Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1928/1929
Div. Nazionale
01-11-1928 - Giornata: 5 - Roma - stadio del PNF
Girone A


Roma AS - Alessandria US 2 - 2 (1 - 1)
RETI: 7. Volk R. [Ro] , 54. Bernardini F. [Ro] 27. Cattaneo R.[A], 61. Banchero (I) E.[A]

Alessandria US Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli Michele All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
ROMA: Ballanti; Barzan, Corbjons; Ferraris (IV) Attilio, Bernardini, D'Aquino; Benatti, Fasanelli, Volk, Degni, Chini Ludueña. All: Garbutt William.

Arbitro: Ferro Camillo (Milano)
Note
Spettatori: 12.000. Inizio gara ore 15:00. Secondo «Il Littoriale», l’Alessandria schierò Chierico in luogo di Borelli.

Commento
Partita ricca di episodi incandescenti e di fasi altamente drammatiche: si può dire che il gioco ha vissuto sempre all’ombra dei paletti e che la palla si sia soffermata al centro solo il tempo necessario per viaggiare da un capo all’altro. I ventidue giocatori hanno offerto alle 12 mila persone convenute allo Stadio uno spettacolo di generosità entusiasmante che trova raro riscontro. Il 2 a 2 viene perciò a premiare ambedue le squadre. Infatti si è avuto un perfetto bilancio di tiri in porta e di punteggi: dove il vantaggio spetta alla Roma è nella continuità delle discese, che sono state in gran numero maggiori. Gli alessandrini hanno mostrato maggior risolutezza nell’area, come di gente che non avesse tempo da perdere, e sopra tutto maggior precisione. Va detto però che i paletti della porta dei grigi hanno giustiziato due imparabili palloni scoccati da Volk. In fatto di fortuna è bene però non parlare troppo, ché la Dea bendata è spesso comparsa in campo mostrando alterna predilezione. L’errore principale che attribuiamo ai romani è stato quello di voler eccessivamente poggiare il gioco su Chini. Il giallorosso, guardato a vista da Lauro e fatto segno alla particolare attenzione di Rasetto, ha reso quello che ha potuto, ma da lui non si poteva pretendere l’impossibile. Cambiando i tempi a riga fissa, dando un più ampio respiro alle azioni con spostamenti più frequenti, forse le sorti della partita sarebbero state diverse. Ma è inutile ora soffermarsi su questo punto. Sta di fatto che la squadra romana si è lasciata prendere spesso in velocità dai cinque uomini di punta in maglia grigia. Specie nel secondo tempo la mediana giallorossa, completamente a ridosso del reparto di attacco, sempre al lavoro, difficilmente ha potuto dare man forte alla retroguardia. È accaduto così di volta in volta che Barzan e Corbjons si sono trovati alle prese con tutti e cinque gli avversari non sapendo da che parte incominciare. Il secondo goal alessandrino, un capolavoro di potenza, è dovuto appunto ad un attimo di smarrimento di Corbjons. Nel complesso i grigi, pur facendosi bloccare spesso nell’area, hanno fatto sfoggio di un repertorio più vasto e di una concezione di offesa più immediata. I migliori sono apparsi Banchero e Cattaneo. La seconda linea, in stretta collaborazione con la difesa, se l’è cavata abbastanza bene. Morando ha compiuto una lodevole partita. Nelle file giallorosse le cose sono andate altrimenti: la linea mediana, sempre incollata agli attaccanti, è mancata spesso in difesa dove si è distinto ancora Barzan; Ballanti non ha mancato una uscita ed ha bloccato fra l’altro un fortissimo shoot di Banchero: ha lasciato però fortemente a desiderare in due o tre occasioni. Gli halves, fatta eccezione per Degni in pessima giornata, hanno brillato per l’accanimento e la continuità, peccando però di intesa. Impoverito il gioco su Chini e Volk, gli altri hanno rappresentato spesso parti secondarie. I due atouts, a tratti in luce vivissima, si sono trovati a volte completamente sperduti in occasioni favorevoli. La partita, discretamente