Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1930/1931
Serie A
01-02-1931 - Giornata: 17 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Torino FBC 1 - 1 (1 - 1)
RETI: 43. Autelli M.[A] 32. Prato F. [To]

Alessandria US Chiodi Teresio, Ballerio Giuseppe, Gallino Luigi, Marchina Libero, Bertolini Luigi, Borelli Michele, Chierico Carlo Angelo, Avalle Edoardo, Banchero (II) Ettore, Scagliotti Cinzio, Autelli Mario All.: Révész Béla

Formazione avversaria
TORINO FBC: Staccione (II) Eugenio; Monti (III) Feliciano, Martin (II) Cesare; Sperone, Mongero, Aliberti; Prato Filippo, Baloncieri, Libonatti, Rossetti (II) Gino, Silano. All.: Morelli Di Popolo Vittorio.

Arbitro: Guarnieri Amedeo (Milano)
Note
Inizio gara ore 14:30. Tempo ottimo, terreno buono. Secondo «La Gazzetta dello Sport», il Torino schierò Martin III in luogo di Martin II. Per ragioni ignote, nel corso di tutta la stagione 1930-31, il difensore alessandrino Ballerio venne chiamato dalla stampa «Ansaldi».

Commento
La partita si chiuse senza vincitori né vinti e, tutto considerato, il risultato corrisponde all’andamento del giuoco. Vi corrisponde innanzi tutto perché né l’una né l’altra delle due squadre meritava di fregiarsi di quel premio che è costituito dalla vittoria. Non l’Alessandria che, conciata in malo modo agli infortuni ai giuocatori, si presenta come irriconoscibile sia in quanto a formazione come in quanto a tono di attività. E non il Torino, ché l’incontro di ieri ha confermato come i granata si trovino tuttora impastoiati nelle difficoltà di riorganizzazione contro cui lottano dall’inizio della stagione. Delle due unità, quella torinese fu la più tecnica, staremmo quasi per dire la meno deficiente in fatto di tecnica. I granata condussero un primo tempo discreto; un primo tempo in cui una migliore intesa fra i tre attaccanti centrali, e principalmente una maggior decisione da parte di alcuni di essi, avrebbe dovuto condurre al successo in un paio di occasioni. Alla ripresa, l’Alessandria si risvegliava di colpo e partiva alla riscossa con una offensiva così energica e nutrita da tutto travolgere innanzi a sé; per poco meno di una mezz’ora, gli ospiti, come soggiogati, dovettero difendersi a denti stretti nell’area di rigore propria. Ma all’impeto ed alla volontà dei grigi non facevano riscontro né la precisione né lo spirito pratico, e l’offensiva si spegneva così poco a poco come per morte naturale, senza aver raggiunto alcun risultato tangibile. Il Torino riprende allora l’iniziativa e, dinanzi all’esaurimento ed allo smarrimento dei grigi, conduceva gli ultimi dieci minuti in netto predominio. Maturarono in questi dieci minuti sufficienti situazioni a favore dei granata per vincere l’incontro. Ma era tale l’incongruenza di comportamento degli avanti torinesi che la difesa dell’Alessandria, per quanto ridotta sulle ginocchia, riusciva a superare la bufera senza danno. Tutto sommato, quindi, uguaglianza di possibilità e parità di demeriti. Il punteggio fu tutto ed esclusivamente compreso nei pochi minuti che intercorrono fra il 32’ ed il 43’ del primo tempo. Due punti che, per essere in carattere coll’andamento dell’incontro, non peccarono di eccessiva bellezza. Segnò per primo il Torino. Un’azione condotta da Silano e da Rossetti portava avanti il pallone sulla sinistra degli ospiti e culminava in un traversone al centro. Prato riprendeva e sparava in porta senza esitazione. Il tiro era eseguito così da vicino e con tale forza che il pallone, colpendo il corpo del portiere alessandrino, deviava violentemente e senza possibilità di presa nell’angolo alto della rete. Una cannonata seguita da una specie di carambola. Undici minuti più tardi, le sorti si trovavano nuovamente alla pari. Una esitazione dei difensori granata dava modo di avanzare agli attaccanti di sinistra dell’Alessandria. Autelli centrava basso con una specie di puntata piena di effetto. Monti III rimaneva tagliato fuori e dietro a lui compariva Banchero II in posizione per lo meno sospetta di irregolarità. L’alessandrino, nella precipitazione, non riusciva a toccare la palla, col risultato