Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1927/1928
Div. Nazionale
27-11-1927 - Giornata: 7 - Milano - San Siro
Girone A


Milan FC - Alessandria US 2 - 2 (1 - 1)
RETI: 1. Ostromann (II) R. [Mi] 43. Cattaneo R.[A], 78. aut. Costa F.[A], 85. Ferrari G.[A]

Alessandria US Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
MILAN: Compiani; Colombo, Schienoni; Pomi, Sgarbi, Marchi; Torriani, Santagostino, Ostromann (II) Rodolfo, Tansini, Pasqualetto [Paride]. All: Burgess Herbert Larry.

Arbitro: Lenti Cesare (Genova)
Note
Spettatori: 15.000. Terreno attaccaticcio. Incerte le attribuzioni della prima rete dell’Alessandria (secondo «Corriere della Sera», «Corriere dello Sport», e «La Stampa» segnò Ferrari, secondo «La Gazzetta dello Sport» Cattaneo) e della seconda rete del Milan (sulla cui dinamica si rimanda alle cronache).

Commento
A un quarto d’ora dalla fine – le squadre menavano ancora alla pari, ma l’Alessandria teneva da tempo l’area milanese sotto chiave – Torriani realizzava una mirabile performance: scappava tutto solo, pigliava in velocità e in scelta di tempo la difesa avversaria, stringeva al centro e spediva a Curti un pallone secco, a mezza altezza, preciso. Il portiere, anch’egli sorpreso, effettuava la parata a mani aperte. In quel mentre, irrompevano, frammischiati, giocatori alessandrini e attaccanti milanesi. Il terzino Costa, nella furia di spazzar via quel micidiale pallone, lo proiettava dritto nella rete di Curti. Con ciò, il Milan passava a guidare una partita che, in suo vantaggio tattico per tutto il primo tempo, era stata nettamente padroneggiata dagli alessandrini nel corso della ripresa. I grigi, peraltro, non piegavano le ginocchia e, di lì a pochi minuti, pervenivano al pareggio. La gara si è chiusa con la divisione dei punti. Risultato equo? Sì, se per equità s’intende l’aggiudicazione di un premio a chi si batte con indomito coraggio. Il Milan, sceso in campo in formazione arrischiata (assenze di Pastore e di Barzan, ennesima manipolazione dell’attacco), ha dato risolutamente battaglia ai ben più quotati avversari superando, nella prima fase della partita, le previsioni degli stessi ottimisti. Poi, la squadra si è spenta; una squadra tipo Milan, che si spegne, è una squadra che perde i collegamenti e fa del gioco arruffato. Questo è avvenuto. Gli alessandrini, allora, pigliavano la parola e, con netta e irresistibile progressione di forze, si impadronivano del campo e dettavano legge all’ormai convulso ed esausto avversario. Sulla base del secondo tempo del match, la vittoria avrebbe potuto benissimo premiare la squadra piemontese più organica, equilibrata e fresca dell’altra. Invece, poco è mancato che i lauri (e, quel che più importa, i punti) della giornata andassero ai rossoneri. Sarebbe stato un colpo mancino della fortuna? Forse. Ma la fortuna è un numero che esce spesso alla ruota del football… Il Milan ha cominciato in grande stile. Si è fatto conoscere a Curti dopo quaranta secondi di gioco: un goal bruciante che mandava in estasi il pubblico e dava tutto l’acceleratore alla squadra così galvanizzata. Lo slancio degli atleti era così vivo, la volontà così tesa e concorde da eliminare di colpo gran parte dei pericoli naturalmente insiti nella fortunosa composizione della squadra. L’attacco si faceva particolarmente valere e temere: ardito e felice il gioco del centro Ostromann, bene assestati i passaggi di Santagostino, rapido e preciso Torriani, ordinato l’assetto di sinistra che aveva in Paride un’ala attiva e coraggiosa. Era altresì notevole il comportamento della linea mediana imperniata su Sgarbi, un center mobile, accorto e pronto nell’assolvere ai doveri del doppio ruolo. Né la difesa era da meno: Schienoni non trovava in verità l’usata sicurezza, ma Colombo ricuperava per il compagno sviluppando un gioco potente, centrato, baldanzoso. Tale il Milan del primo tempo. L’Alessandria, in questo periodo, si limitò a ribattere e a controbattere: un football, in sostanza, senza note caratteristiche. Il pareggio venne fuori all’epilogo più per colpa di una serie di equivoci e di errori commessi dagli affannati difensori milanesi che per valore degli attaccanti alessandrini. La ripresa cambiò faccia alle cose. Fu, in realtà, di schietta marca alessandrina. Una ragione del repentino capovolgimento di situazione va forse ricercata nel fatto che i grigi, abbandonando il gioco alto e volante del primo tempo, riuscirono a convincere il pallone di starsene rasente terra. La squadra, in tal modo, si assestò rapidamente, ritrovò il suo gioco e cominciò a tessere. L’attacco, squilibrato nell’impianto e povero di immaginazione del primo tempo, disputò una ripresa ammirevole. Il