arbitrata da Ferro di Milano, ha avuto inizio alle 15:00 precise. È l’Alessandria che ingrana le prime discese, invadendo l’area romana. Barzan, stretto dappresso, salva in corner. I romani contrattaccavano ottenendo due minuti dopo un corner. Tira Chini, Bertolini intercetta e allontana. All’8’ Bernardini lancia Fasanelli, il mezzo destro incunea nel corridoio dei due terzini un prezioso pallone; Volk interviene e gioca in pieno Morando: goal. Al 14’ la rete romana è seriamente minacciata. Cattaneo spara a mezza altezza; Ballanti respinge di pugno; Cattaneo raccoglie e tenta ancora la via del goal, ma Ballanti che è sempre sulla traiettoria riesce anche questa volta a rimandare. Il pallone che sembra stregato finisce ancora fra i piedi dell’ala sinistra alessandrina; Ballanti è a terra, Cattaneo a due passi. È un attimo di trepidazione; il terzino romano con uno scatto felino riesce a giungere sul ball un attimo prima che il tiro sia scoccato: la rete è salva. Le azioni si alternano veloci. Gli alessandrini hanno degli scatti paurosi ed al 25’ un pallone calciato fortissimo da Costa spiove nei pressi della casa di Ballanti; debole rinvio di Barzan; intercetta Chierico che rimette al centro. Barzan spara senza esitare e mentre Ballanti non riesce a raggiungere il punto della traiettoria, interviene Cattaneo che segna di testa. Fasi offensive di marca romana che fruttano un corner, quindi il fischio dell’arbitro. La ripresa è subito in favore dei romani che ottengono al 9’ un corner. Batte Chini, il ball piomba sulla soglia della porta, creando una intricata mischia. Costa riesce ad allontanare debolmente, Bernardini stoppa ed invia fra i pali un pallone ad effetto. Quando Morando individua il tiro è troppo tardi: il ball infila l’angolo alto e ricade in rete. Lo smacco porta il disordine fra i ranghi alessandrini e sembra che da un minuto all’altro il punteggio dei giallorossi debba aumentare. Al 15’ nuovo corner contro l’Alessandria. Subito dopo i grigi popolano l’area dei romani; Banchero riceve un pallone a cinque metri dalla rete, il valoroso centroattacco, in piena corsa invia fortissimo in rete senza che Ballanti possa accennare la parata. La controffensiva dei giallorossi frutta due corners, quindi veloce puntata grigia che si conclude con un corner infruttuoso. I giallorossi riprendono l’iniziativa e Volk si vede respingere dal palo due bellissimi tiri. Un corner caratterizza una nuova sfuriata alessandrina. Il serrate è vivacissimo: Bernardini passa a centroattacco e galvanizza i compagni. Mancano cinque minuti alla fine; Degni converge al centro con la palla e Rasetto nella precipitazione di liberare carica malamente il romano. L’arbitro concede la punizione a pochissimi metri dall’area: tira Chini che fa spiovere a fil di palo un pallone che ha tutti i requisiti del goal. Fasanelli – sulla linea fatale – riprende di testa: il ball però finisce fuori di poco. Il match pari è sanzionato. («Il Littoriale», 2 novembre 1928) È stata una partita degna in tutto della sua importanza. Tanto gli uomini dell’Alessandria quanto quelli della Roma hanno giocato col maggior impegno. Diverse per stile, per complesso e per metodo, le due squadre hanno avuto in comune lo spirito forte e la tenace volontà. La vittoria ha ondeggiato, indecisa sull’uno e sull’altro campo, perplessa sul dove posarsi. Sarebbe bastato un disperato tentativo, un ultimo poderoso sforzo di una delle due squadre, ma negli ultimi minuti, benché Bernardini fosse passato all’attacco lasciando il suo posto di centrosostegno a Degni, i rossi non sono riusciti a sviluppare l’azione travolgente che ventimila spettatori attendevano ed i grigi alessandrini, presi nel vortice del disperato giuoco romano, non hanno saputo trovare lo scatto della riscossa. La partita è cominciata con