Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1927/1928
Div. Nazionale
29-04-1928 - Giornata: 5 - Torino - Filadelfia
Girone Finale


Torino FBC - Alessandria US 3 - 3 (2 - 2)
RETI: 39. Vezzani L. [To] , 42. Vezzani L. [To] , 87. Vincenzi G. [To] 20. Ferrari G.[A], 34. Banchero (I) E.[A], 52. Cattaneo R.[A]

Alessandria US Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Avalle Edoardo, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
TORINO: Bosia; Vincenzi, Martin (II) Cesare; Colombari, Rossetti (I) Giuseppe, Janni; Vezzani, Baloncieri, Libonatti, Rossetti (II) Gino, Monti (III) Feliciano. All.: Cargnelli Tony.

Arbitro: Dani Carlo (Genova)
Note
Pubblico numerosissimo.

Commento
La battaglia è stata epica. Da molto tempo, un match non era più riuscito ad incatenare il pubblico in modo più spasmodico. Sul campo non vi sono state tregue e il pallone è stato sottoposto ad un lavoro massacrante. Gli uomini non si sono risparmiati un momento; ognuno ha tenuto strenuamente il suo posto accorrendo ancora in aiuto del compagno appena riusciva a disimpegnarsi dalla stretta del suo diretto avversario. Le due grandi squadre sono state degne l’una dell’altra. Forse più stilista è stata quella del Torino, certo più compatta e atleticamente più robusta quella dell’Alessandria. Tanta abnegazione e tanto dispendio d’energie così generosamente prodigate nell’appassionante contesa da entrambe le squadre non poteva dare che il risultato pari, sanzionato al 90’ dal fischio di Dani. Oggi, la massa degli spettatori, partigiani dell’una come dell’altra squadra, ha saputo elevarsi sull’abituale spirito di parte ed ha accomunato nella sua commossa ammirazione il manipolo grigio a quello granata, gridando ad entrambi la sua gioia e la sua soddisfazione per la cavalleresca ed appassionante battaglia. Il match, per il modo dinamico col quale è stato «tirato» dal principio alla fine, se non permette un esame critico e dettagliato dei suoi attori che, pur facendo sempre del football in grande stile, hanno tuttavia alternato azioni magistrali ad errori di esecuzione, ha messo in risalto la forza realizzatrice delle due linee d’attacco e la inferiore efficienza delle due difese, particolarmente di quella granata. Martin II, sofferente, e Vincenzi, non del tutto rimesso dalla sua azzoppatura, sono stati il tallone d’Achille della squadra torinese, che in tutti gli altri suoi reparti ha invece retto coraggiosamente all’urto della massiccia avversaria non solo bilanciandone le offensive, ma ben sovente obbligando le schiere grigie a serrarsi in difesa. I granata hanno prodigato ogni loro energia fin dal primo minuto della partita, e di tanta esuberanza iniziale dovevano risentire nella seconda ed ultima fase della tenzone. Nella prima ventina di minuti di gioco, il Torino ha svolto degli attacchi meravigliosi di chiarezza e di esecuzione. Tre volte, in breve tempo, la rete alessandrina parve inevitabilmente battuta e tre volte fu salva. Le combinazioni Rossetti II-Monti III e Libonatti-Rossetti-Baloncieri costituirono un godimento estetico per ogni buongustaio di football, ma sempre veniva a mancare la sanzione del goal. Ma ecco gli alessandrini, con lento ma progressivo rinserramento dei ranghi, muovere decisamente al contrattacco e, favoriti dall’errato piazzamento dei terzini torinesi, segnare, nello spazio di una decina di minuti, due decisissimi goals, a corollario di un periodo di assoluta padronanza. Lo smacco era grave pei granata, e pochi ormai dei loro sostenitori si illudevano in una redditizia riscossa. Non così i giuocatori – e questa fu un’ennesima vittoria della classe – che, senza accelerare il ritmo del loro giuoco, negli ultimissimi minuti del primo tempo raggiungevano il pareggio con due azioni semplici e lineari, battendo nettamente la pur vigile e laboriosa coppia dei terzini grigi. La ripresa, come trovava i contendenti alla pari, così alla pari doveva lasciarli dopo di aver nuovamente riservato ai grigi l’onore di segnare pei primi ed ai granata di pareggiare dopo un dispendio di fatiche che spossarono la squadra, facendole toccare il traguardo a soli tre minuti dalla fine dell’epica contesa. Gli alessandrini furono superbi di continuità, di