Milan dovette mettere le carte in tavola e difendersi a lungo con la forza della disperazione. Cedeva in misura allarmante la linea mediana, cosicché Gandini poteva portarsi sotto ai forwards con Lauro e Bertolini e imbeccarli sistematicamente. Il penetrante, armonioso e serrato football a otto uomini che scaturì dall’innesto della linea mediana nell’attacco diede la misura della classe che onora la squadra alessandrina. Se la squadra non giocò oggi la sua partita migliore, ebbe modo tuttavia di dimostrarsi ben degna del ruolo che recita in campionato. Il primo goal della giornata fu goal per k.o.: Tansini allarga a Paride che ha la meglio nel corpo a corpo con Viviano; rimette al centro e Ostromann segna al volo, di prepotenza. La folla, numerosissima, si entusiasma. Il Milan risplende di vigoria come un puledro di razza. Attacca a fondo. I forwards si smarcano, driblano, fanno catena, girano al volo che è una meraviglia. Al 9’ Tansini riceve il proiettile tondo da Ostromann (l’azione era partita da Santagostino) e impegna Curti, da presso, in una parata disperata. Gli alessandrini giocano in sordina. Ferrari mette alto e fuori un centro di Cattaneo. Sono azioni di soprassalto che non riescono a frenare la baldanzosa marcia dei rossoneri, il cui attacco regala agli spettatori parecchie fasi di gioco di splendida fattura. Un errore di Schienoni offre un corner ai grigi al 20’ Due corners, in seguito, sono per i rossoneri. L’Alessandria ha superato il periodo critico e riesce sempre meglio a controllare il gioco fiammeggiante e velocissimo degli avversari. Ma sotto rete non ha la vena. È così che Ferrari – più dei compagni pronto nel piazzarsi sulla rotta del pallone – sbaglia la ripresa volante di un perfetto allungo in profondità di Lauro. Il Milan torna all’arrembaggio. Torriani, al 32’, è a terra per un cozzo violento avuto con Curti; rientrerà poco dopo. Al 34’ Santagostino spara una sventola formidabile da 30 metri: fischia a lato. Il Milan preme. Torriani, al 42’, mette sul piede di Ostromann un pallone utilissimo: la rovesciata del centroattaccante è esatta, ma Curti arriva in tuffo. Qui sboccia il pareggio. Il suo atto di nascita è in un tiro di punizione accordato ai grigi nei paraggi della metà campo; Bertolini, anche oggi un mediano attivo e sagace, mette nella zona di Avalle; l’ala fa spiovere in centro il pallone che Banchero raccoglie e devia di testa; Compiani non para in presa e il pallone, ricadendo, era in mêlée. Due, tre giocatori milanesi si precipitano. La palla è tormentata da dieci piedi, Cattaneo l’azzecca giusta e la spedisce dietro le spalle di Compiani: goal di mischia, di mediocre fattura tecnica. La ripresa si inaugura con un corner a vantaggio dei rossoneri a vantaggio dei rossoneri. I grigi lo restituiscono due minuti dopo. Altri cinque corners contro il Milan si registreranno nel corso della ripresa. Comincia la nettissima superiorità in campo della squadra ospite. Il tessuto delle sue azioni d’attacco è fittissimo. Il Milan si disorienta. Perde anche un’occasione d’oro, al 10’, su un pallone rimasto privo di difensori alessandrini a tre passi dalla rete: Ostromann e Santagostino si precipitano e si ostacolano a vicenda, Costa salva di giustezza. La partita si trasferisce nella zona dei milanesi. Avalle, su uscita di Compiani, manda il pallone a rimbalzare sull’asta trasversale. Il punto sembra maturo al 22’, quando un tiro di Banchero – quale strenuo combattente – inganna Compiani, che sbaglia il tempo, abbandona la rete e va a terra. Il ball sta per tagliare la linea bianca quando Marchi, disperatamente, salva in corner. È questa l’impresa più rimarchevole del bruno giocatore che ebbe una giornata infelice. Ed ecco, al 24’, un passaggio sbagliato in pieno da Marchi: Compiani non può far di meglio che liberare in corner sul tiro insidioso e frustrante di Cattaneo. La parabola del calcio d’angolo è perfetta: mischia furibonda, Banchero, in posizione arretrata raccoglie, l’asta trasversale ributta il tiro poderoso. Alessandria, lanciata a grande andatura, comanda; Gandini è padrone del campo e rifornisce ininterrottamente. Tanto addossati alla zona milanista sono i reparti alessandrini che Torriani può lanciarsi lungo la linea, scavalcarne le abbandonate trincee e creare la situazione che frutterà il punto inopinato. Mancano pochi minuti. Forse il Milan non ha più fiato da spendere. L’Alessandria vola al contrattacco. Siamo al 39’: Cattaneo indirizza da lontano verso Compiani; il portiere affronta il pallone; il pallone, prima delle sue mani tese, fa conoscenza con la testa di Ferrari; un tocco secco e la rete è violata. La partita fu guidata con giusta severità e con lodevole perizia