Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1927/1928
Div. Nazionale
13-05-1928 - Giornata: 6 - Milano - San Siro
Girone Finale


Milan FC - Alessandria US 3 - 0 (1 - 0)
RETI: 32. Pastore P. [Mi] , 61. Pastore P. [Mi] , 90. Pastore P. [Mi]

Alessandria US Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Avalle Edoardo, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
MILAN: Compiani; Colombo, Schienoni; Marchi, Sgarbi, Pomi; Torriani, Santagostino, Pastore, Aigotti (I) Stefano, Pasqualetto [Paride]. All.: Burgess Herbert Larry.

Arbitro: Mattea (II) Francesco (Casale Monferrato)
Note
Angoli: 2-2. Pubblico numeroso. Giornata primaverile, terreno arido ed elastico.

Commento
Cattiva partita dell’Alessandria, gioco ardente e sbrigliato del Milan: queste le cause palesi di un punteggio che parla da sé. La squadra dei grigi, appoggiatissima dai risultati recenti, incappò certo in una giornata perfida. Non può che spiegarsi così la inattesa dimostrazione di sterilità all’attacco e di disordine in difesa fornita da una squadra che salì in fama per il solido assetto dei reparti di retroguardia e per la rara efficienza dello schieramento di prima linea. Su queste belle virtù, quest’oggi, calò una coltre di nebbia. La squadra riuscì, nel primo tempo, a tener testa agli avversari; si può anzi ammettere che il goal numero uno di Pastore – un saettante rasoterra da 20 metri – abbia sorpreso più che battuto il portiere. C’erano dunque 45 minuti buoni per rimontare la corrente e per sfoderare le unghie. E, infatti, l’Alessandria giocò risolutamente all’attacco il primo quarto d’ora della ripresa. Ma qui, durante il periodo della manifesta prevalenza in campo, saltarono fuori tutti i vizi di gioco che dovevano ragionevolmente condannare la squadra piemontese alla sua sorte severa. Alludiamo, in primo luogo, alla incapacità dei forwards, una volta congegnata con sicure ed eleganti trame l’azione di avvicinamento, di partire sulla palla per il tiro a rete. Si videro così i cinque attaccanti ballare a lungo e senza profitto sulla soglia di un pareggio che, a un capello per essere colto, sfuggiva sempre per difetto di mordente nell’attimo decisivo. Passato il quarto d’ora di focosa e vana pressione, il Milan rispose col goal numero due di Pastore; e per l’Alessandria fu finita. Il gioco senza bussola degli avanti non trovò sufficiente compenso nel comportamento dei reparti difensivi ché la linea mediana fu chiaramente superata dagli antagonisti mentre i terzini apparvero più volte presi in velocità e in scelta di tempo. Conclusione: una partita sbagliata della squadra alessandrina. Le cose, per i grigi, sarebbero passate senza eccessivo danno se il Milan – questo dannato Milan che i critici non riusciranno mai ad acciuffare e a catalogare – non avesse dato corda a un gioco arioso, franco, battagliero e serrato: il gioco rossonero delle giornate buone. La squadra vuota come una canna di bambù, di cui ricordiamo la resa senza onore di fronte ai neroazzurri, si esibì oggi in una delle sue mirabolanti metamorfosi. C’era del gioco nelle gambe, delle idee nella testa, della risolutezza nel cuore dei rossoneri: e ne venne una partita viva e impetuosa, rapida e varia, che la vittoria non poteva non premiare. La squadra, in tutto il suo complesso, è meritevole di elogio, ma i suoi punti di forza si chiamano oggi linea mediana e Pastore. Su questo ideale triangolo, il gioco milanista trovò gli spunti e gli sviluppi migliori. Se Marchi e Pomi diedero alla linea il contributo di un gioco resistente, accorto e poderoso, Sgarbi primeggiò per i requisiti di classe genuina che furono espressi dalla sua splendida partita. Quanto a Pastore, l’estroso attaccante dimostrò di saper potenziare i numeri del repertorio e gli esuberanti mezzi fisici con l’intelligenza del gioco che è virtù innata e dono di pochi. Pastore, quando va (e oggi il ragazzo camminava), personifica il gioco stesso del condottiero: alcune sue frasi ebbero lo spicco, il tono di comando, il contenuto tecnico, il colpo d’ala del grande giocatore. Pastore fu egregiamente assecondato dai compagni di linea, non sempre precisi e pronti sulla palla, ma sempre in grado di scompigliare lo schieramento difensivo avversario col loro gioco vigoroso, imprevedibile