Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1927/1928
Div. Nazionale
11-03-1928 - Giornata: 1 - Bologna - Littoriale
Girone Finale


Bologna FC - Alessandria US 1 - 1 (1 - 1)
RETI: 27. Busini (I) F. [Bo] 5. Ferrari G.[A]

Alessandria US Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
BOLOGNA: Gianni; Borgato, Gasperi; Pozzi, Pitto, Martelli (I) Giuseppe; Busini (I) Federico, Perin, Schiavio, Busini (III) Antonio, Pilati (IV) Angelo. All.: Felsner Hermann.

Arbitro: Carraro Albino (Padova)
Note
Giornata piovosa, terreno pesante e viscido.

Commento
L’impegno dei magnifici calciatori di Alessandria e Bologna hanno reso vana la duplice offensiva del maltempo e della sfortuna ai danni dello sport. La partita d’oggi ha degnamento inaugurato il girone finale di questo vibrante campionato nella città che ospiti la Federazione. La pioggia non ha arrestato lo slancio dei ventidue giuocatori, il terreno viscido e chiazzato di pozze d’acqua non ha impedito le trame di un giuoco che si imponeva all’attenzione superando le difficoltà, qualche assenza dolorosa è stata compensata dal maggiore impegno dei supplenti. I grigi mancavano di Avalle, i bolognesi di Della Valle, Muzzioli e Genovesi. Un notevole svantaggio dunque, cui si deve aggiungere quello del terreno, particolarmente adatto alle risorse e alle abitudini dei loro avversari. Sul campo, però, la squadra bolognese non apparve impacciata da tali minorazioni e si batté con bravura, moltiplicando le occasioni di segnare e sfiorando a diversi periodi la vittoria. I grigi, a lor volta, hanno impresso alla partita la loro inesauribile caratteristica: la continuità d’azione, e hanno impressionato per lo stile chiaro, rapido, concludente del giuoco. Hanno superato loro stessi e – in lunghi periodi della partita – l’avversario. Sono entrati nel girone finale a bandiera spiegata, con un risultato pari che è stato largamente meritato e che li pone bene in vista per i posti d’onore del grande torneo degli assi. Si è fatto oggi a Bologna del magnifico football; le capacità di manovra delle due squadre hanno potuto esplicarsi in pieno, poiché nessuna di esse ha voluto sacrificare le sue possibilità di vittoria all’idolo falso del risultato pari. È stata del Bologna la prima offensiva, lunga, insistente, acrobatica. Dopo cinque minuti, fuga alessandrina, splendido lavoro in linea. La palla a Banchero, due bolognesi scartati l’uno dopo l’altro, allungo a Ferrari. Tiro da dieci metri, potente e tagliato: goal! È qui che il Bologna piazza il suo più smagliante periodo di giuoco, e imbottiglia i grigi in stretta difesa. Ma, benché pressati, gli alessandrini danno prova della loro calma e della loro sicurezza. E superano senza danno il brutto periodo, grazie anche a Schiavio, che manca un pallone passatogli da Busini I in modo perfetto. Ma ecco che proprio quando l’Alessandria sembra ritrovare la via del giuoco largo, un calcio d’angolo (il quarto) porta al pareggio. Il pallone, sgusciato fuori dalla mischia, capita a Busini I che si rigira e lo infila in rete senza titubanze. L’ultimo quarto d’ora è grigio e due seri pericoli mettono a repentaglio la casa di Gianni. Il quale ne vede di ben peggiori nei primi venti minuti della ripresa, giuocati dall’Alessandria con fantastico vigore di azione. I grigi dominano in campo, sospinti da una linea mediana efficacissima in Gandini e perfetta di stile e di giuoco in Bertolini. Si ha l’impressione che essi abbiano in pugno la partita, tanto Gianni è premuto da ogni parte e si salva a stento dalle insidie, aiutato anche dai pali e dalla sua buona stella. Ma poi il Bologna si scuote, sfrutta gli allunghi di Pitto e marcia alla riscossa. Non più col giuoco in linea e con