la battaglia era più equilibrata. I milanesi avevano capito che solo sulle ali era possibile giuocare, poiché il terreno era praticabile ai quattro angoli del campo, e – Gandini avendo ceduto alla fatica – gli attacchi si alternarono da una porta all’altra. Morando doveva ricorrere anche lui a parate pericolosissime. Era Tansini che si distingueva con buone fughe, mentre Aigotti, Pastore e Santagostino erano pronti a balzare sui palloni fortunosi. La mediana milanista, sempre attiva ed energica, sapeva gravitare all’attacco, lasciando al loro compito i terzini che facevano miracoli pur tenendo l’anima coi denti per l’evidente crisi di stanchezza sopravvenuta allo snervante lavoro. Anche in questo tempo, però, Compiani aveva maggior lavoro del suo rivale Morando. Concludendo: l’Alessandria ha meritato la vittoria. Non solo, ma si può proclamare che è andata oggi come meglio non si poteva in simili condizioni. Quanto al Milan, esce dal campo battuto, ma a fronte alta. Ben poche squadre avrebbero oggi tenuto fronte alla volontà di vittoria dei grigi con lo stesso ardimento dei milanisti. La battaglia d’oggi onora i ventidue attori in campo anche se, per forza di cose, la loro abilità è stata a tratti ridicolizzata dalle beffe del terreno. E l’elogio è tanto più meritato in quanto la partita di forza che metteva più del voluto gli uomini a contatto di gomito è stata giocata con la massima correttezza. Una sola volta due giuocatori sono rimasti a terra accusando colpi. Verso la fine della ripresa, un’entrata di Aigotti su Morando procurava una contusione alla spalla del portiere e l’esasperata quanto pronta reazione di Lauro rendeva ad Aigotti la pariglia. L’arbitro Osti di Ferrara ha diretto la partita con assoluta precisione, cogliendo a volo dei fulminei fuori giuoco e trovandosi sempre presente nei momenti culminanti delle azioni. Il pubblico gli ha mostrato il viso dell’armi, perché non si avventurava nel centro del campo; ma non occorreva essere arbitri per comprendere che, nel fango, Osti non avrebbe potuto correre per novanta minuti e che, per giunta, sarebbe stato disturbatissimo dal sole obbliquo. Impossibile dettagliare la spezzettatissima partita. Ecco qualche episodio saliente. Primo tempo: sole a favore del Milan. Corner contro il Milan: presa di Compiani su tiro Banchero. 8’: Banchero si libera dei terzini, ma spara alto. 15’: brillante azione di Santagostino, che reca il pallone a Pastore, a quattro metri da Morando; l’ex juventino marca di prontezza e Gandini gli si butta davanti, salvando la situazione. 16’: fulmineo tiro basso di Cattaneo, parata Compiani. 22’: azione Pastore e tiro di Santagostino, presa precisa di Morando. 23’: corner contro il Milan. 24’: potente shoot di Santagostino che rade la linea bianca, Aigotti balza avanti ma è in ritardo di un soffio e il bolide esce a fil di palo. 25’: respinta Compiani su tiro Cattaneo; corner contro il Milan. 27’: tiri di Banchero e di Marchina, prese di Compiani. 31’: corner contro Alessandria. 33’: su tiro di punizione di Gandini, Cattaneo centra e Marchina alza un pallone pericolosissimo. 37’: corner contro il Milan. 39’: il goal di Banchero. 42’: corner contro Alessandria. 43’: su tiro Banchero, Compiani lascia sfuggire il pallone, che però riprende prima che varchi la linea bianca. 44’: salvataggio di Lauro e Costa da una azione Torriani-Santagostino-Pastore. Secondo tempo: sole basso a favore dell’Alessandria. 1’: tiro basso Cattaneo, para Compiani a terra e si libera da irruzione dello stesso Cattaneo. 2’: uscita Morando su centro Torriani. 5’: respinta Compiani su puntata Marchina; tiro a lato di Ferrari; prese di Compiani su tiri da vicino. 