negli sviluppi e mobilissimo. Tra i forwards, ci piace ricordare il buon Paride, assai disordinato ma estremamente pericoloso. Finalmente, una giornata di primavera: arido ed elastico è il terreno, scintillante nell’azzurro il sole. Al via, l’Alessandria invade l’area milanista e chiama i terzini al lavoro. Presto, i rossoneri replicano sullo stesso tono. Ed ecco che, da un minuto all’altro, la partita si va spegnendo. Il gioco diventa monotono e nessun episodio interessante lo caratterizza. Il Milan batte alto e largo, l’Alessandria pratica il gioco a terra a lunghi corridoi in profondità: l’azione dei grigi è tecnicamente pregevole, ma non ha molle che ne assicurino lo scatto. Così passa la prima mezz’ora. Colpo di scena: Pastore riceve un buon pallone da Santagostino; venti metri e forse più dividono l’attaccante dalla imboccatura della rete alessandrina. Parte la cannonata: un tiro radente, secco e rabbioso, che si incastra a un dito dal palo laterale; Curti si butta, ma la palla gli scivola via, nettamente al di là della linea bianca; Curti la scaccia, ma l’arbitro ha controllato con esattezza il viaggio del bolide. Non c’è verso: è goal. Il successo trasforma il Milan, e l’area dei grigi è presa d’assalto. Viviano e Costa, anche perché disturbati dal sole che batte loro negli occhi, non sempre colpiscono giusto. Al 35’ Pastore fila sul palo un centro dell’intrepido Paride. Ancora Pastore, lanciato dall’ala, scocca un tiro fulmineo: Curti, a braccio teso, respinge; Pastore riprende; un guizzo disperato di Viviano; corner. Passata la raffica, i grigi viaggiano verso la rete di Compiani, Banchero raggiunge Ferrari che si è slanciato tra i terzini, il pareggio è nell’aria quando, in mêlée vorticosa, Marchi blocca la palla e salva. La partita accelera il ritmo avviandosi verso la fine del tempo; notiamo, al 42’, una cannonata parabolica di Sgarbi che dà a Curti un brivido: parata. L’Alessandria attacca la ripresa a grande andatura: il Milan sembra fermo, tanto improvviso è lo slancio dei grigi. Due corners a loro favore nel giro di dieci minuti. Il gioco è inchiodato nella zona dei terzini rossoneri. Con gagliardia essi si difendono, pur cadendo talvolta in errori provocati dall’orgasmo e talaltra incorrendo in punizioni per eccesso di combattività. Si è detto come gli attaccanti alessandrini abbiano sciupato il loro quarto d’ora di ardente offensiva: non enumereremo le occasioni perdute e gli imbrogli combinati sotto il naso di Compiani. Mette conto, tuttavia, di osservare che il portiere rossonero non sbaglio un’uscita, una parata, una mossa. Al quarto d’ora, la partita si risolve: Paride scappa su un passaggio lungo. Invano Avalle, piuttosto spaesato nel ruolo inconsueto di laterale, tenta di trattenerlo; Paride vince il breve e focosissimo duello e mette al centro, Pastore irrompe; Curti è battuto sul tiro irresistibile. L’Alessandria non ha più nulla da spendere: il suo giuoco, da un minuto all’altro, si arruffa e si stempera. Qualche raro e inane contrassalto non fa che dare rilievo alla continuità e al crescendo della marcia milanista. Cattaneo passa a mezzo destro, ma l’espediente non dà frutto, Gandini tenta la sorte con un insidioso tiro da lontano (il più bel tiro in rete della giornata alessandrina) e Compiani blocca. Bolide e paletto di Pastore. A un minuto dalla fine, terzo goal. Azione di Santagostino, salto del terzino, passaggio a Pastore, tiro al volo del «seratante», goal. (Bruno Roghi, «La Gazzetta dello Sport», 14 maggio 1928) Tempo magnifico, terreno ideale, pubblico foltissimo e cavalleresco: questa lo sfondo della partita che ha sancito la resurrezione dei colori rossoneri. È fatale ormai che l’Alessandria a Milano non abbia fortuna. Contro l’Internazionale subì tre goals in sette minuti; ieri, a San Siro contro il Milan, la squadra ha deluso in pieno. Bisogna credere che, inceppata in qualche particolare, la macchina grigia abbia funzionato male, oppure che la foga milanista sia stata capace non solo di annientare la superiorità organica dell’avversaria, ma anche di scombussolare i piani metodici e calcolati del repertorio alessandrino. Il confronto di ieri, che in fondo non ha fornito materia eccezionale di gioco, ha messo alla frusta due stili