un’offensiva dell’Alessandria. Il giuoco è velocissimo. La seconda linea alessandrina è subito la fonte delle azioni. L’attacco grigio si distende a linea obliqua. L’ala, che si trova al vertice, comanda il giuoco. Ed ecco che Barzan salva con un intelligente intervento la prima scabrosa situazione. Poi viene il primo corner, tirato da Cattaneo. E, d’un subito, la minaccia si fa seria: Borelli, Ferrari e Marchina sono in blocco ad una decina di metri dalla porta romana, in possesso del pallone. Ma è bastato un attimo di indecisione dei tre grigi per annullare tre minuti di offensiva tenace. Quindi, è la volta dei romani. Il giuoco si sposta rapidamente nel campo. C’è subito un corner e, al tiro di Benatti, il pallone rimandato è preso da Bernardini, che subito si avanza. Un passaggio di Volk a Degni e un tiro alto di questo chiudono la prima fase dell’offensiva romana che, quando viene ripresa, si fa più nutrita ed efficace. Nasce, infatti, la situazione del goal. Contro la difesa alessandrina, il terzetto centrale dell’attacco romano ha cattivo giuoco; ma lavora con tenacia. Uno spiraglio viene aperto con astuzia, e Volk entra. Morando gli va incontro, ma il tiro del centroattacco romano non fallisce. È il goal, e la folla si alza in piedi nell’applauso più fragoroso. Siamo all’8’. I grigi rispondono. Un tiro formidabile di Banchero viene respinto miracolosamente da Ballanti, il pallone è ripreso da Cattaneo; altro tiro potente ed altra miracolosa parata del portiere romano; poi, arriva provvidenziale il terzino, Barzan. C’è una cosa, in campo, che stupisce: il meraviglioso affiatamento dei grigi. Essi hanno un giuoco di posizione perfetto. Non se ne vede uno fuori posto. Sicché, le loro azioni risultano di una limpidità eccezionale. Al 25’ Borelli, con un colpo di testa su centrata di Cattaneo, stabilisce il pareggio. Poco dopo, un tiro di Cattaneo impegna seriamente Ballanti. Dopo il 35’, la squadra romana parte improvvisamente all’attacco con una vivacità straordinaria. Cinque minuti di forte offensiva, che si concludono con una azione elettrizzante: azione sviluppata su tutta la linea, perfezionata da un preciso passaggio di Chini e culminata con un tiro secco di Degni che Morando riesce a parare sull’angoletto della porta, gettandosi in tuffo. Nella ripresa, dopo un avanti e indietro inconcludente, l’Alessandria è in corner: tira Chini; non so chi respinge debolmente; Bernardini, con un calcio preciso, fa volare il pallone sulla testa di dieci giuocatori e, sorprendendo il portiere, segna il secondo goal per la sua squadra: è il 9’. Dopo otto minuti, Banchero conclude una delle tante mirabili azioni alessandrine con un traversone fortissimo, che segna il pareggio. Al 20’ Marchina è lanciato sul pallone, ma Ballanti salva, gettandosi in tuffo. Al 25’ Banchero sta per fulminare la porta romana con un raso terra. Al 28’ Volk prende due volte il palo della porta alessandrina e Chini e Ferraris tirano due calci di punizione a quindici metri dalla porta. Al 32’ Banchero tira un altro raso terra da pochi metri. Al 40’ Bernardini passa all’attacco. Dopo due minuti viene concesso alla Roma un calcio di punizione sul limite dell’area di rigore. La folla è tutta in piedi. Lo tira Chini. Viene respinto. Bernardini riposta sotto il pallone. Confusione generale. Il pallone fa i ghirigori più strani. Infine, va a finire sulla testa di Fasanelli che, senza aspettare, gli dà l’indirizzo della porta. Il pubblico alza un grido. Niente di fatto. Il pallone vola sulla rete, al di fuori. Poi, viene la fine. («Gazzetta del Popolo», 2 novembre 1928) L’incontro Roma-Alessandria non ha deluso l’attesa dell’immenso pubblico, più di 15.000 persone, che in ogni ordine di posti ha gremito le imponenti scalee dello Stadio del PNF. La squadra grigia è riuscita a strappare