fiato e di cuore, e solo cedettero alla maggiore anzianità della compagine avversaria che, nel trio centrale d’attacco e in Rossetti I e Janni, ebbero di fronte avversari di classe internazionale. La squadra grigia suscitò la più grande impressione, e sulla linea del match di oggi non sappiamo quale altro concorrente al titolo riuscirà a piegarla. È fresca d’energie ed è nella sua parabola ascendente. Che voglia e debba prendere il ruolo della grande Pro Vercelli d’un tempo? La partita si inizia con una rapida folata torinese. Da un tiro di punizione contro Alessandria ha inizio un lungo periodo di chiaro predominio granata: già al 3’ un ricambio tra Rossetti II e Monti dà a Libonatti un perfetto pallone: il tiro scocca improvviso e la palla va a sfiorare lo spigolo della casa di Curti. I granata si mantengono all’attacco, poggiando di preferenza le loro azioni sulla sinistra; su qualche breve puntata alessandrina la difesa torinese mostra subito di essere in giornata poco felice, virgolando qualche palla e respingendone fallosamente altre. Al 7’ i granata lanciano anche la parte destra del loro schieramento: Vezzani fugge, Avalle tenta ostacolarlo, interviene Rossetti che manda a lato. Sulla rimessa, s’inscena un attacco grigio che viene però interrotto di testa da Vincenzi. Il predominio granata si ristabilisce. Al 15’ il successo viene sfiorato: «Balon» fa una finta su un passaggio di Libo, lasciando la palla a Vezzani; questi avanza, impegnando la difesa avversaria, Baloncieri riprende e spara fortissimo, cogliendo la traversa; sul rimbalzo, sopraggiunge Rossetti, che spara in un angolo costringendo Curti a deviare in corner con grande difficoltà. Nuova burrasca si addensa davanti la rete alessandrina al 18’, in seguito a un preciso cross di Monti: Vezzani risolve alzando il pallone. Ma la superiorità torinese è… un’illusione, giacché sono proprio i grigi a cogliere il successo per i primi. Dopo qualche accenno di attacco, che mette subito un grande orgasmo alla difesa granata, la palla vaga velocemente dall’uno all’altro degli uomini alessandrini, finché giunge a Chierico, che spara in goal decisamente: il tiro batte contro la base del montante sinistro, Bosia a terra tenta abbrancare il pallone sena riuscirvi, Vincenzi si sforza vanamente per liberare, sopraggiunge Ferrari che, quasi sulla linea del goal, sospinge la palla in rete. Il Torino non si accascia. Si stabilisce un certo equilibrio come numero di reciproche azioni offensive. Al 33’ Ferrari impiega due volte di seguito Bosia. Il gioco torna sulla metà campo, e Libero allunga a Cattaneo; breve fuga e rimessa al centro; i due terzini torinesi si fanno sorprendere spiazzati e Banchero si fa luce tra i due, tirando con forza verso un angolo: il pallone batte contro lo spigolo interno del paletto e rimbalza in rete. La reazione granata non tarda. È il 39’, Rossetti dà a Monti un preciso pallone, l’ala sinistra stringe al centro, si porta in buona posizione e spara un potente shoot; Curti esegue con grande difficoltà la parata quasi sotto la traversa, lasciandosi però sfuggire la palla, che viene ripresa di testa da Vezzani, calato velocissimo dall’ala destra, e cacciata in rete. Il successo dà maggior lena alle combinazioni granata, che si svolgono minacciose entro l’area alessandrina. Al 42’ il pareggio viene meritatamente raggiunto: Rossetti I allunga a Baloncieri, che si fa luce e passa a sua volta a Vezzani; questi si disimpegna dai difensori avversari e punta ratto verso Curti; il portiere alessandrino esce, ma non può impedire che Vezzani, astutamente, lo batta con un tiro rasoterra. Il tempo ha fine con un nuovo grave pericolo per l’incolumità della rete grigia. E si giunge alla burrascosa ripresa, che si apre con un calcio di punizione contro Torino. Al 2’ Libonatti viene lanciato da «Balon» e fila in piena velocità verso Curti. Mentre è per tirare, viene atterrato decisamente; la minaccia però permane, e Costa riesce a salvare miracolosamente a porta vuota il pallone giunto ormai sulla linea del goal. La burrasca non si dirada e al 4’ «Libo», «Balon» e Vezzani tentano rispettivamente di battere Curti con saettanti tiri. All’improvviso, le sorti della partita si volgono nuovamente a