differenti: l’ardente e convulsa combattività del Milan, il ritmo freddo, preciso, monotono delle azioni alessandrine. È probabile che la cattiva giornata di qualche componente abbia ridotto di molto il rendimento generale; ma quello che ha fatto risalto sul campo di San Siro è stato lo stridente contrasto fra il temperamento del Milan, tutto slancio ed improvvisazione, e quello dell’Alessandria, tutto scuola e tecnica. Da una parte il guizzo rabbioso, il palleggio largo, fulmineo, improvviso; dall’altra sempre quel tono accademico, ripetuto all’infinito come una lezione imparata a memoria e recitata senza entusiasmo e senza effetto. Questa, almeno, l’impressione odierna; naturalmente, una partita non fa regola, questo campionato sembra fatto apposta per smentire vicendevolmente i valori in lizza, in una contraddizione perenne e suggestiva. Domani, contro una squadra meno irruenta e più tecnica, l’Alessandria potrebbe avere agio di elevare alla massima potenza il suo funzionamento modello. Ieri la sconfitta, severa e meritata, è venuta ad esaltare le doti della squadra più sbrigliata e più volitiva, che nell’arduo confronto ha ritrovato il suo spirito ed il suo ardore. La cronaca non è ricca. Nei primi venti minuti, il gioco alessandrino ha svolto i suoi temi migliori con esito negativo; un paio di volte la difesa milanista si è trovata a mal partito, ma ha saputo sempre salvare in tempo. Al 31’ Pastore inizia la serie dei suoi goals: in seguito ad un’azione personale, il centroattacco rossonero tira forte raso terra; Curti arriva sul pallone, ma questo varca nettamente la linea fatale. Fino al termine del tempo, il Milan fila ch’è un piacere: Curti deve intervenire più volte, ben aiutato da Costa, mentre Viviano gioca piuttosto in sordina. Nella ripresa, il tono non muta, per quanto l’Alessandria tracci le sue discese con minore efficacia, per merito anche della linea mediana milanista che tiene il campo con netta prevalenza. Al 18’, secondo goal di Pastore, su centro di Paride. Si attende invano la riscossa alessandrina: Curti richiama spesso i suoi uomini, ma le discese dei grigi mancano di mordente, spirano in una sterilità desolante. All’ultimo minuto, su traversone preciso di Santagostino, Pastore segna al volo il terzo goal. Per la cronaca, due corner per parte. Arbitro Mattea. («La Stampa», 14 maggio 1928) Il Milan ha vinto nettamente, mentre l’Alessandria ha deluso anche quando, nella ripresa, dopo un primo tempo in cui i milanesi avevano dominato con facilità, ha tentato la riscossa permanendo a lungo nell’area avversaria. Il risultato arreca non poca sorpresa, giacché le generali previsioni erano per una partita incerta e difficile. L’Alessandria, reduce dalla bellissima prova compiuta sul campo avversario del Torino e dalla clamorosa vittoria conquistata contro il Casale, si presentava a Milano con l’aureola della grande squadra. Per il Milan, il compito sembrava ben scabroso. Ma non fu così. Gli alessandrini, deboli nella difesa e nei sostegni, seppero intrecciare nel primo tempo qualche ottima azione con la prima linea, ma poche volte furono pericolosi veramente. Il Milan ebbe così buon giuoco. I suoi uomini trovarono lo slancio e l’animosità delle migliori giornate e la squadra marciò tutta compatta con un assieme ammirevole, specialmente nelle linee arretrate. Ottimo il Compiani, che ha confermato, anche col non grave lavoro di ieri, le doti dimostrate nella partita con l’Internazionale; una parata su tiro improvviso di Gandini è stata bellissima per intuito e presa e sicurezza. Schienoni, sicuro sul pallone, calmo e deciso, è stato un terzino prezioso. Colombo è un giocatore difficile a superarsi, anche se a volte appare un po’ confusionario e troppo audace. Ma il Milan, soprattutto, ha rifulso nella linea dei sostegni: Sgarbi, Pomi e Marchi, tutti e tre hanno avuto una grande giornata, e in questo loro eccellente giuoco sta forse il motivo della cattiva prova alessandrina. Nella prima linea, il Milan ha rivelato dei difetti non lievi agli interni: Aigotti però, se non altro, si è molto prodigato; mentre invece Santagostino ha accumulato una serie di errori incomprensibili e ha saputo distinguersi solo nell’ultima azione che ha provocato il terzo goal milanese. Paride ha