che il suo movimento, come se fosse stata una finta, induceva in errore il portiere torinese ed il traversone di Autelli, seguendo tranquillamente la sua traiettoria, andava a finire nel lontano angolo basso della rete. La squadra dell’Alessandria, nella formazione di questo momento del campionato e nel suo attuale umore, è ben lontana dal presentar la fisionomia tecnica dello scorso anno. Ogni attenuante va concessa ai grigi che risentono nella loro attuale composizione, e quindi nel loro comportamento, le conseguenze delle mutilazioni subite: tutta una serie di uomini di valore è ridotta a star lontana dal rettangolo di giuoco, qualcuno di questi uomini, fra altro, per aver servito con fedeltà ed onore la causa della squadra nazionale; ma sta il fatto che, a giudicare dalla prova di ieri, l’unità ha cambiato strada. Non più palla a terra e giuoco ordinato, non più precisione e sistema, una palla alta, slancio, velocità, foga come base quasi unica delle azioni. Un notevole passo indietro come metodo e sistema, ma un passo che la squadra può colmare il giorno in cui essa possa nuovamente disporre di tutte le sue forze, e conferire all’assieme del suo giuoco quel tono di ordine che possiede, ad esempio, l’attività di Bertolini. Mediano del tipo classico, pratico nel postamento, sicuro nell’intervento, pieno di buon senso nella distribuzione, Bertolini, pur dolorante per una ferita ad un ginocchio, fu il miglior uomo della giornata, unico uomo veramente a posto fra i ventidue in campo. Notevole il lavoro fatto, abnegazione e generosità, del giovane centromediano Borelli, che si prodigò fino all’esaurimento. Il Torino è, come squadra, un problema da risolvere. Uscita dal periodo acuto della crisi, l’unità minaccia di stabilizzarsi in uno stato che non ha dell’allarmante, ma che non ha del soddisfacente. Ieri ancora la vittoria fu lì a portata di mano, e gli avanti non la seppero cogliere. Strano il comportamento del trio centrale: Baloncieri solo tentò in esso di lavorare in profondità e di puntar diritto allo scopo; Libonatti impressionò viceversa per il suo contegno, che parve costituire un autentico e sistematico rifiuto a correre il minimo rischio; e Rossetti continuò nel suo solito sistema: si crea in pura maestria situazioni magnifiche, sciupando poi il tutto per pur amor di strafare. Che l’attacco del Torino non sia ieri riuscito a segnare contro due terzini, che commisero errori di ogni tipo e di ogni genere è una cosa che dà a pensare. Il rimanente della squadra torinese fu all’altezza della situazione, anche se Mongero ebbe un primo tempo incerto. Buoni i due terzini. L’incontro, vivace e veloce in sé, fu privo di violenze e di scorrettezze degne di menzione. Alla partita assisteva un pubblico numeroso. (Vittorio Pozzo, «La Stampa», 2 febbraio 1931) L’incontro è terminato con un nulla di fatto, dopo aver visto la superiorità dei granata nel primo tempo e quella dei grigi nella ripresa. La squadra alessandrina, scesa in campo priva di Panzetti, di Cattaneo e di Lauro, ha condotto la partita con grande volontà, sopperendo in tal modo al funzionamento indeciso dei reparti. La giornata poco felice di Scagliotti ha contribuito a rendere sterile il giuoco dell’attacco. La linea di sostegno condotta da Borelli è stato il reparto che si è prodigato fino all’esaurimento ed il gioco di Bertolini è emerso durante tutta la partita nell’arduo compito di arginare gli attacchi granata. La difesa ha avuto in [Ballerio] una barriera insormontabile; l’atleta è apparso perfetto nei rimandi e preciso nelle entrate. Anche Gallino, sceso in campo febbricitante, ha tenuto il posto con onore ed esemplare forza di volontà. Chiodi, a difesa della rete, si è comportato egregiamente, dimostrando di avere davanti a sé un ottimo avvenire. La squadra granata ha messo in evidenza, al pari dell’Alessandria, i pregi ed i difetti dei reparti e dei singoli giuocatori. L’attacco ha funzionato in particolar modo per l’ottima intesa del settore destro, dove Baloncieri si è prodigato con baldanza giovanile. Libonatti e Rossetti hanno svolto un giuoco che ha difettato di