l’azione spiegata di tutto il quintetto, ma con frasi sincopate, tutte intese a lanciare Schiavio. Il quale, o perché marcato da quell’artista che è Viviano (oggi semplicemente meraviglioso) o perché poco in vena, non approda a nulla, lasciandosi sfuggire anche qualche situazione veramente d’oro. Gli ultimi minuti vedono scatti su scatti da parte degli uomini delle due parti, che ancora hanno conservato del fiato attraverso la durissima gara. Queste le grandi linee di una partita intensamente combattuta dai giocatori e spasmodicamente vissuta dal pubblico. L’esito pari risponde nel complesso all’alterna vicenda del giuoco. Ciascuna squadra ha avuto dei salvataggi di fortuna e sarebbe bastato un nonnulla perché la vittoria vestisse il rossoblù o il grigio. La squadra alessandrina ha peraltro svolto un giuoco più armonico ed è apparsa più organica del Bologna. Buono l’arbitraggio di Carraro, al quale non possiamo dar torto di aver voluto trascurare qualche episodio che avrebbe potuto dar luogo al calcio di rigore (uno per parte). Tanto più la tolleranza era doverosa, in quanto il contegno dei giuocatori si mantenne corretto, dando nuova dimostrazione che la combattività può appaiarsi alla cavalleria. Davanti a pubblico non troppo numeroso nelle gradinate e seppellito sotto gli ombrelli, l’Alessandria dà il calcio d’invio. Ma il Bologna prende l’iniziativa e la mantiene per cinque minuti, ottenendo un calcio d’angolo. Il primo attacco dei grigi porta alla marcatura del goal, come si è detto, al 5’. Poi, il Bologna matura a lungo il pareggio; all’11’ Curti sfoggia due classiche parate, dopo che Viviano ha respinto il possibile. Il vario congegno dell’attacco bolognese si sbizzarrisce nei caratteristici allunghi in profondità negli spostamenti all’ala, nei traversoni classici. Nulla sorprende però i difensori grigi che non perdono un pallone, né tralasciano occasione per tentare di capovolgere l’azione. L’Alessandria subisce senza danno due corners. Al 21’ Busini I riesce a smarcarsi e a passare di precisione a Schiavio, a sua volta liberissimo e già padrone dell’area di rigore alessandrina; incomprensibilmente, il cannoniere rossoblù manca in pieno il tiro che si riteneva irresistibile. L’Alessandria va, di minuto in minuto, ricomponendo il suo potente congegno. Si sente che sta per rintuzzare l’offensiva ricomponendo il suo potente congegno. Si sente che sta per rintuzzare l’offensiva avversaria. Il calcio d’angolo al 27’ le riesce fatale, Busini I segna il pareggio. Ora sono i grigi a dominare con azioni che partono dal piede di Bertolini e si snodano a passaggi precisi e fitti. Banchero si porta driblando a pochi passi da Gianni, mettendo poi fuori un pallone pericolosissimo. Chierico – unico alessandrino non in vena – sciupa qualche occasione, mentre Ferrari e Cattaneo alimentano lunghi attacchi. A due minuti dal riposo, Schiavio mette sul palo un altro pallone offertogli da Busini I e, subito dopo, vien battuto il quinto corner contro Alessandria. Al 4’ della ripresa, l’attacco grigio si concreta in una incursione di Ferrari, che vien collocato a terra prima che riesca a tirare; poi, tre tiri sono fortunatamente ripicchiati indietro dai difensori bolognesi affastellati sotto la loro rete e messi nell’imbarazzo da qualche incertezza di Borgato e di Pozzi. Due corners sfumano senza danno. Si comincia a notare una certa superiorità dei grigi nei duelli: effetto di maggior familiarità col terreno pesante o di maggior fiato? Il Bologna si porta a scatti in area alessandrina, ma trova in Viviano un terzino onnipresente. Tuttavia, al 13’, un pallone sfuggito a Curti crea una situazione che sembra irrimediabile: invece, Costa rovescia a tempo la minaccia, che