tecnica dall’arbitro Lenti. Le squadre svolsero un gioco animatissimo, spesso veemente, sempre cavalleresco; terreno attaccaticcio. (Bruno Roghi, «La Gazzetta dello Sport», 28 novembre 1927) Alla tecnica più consistente degli alessandrini, il Milan ha opposto la sua foga indiavolata, riuscendo a chiudere alla pari un match che, nelle sue linee generali, non ha fatto che consacrare la superiorità costante dello squadrone piemontese. Senza l’errore finale del suo portiere, l’undici rossonero avrebbe potuto chiudere lo strano incontro con una preziosissima vittoria, ma onestamente non si può ammettere che i grigi meritassero la sconfitta. Anzi, considerando il match odierno nelle sue fasi e nel suo svolgimento, si deve giudicare l’esito pari come una vera fortuna per la squadra rossonera: l’Alessandria ha dominato per buona parte dell’incontro e soltanto la cattiva sorte ha impedito che la netta superiorità venisse a concretarsi in punti. Come già accennato, l’Alessandria ha difeso la sua corona di squadra imbattuta in modo magnifico, senza mai smarrirsi neppure nei momenti più critici della tenzone. È stata costretta per ben due volte a risalire la corrente, proprio quando tutto lasciava arguire in un trionfo completo, e vi è riuscita in modo meraviglioso, lottando contro ogni fattore morale. Il Milan, partito d’impeto, ha avuto, nel corso della partita, sprazzi pericolosi e realizzatori. Ha denunciato ancora qualche grave deficienza nella difesa, ma nel complesso si è confermata ancora quella squadra ricca di volontà e di risorse che tutti conoscono. Si calcola che 15.000 persone abbiano assistito al match. I milanisti partono di scatto e senz’altro, con un tiro al volo di Ostromann su cross di Paride, segnano il primo goal. Siamo appena al primo minuto. Imbaldanziti dal successo iniziale, i rossoneri tentano di sorprendere ancora gli avversari in velocità, tanto che al 9’ Curti deve salvare stentatamente in corner. Trascorsa la sfuriata, i grigi cominciano a manovrare con regolarità, ma i tiri di Banchero e di Ferrari volano fuori. Uno sprazzo del Milan mette ancora in pericolo la porta alessandrina, finché Gandini riesce ad allontanare la minaccia, spostando il gioco in avanti. Il Milan è in corner: nella successiva mêlée, Banchero manda alto. Poco dopo è Ferrari che sfiora il palo con un tiro potente. La reazione dei rossoneri è ancora efficace e frutta due corners quasi consecutivi; poi sono gli alessandrini che, con decisione estrema, giocano il tutto per tutto per giungere al pareggio. Dopo varie azioni, è Ferrari che in una intricatissima mêlée riesce a colmare lo svantaggio della propria squadra. Nella ripresa, i milanisti hanno ancora un inizio pericoloso, ma questa volta il tiro di Tansini batte sul palo. Due corners contro l’Alessandria non hanno esito e, passato questo breve periodo di prevalenza milanista, l’Alessandria comincia a svolgere il suo gioco travolgente pervenendo ad una vigorosa pressione ogni volta che mette in evidenza le deficienze della difesa milanista. Due volte la porta rossonera rimane incustodita, e due volte i pali si sono improvvisati guardiani. Mentre più assillante è la superiorità alessandrina, il Milan ha una delle sue fughe improvvide proprio quando le retroguardie grigie erano sguernite: Torriani, libero, centra, Costa e Paride si precipitano simultaneamente sul pallone, il quale finisce in rete. Siamo al 33’. Lo smacco imprevisto e immeritato sembra debba mortificare l’iniziativa alessandrina, tanto più che il Milan gioca prevalentemente in difesa ed il tempo vola. Invece, al 40’, Ferrari, sfruttando una uscita fuori tempo di Compiani, segna il goal del pareggio. («La Stampa», 28 novembre 1927) Il Milan ha affrontato la difficile partita contro i leaders del girone in condizioni non buone. La mancanza di qualche giocatore e la situazione morale della squadra e dell’ambiente dopo la dura sconfitta subita a Roma, e qualche altro episodio spiacevole, avevano provocato un poco di sfiducia e di scetticismo. Ma sul campo, i giocatori del vecchio Milan, messi di fronte a giovani avversari di valore e molto decisi a mantenere intatta la loro fama d’imbattuti, hanno ritrovato l’usato spirito e la bella volontà che hanno caratterizzato tante loro gloriose battaglie. Nessuno può mettere in dubbio la superiorità complessiva del poderoso undici alessandrino, e tutti devono riconoscere che esso si è dimostrato degno della posizione invidiabile che oggi occupa nella scala dei valori nazionale. Ma ciò non toglie nulla, anzi aggiunge, alla prova coraggiosa dei milanisti che, pur nel cumulo dei loro errori, hanno saputo impedire a degli avversari tanto forti di rendere conclusiva in maniera