coesione, cosicché il famoso trio granata non è parso quello dei giorni migliori. Buona la linea di sostegno e sicura la difesa. L’inizio è di marca granata; ma Borelli, indietreggiato a tempo, sposta il giuoco sulla destra, dove Avalle porta la prima minaccia nell’area degli ospiti. Al 5’ Bertolini non può far di meglio che deviare in corner e, nel giro di pochi minuti, il Torino batte altri due calci d’angolo senza costrutto. Allentata la minaccia, Bertolini rifornisce Avalle il quale rovescia magistralmente in rete; ma Staccione devia in corner. Mongero rompe l’insidia e tosto Baloncieri, con un tiro radente, sfiora il montante della porta dei grigi. Discesa di Libonatti fermata da un tempestivo intervento di Bertolini. Corner contro Alessandria e brillante azione di Avalle, culminata con un tiro di Chierico bloccato da Staccione. Al 32’ registriamo l’azione che frutta il goal agli ospiti: Baloncieri, lanciato da Mongero, impegna il portiere. La palla, respinta, giunge sulla linea di fondo dove Prato, fulmineo, effettua il tiro; Chiodi, uscito per la parata, riceve la palla in viso deviandola in rete. Ancora qualche buona occasione sfugge ai granata, poi l’ottimo Autelli ristabilisce il pareggio a due minuti dalla fine del tempo, con un tiro leggermente corretto da Banchero. La ripresa registra il risveglio della volenterosa compagine alessandrina, sorretta dall’entusiasmo del pubblico. La porta torinese viene minacciata da tiri potenti di Borelli e Martin III [sic] arresta una fuga di Banchero, solo davanti alla rete, aiutandosi con le mani. L’arbitro non rileva l’irregolarità del difensore torinese e fischia il fallo contro l’Alessandria, sollevando le proteste del pubblico. La superiorità dei grigi si accentua verso la mezz’ora di giuoco, senza riuscire a violare la rete avversaria. Tiri di Avalle, di Baloncieri e un perfetto colpo di testa di Borelli movimentano la partita. Al 35’ l’Alessandria è costretta in corner e la stessa punizione deve subire al 40’. Poi torna minacciosa all’attacco e questa volta sono gli ospiti che debbono difendersi da due calci d’angolo che mettono molto orgasmo nei giocatori, ma sfumano nel nulla. L’arbitro Guarnieri è apparso deciso e autorevole, non sempre ha individuato i falli e le punizioni sono talvolta apparse errate. Alla partita assisteva il C.U. comm. Pozzo. («La Gazzetta dello Sport», 2 febbraio 1931) ALESSANDRIA-TORINO: 1 A 1 La partita ha visto la prevalenza del Torino nel primo tempo e dell'Alessandria nella ripresa. In complesso, quindi, il risultalo rispecchia l'andamento dell'incontro, che è stato molto combattuto e non privo di spunti tecnici. Il Torino — apparso in buona efficienza — ha avuto una prima linea organica: il «trio» Baloncieri, Libonatti e Rossetti, pur essendo ancora lontano dai giorni migliori, ha palesato un gioco d'intesa perfetto. Il blocco difensivo si è dimostrato solido o potente, specie nei terzini e nel portiere Staccione che ha parato alcuni palloni veramente difficili. L'Alessandria, scesa in campo privo di Cattaneo, Lauro e Panzetti, ha giocato con cuore. Borelli, che da qualche partita occupa il ruolo di centro-sostegno in sostituzione di Gandini, si è imposto all'ammirazione del pubblico. Come sempre ottimo Bertolino e cosi pure il giovanissimo portiere Chiodi; non sempre precisi invece sono apparsi i due terzini. La linea d'attacco ha risentito dell'assenza di Cattaneo e, pur svolgendo azioni in perfetto stile a metà campo, non è riuscita a concludere maggiormente per l'indecisione dei suoi componenti. Un pubblico folto ha assistito alla partita. Numerosissimi i torinesi. Era pure presente il commissario unico comm. Pozzo. I due goals sono stati segnati entrambi nel primo tempo: il Torino, a conclusione di una marcata superiorità, ha ottenuto il suo punto a 32° minuto, con un tiro dell'ala destra Prato dalla linea di fondo: la palla ha colpito il viso del portiere alessandrino ed è finita in rete. L'Alessandria ha pareggiato al 43° minuto per merito di Autelli. Por oltre mezz'ora della ripresa gli alessandrini hanno assediato la rete di Staccione: ma il Torino si è sempre difeso strenuamente e verso la fine ha avuto anzi un minaccioso risveglio. Arbitro: Guarnieri. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) Il risultato corrisponde perfettamente all’andamento del giuoco svolto dalle due squadre in campo. I granata torinesi furono leggermente superiori nel primo tempo, mentre da parte loro gli alessandrini avevano una energica ripresa nel secondo tempo, in cui riuscivano a dominare a lungo l’avversario. I due punti vennero segnati entrambi nel primo tempo, al 32’ ed al 43’; per primo segnava il Torino. Dopo una fitta serie di passaggi fra Rossetti e Silano, il pallone perveniva a Prato, che mandava imparabilmente in rete. L’Alessandria partiva subito al contrattacco ed al 43’ Autelli otteneva il goal del pareggio. Nel secondo tempo, i grigi alessandrini, svolgendo un giuoco maggiormente deciso, s’imponevano ai torinesi, ma tutti i loro tentativi riuscirono vani di fronte alla valida difesa degli ospiti. («Il Littoriale», 2 febbraio 1931) I GRIGI A BRESCIA Quest’anno la squadra grigia non ha fortuna. Prima per un motivo, poi per un altro, la Dea bendata le si è accanita contro in mode cosi insospettato da lasciare una profonda traccia della sua opera. Prima le disgraziate partite d’inizio di stagione, oggi l’assenza di giocatori per infortuni più o meno gravi. Domenica scorsa contro il Torino tre gìuocatori era no assenti: Panzetti. Lauro e Cattaneo. Mancante di tre dei suoi migliori elementi contro un Torino in gran forma e nella sua completezza, poche speranze poteva vantare l’Alessandria di uscire dal campo impaurita. Nonostante questo grave svantaggio, la squadra non solo è uscita dal campo imbattuta, ma ha dimostrato che con un po’ di fortuna avrebbe potuto conquistare una bella vittoria Ed il pubblico che ha assistito all'incontro, ha potuto constatare che la squadra, nonostante il grave salasso di giuocatori, è sempre una bella, una grande squadra. Una partita che ha soddisfatto Grigi e granata, rispettando una tradizione che dura da diversi anni, hanno fornito domenica una battaglia veramente appassionante soprattutto cavalleresca. I ventidue atleti hanno svolto un giuoco prettamente tecnico, non sempre perfetto, e privo di ogni durezza. Partita combattuta per tutti i novanta minuti con la stessa celerità che ha tenuto sospeso l’animo dei supporters fino all’ultimo minuto, che. nel suo complesso, ha pienamente soddisfatto, sia per il giuoco svolto, sia per il suo risultato. Dopo un primo tempo, durante il quale è prevalso il giuoco del Torino, è venuta la ripresa di pretta marca alessandrina. Un goal per parte nel primo tempo, nessun goal nella ripresa. Diverse occasioni sciupate tanto da una parte come dall’altra. Il Torino è sembrato più organico, l’Alessandria più decisa. Il Torino a metà campo pareva il Torino di due anni fa,' ma è mancato però nell’azione finale. L’Alessandria invece colla sua squadra messa in campo alla meno peggio, si è dimostrata più irruente, più aggressiva se non più decisa nell’azione finale. All’Alessandria mancava. all’attacco, il trascinatore, l’atleta che sa mettere in costante pericolo la rete avversaria. E tale assenza ha non poco influito sul giuoco degli avanti. - Ciononostante la partita è stata ugualmente bella. Il pubblico è stato più volte trascinato, dagli avvenimenti, ad entusiasmo delirante ed ha provato le più intense emozioni. E' questo un sintomo della rinnovata fiducia del pubblico verso i suoi grigi. (Il Piccolo, 07/02/1931) RISULTATI: Bologna - Pro Vercelli 3-0 Genova 1893 - Triestina 1-0 Juventus - Livorno 4-1 Milan - Casale 4-0 Modena - Lazio 3-0 Napoli - Legnano 2-1 Pro Patria - Ambrosiana 1-1 Roma - Brescia 3-0 CLASSIFICA: Juventus 29; Napoli, Roma 25; Bologna 24; Genova 1893 21; Lazio, Modena 20; Torino 18; Alessandria, Brescia, Milan, Pro Vercelli 15; Ambrosiana, Triestina 14; Pro Patria 12; Legnano 9; Casale 8; Livorno 7. MARCATORI: 14 RETI: Volk (Roma); 11 RETI: Vojak I (Napoli); 10 RETI: Reguzzoni (Bologna); 9 RETI: Meazza (Ambrosiana), Ferrari Giovanni, Orsi (Juventus); 8 RETI: Ranelli (Brescia), Banchero I (Genova).