Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1927/1928
Div. Nazionale
08-07-1928 - Giornata: 12 - Alessandria - campo degli Orti
Girone Finale


Alessandria US - Torino FBC 2 - 1 (1 - 1)
RETI: 42. Ferrari G.[A], 83. Ferrari G.[A] 19. Libonatti J. [To]

Alessandria US Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli Michele All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
TORINO: Bosia; Martin (II) Cesare, Monti (III) Feliciano; Colombari, Rossetti (I) Giuseppe, Sperone; Vezzani, Baloncieri, Libonatti, Rossetti (II), Franzoni. All.: Cargnelli Tony.

Arbitro: Turbiani Giuseppe (Ferrara)
Note
Inizio gara ore 17:00. Secondo «La Stampa», il Torino schierò Martin III in luogo di Martin II.

Commento
La vittoria, sebbene di stretta misura e conseguita in modo forse non troppo convincente, è rimasta agli alessandrini che, benché tagliati fuori ormai dal lotto delle aspiranti al massimo trofeo, hanno profuso ieri tutte le loro migliori energie e possibilità per giungere al successo. Ma, a dire il vero, la lotta non è stata molto bella né attraente, per quanto contesa fino allo spasimo, ed il giuoco non si è allontanato in ultima analisi dalla mediocrità. Indubbiamente, la lunga, faticosa stagione, il caldo opprimente, la forma scadente di alcuni elementi, hanno condotto a questo abbassamento di tono. Se il Torino era pressoché al completo – lamentava solo l’assenza di Janni – l’Alessandria invece mancava di Viviano, Avalle, Chierico e Bertolini, che ha dovuto scendere in campo ancora dolorante per la lussazione alla spalla riportata nell’incontro con la Juventus. In complesso, le due squadre hanno lottato gagliardamente, non risparmiandosi un attimo solo, tese entrambe disperatamente con tutte le forze alla ricerca del vantaggio. Le sorti parevano favorire in principio i granata, che conquistavano verso il 17’ un prezioso punto su azione personale di Libonatti. Ma, verso la fine del primo tempo, la situazione veniva pareggiata per merito di Ferrari. Cosicché, alla apertura delle ostilità, nella ripresa, entrambi i contendenti sono corsi veloci alla conquista di quel punto che doveva sanzionare la vittoria. E questa fu ghermita un po’ fortuitamente dai grigi, che in seguito più non hanno ceduto agli assalti rinnovati dei torinesi per raggiungere almeno il pareggio. Il successo attuale dei concittadini acquista indubbiamente un grande valore e fa pensare con accorata delusione allo scacco subito per opera dei nerostellati, che ha tarpato irrimediabilmente il volo agli alessandrini nel loro arditissimo tentativo di fregiare il loro petto del gagliardetto nazionale. Agli ordini dell’arbitro Turbiani di Ferrara, le squadre si schierano nella seguente formazione […]. La palla è ai grigi. Già nel primo minuto, Banchero serve magnificamente Cattaneo, che fugge e, giunto solo davanti a Bosia, sciupa con tiro alto una ottima occasione. La minaccia si ripete al 4’ sotto la rete alessandrina, ma Rasetto si salva in corner, che è senza esito. I grigi sferrano due altri poderosi attacchi per merito principale di Ferrari e Banchero, sventati in tempo dal portiere granata, mentre una fuga di Marchina si conchiude con tiro a lato. Al 15’ il Torino è in corner. Il giuoco continua nella metà campo torinese e la difesa grigia è protesa in avanti a sostenere l’attacco dei suoi uomini. Ecco, verso il 17’, una fuga incontenuta di Libonatti che, giunto solo davanti a Morando, riesce, con tiro imparabile, a segnare irresistibilmente. La squadra granata usufruisce al 23’ e al 25’ di due calci di punizione, sferrati da Baloncieri senza esito. Riprende veloce, ma poco conclusivo, l’attacco alessandrino alla rete di Bosia, che è costretto al 35’ nuovamente in corner. I granata, che si difendono a denti stretti, riescono ad infrangere poco dopo una nuova penosa situazione creata da Cattaneo, attardatosi però troppo nello spunto finale. Al 39’ l’Alessandria è in corner: niente di fatto. Altra rabbiosa sgroppata grigia, questa volta chiusasi vantaggiosamente; ne sono artefici Marchina e Ferrari: un difensore torinese, mentre almeno dieci uomini sono protesi al possesso della palla, la respinge lateralmente; interviene ancora Ferrari, che la manda definitivamente in rete. Risponde immediatamente il Torino con un