adeguata la loro superiorità. I milanisti si sono difesi egregiamente ed hanno anche attaccato con ardire e decisione. La fortuna li ha voluti favorire più di una volta. Ma non è stato favore immeritato. I pali hanno rimandato più di un tiro alessandrino, ma questi pali hanno respinto dei palloni che arrivavano al bersaglio confusamente, più per la pressione del giuoco dei grigi d’Alessandria che per la reale chiarezza del loro attacco. E questa mancanza di chiarezza e di una trama d’offesa ben precisa da parte degli avanti grigi fu dovuta anche un po’ al giuoco generoso dei milanisti, che hanno accettato la lotta con superbo cuore. Ne è scaturita una battaglia che ha interessato e che ha avvinto il foltissimo pubblico convenuto allo stadio di San Siro anche per le sue fasi che hanno continuamente mutata la situazione quando più essa poteva sembrare immutabile. Non era passato un minuto dall’inizio che Ostromann, raccogliendo al volo un pallone traversato da Paride, segnava con tiro bellissimo, imparabile, il primo punto per il Milan. Questo primo goal colto così subito, si può dire quasi al primo calcio, ha dato all’ambiente un tono di calda passionalità. La bella azione milanista non è rimasta isolata: nonostante il cattivo giuoco degli interni, la prima linea è riuscita più volte a inscenare attacchi decisi e pericolosi. Al 10’ Tansini si è incaricato di sciupare malamente una favorevolissima occasione: dopo riusciti passaggi, tutta la difesa alessandrina è stata nettamente superata e Tansini si è trovato così libero davanti al goal con in linea due compagni pure liberissimi e soli; ha voluto tirare, e ha tirato male, proprio sul portiere alessandrino che ha respinto facilmente l’insidia. L’Alessandria ha poi cominciato lentamente a imporre il suo robusto giuoco. Il suo attacco è stato più nutrito, ma l’offesa del Milan è sembrata più chiara e più precisa. Molti dei tiri dei grigi hanno sfiorato i pali. Ma non era che a un minuto dalla fine del primo tempo, per strana coincidenza col punto del Milan segnato un minuto dopo l’inizio, che l’Alessandria riusciva a pareggiare per merito di Ferrari, che raccoglieva in modo esatto un pallone uscito da una confusa situazione sotto la porta milanista. Nella ripresa, ancora al primo minuto, per poco non si ripeteva la scena dell’inizio, ma questa volta il tiro di Ostromann era parabile e Curti non si faceva sorprendere. Il Milan ha avuto ancora qualche insistenza, e un tiro fortissimo di Tansini era respinto a stento. Ma poi la superiorità alessandrina si delineava. Però, come dicemmo, l’attacco grigio non ha saputo convincere nel momento conclusivo ed è apparso, pur con la sua potenza di penetrazione, assai confusionario. Il palo s’incaricava di respingere due volte il pallone e Marchi salvava una situazione disperata sostituendosi al portiere, uscito troppo tempestivamente dalla porta. Ma, per ironia della sorte, era invece proprio il Milan che poteva segnare ancora e che si portava in vantaggio al trentaduesimo minuto: Paride fuggiva, mandava a Torriani che stringeva il giuoco dopo un veloce spunto e tirava deciso sul portiere avversario; Curti parava senza presa e il pallone rimbalzava su Paride e Costa, aggrovigliati a due metri dal goal, e si abbatteva nella rete. Il Milan ha corso così il… rischio anche di vincere. Ma la sorte ha voluto essere giusta, questa volta. E, al 39’, l’Alessandria ha potuto pareggiare. Il pallone, tirato dalla destra, è arrivato su Ferrari che, con la testa, ne correggeva la traiettoria facendolo passare sopra Compiani, uscito intempestivamente dalla sua rete. Questo goal è scaturito più che altro da un grossolano errore, facilmente evitabile, del portiere del Milan. Ma ciò non conta. Il punto ha rimesso giustamente le cose a posto e ha ridato la partita pari a una squadra che ben la meritava. Ed ora un breve cenno sugli uomini. Il Milan ha avuto la sua principale deficienza nelle due mezz’ali: Santagostino arruffone e impreciso, Tansini lento e indeciso. Paride ha reso moltissimo. Compiani, il portiere, a qualche ottima cosa ha alternato errori d’intuizione e di presa. Colombo è piaciuto per la decisione e Schienoni per il solito suo giuoco continuativo, rude ma efficace. Sgarbi, al centro, ha lavorato in modo soddisfacente; ma tutta la linea dei sostegni, nel complesso, non ha deluso, anche se Pomi ha fatto più di un errore e se Marchi lo ha qualche volta imitato. Ma come dicemmo, ai milanisti – se si toglie qualche eccezione – bisogna fare elogio per lo spirito con cui hanno giuocato. L’Alessandria ha convinto, anche se l’attacco deve aver combinato meno nel solito nelle fasi finali. È una squadra massiccia, che marcia con un accordo