un prezioso punto alla Roma e non si può dire che l’esito non corrisponda all’andamento dell’incontro. La Roma ha segnato una certa superiorità di attacchi, bilanciati dalla maggiore pericolosità dei forwards avversari. L’Alessandria, pur assente il centrosostegno Gandini, ha mostrato di non risentire del rimaneggiamento della difesa ed ha tenuto bravamente il suo ruolo, confermandosi squadra tecnica e pericolosa. Morando è stato pari alla sua fame, Rasetto e Costa, sempre a posto e decisi, hanno formato una barriera davanti alla quale gli attaccanti giallorossi hanno dovuto più volte indietreggiare, neutralizzando qualche lieve manchevolezza della linea mediana, che pur ha avuto in Avalle il fulcro e nei laterali Lauro e Bertolini due inesorabili francobollatori che più volte hanno immobilizzato Chini e Benatti. La prima linea è stato il reparto migliore della squadra: il magnifico Banchero ha guidato all’attacco i suoi uomini con rara perizia; tutto il quintetto ha sfoggiato una grande varietà di giuoco e, benché l’area più tormentata sia stata quella alessandrina, il portiere che ha dovuto sfoggiare maggiore abilità è stato Ballanti. L’Alessandria deve il mezzo successo conquistato ieri ad una tattica superiore. Parliamo d’impostazione della partita: gli uomini di Carcano son venuti a Roma ognuno con un compito ben delineato; ciò si è visto fin dai primi momenti del giuoco e la Roma, ancora una volta, ci è apparsa deficiente nell’assuefarsi alle particolari caratteristiche di una partita. La seconda linea romana ha giuocato troppo all’attacco, trascinando la difesa e lasciando troppo spesso il diretto confronto tra attaccanti grigi e terzini rossogialli. Particolarmente, la squadra romana ha confermato il difetto d’origine: l’attacco. Ieri, poi, oltre alla mancanza dei due interni, anche le ali – vale a dire i due migliori uomini dell’attacco – non hanno potuto rendere che la metà di quanto possono per… l’onorevole sorveglianza a cui erano sottoposti da parte di Lauro e Bertolini. Specialmente il primo, ha messo una cura tutta particolare nell’immobilizzare Chini, e vi è riuscito soprattutto perché l’ala romana non aveva, come il solito, un compagno vicino da svolgere un giuoco d’intesa. I migliori fra i giallorossi sono stati Barzan, Bernardini e Volk. Dell’Alessandria è inutile fare dei nomi: tutta la squadra marcia sicura e la partita dello Stadio può essere annoverata fra le sue migliori. L’arbitro, signor Ferro, ha fatto rimpiangere, e non poco, il suo collega avemmo il piacere di vedere domenica scorsa alla Rondinella. Va bene fischiare poco, ma quando per due o tre volte degli estremi difensori ricorrono alla maniera del «matador» per neutralizzare l’attacco avversario, crediamo dovrebbe rendersi necessario l’intervento arbitrale. Altrimenti – è quello che pensavamo ieri durante la partita – se ne potrebbe fare a meno anche per tutti i novanta minuti. Le squadre si allineano nella seguente formazione […]. Al 2’, corner contro la Roma seguito, al 6’, da uno in favore. All’8’ il goal di Volk che, avuta la palla da Degni, s’insinua di prepotenza fra i due terzini avversari e segna imparabile. Al 15’, due belle parate di Ballanti su tiri di Cattaneo. Veloci azioni d’ambo le parti, finché, al 26’, un duetto Banchero-Borelli dà modo a quest’ultimo di pareggiare. Al 44’, corner contro l’Alessandria, ma Morando blocca il tiro di Benatti. Al 7’ della ripresa la difesa alessandrina atterra Volk in area di rigore, ma l’arbitro lascia correre. Corner contro Alessandria al 10’: Volk riprende di testa e Costa respinge ma, pronto, Bernardini intercetta e spedisce nell’angolo alto. I grigi non si danno per vinti e cercano disperatamente il pareggio. Al 23’ Borelli, liberissimo, discende veloce verso l’area romana e centra: pronto, Banchero non