svantaggio del Torino. I grigi calano verso Bosia, la difesa granata sbanda paurosamente e la palla arriva sino a Cattaneo: il piccolo grigio converge verso il centro senza che nessuno s’incarichi di ostacolarlo e il suo tiro coglie Bosia, che non tenta nemmeno la parata malgrado questa non appaia eccessivamente difficile. Da questo momento, il Torino non farà che attaccare continuamente; la sua prima linea si sobbarcherà ad una ingratissima fatica di Sisifo per risalire gli handicaps che le infligge la sua traballante difesa. Al 12’ Alessandria è già costretta a rifugiarsi in corner. Il gioco si fa vieppiù deciso e qualche fallosità viene registrata da ambo le parti. La prima linea grigia è tutta ripiegata in difesa per sollevare il gravoso onere di lavoro cui vengono sottoposte la mediana e la difesa. Rossetti alza al 31’, quando già la folla era per gridare al sospirato pareggio. Vincenzi passa all’attacco scambiando il posto con Monti. La confusione in campo raggiunge il diapason e, in certe rabbiose raffiche granata, molti falli, anche di mano, vengono commessi in area di rigore. Gli uomini alessandrini cercano guadagnar tempo, mandando spesso a fallo e operando lunghi rimandi, ad onta dei quali i forwards grigi non riescono a portare la palla oltre la metà campo. La partita assume dei toni drammatici per l’ardore e l’accanimento dei giocatori. Alessandria è costretta al corner al 39’ e al 40’. La gran massa del pubblico e con l’animo sospeso e non può capacitarsi come una sì insistente superiorità non riesca a concretarsi nel pareggio. In parecchi periodi, nella breve area di rigore di Curti, sono ammassati una ventina di uomini, ché anche i due terzini torinesi si protendono all’attacco. Finalmente, l’incubo torinese ha termine: in una confusa mêlée, ove riesce difficile riconoscere i diversi giocatori, la palla viene passata da «Libo» a Vincenzi che, dalla sinistra, spara fortissimo, riuscendo a scuotere la rete: è il 42’. Le medesime, assillanti situazioni per tutto lo schieramento grigio si susseguono sino alla fine, stante la tenacia dei torinesi che pare vogliano cogliere a tutti i costi il successo. Alessandria è ancora in corner al 44’, e finalmente sopraggiunge la fine. Complessivamente attento e preciso l’arbitraggio di Dani. («La Gazzetta dello Sport», 30 aprile 1928) Fu un match appassionante, ricco di emozioni, combattuto e dall’esito incerto quello di ieri; match che deve anche essere considerato fra i più belli dal lato tecnico che si siano giuocati questa stagione a Torino. La squadra alessandrina è stata superiore all’attesa. Il contenuto tecnico del suo giuoco è apparso anche ai più esigenti ammirevole, la combattività della compagine superiore ad ogni elogio. Il tono del giuoco è salito, in certi momenti, ad un’altezza mai prima raggiunta nel corso di questo campionato, almeno a Torino. Poste ad uno stesso livello le qualità tecniche delle due squadre, doveva prevalere quella più ricca di doti combattive, più resistente al lavoro massacrante imposto dalle stesse vicende, sempre incerte, della partita. Anche su questo terreno, le due unità hanno segnato parità perfetta. A match ultimato, tirando le somme, si è dovuto riconoscere che il risultato pari era logico ed equo. Il Torino ha giuocato complessivamente un bel match. La sua prova può essere equamente giudicata solo ponendola a confronto con quella degli ospiti. Di fronte ad un avversario della stessa sua statura, il Torino non ha potuto spadroneggiare come altre volte, ma forse proprio ieri la sua classe ha avuto modo di rifulgere nel modo più convincente. Lo squadrone granata ha toccato il fondo di tutte le sue risorse. Da quella battaglia non si poteva uscir salvi che valorizzando tutto quello che c’era da valorizzare nel proprio bagaglio tecnico. Incassati due goals nella prima mezz’ora, non si è smontato; il suo giuoco ha conservato sempre la stessa bella chiarezza di concezione, sebbene sia pervenuto al pareggio con le azioni meno convincenti e certo meno tecnicamente pregevoli fra quante seppe attuare nel primo tempo. Nelle prime fasi del match, due o tre attacchi furono condotti dal Torino con una concezione tattica e una sicurezza tecnica ammirevoli. Il goal era