pericoloso tiro raso terra di Vezzani che Morando blocca tra uno scroscio di applausi. Nella ripresa al 6’, i grigi passano un attimo di smarrimento per una decisa azione in linea dei granata, che impegnano rabbiosamente Morando il quale, tuttavia, riesce a salvare proprio sulla linea fatale un pericoloso pallone. Ora, la rete alessandrina è assediata da più parti e Morando è seriamente impegnato su tiri di Baloncieri e Libonatti, che per altro non conchiudono. La lotta dura così alquanto, per spostarsi poi in campo granata. Ferrari, al 22’, raccogliendo a volo un centro di Cattaneo manda il pallone a fil di palo. Cattaneo, a sua volta, al 25’ spara in porta e Bosia si salva in corner. Al 28’, identica azione della precedente, artefice Banchero. Si fa ora più evidente il prevalere dei grigi, animati dal desiderio di giungere alla vittoria. Questa viene assicurata al 38’ in queste condizioni: Gandini, il migliore uomo in campo per la sua azione continuativa e redditizia, allunga la palla a Borelli, la velocissima riserva che, a sua volta, calcia al centro; Ferrari interviene fulmineo e, giunto a pochi passi da Bosia, segna senza difficoltà il goal della vittoria. È parso, per altro, ad alcuni che esso sia stato ottenuto in posizione di fuorigioco. Da parte del pubblico si scatena una tempesta di applausi e di evviva. Ma gli ultimi dieci minuti di gioco rivestono un carattere drammatico, perché il Torino è lanciato con tutte le sue forze al pareggio. Baloncieri, Libonatti, Vezzani, Rossetti sono installati nella estrema area alessandrina ed insidiano ad ogni attimo la salvezza della difesa grigia, che fa miracoli per reggere a tanto accanito ardore offensivo. Ancora un corner contro i grigi, poi un calcio di punizione da 15 metri, poi ecco un altro tiro di Colombari che sfiora il palo superiore mentre il pubblico, proteso, ansioso, attende la fine con l’orologio alla mano e il respiro mozzato… Finalmente, il fischio dell’arbitro pone termine a questo memorabile incontro, e il pubblico invade il campo portando in trionfo i vincitori. («La Stampa», 9 luglio 1928) Anche il Torino ha dovuto abbassare bandiera sull’invitto campo alessandrino. L’attesissimo confronto tra le due elette avversarie è stato completamente favorevole ai valorosi grigi che, benché privi di Viviano e con Bertolini in campo ancora dolorante per una lussatura alla spalla, hanno saputo tener testa ai classici rivali, rimontando l’handicap iniziale ed ottenendo poi con un’azione imperiosa il goal della vittoria. Il giovane Borelli, al posto di Chierico, si meritò con onore i galloni; Rasetto e Morando si prodigarono con rara bravura, cooperando magnificamente alla superba affermazione della squadra. Nel complesso, dunque, i grigi hanno oggi riconfermata l’eletta classe dei loro giovani elementi. Nel confronto con la formidabile compagine avversaria, essi conquistarono la palma per sicurezza di stile e superiorità di rendimento atletico. Agli ordini dell’arbitro Turbiani, che diresse con perizia la difficile partita, le squadre scesero in campo in queste formazioni […]. Azioni vivaci sui due campi, con lieve prevalenza dell’Alessandria, che si dimostra subito in ottime condizioni per il giuoco meraviglioso della linea mediana. Ma i primi ad ottenere il vantaggio sono gli ospiti che, al 19’, segnano per merito di Libonatti su passaggio in profondità di Baloncieri. Inutile reazione alessandrina e tiro di Rossetti di lontano. Calcio di punizione contro i grigi per fallo di Gandini al 21’: Baloncieri alza il tiro. Trame grigie nell’area granata sventate da Martin ed azione torinese che muore sul piede dell’inesauribile Gandini. I grigi adesso serrano sotto e minacciano Bosia, ma poi subito il contrattacco degli ospiti obbliga l’Alessandria in corner. Al 42’ l’azione che darà il pareggio degli alessandrini: Bertolini passa a Borelli che allunga al centro, dove Ferrari avanza sicuro e segna imparabilmente. Ancora un corner contro i granata e la fine. Nella ripresa, l’Alessandria parte per prima la minaccia a Bosia, con tiri di Ferrari e Cattaneo, ma tosto il Torino riparte all’attacco. «Libo», «Balon» e Rossetti tentano la sorte: Morando è chiamato così a parate di bravura e di fortuna. Tre consecutivi tiri di Baloncieri muoiono così