7’: Compiani devia in corner un tiro di Marchina. 8’: respinta di Compiani, ripresa di Cattaneo che butta fuori. 9’: tiro Marchina che Compiani devia in corner. 10’: attacchi Pastore-Tansini. 13’: corner contro Alessandria. 18’: fuga Chierico, centro, mischia con Compiani fuori porta, Cattaneo si libera e tira fuori. 23’: fulminea incursione di Pastore, che perde la palla nel fango. 26’: tiro Cattaneo che batte Compiani; il goal viene annullato per fuori giuoco. 28’: su centro Tansini, Aigotti spara fuori. 29’: tempestose mischie davanti a Morando. 31’: duplice intervento di Schienoni su attacco di Banchero e Chierico. 32’: fuga Torriani e azione Aigotti-Santagostino spezzata di forza. 33’: corner contro il Milan. 43’: tiro Torriani, Morando para in tuffo; 44’: corner contro il Milan. (Mario Zappa, «La Gazzetta dello Sport», 5 novembre 1928) Ecco, finalmente, una chiara, netta, convincente vittoria grigia, più significativa, certo, del crudo risultato. L’Alessandria, dopo le incertezze iniziali che parevano destinate a rinnovare la passione dei matches pari, ha svolto oggi un gioco franco, sicuro, deciso in ogni suo reparto, pervenendo alla conquista della vittoria sopra una compagine volitiva e possente e fino ad oggi imbattuta. I diavoli rossoneri, scesi tra noi al gran completo e col fermo proposito di rinnovare le vicende fortunate delle prime partite, sono scattati all’inizio con bellicose intenzioni, ma sono stati immediatamente imbrigliati dalla difesa dei grigi che, a loro volta, sono corsi all’assalto della rete di Schienoni pervenendo al successo prodotto, sia pure contenuto in termini modestissimi. Occorre però notare che ben due punti segnati da Cattaneo sono stati annullati dall’arbitro ed altre due facilissime occasioni sono mancate a porta vuota per l’eccessiva precipitazione degli avanti grigi. Comunque, anche così mutilato, il successo dei campioni concittadini non ammette discussioni di sorta sul valore e sullo svolgimento della gara che ha avuto un largo concorso di pubblico favorito dalla splendida giornata autunnale. Il campo di gioco invece era ridotto ad una larga zona acquitrinosa, cosparsa di fango denso e pesante per le piogge torrenziali di questi giorni; il che ha reso indubbiamente sfibrante l’incontro mettendo a dura prova l’abilità e la resistenza dei contendenti che hanno fatto sforzi inauditi per conferire alla disputa un tema qualsiasi di combattività deformato sovente o rallentato dal fondo del terreno. Alla fine della sudata fatica i giocatori hanno raggiunto gli spogliatoi apparendo quasi irriconoscibili per le larghe chiazze di mota cosparse su tutte le parti del corpo. Agli ordini dell’arbitro Osti di Ferrara le squadre così si schierano […]. La palla è ai concittadini che giocano col sole negli occhi; un serrato attacco è subito portato da Cattaneo-Banchero-Ferrari, fermato in corner: l’assalto alla rete milanista dura, furiosa e vibrante, fino al 15’ allorché una fuga ben combinata da Pastore ed Aigotti porta l’azione sotto la rete di Morando e l’Alessandria è in penosa situazione, risolta fortunosamente dal deciso intervento degli estremi difensori. Altro tiro di Aigotti al 21’ bloccato bene dal portiere grigio, poi il Milan è in corner altre due volte e nascono vivaci mischie sotto la rete milanista. Al 25’ un passaggio di Torriani in profondità a Santagostino è allungato subito ad Aigotti che, in corsa, manca la facile occasione. Immediata reazione grigia che costringe ancora in corner i rossoneri al 27’ ed al 29’; finché al 39’ un centro di Cattaneo è raccolto in un tempo da Banchero che segna imparabilmente. Un minuto