sembrato inevitabile, tuttavia la squadra granata non è passata. Si «passa» spesso con azioni di sorprendente semplicità, ed i capolavori tecnici restano solo per il nostro inutile godimento estetico. Così è accaduto ieri al Torino: dal 30’ al 42’ ha ristabilito l’equilibrio delle sorti con due goals di Vezzani scaturiti da due azioni che certo non potevano assolutamente sostenere il confronto con quelle precedenti. Certo, il Torino deve aver compreso che era più facile sorprendere l’Alessandria con azioni isolate che non con un sapiente lavoro in linea. Il giuoco del Torino dovette quindi perdere a tratti la sua coesione, farsi più impetuoso e meno ordinato per cercare se attraverso questa via era possibile scardinare la difesa avversaria. Questa fu infatti l’impressione che ebbe il pubblico nel secondo tempo, specialmente nei momenti veramente drammatici del «serrate» granata, quando cioè pareva che la squadra concittadina, facendo salire il ritmo del suo giuoco ad una pulsazione febbrile, marciasse a gran passi verso il disordine, precludendosi quindi ogni possibilità di pareggio. Ed è proprio merito della sopraffina educazione tecnica delle due squadre se, in questi momenti, il match, dato l’ardore dei giuocatori, non è precipitato nel caos. Da un capo all’altro del match, la folla è stata come incatenata dall’epica vicenda degli attacchi portati dalle due linee di avanti. Rossetti I, per la mole del lavoro compiuto e per il continuo suo rendimento, parve il miglior uomo del Torino. La difesa accusò invece delle incertezze, del resto scusabili data l’indisposizione di Martin II e la non perfetta forma di Vincenzi […]. Ha la palla il Torino e l’azione è portata di balzo nell’area dei grigi. Le due squadre sono subito in piena azione. Al 4’ si ha la prima magnifica azione del quintetto granata in profondità di Rossetti II a Monti. Al 7’, su centro di Vezzani, Libonatti effettua una magnifica rovesciata che manda la palla a cadere proprio davanti al goal di Curti. Rossetti si trova improvvisamente la palla ai piedi e lo specchio intero della porta davanti a sé, ma non riesce a dirigere il tiro fra i pali. La pressione granata continua. Al 15’ un tiro di Baloncieri sul palo trasversale fa scattare la folla; la palla, tornata in campo, è ripresa da Janni, che tira a sua volta in goal, ma Curti riesce a parare in corner. Passano così venti minuti di quasi continua prevalenza granata, poi ecco, proprio al 20’, il primo goal alessandrino. Su tiro di Banchero, Bosia, buttatosi in tuffo, riesce a parare ma non a trattenere la palla che è ripresa da Ferrari e saettata nella rete. Il giuoco ora è più equilibrato. Al 34’ la palla, calciata da Banchero dopo una rapida azione del terzetto centrale, batte sul palo destro e devia in rete. Con l’handicap di due goals, il Torino non si perde d’animo: al 39’ Monti III effettua una breve fuga e tira sul goal; Curti para il tiro spiovente, ma non ha nemmeno il tempo di cercare di trattenere la palla che Vezzani, sopraggiunto veloce dalla destra, con un colpo di testa gliela soffia di mano, buttandola in rete. Il primo passo è fatto. Passano altri tre minuti. Al 42’ la difesa dei grigi compie l’unico grave errore della giornata: Baloncieri riesce a balzare alle spalle della difesa, precedendola sul tempo, ed a passare a Vezzani il quale, pienamente lanciato, viene a trovarsi solo davanti al goal; Curti esce dai pali e si butta in tuffo sui piedi di Vezzani nel momento in cui questi effettua il tiro: la palla finisce in fondo alla rete e Curti è a terra contuso. Alla ripresa, il giuoco si inizia ad andatura moderata, ma presto il ritmo dell’azione accelera. Al 7’ Cattaneo fugge e, giunto pressoché indisturbato ad una diecina di metri da Bosia, effettua un traversone raso terra e manda la palla a riposare per la terza volta nella rete granata. Comincia da questo momento l’impresa massacrante dei granata per giungere al pareggio. Al 44’ Vincenzi, che aveva ceduto il suo posto a Monti, raccolto nella mischia un passaggio di Libonatti, segna da tre passi il goal del pareggio. («La Stampa», 30 aprile 1928) La partita odierna ha dato luogo ad una lotta accanita che ha entusiasmato l’immenso pubblico ed ha tenuto sospeso l’animo