si trasferisce subito in campo avversario. È Ferrari che spara e Gianni para, è Cattaneo che raccoglie un pallone di Chierico e tiro raso terra e Gianni cade in tuffo, fermando il pallone… con le cosce, è un pallone di Ferrari che Gianni ferma sullo spigolo alto di casa sua, mentre Cattaneo, partito con la carica, finisce in rete. Ma ecco Pitto e Martelli portar sotto i loro. L’attacco bolognese vive solo ormai per le finezze di Pilati IV e per il tempestoso lavorio di Schiavio. Tutti gli altri sono stanchi o bloccati dagli avversari. Un corner e un tiro di Schiavio, parato, sono i concreti successi del Bologna, che al 27’ è, a sua volta, costretto in corner. Al 28’ Pilati IV ha un allungo da grande giuocatore e Schiavio è pronto a sfruttare l’occasione; ma Curti gli si butta fra i piedi e salva, ricevendo però un colpo fortuito. Sosta a metà campo, perché Viviano e Bertolini fermano i tentativi bolognesi i quali, però, al 36’ lanciano alla perfezione Schiavio, che supera ogni barriera. Proprio mentre sta per tirare, un rude arresto operato da Viviano sul pallone lo manda a terra. Poi, Curti para un bel tiro di Busini I su traversone di Pilati e infine, al 40’, Busini III si porta col pallone a un metro dalla rete… e spara fuori. Non è passato un minuto e i grigi sono sotto Gianni, che esce di porta mentre Cattaneo riceve il pallone. Il tiro è deviato in corner da Gasperi. Prima che termini la partita, Schiavio avrà modo di tirare un bel traversone a fil di porta che nessuno raccoglierà, Marchina potrà provocare una mischia pericolosissima sotto Gianni e Curti sarà ancora impegnato da un tiro di punizione. (Mario Zappa, «La Gazzetta dello Sport», 12 marzo 1928) Si deve innanzi tutto dire che, nelle condizioni meno indicate per sviluppare una bella partita, il Bologna e l’Alessandria hanno saputo dar vita ad un match bello e interessante dal primo all’ultimo minuto. Quanto al risultato, quello di ieri è pure uno dei casi in cui si possa dire che il punteggio ha corrisposto in pieno all’andamento del giuoco e al rendimento delle due squadre in campo. L’Alessandria ha conquistato così, sul non facile terreno del Littoriale, un punto del tutto meritato e davvero prezioso. Il Bologna, se pure abbia perduto un punto, non ha tuttavia motivo di rinunziare a nessuna delle sue chances e potrà riprendere con immutata serenità le prossime battaglie. I grigi mancavano di Avalle. Il Bologna è sceso in campo largamente incompleto. Infatti, Genovesi, a letto ammalato, era sostituito da Pozzi; Muzzioli dal giovane e leggero Pilati IV; infine, Borgato, che era alla sua prima partita dopo la lunga assenza per grave malattia, sostituiva Monzeglio. I rossoblù, nel complesso, sono apparsi assai più scintillanti e virtuosi nell’attacco, ma sono stati traditi dal terreno fangoso che ha impedito il più delle volte di portare a termine eleganti e chiare combinazioni felicemente impostate. I grigi, squadra più massiccia e senza preoccupazioni estetiche, avente soprattutto proposito di difendersi prima di pensare ad attaccare, si sono trovati più a loro agio sull’infida pelouse e hanno tenuto fino alla fine, rinforzando con subitanee e pericolose discese una difesa che ha avuto il merito di mantenersi sempre calma e ordinata anche di fronte al rabbioso attacco bolognese del penultimo quarto d’ora. Queste osservazioni spiegano il risultato pari. L’Alessandria ha messo in campo una squadra fusa e salda. La parte che più ha impressionato è stato il trio difensivo: Curti, impegnato assai più di Gianni, ha salvato fra l’altro la partita con una meravigliosa scelta di tempo, al 28’ della ripresa, rubando la palla sul piede di Busini III, libero, a due metri dalla porta. Costa è