dopo un altro centro di Cattaneo è deviato in goal da Chierico, ma l’arbitro annulla il punto. Nella ripresa l’assalto alla rete di Compiani dura esattamente per un buon quarto d’ora, in cui la rete milanista sembra debba essere vulnerata da un momento all’altro. Tutti i rossoneri sono a ridosso della loro porta seriamente minacciata: i calci di punizione ed i corners si succedono sovente come i tiri ben diretti di Banchero, Ferrari e Cattaneo; ma la rocca non cede. Succede un momento di stasi nei due campi, poi qualche attacco milanista, diretto da Pastore e sorretto dalle ali, comincia a profilarsi. Ciò malgrado, al 25’ Cattaneo segna, in una nuova furibonda mischia sotto la rete di Compiani, un altro goal annullato anche questo. Poi due brutte situazioni si succedono sotto la porta di Morando, create ancora da Pastore e da Aigotti esattamente al 28’ e al 29’. Il gioco diventa ora duro e falloso: i milanisti hanno un magnifico risveglio che li porta a minacciare per circa un quarto d’ora la rete di Morando senza tuttavia prevalere. La difesa grigia resiste magnificamente; non solo, ma riesce ancora a portare qualche buon assalto all’estremo baluardo rossonero, ottenendo altri due calci d’angolo infruttuosi come tutti i precedenti. La fine, sospirata, giunge in tempo a premiare i grigi che escono dal campo vivamente acclamati. («Il Littoriale», 5 novembre 1928) Partita accanita, combattuta con aspra tenacia e con straordinario ardore dalle due parti, alla caccia della vittoria. Il punteggio dice con sufficiente esattezza il valore delle squadre in campo. I grigi, leggermente superiori nel complesso del match, hanno ottenuto il successo, assai contrastato però dai rossoneri. Mentre l’Alessandria ebbe una nettissima prevalenza nel primo tempo, il Milan seppe minacciare a lungo nella ripresa, sfiorando più volte il pareggio. Il terreno pesantissimo non offrì alcun motivo di ordine tecnico. I grigi iniziano a grande andatura, costringendo il Milan a salvarsi in corner, e permangono all’offensiva fino al 20’, quando i rossoneri passano alla controffensiva. Alterne vicende, poi al 39’ si ha il goal alessandrino: una fuga di Cattaneo, un suo centro che Banchero raccoglie, mandando fulmineo in rete. Nel contrattacco, l’Alessandria è in corner. Nella ripresa si ha la riscossa del Milan, che costringe i grigi a serrarsi in difesa. L’Alessandria ogni tanto spezza la morsa avversaria con delle pericolose incursioni in campo nemico, ma la fine è fischiata e vede l’Alessandria vittoriosa. («La Stampa», 5 novembre 1928) Il predominio alessandrino è stato sensibile nel primo tempo, in cui è emerso il saldo e calmo gioco dei difensori milanesi. Dopo numerosi attacchi alla rete milanista, Banchero, al 39’, raccogliendo una perfetta centrata di Cattaneo, ha segnato l’unico punto per la sua squadra. Pochi minuti dopo, l’arbitro ha annullato un secondo punto segnato ancora da Cattaneo. Nella ripresa, il gioco si è fatto pesante e l’arbitro non l’ha saputo subito frenare. Nei primi venti minuti, l’Alessandria ha prevalso, poi il Milan, lanciandosi alla ricerca del pareggio, ha minacciato seriamente la rete avversaria, bene difesa dal portiere Morando, alla cui bravura si deve in gran parte se la vittoria è stata conservata. Durante un breve periodo di reazione alessandrina, un altro punto di Cattaneo è stato annullato per fuori gioco. Lo stesso Cattaneo ha perduto un’ottima occasione per segnare a porta libera durante un’uscita intempestiva del portiere milanese. Della squadra milanese è piaciuto tutto il blocco difensivo; la linea attaccante non si è sempre trovata a suo agio sul terreno pesante. Dell’Alessandria