ammirevole. Nessun giocatore spicca in modo speciale: s’assomigliano tutti. Sono solidi, decisi, ottimi palleggiatori e infaticabili nell’azione, sempre continuativa ed efficace. E non hanno manie individualistiche. («Corriere della Sera», 28 novembre 1927) L’Alessandria, scesa a Milano preceduta dalla fama acquistata in queste prime sei giornate di campionato per le sei vittorie riportate, ha dovuto rallentare l’andatura sul campo di San Siro di fronte alla volitiva squadra dei rossoneri. Lo squadrone dei grigi ha però palesato nettamente la sua potenza di grande unità ed il Milan può essere soddisfatto del risultato ottenuto. La partita non è stata però tecnicamente troppo interessante: per tutto il primo tempo, l’Alessandria non si è ritrovata; ha giocato tuttavia con ardore per contenere l’impeto dei rossoneri che, al primo minuto, hanno sorpreso con una folata la squadra avversaria, ottenendo un improvviso goal. Poi, il Milan si è lasciato trasportare dalla corrente del gioco senza essere più capace di coordinare le azioni; l’Alessandria è stata tuttavia sotto la minaccia di vedersi aumentare lo svantaggio senza trovare la carburazione necessaria per ottenere la buona andatura. La classe degli uomini ha però supplito al tardivo rendimento, riuscendo, alla fine del primo tempo, a pareggiare le sorti della lotta. Il secondo tempo ha visto invece tutta una diversa fisionomia dello squadrone dei grigi: riscaldato il motore, si è vista la macchina alessandrina riannodare le maglie e mettersi in azione con una superba vigoria. Il fulcro dell’organismo ha funzionato meravigliosamente, facendo muovere l’attacco in modo superiore e pregevole. Il blocco alessandrino ha pressato inesorabilmente il Milan nella sua area, costringendolo ad una massacrante difesa. Preso un po’ dall’orgasmo, il trio difensivo dei rossoneri ha lavorato un po’ farraginosamente e senza precisione, palesando non pochi difetti; Compiani, poi, preoccupato un po’ troppo dal continuo lavoro al quale è stata sottoposto dagli attaccanti alessandrini, ha compiuto delle uscite intempestive che sono costate alla squadra momenti di angoscia e un goal che era inevitabile dovesse arrivare con una condotta di gioco così poco prudente da parte del difensore estremo. La line mediana non ha saputo sufficientemente contenere il gioco travolgente dell’attacco avversario, e si spiega da ciò come il Milan sia stato costretto a giocare tutto il secondo tempo quasi asserragliato in difesa nella sua area. Con tutto ciò, l’Alessandria ha corso il pericolo di perdere: in una improvvisa fuga, l’attacco dei rossoneri ha colto di sorpresa la difesa dei grigi che, nella fretta di liberarsi, si è tirata la zappa sui piedi, e il Milan filava così al comando della partita con un goal di vantaggio. Si è vista però in questa circostanza la potenza della squadra alessandrina: benché già quasi verso il termine della partita, l’organismo non si è accasciato, non ha avuto un attimo di arresto ed ha ripreso il gioco con rinnovata energia, costringendo nuovamente il Milan a chiudersi nella sua area minacciandolo da ogni parte con tiri insidiosi e paurosi. Il goal, preparato a lungo, è venuto finalmente inesorabile a premiare così la squadra migliore con un vantaggioso match pari. Il Milan non poteva certamente sperare di più; fino a che ha potuto dare alla partita un carattere scapigliato si è potuto cavare di impaccio reggendo al confronto, ma quando la partita è stata portata dai grigi sul campo della tecnica si è evito il Milan chiuso inevitabilmente nella morsa del gioco avversario e incapace a resistere ed a reggere al confronto. L’Alessandria, che è uscita dal campo milanese meritevole della vittoria, ha confermato le sue grandi possibilità di squadra di primo ordine mentre il Milan dovrà provvedere a registrare il suo meccanismo se vorrà giungere fino alla fine con buone probabilità di entrare a far parte del quartetto finalista. Sotto la direzione dell’arbitro, signor Lenti, la partita ha avuto un inizio velocissimo da parte dei milanesi. Non era forse trascorso un minuto dal fischio d’inizio che l’immenso stadio echeggiava di urla gioiose lanciate dalle bocche delle quindicimila persone presenti sul campo: il Milan aveva segnato il primo goal. Una fuga velocissima e travolgente di Paride, conclusa con un perfetto passaggio al centro, dava modo a Ostromann di sorprendere con precisione Costa, ottenendo il primo punto milanese. La partita sembrava doversi delineare in netto favore del Milan, che ritentava ancora di sorprendere con tiri decisi l’estremo difensore; l’Alessandria, però, opponeva un energico ostacolo alle azioni milanista. Poi, lentamente, diminuendo di foga e di velocità, il