stato deciso e preciso. Ma l’uomo che ha dato ieri l’impressione del fuoriclasse e stato Viviano: grande mobilità, piazzamento perfetto, decisione estrema e soprattutto una calma eccezionale. Anche la prima linea ha mostrato una chiarezza di intenzioni veramente apprezzabile. Azioni semplici e veloci, appoggiate soprattutto sulle ali e portate al centro soltanto nel momento della soluzione. Quella che è stata un po’ in ombra fu la seconda linea, nella quale Lauro ha fatto una bella partita ma Gandini non ha in nessun momento impressionato. Il Bologna ha risentito delle assenze accennate e del mancato adattamento di parecchi suoi uomini alle condizioni del terreno. La squadra è scattata all’attacco con un brio che lasciava presagire una netta affermazione; ma presto si vide che Schiavio non si trovava a suo agio, che Pozzi perdeva troppo spesso l’equilibrio e che Borgato non è ancora tornato il poderoso a calmo difensore dello scorso anno. Dei rossoblù, sono stati invece in ottima giornata Pitto, Busini I, Gasperi e Perin. Il livornese è riuscito ad alimentare con frequenza il giuoco della prima linea e ha avuto più volte felicissimi interventi difensivi in situazioni disperate. Ieri Pitto ha dato al pubblico una idea di quello che egli fece nella famosa partita internazionale di Genova. Gianni, che ha dovuto subire un goal imparabile, ne ha salvato magnificamente un altro su tiro di Ferrari: il portiere bolognese, quindi, merita lode. La partita ha inizio alle 15:07 agli ordini dell’arbitro Carraro. Il Bologna attacca subito con decisione e ottiene al primo minuto un corner. Gli attacchi rossoblù si succedono ancora per qualche minuto, poi la prima linea alessandrina discende con impetuosità e Banchero, dopo avere driblato Borgato, allunga alla sinistra dove Ferrari e Chierico sono completamente liberi: Ferrari non ha difficoltà, con un tiro preciso, ad infilare la rete bolognese. Rimessa la palla al centro, il Bologna si lancia all’offensiva e si mantiene in campo avverso, obbligando Curti a prodursi in alcune ottime parate. Le azioni del Bologna sono travolgenti, ma la difesa alessandrina libera con precisione e sicurezza. L’attacco bolognese si rinnova insistente, ma non passa. Finalmente, al 26’, l’Alessandria è ancora in corner. Sul susseguente tiro, si crea una mêlée e il pallone esce dal groviglio delle gambe. Se ne impossessa Busini I che, con un magnifico tiro a media altezza, ottiene fra i giubili della folla il pareggio. Le azioni sono quindi alternate, ma con superiorità dei bolognesi i quali, prima della fine del primo tempo, ottengono altri due corners senza risultato. Alla ripresa, i grigi attaccano con decisione e, per venti minuti, si mantengono nell’area avversaria. Al 24’ Schiavio effettua un magnifico tiro, ma Curti para. Poi, i rossoblù attaccano e, un minuto dopo, Curti esce di porta per strappare dai piedi di Busini III il pallone e salvare così la propria rete. Al 32’ i rossoblù sbagliano una facile occasione. Al 38’ Curti è nuovamente impegnato ed effettua una magnifica bloccata. Le azioni quindi si alternano, ma senza che il risultato cambi. («La Stampa», 12 marzo 1928) Vivamente attesa era la prova dei grigi, ed in verità l’aspettativa non è andata delusa. L’Alessandria, opposta ad una squadra famosa per la sua tecnica come quella del Bologna, ha messo in bella luce tutti i pregi stilistici del suo gioco. Malgrado il terreno pesante e viscido, la prima linea dei grigi (che è certo la parte più interessante dell’intera compagine) ha fatto sfoggio di un affiatamento notevolissimo, di avere una concezione precisa di ciò che sono le basi e le necessità del vero gioco del football, ed inoltre anche l’esecuzione è stata