sulle sue braccia. Contrattacco grigio che sfuma per arresto rude di Banchero e tiro di Franzoni bloccato da Morando al 20’. Risponde una fuga dell’indiavolato Cattaneo, che centra, ma Ferrari tira fortissimo sul palo. Tre corners in favore dell’Alessandria al 24’, 28’ e 30’ sono per ora gli unici risultati degli attacchi del quintetto grigio. Ma ecco, al 38’, Ferrari segnare il goal della vittoria fra un tripudio di applausi: è Borelli che riceve da Banchero e centra; Cattaneo tira, ma la palla ritorna a Ferrari: il tiro è potentissimo e batte Bosia. La disperata riscossa del Torino non ha esito per la vigile difesa degli alessandrini, che sono soltanto costretti in corner senza esito, proprio all’ultimo minuto di gioco. («La Gazzetta dello Sport», 9 luglio 1928) L’inizio è di marca granata. La rete grigia corre subito serio pericolo, finché l’insidioso Libonatti può segnare un goal fulmineo al 9’. Lo smacco è una staffilata per i grigi, che passano al contrattacco fulmineamente. La partita si fa emotiva per il rapido capovolgimento di situazioni or su l’uno or su l’altro campo. Il pareggio alessandrino, ciò non di meno, matura, ed è ottenuto al 35’ con una cannonata di Ferrari, fra l’urlio della folla. Il match diventa veemente per la reazione del Torino, ma il fischio dell’half time trova le due compagini alla pari. Il secondo tempo è affrontato con decisione da ambo le parti. Fasi altamente emotive provocano i rumorosi commenti del pubblico: gli uomini in campo si prodigano senza risparmio. Il gioco si appesantisce, ma l’arbitro Turbiani interviene sempre prontamente ed il match non va oltre i limiti della cavalleria. Il Torino vuole passare ad ogni costo, ma la sua superiorità non si concreta. Le discese dei grigi sono sempre molto pericolose, ed è una loro brillante azione che permette all’attivissimo Ferrari di marcare il goal della vittoria al 34’. I granata rispondono rudemente ed indescrivibili sono le fasi che si susseguono. L’Alessandria resiste con ordine e calma, ed arriva alla fine stremata, ma fiera per il successo. («Vice», «Il Calcio», 14 luglio 1928) Domenica sera, Alessandria era in festa. Sul volto di ogni sportivo si leggeva una grande gioia, una infinita soddisfazione. Era una gioia tutta nuova, che aveva invaso l’animo dei supporters, una gioia che aveva forse raggiunto la felicità. Quale trasformazione, in soli otto giorni! La vittoriosa partita che i grigi avevano condotto contro il poderoso squadrone granata aveva di colpo ridestato un entusiasmo senza precedenti. L’Alessandria aveva compiuto il doppio miracolo: di battere il suo più agguerrito rivale e di riconquistarsi tutta la fiducia e l’ammirazione di Alessandria sportiva. Partita nettamente battuta dal pronostico per le condizioni della squadra, che parevano disastrose, ha saputo, mercè il voler assoluto dei suoi undici campioni, controbattere e sconvolger il più duro ostacolo che le sia stato opposto in questa stagione calcistica. Ha smentito ogni cattiva considerazione sul suo valore, ha riconfermata la sua classe eletta, ha insomma dimostrato di essere tutt’ora la più bella, la più completa squadra d’Italia. Due goals a uno. Più volte il risultato delle partite di calcio non corrisponde alle due forze in campo. La partita di domenica invece ha voluto che la vittoria arridesse alla squadra dimostratasi più meritevole. È vero che lo squadrone granata ha saputo svolgere un giuoco tecnico superiore a quello dei grigi e che qualche volta è riuscito ad ubriacarne la difesa, ma i grigi, pur non fornendo una esibizione di bel giuoco, hanno adottata l’arma più adatta per sconvolgere e dominare gli avversari, e vi sono completamente riusciti. Essi li hanno battuti nel campo della combattività, della volontà, della passione. Ma ciò che più dà valore alla vittoria alessandrina è che il Torino ha giuocato una delle sue migliori partite. Non uno dei suoi atleti è stato inferiore al suo valore. Il Torino, con una vittoria, si sarebbe definitivamente assicurato il titolo di campione d’Italia; è questo indubbiamente il miglior incitamento al superiore impegno per il conseguimento di una vittoria. Ed il Torino ha affrontato la lotta conscio del grave ostacolo da superare, e l’ha combattuta da forte, ma ha trovato avversari tanto