dei numerosi supporters. Il Torino, partito all’inizio con serie intenzioni, ha dovuto invece subire la superiorità degli avversari che per primi hanno segnato due goal consecutivi. I concittadini, che sembravano smantellare la difesa grigia, si sono così dovuti difendere e, malgrado che nella ripresa abbiano mostrato maggior tecnica e foga, solo negli ultimi minuti hanno pareggiato. Dopo i primi venti minuti di gioco, l’Alessandria passa all’attacco e, su azione di Banchero-Chierico, tira in goal: Bosa para, ma il pallone gli sfugge e, ripreso da Ferrari, finisce in rete dei granata. Il Torino torna al lavoro ricominciando l’offensiva, ma al 34’ la palla è spostata verso Cattaneo il quale, passatala a Banchero, termina nella rete torinese. L’incitamento dei concittadini per i beniamini è grande e li sprona alla riscossa. Infatti, in tre minuti, la situazione è ristabilita. Al 39’ Vezzani, con un tiro magistrale, infila la rete dei grigi e, tre minuti dopo, Baloncieri punta verso il goal, affronta i terzini e passa a Vezzani, che manda in rete tra il tripudio del pubblico. Nella ripresa, all’inizio, per poco il Torino non segna un altro goal: su un tiro di Vezzani, Baloncieri si trova ad un metro dalla porta, ma miracolosamente il pallone gli viene soffiato. Non sono passati dieci minuti che l’Alessandria, su azione Banchero-Cattaneo, gioca la difesa torinese, che non intuisce il pericolo, e quest’ultimo giocatore porta a tre il punteggio per i grigi. Il Torino, dopo aver usufruito di un corner, si impone ora nell’area degli ospiti e si installa sotto il goal avversario ma, per quanti sforzi faccia, non riesce a spuntarla. Solo al 42’ Colombari, con un largo tiro a Libonatti, porta il pallone sotto la porta dei grigi e Vincenzi, sopraggiunto, può ottenere il pareggio. (V.C., «Il Calcio», 5 maggio 1928) Finalmente! La squadra granata, che pareva dovesse marciare indisturbata alla conquista del titolo di campione di Italia, è stata fermata nella sua ascesa dallo squadrone grigio, rivelatosi in una forma spettacolosa. L’affermazione dei grigi a Torino ha un inestimabile valore non solo agli effetti del campionato, ma anche moralmente, giacché è sempre stato questo il sogno, non solo dei giuocatori ma anche dei supporters, sogno che, alla vigilia dell’incontro, pareva irrealizzabile. Finalmente! Da troppo tempo si attendeva questa affermazione! E la novella è giunta quando meno la si attendeva, perché si sapeva che il Torino avrebbe giuocato a ranghi completi e nel pieno splendore della sua forma migliore. L’affermazione ha ancora maggior valore in quanto che ottenuta contro una squadra che, oltre a trovarsi nella pienezza dei mezzi, era animata da un grande spirito battagliero alimentato da quella rivalità che da tempo separa le due squadre e che dopo l’ultima partita di Torino si era ancora più rincrudita. Onore dunque ai valorosi calciatori alessandrini che hanno saputo innalzare vittorioso il gagliardetto grigio sul più difficile ostacolo del girone finale e consacrarlo alla gloria con un successo che passerà alla storia del calcio italiano. Chi ha visto la partita di Torino non può non essere rimasto affascinato dalla lotta. Ben di rado è dato vedere una contesa così bella, così ricca di fasi tecniche o stilistiche, così combattuta, vibrante di passionalità, sommamente affascinante e trascinante l’intero pubblico ad un interessamento morboso. La partita di domenica passerà indubbiamente alla storia: due squadre che possono considerarsi le migliori d’Italia, nella pienezza dei loro mezzi, animate da una ferrea volontà di vittoria, decise a non cedere un palmo di terreno se non a costo di gravi sacrifici, si sono battute in una atmosfera satura di elettricità, sempre cavallerescamente, ed hanno fornito uno spettacolo sportivo degno della più alta considerazione. È stata una contesa che, senza dubbio, non ha procedenti: veramente superba tanto tecnicamente quanto per combattività. Essa lascerà un vivo, perenne ricordo nel pubblico presente. L’Alessandria si era presentata in campo colla ferma convinzione di non subire lo stesso clamoroso risultato di tre mesi fa. Sin dall’inizio, essa ha dimostrato una aggressività non comune, mettendo in rilievo il