rimarchevolissima, specie per opera di Banchero, che è di certo l’individualità più completa del quintetto e che il quintetto fa manovrare con tattica varia ma sempre a largo respiro. Le altre parti della squadra, pur essendo anch’esse ottime, non dicono però una parola nuova in fatto di tecnica e di stile: Gandini ha lavorato come un negro dal principio alla fine e Viviano è apparso come un colpitore d’eccezione. Il Bologna, che oltre alle assenze di Muzzioli, Della Valle e Baldi ha dovuto all’ultimo momento aggiungere anche quella di Genovesi improvvisamente malato, contro una squadra così omogenea come quella alessandrina, ha fatto del suo meglio, ma troppo numerose e gravi le mancanze e troppo evidenti le manchevolezze di alcuni uomini. Nel primo tempo, i rossoblù hanno tuttavia dimostrato una notevole superiorità ed hanno sciupato varie facili occasioni, ma nella ripresa, quando la battaglia è entrata nel suo momento decisivo, quando tutte le forze dovevano essere tese per il raggiungimento della vittoria, le lacune nell’organismo rossoblù sono apparse di subito evidenti ed i grigi hanno, per una buona mezz’ora, tenuto le redini del match. In questo periodo, la squadra alessandrina ha mostrato quanto ella possa e sappia valere, quantunque un risultato concreto non sia riuscito a raggiungere. Nell’ultimo quarto d’ora, il Bologna ha avuto un risveglio di vivacità dovuto più che altro alla volontà di Pitto, Gasperi e Pilati IV; i quali, però, non hanno trovato rispondenza nella possibilità degli altri compagni di squadra. Il primo goal è stato segnato da Ferrari, lasciato completamente libero, al 6’, in seguito alla prima discesa dei grigi. Il pareggio è stato ottenuto da Busini I, forse il migliore oggi degli avanti rossoblù, in seguito ad un’azione di corner al 28’. Arbitro: Carraro dell’A.C. Padova. (S., «Il Calcio», 17 marzo 1928) Il girone finale di campionato è stato iniziato dalla squadra grigia trionfalmente. La ottima prova fornita dagli undici grigi conferisce all’Alessandria il titolo di grande squadrone e le accorda grandi speranze di vittoria nella lotta per il massimo alloro. Un match pari sul difficile campo del Littorale è il miglior successo che tutte le squadre finaliste possono augurarsi di poter strappare, e l’Alessandria non solo l’ha ottenuto ma è uscita dal campo moralmente vittoriosa perché, nel corso della partita, essa si è dimostrata nettamente superiore, tanto tecnicamente quanto per combattività, ai forti avversari. Ciò che hanno compiuto domenica i grigi ha semplicemente del meraviglioso. Non si può diversamente definire la loro prova. Essi hanno affrontato e superato con una impressionante aggressività una squadra ritenuta, per la sua struttura tecnica e per il vantaggio di giuocare sul proprio campo, imbattibile. Onore, dunque, agli intrepidi grigi che hanno saputo donare ai loro supporters il più grande successo dell’annata ed infondere un delirante entusiasmo sboccato in una calorosa dimostrazione popolare. Da troppo tempo, Alessandria sportiva attendeva questa grande soddisfazione. Oggi che l’ha raggiunta, ancora non è paga e vuole di più. E non v’è dubbio che i grigi sapranno compiere altri prodigi degni delle loro tradizioni e marciare verso quella meta alla quale, oggi più di ieri, possono sperare di giungere. Della partita di Bologna molto hanno già parlato tutti i giornali sportivi e politici d’Italia. Non c’è stato un critico che non abbia avuto parole di lode per lo squadrone grigio. Tutti sono stati concordi nel ritenere l’Alessandria squadra degna di lottare per la conquista del massimo titolo. Effettivamente, l’Alessandria non ha demeritato tali elogi, in quanto che ha veramente giuocata una partita superba: indubbiamente, la migliore dell’annata. Essa ha, nei novanta minuti di giuoco, dimostrata una così chiara superiorità di squadra da meritare non solo la divisione dei punti, ma una vittoria. E se questa non è stata raggiunta, lo si deve unicamente alla cattiva sorte, giacché più volte la palla è stata sul punto di varcare la linea fatale. Mai si era vista l’Alessandria così compatta, dal giuoco così bene organizzato. Neanche nella sua vittoriosa partita contro il Torino aveva giuncato così bene. Domenica, ogni sua azione era un capolavoro di tecnica che strappava voci di ammirazione al pubblico bolognese e giungeva inesorabilmente fino al portiere avversario che, più volte aiutato dalla fortuna, ha dovuto sfoggiare tutta la sua abilità. Un giuoco d’assieme che lasciava perplessi pubblico e tecnici, i quali, alla vigilia dell’incontro, giudicavano la squadra grigia di molto inferiore al suo reale valore. Tale giudizio pareva dovesse venire confermato nei primi minuti della partita perché in questo tempo l’Alessandria sembrò subire il dominio degli avversari. Ala tosto si scosse ed iniziò il suo giuoco travolgente e realizzatore pervenendo subito al successo. Liberatasi dalla stretta avversaria, la difesa grigia lanciò gli avanti all’attacco. Una azione fra i tre uomini del centro e la palla giungeva a Ferrari che da dieci metri, con un tiro perfetto, la indirizzava nell’angolo sinistro della rete. Il Bologna ritornò alla carica e, dopo inauditi sforzi, riuscì ad ottenere il pareggio al 27’ in seguito ad un corner. L’Alessandria prese il comando della partita e lo mantenne fino alla fine del primo tempo ed ancora per mezz’ora della ripresa. In questo frattempo, la rete bolognese corse serissimi pericoli, ed il pubblico era sempre sotto l’incubo della sconfitta della sua squadra per la continua pressione di Banchero, Ferrari. Cattaneo e Libero (magnificamente sorretti da Gandini, Lauro e Bertolini), che ad ogni azione lasciavano l’impressione di giungere al successo. Negli ultimi quindici minuti, i bolognesi ripresero l’attacco e, con alcune ottime azioni, impegnarono seriamente Curti in due difficilissime parate. Si è già detto che i grigi hanno svolto un giuoco superiore ad ogni elogio. Ma non solo essi hanno dato prova della loro maturità tecnica e stilistica, ma hanno impegnato nella partita tutta la loro più ardente passione, tutto l’entusiasmo della loro giovanile baldanza, tutta la loro fede, profondendovi tesori di energia per il trionfo della casacca grigia che per essi è, e deve essere, simbolo di vittoria e di gloria. E si sono gettati nella lotta come un sol nome, uno per tutti, tutti per uno, senza nessuna ambizione personale, ma unicamente pel conseguimento di una grande vittoria, per la gloria di Alessandria sportiva, per la gioia dei loro supporters. Dire quali uomini abbiano giocato meglio sarebbe cosa ardua, perché tutti hanno assolto il loro compito ottimamente. Dal giuoco superbo che essi hanno svolto, è emerso il meraviglioso lavoro difensivo ed organizzativo della linea mediana i cui tre uomini, Gandini, Bertolini e Lauro, furono inesauribili. Più tecnici i primi due, dotato di una eccezionale mobilità e di una volontà ferrea Lauro, che tra l’altro ha salvato, negli ultimi minuti della partita, un sicuro goal giungendo in tempo a togliere la palla a Schiavio che, solo davanti a Curti, stava per calciare in porta. La linea d’attacco ebbe in Banchero e Ferrari i suoi attori principali. Ogni loro azione veniva prontamente legata ai compagni e portava sempre con sé l’impronta della classe, l’attacco ha fatto, dopo un mese di assenza dai campi di giuoco, una rentrée felicissima, rivelandosi, come sempre, astuto, felino e pericoloso. Libero