si sono distinti specialmente il portiere Morando, il centrosostegno Gandini e gli attaccanti Banchero e Cattaneo. («Corriere della Sera», 5 novembre 1928) A partita ultimata ed a vittoria alessandrina logicamente registrata, rimane ancora da stabilire quale delle due squadre avesse i numeri per vincere la battaglia in altre più regolari condizioni di terreno. Pari nella volontà di battersi col corretto accanimento nel contendersi i palloni, le due squadre hanno fatto tutto quanto stava in loro per soverchiare l’avversario. Gli uomini alessandrini hanno mostrata una maggiore prontezza nel fronteggiare le impreviste situazioni assurde create dal fango, una foga e uno scatto superiori a quelli dei milanisti. Il Milan ha fatto invece grande sfoggio di intenzioni. Il goal è venuto al 39’ del primo tempo, a coronamento di un periodo di intensa offensiva alessandrina. Del resto l’intero primo tempo è stato di marca grigia e Compiani è stato l’eroe di numerose salvezze. Nel secondo tempo la battaglia è stata più equilibrata e la partita è stata giuocata con la massima correttezza. Una sola volta due giuocatori sono rimasti a terra accusando colpi. Verso la fine della ripresa, un’entrata di Aigotti su Morando provocava una contusione alla spalla del portiere e l’esasperata e pronta reazione di Lauro rendeva ad Aigotti la pariglia. («La Gazzetta del Mezzogiorno», 5 novembre 1928) La squadra alessandrina ha finalmente riconquistata la completa fiducia dei suoi supporters. Domenica, contro il Milan, ha pienamente convinto per l’ottimo gioco svolto durante i novanta minuti della partita. Già nella partita contro il Roma si erano riscontrati in essa i sintomi di un efficace risveglio; domenica, tale impressione è stata pienamente confermata. L’Alessandria sta dunque avviandosi verso la sua migliore efficienza, si è rimessa in cammino verso quella gloria sportiva alla qual; non può tardare a giungere perché ha tutte le possibilità tecniche ed una grande volontà. Il primo passo è stato compiuto domenica. La partita di domenica può ben dirsi regolarissima nel suo svolgimento e nel suo risultato. La vittoria dell’Alessandria non può avere stupito nessuno (era noto il ritorno in efficienza della squadra grigia), tanto più perché conseguita attraverso ad una, sia pur lieve, superiorità di gioco. E fu una vittoria meritata, perché l’Alessandria dimostrò, nel corso della partita, di essere di qualche gradino superiore allo squadrone del Milan. E non si può dire che il Milan abbia giocato una brutta partita: tutt’altro. Domenica, la squadra rossonera ha svolto un superbo gioco difensivo ed offensivo, degno in tutto di un grande squadrone. Ma i grigi hanno saputo abbattere l’ostacolo con una tale energia da lasciare la più profonda impressione. Anche nel fango, essi hanno saputo adattare il loro gioco tecnico e redditizio. Ed anche nelle frequenti lotte corpo a corpo hanno dimostrato di superare gli avversari in volontà costanza e spirito di sacrificio. Il pubblico non si attendeva certo, dopo la cattiva prova contro il Casale, una così pronta reazione, ed ha gridato più volte il suo plauso ed il suo incitamento, dimostrandosi, alla fine della partita, seppure la vittoria fosse stata strappata coi denti, completamente soddisfatto della bella prova. Colla partita vittoriosa di domenica, l’Alessandria ha voluto dimostrare che le apprensioni dei supporters circa la sua scarsa efficienza non hanno più ragione di essere. Domenica, la squadra ha funzionato a meraviglia. Se si eccettua un quarto d’ora del secondo tempo in cui ha ceduto, un po’ per la stanchezza e un po’ per l’energica reazione degli avversari, nel