suo giuoco veramente bello, sommamente equilibrato, squisitamente tecnico, un giuoco insomma quale solo può svolgere un grande squadrone. Due goals superbi, frutto di impeccabili azioni, hanno coronato questa superiorità. Il Torino pareva già disfatto quando un guizzo di fortuna lo portava al pareggio. Due azioni isolate di Monti e Vezzani trovavano troppo avanzata la difesa grigia, ed il pareggio era raggiunto con maggior facilità di quanto non potevano sperare gli stessi torinesi. Due goals in tre minuti. Nel secondo tempo, i grigi, seppure ostacolati da un vento fortissimo, si riportavano in vantaggio dopo appena sette minuti di giuoco e, insistendo ancora all’attacco, per poco non ottenevano il quarto goal. Poi, il Torino, spronato dal pubblico e favorito dal vento, si portava decisamente nel campo dei grigi e vi rimaneva fino alla fine. Al 44’ l’Alessandria teneva ancora stretta in pugno la vittoria; era mezz’ora che il Torino assediava la sua rete e per mezz’ora i grigi avevano resistito in una difesa calma, energica, spezzando con facilità tutte le azioni avversarie e non permettendo che rare volte agli attaccanti granata di giungere fino a Curti. Mezz’ora di lotta estenuante, in cui rifulsero le eccelse doti dei difensori come nel primo tempo erano rifulsi i virtuosismi dei cinque attaccanti. Ma ecco che, proprio all’ultimo minuto, un bolide di Vincenzi fruttava il pareggio al Torino. Il sogno dei grigi era svanito ma non infranto, ed il match pari era ugualmente accolto con gioia dagli undici grigi e dai numerosi supporters. La partita di Torino ha servito a mettere in rilievo (se ancora ve n’era bisogno) le eccelse doti tecniche e di combattente dello squadrone grigio, questa nostra grande squadra che, in poco tempo, senza grandi pretese, ha saputo portarsi al livello ed anche superare tutte le migliori squadre d’Italia. I due matches pari conseguiti a Bologna ed a Torino lasciano prevedere che nessuna squadra può attualmente essere in grado di sconfiggere lo squadrone grigio. Non più illusioni, non più sogni, ma realtà. La squadra grigia può oggi guardare molto in alto. Essa possiede una inquadratura così possente da non temere nessun rivale. E non solo ha un giuoco d’assieme veramente superbo, ma conta nelle sue file undici giuocatori completi, rotti a tutte le astuzie, disposti a tutti i sacrifici che il giuoco richiede, esuberanti di fiato, ricchi di tecnica, immuni da ambizioni personali, rigidi osservatori di una disciplina paterna imposta da un trainer di eccezionali virtù sportive ed affratellati in uno solo ideale: il trionfo dei colori sociali. Prima dell’inizio del girone finale, l’Alessandria era giudicata da tutti i critici sportivi di valore al disopra appena della mediocrità, e considerata incapace di reggere lo sforzo richiesto da partite di cartello. Per questo, era senz’altro esclusa dalla rosa delle candidate alla conquista del massimo titolo. Solo i supporters grigi, consci del grande valore dei loro pupilli e sorretti da un’incrollabile fede, tenevano segretamente celata una profonda fiducia. Oggi, dopo quattro partite di finale, i grigi occupano una posizione di classifica privilegiata. Essi hanno già felicemente superati i maggiori ostacoli costituiti dai campi di Bologna e Torino e si apprestano a dare la scalata al primato. Una sola partita hanno disputato sul proprio campo, e tre fuori: quattro punti, di cui due strappati su campi avversari. Ma ciò che più impressiona e che dà adito alle nostre speranze è che, nelle partite di Bologna, Milano e Torino, i grigi hanno segnato ben sette goals. Questo denota un eccezionale rendimento di squadra ed infonde una profonda fiducia che essi sapranno mietere vittorie su tutti i campi d’Italia. E non può più esservi dubbio che l’Alessandria saprà salire ancora molto in alto, inesorabilmente, verso il primato calcistico conteso in una spasimante lotta dalle migliori squadre di Italia. (Teresio Pelizza, «Il Piccolo», 5 maggio 1928) RISULTATI: Bologna-Genoa 3-1 Casale-Juventus 0-2 (a tavolino per intemperanze del pubblico; 1-0 sul campo) Milan-Internazionale 1-2 CLASSIFICA: Torino 6; Bologna, Genoa, Milan 5; Alessandria, Internazionale, Juventus 4; Casale 1. *: una gara in più