dà tempo a Barzan di intervenire e fa partire un raso terra che trova Ballanti fuori posto. Il pareggio è segnato. A nulla valgono i disperati delle due squadre per mutare il punteggio. La fine interviene su un’azione a metà campo. («Il Messaggero», 2 novembre 1928) Sul risultato conseguito dalla Roma nell’incontro di ieri con l’Alessandria, si rimane perplessi: non si sa bene se la divisione dei punti rappresenti per la squadra romana un successo o una mezza sconfitta. Il risultato bruto della partita, indubbiamente, è tutto a favore dell’Alessandria, che è riuscita a strappare un punto sul difficile terreno della Stadio e che, a rigor di logica, dovrebbe vincere la partita di ritorno ma, analizzato bene l’incontro nei suoi sviluppi, nelle sue fasi, nei suoi episodi, si può anche ritenere che la Roma abbia conseguito un risultato abbastanza soddisfacente. Questa considerazione, però, torna a tutto onore della squadra piemontese che si è mostrata saldissima in ogni reparto, che ha svolto un giuoco di marca superiore seppur improntato ad una eccessiva durezza, che ha fronteggiato imperterrito e senza tentennamenti l’attacco romano e che, con una condotta pacata e autoritaria, indice sicuro di una classe genuina, ha saputo rimontare due severi handicaps e tenere sempre in pugno le redini del match. L’Alessandria ha certo incontrato ieri la giornata di grazia: ha giuocato come sanno giocare gli squadroni che hanno la classe nelle vene (e la squadra grigia di classe ne ha da vendere), ha mostrato di non risentire in nessun modo di giuocare sul campo avverso, ha infine dato una lezione di stile e di bel giuoco alla avversaria romana. L’Alessandria dev’essere tornata nella forma smagliante dell’anno passato se ha saputo tener testa senza piegare e senza smarrimenti alla poderosa e salda compagine giallorossa. E l’Alessandria, colla forma odierna, troverà pochi avversari sul suo cammino che riusciranno a fermarla. La Roma, considerata la forma, la forza e l’efficienza dell’avversaria, può ritenersi soddisfatta. Ma da questo a credere che essa abbia giuocato una bella partita, ci corre un abisso. Chi ha tenuto ben stretto l’incontro nullo è stato Ballanti. Altri avrebbero forse fatto quello che ha fatto Ballanti, ma è tuttavia doveroso innalzare sugli scudi il modesto portiere tiburtino che ha fatto strabiliare il pubblico con alcune parate che hanno avuto del miracoloso. Ballanti non ha commesso un errore: alcuni potranno dire che il secondo goal alessandrino poteva anche essere parato; noi diciamo di no, mentre siamo convinti che almeno due suoi interventi ed altrettante parate disperate hanno salvato dei palloni spediti con tutte le sigle dell’imparabilità. La Roma, per l’ennesima volta, non ha convinto. Specialmente e sempre, all’attacco. L’esperimento di Degni alla mezz’ala, ad un posto cioè che non occupa più da 5 o 6 anni, non è riuscito. Animato, com’è, dalla più generosa buona volontà di questo mondo, Degni, per far qualche cosa, ha rincorso per i tre quarti del match la palla, senza peraltro essere di giovamento alla linea. Chini, incredibilmente lento ed esageratamente compassato, non ha reso quanto poteva rendere. Volk, troppo freddo e troppo stilista e, del resto, guardato completamente a vista, non è stato un trascinatore ed un distributore ideale. Benatti ha fatto poco, sempre immobilizzato dal suo guardiano. Fasanelli si è massacrato in un lavoro improbo che, se pure gli ha richiesto il dispendio d’ogni energia, poco ha giovato all’azione di tutta la linea. Anche l’intesa fra i cinque attaccanti ha lasciato molto a desiderare. Fra i mediani, non si trova da poter muovere un appunto: Ferraris e D’Aquino, generosi e instancabili, non avrebbero potuto fare di più, Bernardini è stato un centrosostegno efficacissimo che ha svolto con