giuocato una partita più che ottima, e anche Torriani non è dispiaciuto; Pastore poi, l’autore di tutti e tre i goals del Milan, deve essere questa volta vivamente elogiato per il suo lavoro intelligente e produttivo. Per quanto riguarda l’Alessandria, si può dire che un uomo solo si è distinto: Cattaneo. Gli altri, Gandini, Viviano e Banchero compresi, hanno giuocato certamente al di sotto del loro abituale valore. Il Milan ha marcato il primo suo punto al 32’, in questo modo: su passaggio di Aigotti, Pastore ha tentato il tiro da venti metri, d’angolo, raso a terra; Curti si è gettato per la non difficile parata, ma il pallone gli è sfuggito ed è penetrato nettamente in porta. Il primo tempo è finito senz’altre varianti, ma col dominio evidente del Milan. Nella ripresa, l’Alessandria ha tentato il contrattacco con qualche vivacità, ma senza nessun legamento e nessuna precisione. Gli attacchi alessandrini sono continuati insistenti per una quindicina di minuti. Quindi, un’improvvisa offensiva milanista ha rovesciato nuovamente la situazione: una discesa Aigotti-Pastore ha dato modo a Paride di fuggire e di ripassare poi a Pastore che, con irresistibile azione personale, ha marcato un bellissimo secondo punto al 17’. Il nuovo insuccesso ha finito per smontare così gli alessandrini, la cui reazione si è andata man mano attenuando. Il palo ha respinto un altro fortissimo tiro di Pastore, ma proprio negli ultimi secondi Santagostino è riuscito a fuggire su passaggio di Pastore e a rimettere molto bene il pallone allo stesso Pastore, che ha potuto così strappare il terzo imparabile punto per il Milan. («Corriere della Sera», 14 maggio 1928) Curti è impegnato sin dall’inizio ed Aigotti, al 5’, tira a lato per soverchia precipitazione. Compiani ha modo di farsi onore. La prevalenza alessandrina ha la durata di un buon quarto d’ora. Una discesa dei grigi è arrestata per fuori giuoco di Ferrari. Poi, è Avalle che sciupa una facile occasione tirando fuori a lato. Compiani è ancora impegnato, ma i rossoneri reagiscono prontamente, ed anche Curti ha il suo da fare. Pastore fila verso la rete di Curti: tiro raso terra e plongeon fulmineo, la palla viene arrestata a dieci centimetri oltre il termine fatale! Bella reazione dell’Alessandria: due tiri di Cattaneo e Banchero al 41’; Marchi salva di fortuna proprio sul limite del goal. Alla ripresa, sembra che i grigi debbano riaversi. I rossoneri sono costretti in corner al 5’; poi, una paurosa mischia si accende nell’area del Milan. Al 15’, un calcio d’angolo ancora contro il Milan. Al 18’, fine ricamo di passaggi fra Aigotti e Pastore; l’elegante giuoco degli avanti culmina in goal: e due. Il bilancio dei grigi è nettamente al passivo. L’Alessandria non trova la nota vigorosa, lo scatto della reazione. Curti è impegnato. Dopo mezz’ora di giuoco un indizio di ripresa dei grigi: fuoco di paglia! Il comando passa ai rossoneri. Pastore colpisce in pieno il palo al 25’. Calcio d’angolo contro l’Alessandria: una rinata speranza per i grigi. La reazione, bene iniziata da Banchero, non giunge però a conclusione. («Vice», «Il Calcio», 19 maggio 1928) L’Alessandria ha trovato, nella partita di domenica scorsa, la sua giornata più nera. Le previsioni della vigilia le accordavano una certa superiorità, che avrebbe dovuto tradursi in una bella vittoria. I grigi anch’essi non nascondevano la certezza di rimanere imbattuti e sono scesi in campo fiduciosi nella vittoria. Essi non hanno saputo valutare gli avversari, e per questo hanno subito una sconfitta clamorosa che non ammette attenuanti. Tre goals a zero: un risultato questo che neanche il più ottimista dei supporters rossoneri poteva sperare. E quello che più stupisce è che l’attacco alessandrino, reputato celebre per il suo rendimento, non ha saputo violar la rete avversaria. È stata questa, forse, la più brutta partita che i grigi abbiano giuocato in quest’annata. Per fortuna, essi hanno saputo prontamente riprendersi e risalire di colpo il gradino dal quale momentaneamente erano discesi. (Teresio Pelizza, «Il Piccolo», 19 maggio 1928) RISULTATI: Casale-Internazionale 1-3 Genoa-Torino 2-1 Juventus-Bologna 1-1 CLASSIFICA: Internazionale, Torino 8; Genoa, Milan 7; Alessandria, Bologna 6; Juventus 5; Casale 1.