valorosi quanto volonterosi ed ha dovuto cedere il passo ai più meritevoli. Il due a uno è venuto a sanzionare una superiorità, se non di tecnica, certo di azioni e di volontà. Non v’era certo da attendersi, dopo la batosta di Casale ed il caldo soffocante di questi giorni, che una grande folla potesse gremire il campo degli Orti. Invece, il pubblico ha voluto rimanere fedele alla tradizione ed ha voluto gustare la bellezza della lotta che grigi e granata sono usi fornire nei loro incontri. Ma ciò che più ha meravigliato è l’entusiasmo e la passione con cui sono state seguite le azioni delle due squadre. Al goal del Torino, segnato proprio quando più insistente era l’offensiva grigia, il pubblico non ha disarmato ed ha continuato il suo febbrile incitamento finché Ferrari, a pochi minuti dalla fine del primo tempo, otteneva il pareggio. Allora il pubblico, che fino a quel momento era rimasto sotto l’incubo della sconfitta, è esploso in una dimostrazione di entusiasmo incontenibile. Si è così potuto ammirare di quale grande passione viva il pubblico alessandrino per i suoi undici grigi. E tale dimostrazione ha avuto proporzioni ancora maggiori allorquando Ferrari, a sette minuti dalla fine, otteneva la clamorosa vittoria. Tanto entusiasmo e tanta passione meritava davvero la lotta emotiva ed affascinante che i ventidue atleti hanno ingaggiato. Una lotta, fra le più belle che si siano viste sul campo degli Orti, che ha destato la più viva ammirazione, non tanto per la suprema bellezza del giuoco quanto per la sua combattività. Si sono visti domenica gli undici nostri atleti gettarsi nella mischia a corpo perduto, supplire colla volontà la loro apparente deficienza tecnica e superare se stessi unicamente per la vittoria grigia. Non un atleta è venuto meno al suo compito, ma è doveroso riconoscere in Gandini e Ferrari i due più grandi artefici della vittoria. Gandini, attualmente in una forma spettacolosa, è stato di esempio ai suoi compagni: inesauribile di energia e di fiato, rotto a tutte le astuzie del giuoco, ha combattuto contro un attacco ritenuto il più formidabile d’Italia ed ha superato la prova. Di questo va fatto un merito anche a Lauro e Bertolini, che sono stati suoi validi collaboratori e che hanno completata una linea mediana veramente possente. Ferrari ha giuocato domenica forse la sua più bella partita delia stagione. Essendo Banchero nell’impossibilità di svolgere il suo giuoco abituale per la contusione ad una gamba, si è assunto il compito dì condottiero dell’attacco e lo ha assolto alla perfezione. Non solo, ma ha svolto anche un gioco di spola fra l’attacco e la linea mediana, giuoco che richiede un fisico eccezionale, con una continuità ed una passione veramente ammirevoli. Ferrari si è domenica riconfermato un giocatore di grande classe. Se i titolari della squadra non hanno smentito la loro classe, non meno valorosi sono stati i tre giuocatori di riserva chiamati a sostituire Curti e Chierico, messi a riposo, e Viviano. Vogliamo alludere a Morando, Rasetto ed al piccolo Borelli. Morando ha soddisfatto non poco, anche i più esigenti; domenica ha salvato la squadra da una sconfitta con alcune parate che solo un portiere di classe sa compiere. Tra l’altro, ha bloccato due tiri spioventi nell’angolo alto della rete, insidiosissimi, ed ha fermato in tuffo tre o quattro fortissimi tiri di Libonatti, Baloncieri e Rossetti. Colla partita di domenica, Morando si è riconquistato tutta la fiducia del pubblico alessandrino e dei suoi compagni. Rasetto, sul cui valore si avevano molti dubbi, ha fugato ogni apprensione ed ha svolto un giuoco veramente potente. Ma chi più ha impressionato è stato Borelli: la piccola ala sinistra, nuova alle grandi competizioni calcistiche, non ha per nulla sofferto delle emozioni cui vanno soggetti i giuocatori giovani, e si è gettato nella lotta con indomito coraggio e con abnegazione. Il miglior elogio che gli si possa fare è che i due goals segnati sono succeduti ad azioni sviluppate in seguito a due suoi ottimi centri. (Teresio Pelizza, «Il Piccolo», 14 luglio 1928) RISULTATI: Genoa-Bologna 2-0 Internazionale-Milan 2-3 Juventus-Casale 3-0 CLASSIFICA: Torino 16; Genoa 15; Alessandria 14; Bologna, Milan 13; Juventus 12; Internazionale 9; Casale 4.