la stessa prontezza e lo stesso rendimento il doppio giuoco di attacco e difesa. Dei due terzini, il migliore è apparso Corbjons, per quanto tutti e due sovente si siano fatti tagliare fuori dai traversoni di Avalle ed abbiano messo in gravissimi frangenti il felino e attentissimo Ballanti. Barzan ha un giuoco indubbiamente intelligente, ma poco sicuro e niente affatto redditizio. Egli si attarda sulla palla e sul rinvio, e l’avversario, deciso, svelto e scaltro, invariabilmente gli porta via il pallone. Quando si pensi che questo quasi avviene nei pressi della propria porta, si vedrà quanto sia pericolosa e azzardata la tattica di Barzan. La Roma, tuttavia, può far molto di più e di meglio. Non è più che questione di inquadratura. Trovata questa, e non dovrebbe essere eccessivamente difficile perché uomini di classe ve ne sono a sufficienza nel «clan» giallorosso, la Roma potrà contare sulle dita di una sola mano le squadre che potranno farle abbassar bandiera. Le prime battute sono a completo favore della Roma. Fra l’urlo incitante ed altissimo di una folla di ventimila persone, la squadra romana piglia stanza nella metà campo dei grigi. La Roma mostra subito una grande decisione ed una estrema risolutezza. Morando è subito chiamato in causa, ma se la sbriga con sicurezza. L’Alessandria è un po’ disorientata dalla foga dei giallorossi e si rinserra prudentemente in difesa, ma la Roma preme ugualmente incessantemente ed il goal sembra già maturo. Infatti, al 6’, su un allungo di Bernardini a Chini, questi fugge e centra; Volk si fa incontro alla palla e, malgrado il triplice intervento dei due terzini grigi e di Morando, può scaraventare in rete. La Roma sembra galvanizzata: tutta l’Alessandria è racchiusa sotto la sua rete. Ma i romani sono imprecisi e la palla ben s’accosta più con la rabbiosa violenza di poc’anzi alla porta di Morando. Un tiro di Fasanelli pericolosissimo e parato in extremis segna la riscossa fulminea dei grigi: a passaggi rapidi e ben misurati, essi scavalcano tutta la difesa romana e s’appressano a Ballanti. È Cattaneo che, per primo, impegna rudemente il portiere romano: il tiro violento, a mezza altezza, è parato a mani aperte da Ballanti; la palla è ripresa da Ferrari che, da cinque metri, spara senza esitazione; Ballanti è ancora in ginocchio dalla parata precedente, con un guizzo prodigioso afferra la palla e rinvia lontano. Il ritmo della partita è estremamente veloce e vivacissimo. Non vi è un attimo di sosta nei due campi e la palla si sposta con rapidità fulminea verso le due reti. L’Alessandria ha riordinate le file e tiene ora testa all’impressionante incalzare della Roma. La partita ha vicende alterne: la Roma appare più pericolosa, più aggressiva, più quadrata; l’Alessandria, più pacata, più possente, più sicura. Ad una ennesima, infruttuosa discesa di Chini, l’Alessandria risponde per le rime. Da Costa, con un solo brevissimo e innocuo arresto di D’Aquino, il pallone arriva a dieci metri da Ballanti. La manovra è lunga, ma è di sicuro effetto; di volta in volta, Marchina, Banchero e Ferrari si liberano della presenza degli estremi difensori romani. L’ultimo tocco è di quest’ultimo, di testa, che, da tre metri, batte senza possibilità di intervento Ballanti. È passata mezz’ora. La Roma perde le sue battute e mostra di accusare la botta. Si riprende bene verso la fine del tempo, fruisce di un corner, ma il punteggio non muta. Con l’inversione del campo, la squadra romana, che nei secondi tempi ha sempre giuocato le sue migliori partite, la Roma riprende la sua martellante offensiva. Ma anche l’Alessandria mostra di aver fieri propositi e di non volersi adattare al giuoco dell’avversaria. La partita è quindi equilibrata, con una lieve preponderanza da parte romana. Al 10’, corner per la Roma: il calcio di