Girone Finale

Torino FBC - Alessandria US 3 - 3 (2 - 2)

RETI:

39. Vezzani L. [To] , 42. Vezzani L. [To] , 87. Vincenzi G. [To] 20. Ferrari G.[A], 34. Banchero (I) E.[A], 52. Cattaneo R.[A]

Alessandria US

Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Avalle Edoardo, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo

All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

TORINO: Bosia; Vincenzi, Martin (II) Cesare; Colombari, Rossetti (I) Giuseppe, Janni; Vezzani, Baloncieri, Libonatti, Rossetti (II) Gino, Monti (III) Feliciano. All.: Cargnelli Tony.

Arbitro: Dani Carlo (Genova)

Note

Pubblico numerosissimo.

Commento

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Crediti

2021 museogrigio, tutti i diritti riservati.

Girone Finale

Torino FBC - Alessandria US 3 - 3 (2 - 2)

RETI:

39. Vezzani L. [To] , 42. Vezzani L. [To] , 87. Vincenzi G. [To] 20. Ferrari G.[A], 34. Banchero (I) E.[A], 52. Cattaneo R.[A]

Alessandria US

Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Avalle Edoardo, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo AngeloAll.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

TORINO: Bosia; Vincenzi, Martin (II) Cesare; Colombari, Rossetti (I) Giuseppe, Janni; Vezzani, Baloncieri, Libonatti, Rossetti (II) Gino, Monti (III) Feliciano. All.: Cargnelli Tony.

Arbitro: Dani Carlo (Genova)

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