gioco si portava verso il centro del campo, per subire poi l’alterna vicenda di attacchi e contrattacchi da ambo le parti. I grigi non riuscivano però a coordinare le loro azioni e l’offensiva si risolveva solo in puntate individuali che i milanisti avevano tutta la possibilità di fermare e di ributtare rendendole vane. Al 5’ e al 21’ l’Alessandria costringeva il Milan in corner, mentre, a loro volta, i milanisti rispondeva con altri due calci d’angolo al 23’ e al 25’, tutti infruttuosi. Era solo alle fine del tempo, in una fortunosa azione favorita anche, in parte, da un difettoso piazzamento della difesa, che l’Alessandria riusciva a battere Compiani per merito di Ferrari. Il primo tempo si chiudeva così alla pari. Ripreso il gioco, l’Alessandria assumeva decisamente il comando della partita, conducendo il gioco con mirabile autorità. In quindici minuti, il Milan subiva cinque corners, tutti infruttuosi. La difesa milanista era sottoposta a un duro lavoro. Poi, al 33’, in una di quelle azioni di pretta marca milanista, i rossoneri riuscivano ad ottenere un improvviso goal: Torriani, con uno scatto felino, portava la palla fin sotto la casa di Curti; la sua centrata era raccolta da Curti, che respingeva a mani aperte; Paride, buttatosi all’attacco, si insinuava tra i due terzini retrocessi in difesa e, nell’orgasmo di respingere, la palla finiva nella rete più per merito di Costa che di Paride. Il Milan otteneva così il suo secondo punto. Ma non era la vittoria: l’Alessandria, per nulla scossa dall’improvviso smacco, si buttava all’attacco con nuova decisione, il Milan, nuovamente costretto in difesa, doveva arrabattarsi per arginare l’offensiva irresistibile. Al 39’ Ferrari, in una travolgente azione di linea, approfittava lentamente di una intempestiva quanto inopportuna uscita di Compiani e consacrava il pareggio per i grigi. Per quanto il gioco si svolgesse ancora fino alla fine con netta prevalenza dei grigi, il risultato non mutava, lasciando così le squadre alla pari. («Corriere dello Sport», 28 novembre 1927) I grigi, sul terreno di San Siro, sono stati oggi costretti al match pari dopo una partita combattutissima e ricca di emotività. Malgrado il risultato, l’Alessandria ha confermato la sua fama di squadra solida e piena di ardore. Il suo gioco non poté esplicarsi interamente nel primo tempo poiché frenato dai rossoneri, che si erano fatti animosi per il fulmineo goal segnato all’inizio. Raggiunto però il pareggio, i grigi affrontano la ripresa a grande andatura, mettendo in luce le magnifiche risorse del loro gioco, ed in questo periodo essi predominarono nettamente. Al fischio dell’arbitro Lenti, il Milan parte in velocità ed al primo minuto Ostromann, su passaggio di Paride, segna imparabilmente. Dopo una bella parata di Compiani ed un corner infruttuoso contro il Milan, il pallone è battuto da un capo all’altro del campo ed il gioco è velocissimo. Altro corner per parte e azioni equilibrate fin verso la fine del tempo. I portieri parano difficili palloni e l’Alessandria stringe le file per segnare al 43’ il pareggio con Ferrari, in una furiosa mêlée. La ripresa è in favore degli ospiti, che tirano due corner senza esito e minacciano la rete milanese. Altri tre corner sono tirati contro il Milan, che ha degli scatti di reazione. Compiani, che commette parecchi errori, vede un palo respingere un forte tiro di Banchero, ma al 33’ una fuga di Torriani che crossa il pallone e, su errore di Costa, il Milan segna il suo secondo punto. La squadra grigia non si smonta e pareggia al 39’ per merito di Ferrari, che manda di testa il pallone in rete. Varie puntate degli ospiti caratterizzano il finale della partita, che terminava così alla pari. («Vice», «Il Calcio», 3 dicembre 1927) L’Alessandria è ancora invitta! Nonostante il colpo mancino tiratole dalla squadra milanista e soprattutto dalla sorte maligna, essa è rimasta sulla breccia ancora immune da sconfitte ed al primato del girone. Quale grande squadrone è l’Alessandria! Tutte le squadre (pare si siano alleate pur di vederla un giorno soccombere), quando si trovano contro di essa, giuocano con una verve indiavolata e con una sola volontà: quella di trionfare ad ogni costo. Essa deve quindi lottare contro squadre non solo fortissime, ma animate da fieri propositi di stroncarle la marcia vittoriosa. E così è successo domenica a Milano. Ma i grigi non hanno disarmato, non si sono disanimati, hanno reagito, hanno attaccato hanno dominato, ed hanno vinto. Sì, hanno vinto, quantunque il risultato non sia completamente a loro favore, in quanto che, nel corso della partita, sono stati i migliori in campo, sono stati i dominatori assoluti, e solo per vera sfortuna