Chini è respinto di testa da Avalle, Bernardini, leggermente arretrato, raccoglie e, con una perfetta parabola, manda la palla ad insaccarsi nell’angolo alto della rete di Morando. L’Alessandria sembra morsa da una tarantola, il suo contrattacco è furibondo ma non porta a nulla. È anzi Volk che, poco dopo, sbaglia un tiro da tre metri. Ballanti è chiamato da Banchero a far sfoggio delle sue qualità: un tiro da dieci metri, improvviso e violentissimo, è bloccato di precisione. Un altro corner per la Roma, su tiro di Fasanelli, poi il goal del pareggio: Avalle scorge i due terzini romani spostati ai margini del campo, allunga in profondità a Banchero e questi, da cinque o sei metri, mette in rete. È la volta della Roma, ora, a reagire. Il suo attacco è disordinato ma efficace. La fortuna assiste Morando, che vede due pali respingere consecutivamente due imparabili tiri di Volk e vede infine il tiro di Fasanelli da tre metri fischiare a lato. L’Alessandria subisce ancora due corners, ma non accenna a mollare: il suo giuoco si è fatto falloso e duro, e l’arbitro lascia correre. I grigi, più in fiato e più freschi, rubano ora il tempo ai romani. Mai più di due giallorossi, consecutivamente, possono trattare la palla. L’Alessandria intravede la possibilità di una vittoria clamorosa, moltiplica i suoi sforzi ed i suoi attacchi, ma invano. Quando mancano tre minuti alla fine, Degni passa a centrosostegno e Bernardini alla mezz’ala. La squadra ha come un sussulto ed una ripresa immediata. La Roma cambia di colpo aspetto. L’attacco romano si rifà subito minaccioso e dominatore. Ma ormai è troppo tardi. Gli alessandrini perdono tempo con falli laterali e la fine giunge su un ultimo disperato tentativo di Fasanelli e Volk. (U.L., «L’Impero», 3 novembre 1928) Le gradinate dello stadio Nazionale del Partito nereggiano di folla; quando, alle 15 precise, entrano in campo le due squadre sono accolte da scroscianti applausi. La palla è ai romani, che iniziano un vivace attacco che si conchiude al 7’ con un goal segnato da Volk su passaggio di Degni. Un’altra discesa romana è respinta dalla difesa piemontese. Al 27’ l’alessandrino Cattaneo, in seguito alla caduta della difesa Barzan, con un magnifico colpo di testa segna il goal del pareggio. Dopo alterne vicende, il primo tempo si chiude mentre le due squadre si trovano ancora alla pari. Il secondo tempo inizia velocemente e duramente. Gli alessandrini partono decisamente all’attacco. Il primo goal viene segnato dai romani al 9’. Dopo alterne vicende, al 17’ l’alessandrino Banchero riesce a segnare il goal del pareggio. Nessun mutamento avviene più sino alla fine della partita. («La Stampa», 2 novembre 1928) Ad offuscare la cattiva prova di domenica è venuto il successo di Roma. Successo veramente meritato, se si considera che l’Alessandria, oltre all’aver condotto il maggior numero di attacchi, ha anche svolto un gioco giudizioso, ammirevole di tecnica e superbo di combattività. In quest’annata, non avevamo ancora visti i grigi giocare così bene. Contro il possente squadrone romano, la squadra grigia, seppure privata del suo capitano, ha sostenuto un incontro degno delle sue tradizioni. Novanta minuti di gioco sano e robusto, non un attimo di rilassatezza, non un attimo di sbigottimento per l’avversa sorte, costituita da un arbitraggio non certo perfetto e dal gioco rude e qualche volta brutale dei giocatori romani. I grigi hanno combattuta e vinta la più bella battaglia calcistica dell’annata, hanno ridato alla casacca grigia gli onori che merita. Gli undici grigi, attorniati da una folla enorme acclamante solo i suoi beniamini e pronta ad inveire contro di essi ad ogni più semplice fallo, e contrapposti ad uno squadrone veramente possente, non possono che aver compiuto dei prodigi riuscendo per due volte a