ha totalmente soddisfatto le esigenze del trainer e dei dirigenti, guadagnandosi i galloni. Solo Chierico non è stato all’altezza dei compagni, anzi ha giuocato forse la partita più infelice della sua carriera; speriamo che sappia presto rimettersi in efficienza e riprendere quella ottima forma che un tempo lo fece classificare fra i più temuti attaccanti. La difesa si è trovata in una giornata superba. Curti ha salvato alcune situazioni disperate, e verso la fine ha evitato un sicuro goal gettandosi tra i piedi di Busini I, che stava per segnare. Costa si è ripreso ottimamente ed ha giuocato una bellissima partita. Chi più di tutti ha impressionato enormemente è stato Viviano: il taciturno e modesto terzino grigio ha giuocato una partita semplicemente spettacolosa. Non basta definirlo il miglior uomo in campo: Viviano ha fatto mirabilie. Ogni attacco bolognese trovava in lui un ostacolo insormontabile. I suoi rimandi e le sue entrate meravigliavano per potenza e precisione, e tra l’altro ha tirato due calci di punizione con una precisione impressionante. Queste sue virtù calcistiche serviranno indubbiamente di esempio ai compagni per continuamente migliorare e proseguire il cammino vittorioso. Nell’elogio non vanno dimenticati il trainer Carcano, che con tanta competenza sa portare il suo undici alle più insperate affermazioni, ed il masseur Assandro, che con affetto fraterno prepara alla lotta i suoi compagni e segue le loro imprese colla più trepidante passione. È doveroso riconoscere che il pubblico bolognese è stato, verso i nostri gualcatori, di una cavalleria sportiva non comune. Non solo ha vociato contro di essi, come domenicalmente si verifica quasi in tutti i campi d’Italia, ma è stato largo di applausi al loro ingresso in campo, ad ogni loro bella azione ed alla fine della partita. I nostri giocatori sono stati oggetto di ogni cura da parte della direzione del Bologna, che nulla ha trascurato per rendere la contesa sportivamente regolare e cavallerescamente perfetta. Anche i dirigenti dell’Alessandria hanno avuto accoglienze cordialissime. Di questo vogliamo rendere pubblicamente grazie ai dirigenti del Bologna, assicurandoli che, in occasione della partita di ritorno, i loro giuocatori troveranno la stessa cordiale e fraterna accoglienza perché il pubblico alessandrino, in fatto di cavalleria sportiva, non è secondo a nessun pubblico d’Italia. (Teresio Pelizza, «Il Piccolo», 17 marzo 1928) RISULTATI: Casale-Genoa 0-4 Internazionale-Torino 1-3 Juventus-Milan 0-1 CLASSIFICA: Genoa, Milan, Torino 2; Alessandria, Bologna 1; Casale, Internazionale, Juventus 0.

Girone Finale

Bologna FC - Alessandria US 1 - 1 (1 - 1)

RETI:

27. Busini (I) F. [Bo] 5. Ferrari G.[A]

Alessandria US

Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo

All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

BOLOGNA: Gianni; Borgato, Gasperi; Pozzi, Pitto, Martelli (I) Giuseppe; Busini (I) Federico, Perin, Schiavio, Busini (III) Antonio, Pilati (IV) Angelo. All.: Felsner Hermann.

Arbitro: Carraro Albino (Padova)

Note

Giornata piovosa, terreno pesante e viscido.

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2021 museogrigio, tutti i diritti riservati.

Girone Finale

Bologna FC - Alessandria US 1 - 1 (1 - 1)

RETI:

27. Busini (I) F. [Bo] 5. Ferrari G.[A]

Alessandria US

Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo AngeloAll.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

BOLOGNA: Gianni; Borgato, Gasperi; Pozzi, Pitto, Martelli (I) Giuseppe; Busini (I) Federico, Perin, Schiavio, Busini (III) Antonio, Pilati (IV) Angelo. All.: Felsner Hermann.

Arbitro: Carraro Albino (Padova)

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