non hanno tradotto in maggior numero di punti la loro superiorità. E seppure piegati al match pari, nulla hanno perduto, poiché dal campo di San Siro nessuna squadra è tuttora uscita vittoriosa, e ben difficile sarà per qualunque altra squadra d’Italia strappare una vittoria o solo il match pari. Il risultato due a due può costituire quindi, per l’Alessandria, una vittoria morale. E noi siamo pienamente soddisfatti del risultato, tanto più che la squadra grigia ha dato ancora una dimostrazione del suo giuoco possente e della sua classe eletta, destando vivissima ammirazione nel pubblico milanese per la perfetta intesa di giuoco fra gli undici giuocatori e per la chiara impostazione delle sue azioni. Si è già detto che l’Alessandria è stata domenica perseguitata dalla cattiva sorte, e per questo non ha raggiunto quella vittoria che, effettivamente, meritava. Non è il caso di imprecare contro la dea bendata che non ha voluto assistere i grigi, perché, era prevedibile se non logico, che la squadra grigia trovasse in qualche partita qualche serio ostacolo alla sua marcia ascensionale. Ciononostante, l’Alessandria ha saputo lottare anche contro la sorte e uscire dalla lotta coll’onore delle armi. La partita ha avuto due fasi distinte. Nel primo tempo, il Milan si dimostrò di una aggressività non comune. Il suo giuoco, basato prettamente su passaggi lunghi alle ali e sul giuoco veloce di queste, ha avuto il pregio di tirar fuori nettamente la difesa avversaria e di scompaginare un po’ il giuoco dei grigi, che non si attendevano tale aggressività. Un goal di ottima fattura, dopo pochi secondi dall’inizio, ha avuto sui grigi l’effetto di una doccia fredda. La squadra alessandrina è parsa per alcuni minuti come smarrita, poi pian piano si è sollevata, la difesa si è rinfrancata, l’attacco si è organizzato e la squadra ha iniziato il suo giuoco normale. Ha più volte messo in pericolo la rete di Compiani, fallendo per imprecisione di tiro alcuni goals ritenuti sicuri. Verso la fine, giungeva al pareggio con una azione rabbiosa, quasi prepotente. La ripresa cambiava tono. I grigi, vista la possibilità di passare tra le maglie rossonere, hanno organizzato il loro gioco metodico, compassato, veloce e realizzatore. Salvo qualche rara reazione avversaria, per tutto il secondo tempo sono stati gli assoluti dominatori. La difesa avversaria era ubriacata dal giuoco dei cinque attaccanti, sostenuti mirabilmente dalla linea mediana. Era un continuo assedio alla rete milanista. Due, tre, quattro corners, poi ancora altri; tiri di Banchero, Ferrari, Cattaneo, parevano, da un momento all’altro, infilare la rete avversaria. Due tiri a porta indifesa sono stati respinti dal palo, un terzo che già aveva varcato la linea fatale è stato rimesso in gioco senza che l’arbitro se ne accorgesse della validità del punto. Pareva inevitabile che, da un momento all’altro, l’Alessandria dovesse giungere al successo quand’ecco che, dopo mezz’ora di dominio, un lungo rimando milanista passa la metà campo e giunge a Torriani; Costa retrocede veloce per contrastare alla ala destra milanista il possesso della palla, ma Torriani, giunto a pochi metri dalla porta, effettua il tiro; Curti para con prontezza ma, per la potenza del tiro, non può effettuare la presa; la palla balza davanti alla porta e Costa, giunto in velocità, nella precipitazione di liberare la infila nella rete. Per nulla scoraggiati, i grigi tornano all’attacco e, su centro di Gandini che si era liberato di due avversari, Ferrari, con un ben aggiustato colpo di testa, ottiene il pareggio a pochi minuti dalla fine. Qualunque altra squadra, siamo certi, dopo il secondo goal milanista avrebbe ceduto di schianto. Un goal uscito così di sorpresa non può che cagionare ad una squadra una grave demoralizzazione. L’Alessandria, invece, non si è per nulla arresa. Per due volte è stata trascinata, nel corso della partita, dalla corrente, e per due volte ha saputo rimontarla e vincerla. Nel primo tempo, a pochi secondi dall’inizio, un primo fulmineo goal è venuto a metterla in istato di inferiorità: iniziare cioè la partita con un goal di svantaggio. Ed i grigi hanno avuto la forza e la costanza di contrattaccare, fino a giungere al pareggio, ed a minacciare in seguito e seriamente la rete avversaria. Poi, a dodici minuti dalla fine, mentre più energica appariva la loro offensiva e quasi certa la vittoria, sono stati colpiti da una… stilettata alla quale qualunque altra avrebbe ceduto di schianto. L’Alessandria, invece, ha ancora trovata la forza e l’energia di reagire. Otto uomini si sono gettati all’attacco. Gandini, Bertolini e Lauro hanno magnificamente sostenuto la linea d’attacco che, in questi