rimontare lo sbilancio di un goal e ponendo la loro seria candidatura ad una clamorosa vittoria. Non si può dire che bene di questi undici ragazzi: da Banchero che ha condotte le migliori azioni, a Cattaneo che ha portato i più insidiosi attacchi, da Lauro, irruente e possente, ad Avalle, che migliora di partita in partita, da Ferrari a Bertolini a Morando, eccetera, che hanno profuso tesori di energie. Anche i due terzini, dopo un inizio incerto, hanno giocato una partita giudiziosa, seppure non sempre possente. Si è riscontrato giovedì, nella squadra grigia, un gioco che, in quest’annata, non era ancora stato svolto. Un gioco vario, ricco d’azioni tecniche e di stile, veloce e sommamente realizzatore (quante volte Ballanti ha salvato situazioni disperate!); questo, nella linea attaccante. La difesa ha avuto nella mediana la linea migliore: Lauro e Avalle in gran forma e Bertolini in sensibile progresso. Morando, quando fu impegnato, dimostrò tutta la sua abilità. I due goals segnatigli erano assolutamente imparabili. Ma ciò che più ha meravigliato è stato il perfetto gioco d’assieme svolto dagli undici atleti. La linea mediana e quella degli avanti erano in continuo collegamento, lasciando l’impressione che la squadra manovrasse come una macchina al comando di una leva. Lo stesso pubblico romano ne è rimasto entusiasta, seppure avesse l’animo corroso dall’amarezza per l’insuccesso dei suoi beniamini. Due soli goals hanno premiato il brillante gioco dei grigi, ma innumerevoli furono i tiri degli avanti che ad ogni azione mettevano in serio pericolo la rete romana. E furono due goals veramente superbi, perché scaturiti da due azioni altrettanto superbe. (Teresio Pelizza, «Il Piccolo», 3 novembre 1928) RISULTATI: Atalanta-Triestina 4-1 Casale-Novara 6-2 Livorno-La Dominante 8-1 Milan-Bari 5-1 Padova-Prato 2-1 Pro Patria-Modena 3-1 Torino-Legnano 7-0 CLASSIFICA: Milan, Torino 10; Casale, Pro Patria 7; Alessandria, Padova, Roma 6; Modena 5; Atalanta, La Dominante, Livorno 4; Bari, Triestina 3; Legnano, Prato 2; Novara 1. Il punto sul campionato Dopo cinque giornate di campionato sono Torino e Milan, a punteggio pieno, a comandare la classifica grazie alle affermazioni, rispettivamente contro il Legnano e il Bari dimostrando netta superiorità tecnico/tattica. Vittoria, su di un pessimo terreno di gioco, da parte del Casale, contro il Novara issandosi al terzo posto della graduatoria cosi come la Pro Patria che, contrariamente alle previsioni della vigilia, ha avuto la meglio sul Modena. L'Atalanta non poteva meglio inaugurare il nuovo campo sportivo bergamasco, sconfiggendo sonoramente la Triestina, a Mario Brumano, ieri gremitissimo di pubblico.

Girone A

Roma AS - Alessandria US 2 - 2 (1 - 1)

RETI:

7. Volk R. [Ro] , 54. Bernardini F. [Ro] 27. Cattaneo R.[A], 61. Banchero (I) E.[A]

Alessandria US

Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli Michele

All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

ROMA: Ballanti; Barzan, Corbjons; Ferraris (IV) Attilio, Bernardini, D'Aquino; Benatti, Fasanelli, Volk, Degni, Chini Ludueña. All: Garbutt William.

Arbitro: Ferro Camillo (Milano)

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Girone A

Roma AS - Alessandria US 2 - 2 (1 - 1)

RETI:

7. Volk R. [Ro] , 54. Bernardini F. [Ro] 27. Cattaneo R.[A], 61. Banchero (I) E.[A]

Alessandria US

Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli MicheleAll.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

ROMA: Ballanti; Barzan, Corbjons; Ferraris (IV) Attilio, Bernardini, D'Aquino; Benatti, Fasanelli, Volk, Degni, Chini Ludueña. All: Garbutt William.

Arbitro: Ferro Camillo (Milano)

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Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli Michele

All.: Carcano Carlo