Girone Finale

Milan FC - Alessandria US 3 - 0 (1 - 0)

RETI:

32. Pastore P. [Mi] , 61. Pastore P. [Mi] , 90. Pastore P. [Mi]

Alessandria US

Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Avalle Edoardo, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo

All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

MILAN: Compiani; Colombo, Schienoni; Marchi, Sgarbi, Pomi; Torriani, Santagostino, Pastore, Aigotti (I) Stefano, Pasqualetto [Paride]. All.: Burgess Herbert Larry.

Arbitro: Mattea (II) Francesco (Casale Monferrato)

Note

Commento

info@museogrigio.it

Crediti

2021 museogrigio, tutti i diritti riservati.

Girone Finale

Milan FC - Alessandria US 3 - 0 (1 - 0)

RETI:

32. Pastore P. [Mi] , 61. Pastore P. [Mi] , 90. Pastore P. [Mi]

Alessandria US

Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Avalle Edoardo, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo AngeloAll.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

MILAN: Compiani; Colombo, Schienoni; Marchi, Sgarbi, Pomi; Torriani, Santagostino, Pastore, Aigotti (I) Stefano, Pasqualetto [Paride]. All.: Burgess Herbert Larry.

Arbitro: Mattea (II) Francesco (Casale Monferrato)

Note

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Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Avalle Edoardo, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo

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