pochi minuti, è apparsa nello splendore dei suoi momenti migliori. Ed il goal è venuto. E, non paghi del pareggio, i grigi hanno ancora insistito per ottenere quella vittoria che la loro classe e la superiorità dimostrata in campo meritavano. Purtroppo, il fischio dell’arbitro giunse a porre fine alle loro bellicose velleità. Con questo episodio, l’Alessandria ha pienamente confermato di possedere doti di recupero non comuni. Già fin dall’anno scorso, nel finale di campionato, ha dato una superba prova di questa sua virtù, sostenendo a Sampierdarena, Livorno e Torino partite superbe di combattività. Domenica ha dimostrato che queste doti si sono più rinforzate ed ingigantite. E questo va a tutto onore dello squadrone grigio che, oltre ad una inquadratura perfetta, possiede anche l’animo e la volontà del combattente piemontese. La partita di domenica non è stata certo la migliore di quelle giuocate dall’Alessandria in questa annata. Se pure nel secondo tempo la squadra grigia ci abbia fatto assistere ad un giuoco travolgente ed ordinato, non possiamo dire che essa abbia giuocato una ottima partita. Nel primo tempo è parsa un po’ scompaginata e l’ombra dell’Alessandria che con tanta baldanza aveva calcato vittoriosamente tutti i campi d’Italia. Il suo giuoco era incolore, privo di assieme, le sue azioni erano quasi tutte dovuta ad iniziative personali e poche le distese in linea, caratteristiche del giuoco del quintetto grigio. Il secondo tempo ha poi fatto dimenticare la cattiva esibizione dei primi quarantacinque minuti, e l’Alessandria è riapparsa la squadra possente delle altre partite. Dalla partita è emerso il giuoco della linea mediana, i cui tre uomini giuncarono una partita veramente superba: Bertolini, in special modo, fu instancabile. Della linea attaccante, Banchero fu indubbiamente il migliore: il condottiero dell’attacco fu inesorabile nel trascinare i suoi compagni alla vittoria. Banchero sta attraversando forse il momento più felice della sua carriera. Cattaneo e Ferrari furono dei preziosi collaboratori, mentre Avalle fu un po’ inferiore alla sua fama. Poco redditizio Chierico che, per una dolorosa contusione ad una gamba, non poté esplicare il suo solito giuoco. Dei due terzini, il migliore fu Viviano; Costa commise qualche grave errore, e troppo sovente si portò fin oltre la linea mediana lasciando sguernita la difesa. Curti, ritornato dopo oltre un mese di assenza, difese la rete da par suo. I due goals segnatigli erano assolutamente imparabili. (Teresio Pelizza, «Il Piccolo», 3 dicembre 1927) RISULTATI: Brescia-Cremonese 3-2 Genoa-Reggiana 5-2 Pro Vercelli-Padova 3-1 Torino-Lazio 3-0 Riposa: Napoli CLASSIFICA: Alessandria, Genoa 13; Cremonese* 11; Milan 8; Brescia, Torino 7; Pro Vercelli 6; Lazio, Padova 5; Napoli 4; Reggiana 1. *: una gara in più Il punto sul campionato La scorsa settimana si erano avuti incontri regolari nel girone B e i risultati inattesi noi girone A. Ieri la situazione si è un po' invertita: regolarità nel girone A e qualche conclusione di partita non del tutto prevista nel girone B. Alessandria e Genoa, sono le uniche squadre che dopo otto giornate di campionato, ancora non conoscono l’amarezza della sconfitta. Ed occupano saldamente la prima posizione del girone A. La squadra più vicina è la Cremonese che ha però due punti di meno per la sconfitta subita ieri a Brescia. Le altre concorrenti sono nettamente staccate e si battono per conquistare il quarto posto che dà diritto alla finale: sono Milan, Brescia e Torino che sta lentamente riguadagnando il terreno perduto all'inizio. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)

Girone A

Milan FC - Alessandria US 2 - 2 (1 - 1)

RETI:

1. Ostromann (II) R. [Mi] 43. Cattaneo R.[A], 78. aut. Costa F.[A], 85. Ferrari G.[A]

Alessandria US

Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo

All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

MILAN: Compiani; Colombo, Schienoni; Pomi, Sgarbi, Marchi; Torriani, Santagostino, Ostromann (II) Rodolfo, Tansini, Pasqualetto [Paride]. All: Burgess Herbert Larry.

Arbitro: Lenti Cesare (Genova)

Note

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Girone A

Milan FC - Alessandria US 2 - 2 (1 - 1)

RETI:

1. Ostromann (II) R. [Mi] 43. Cattaneo R.[A], 78. aut. Costa F.[A], 85. Ferrari G.[A]

Alessandria US

Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo AngeloAll.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

MILAN: Compiani; Colombo, Schienoni; Pomi, Sgarbi, Marchi; Torriani, Santagostino, Ostromann (II) Rodolfo, Tansini, Pasqualetto [Paride]. All: Burgess Herbert Larry.

Arbitro: Lenti Cesare (Genova)

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