Girone Finale

Alessandria US - Torino FBC 2 - 1 (1 - 1)

RETI:

42. Ferrari G.[A], 83. Ferrari G.[A]
19. Libonatti J. [To]

Alessandria US

Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli Michele

All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

TORINO: Bosia; Martin (II) Cesare, Monti (III) Feliciano; Colombari, Rossetti (I) Giuseppe, Sperone; Vezzani, Baloncieri, Libonatti, Rossetti (II), Franzoni. All.: Cargnelli Tony.

Arbitro: Turbiani Giuseppe (Ferrara)

Note

Commento

info@museogrigio.it

Crediti

2021 museogrigio, tutti i diritti riservati.

Girone Finale

Alessandria US - Torino FBC 2 - 1 (1 - 1)

RETI:

42. Ferrari G.[A], 83. Ferrari G.[A]19. Libonatti J. [To]

Alessandria US

Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli MicheleAll.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

TORINO: Bosia; Martin (II) Cesare, Monti (III) Feliciano; Colombari, Rossetti (I) Giuseppe, Sperone; Vezzani, Baloncieri, Libonatti, Rossetti (II), Franzoni. All.: Cargnelli Tony.

Arbitro: Turbiani Giuseppe (Ferrara)

Note

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42. Ferrari G.[A], 83. Ferrari G.[A]
19. Libonatti J. [To]

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All.: Carcano Carlo