rimanente della partita è rimasta l’assoluta dominatrice della situazione, e si deve solo alla ancora non completa efficienza di qualche attaccante se fa sua vittoria non fu più clamorosa. La maggior parte dei suoi elementi, però, è già in piena efficienza, e crediamo che non si dovrà tardare molto per rivedere, nell’Alessandria, il possente squadrone dello scorso anno. Morando, attualmente, non ha nulla da invidiare ai più grandi portieri d’Italia: domenica, ha sfoggiato alcune parate in grande stile meritandosi il più caloroso elogio. Lauro e Costa, ormai famigliarizzati col gioco dei mediani, non fanno più rimpiangere la bella coppia di terzini dello scorso anno. Gandini sempre possente, Avalle in continuo progresso e Bertolini, già sufficientemente ripresosi dopo la crisi iniziale. La prima linea conta tre uomini in piena efficienza, Banchero, Marchina e Cattaneo, mentre palesa una leggera deficienza nella parte sinistra, dove però milita Ferrari sul cui prontissimo ritorno in forma non si può dubitare. La squadra può quindi ormai dirsi a punto. Siamo convinti che, nelle prossime partite, essa saprà fare ancora di più di quanto ha saputo fare nelle ultime due partite e riprenderà senza dubbio, la vittoriosa via percorsa tanto brillantemente nella scorsa annata. («Il Piccolo», 10 novembre 1928) RISULTATI: Legnano-Atalanta 1-1 La Dominante-Bari 1-0 Livorno-Torino 1-3 Modena-Casale 4-0 Novara-Roma 1-3 Prato-Pro Patria 2-2 Triestina-Padova 3-0 CLASSIFICA: Torino 12; Milan 10; Alessandria, Pro Patria, Roma 8; Casale, Modena 7; La Dominante, Padova 6; Atalanta, Triestina 5; Livorno 4; Bari, Legnano, Prato 3; Novara 1. Il punto sul campionato Al termine della sesta giornata del campionato di Prima Divisione il girone A ha una capolista solitaria: il Torino che è a punteggio pieno dopo il successo ottenuto sul Livorno, complice la sconfitta del Milan, seconda in graduatoria, per mano dell'Alessandria, che ha confermato la potenza della squadra granata mettendo in evidenza le notevoli qualità di gioco. In terza piazza tre compagini a pari punti: la Roma, assieme all'Alessandria, vittoriosa di misura sul Novara nonostante il vantaggio iniziale dei piemontesi e la Pro Patria che è stata raggiunta, nel finale, dal Prato. Il Casale, dimostrando qualità tecnico/tattiche inferiori, è stato sconfitto a Modena. Sul campo neutro del Genova a Marassi la Dominante ha sconfitto il Bari.

Girone A

Alessandria US - Milan FC 1 - 0 (1 - 0)

RETI:

42. Banchero (I) E.[A]

Alessandria US

Morando Clemente, Lauro Armando, Costa Felice, Avalle Edoardo, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo

All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

MILAN: Compiani; Perversi, Schienoni; Marchi, Sgarbi, Pomi; Torriani, Santagostino, Pastore, Aigotti (I) Stefano, Tansini. All: König Engelbert.

Arbitro: Osti Carlo (Ferrara)

Note

Giornata serena, terreno fangoso.

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Girone A

Alessandria US - Milan FC 1 - 0 (1 - 0)

RETI:

42. Banchero (I) E.[A]

Alessandria US

Morando Clemente, Lauro Armando, Costa Felice, Avalle Edoardo, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo AngeloAll.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

MILAN: Compiani; Perversi, Schienoni; Marchi, Sgarbi, Pomi; Torriani, Santagostino, Pastore, Aigotti (I) Stefano, Tansini. All: König Engelbert.

Arbitro: Osti Carlo (Ferrara)

Note

Giornata serena, terreno fangoso.

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Morando Clemente, Lauro Armando, Costa Felice, Avalle Edoardo, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo

All.: Carcano Carlo