Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1930/1931
Serie A
16-11-1930 - Giornata: 8 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Ambrosiana AS 2 - 0 (2 - 0)
RETI: 14. Banchero (II) E.[A], 44. Banchero (II) E.[A]

Alessandria US Balossino Natale, Gallino Luigi, Ballerio Giuseppe, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Banchero (II) Ettore, Borelli Michele, Chierico Carlo Angelo All.: Révész Béla

Formazione avversaria
AMBROSIANA AS: Degani; Bolzoni, Allemandi; Rivolta, Viani (I) Giuseppe Ferruccio, Castellazzi; Conti, Blasevich, Meazza, Serantoni, Ferrero Luigi. All.: Weisz Árpád.

Arbitro: Mazzarini Gino (Roma)
Note
Giornata serena. Inizio gara ore 14:30. Per ragioni ignote, nel corso di tutta la stagione 1930-31, il difensore alessandrino Ballerio venne chiamato dalla stampa «Ansaldi».

Commento
La squadra dell’Ambrosiana – alla direzione tecnica della quale, appartatosi il dr. Stocchi, è stato preposto di questi giorni l’ex arbitro A. Gama – ha perduto ad Alessandria non ingloriosamente. I neroazzurri hanno subito i due goals della giornata, goals non imparabili, nella prima parte della gara, durante la quale l’equilibrio delle forze era apparso chiaro; e nella ripresa riuscivano a tener testa bravamente agli imbaldanziti alessandrini e a chiudere la porta di casa, nonostante i reiterati, pericolosissimi assalti dei giocatori grigi. L’avere perduto la partita, anche col concorso della disdetta, nel periodo in cui la squadra camminava svelta e l’avere resistito bene all’Alessandria, lanciatissima nel corso del secondo tempo dimostrano a chiare note che la compagine neroazzurra, pur essendo lontana dalla forma che l’anno scorso la proiettò sulla vetta del campionato, non è neppure la compagine sfiancata e agonizzante che i necrofori troppo frettolosi vorrebbero senz’altro seppellire. La squadra forte ed ardente è spesso il giudice migliore della squadra, che attraversa un periodo di minorata efficienza. Ne precisa e ne illustra i punti di debolezza. Appunto l’Alessandria, in giornata felice dopo la serie delle recenti disavventure che le dovevano costare quattro sconfitte consecutive, ha precisato i punti di debolezza della squadra dei campioni d’Italia. Non nella costruzione tecnica del gioco, ma nel ritmo della condotta e nell’autorità delle azioni l’Ambrosiana non è più quella di tre mesi fa; non nella costruzione tecnica del gioco: la nettezza del tocco di palla, la varietà delle geometriche combinazioni, di reparto, l’arte del passaggio tempestivo ed esatto non hanno subito, a nostro giudizio, modificazioni deformanti. La squadra è ancora padrona del suo memorabile gioco fluido, elegante, elastico: la classe non se n’è andata via per evaporazione. Ma la squadra «rende» un terzo di quel che rendeva una volta perché ha perduto in allarmante misura quella velocità e soprattutto quello scatto che della sua tecnica erano il combustibile, del suo stile erano la luce. L’Alessandria non ha battuto l’Ambrosiana sul terreno della tecnica pura, ma l’ha strabattuta in prontezza di scatto o in fervore agonistico. Collocate idealmente la palla a uguale distanza da un milanese e da un alessandrino: quest’ultimo, nove volte su dieci, arrivava una frazione di secondo prima, e la palla era sua. Dipende, questo ritardo nello scatto che abbiamo notato in parecchi atleti neroazzurri, da imperfette condizioni di forma o da scarsa fiducia nei mezzi? La diagnosi, in altre parole, dev’essere tecnica o morale? Non è facile trinciare un giudizio, è più facile constatare il malanno. Il difetto di scatto si è manifestato in forme diverse a seconda del temperamento e dello stile dei giocatori di prima linea. Conti ha tentato invano di sopperire all’appannata freschezza tecnica con frequenti e, ahimè, sterili virtuosismi sulla palla. Serantoni, pur collocando in bersaglio qualche tiro robusto e deciso, è apparso precipitoso e affannato. Blasevich, pieno di encomiabile zelo combattivo, ha messo fuori, per eccesso di furia, più di un pallone utile. Ferrero si è destreggiato onestamente all’ala sinistra, ma evidente era il suo impaccio tutte le volte che la palla doveva essere bloccata e giocata in avanti dal piede giusto. Quanto a Meazza, la sua partita è stata onorevole per impegno e per tecnica, ma anche il «balilla» ha denunciato il male comune ai compagni di reparto: il difetto di scatto che gli vietò sempre di arrivare sulla palla nel momento decisivo. L’abbiamo davanti agli occhi in un’azione splendida del primo tempo: Meazza blocca la palla da maestro a metà campo, parte dritto davanti a sé, «brucia» il terzino con un dribling strettissimo, si tratta di raggiungere il proietto alle spalle dell’avversario battuto e di mettere in rete; è questa l’azione-tipo del «balilla». Il portiere esce di casa, Meazza rallenta, la palla è del portiere. Difetto di scatto, ripetiamo, difetto di scatto che per Meazza si traduce in difetto di autorità. Forse al ragazzo, che sta ripigliandosi, gioverebbe un po’ di palestra: ha bisogno, forse, di smagrire per riprendere la fulminea elasticità dei muscoli, oggi alquanto tardi nei riflessi. La linea mediana si è comportata egregiamente e Viani, ancor fresco di indisposizione, ha giocato a tratti con ammirata bravura stilistica. Buono Castellazzi, più artista elegante che solido lavoratore Rivolta. In retroguardia, Bolzoni, perplesso talvolta nel prender posizione, ha giocato con potenza e con coraggio. Meno autorevole del solito Allemandi. I due goals incassati da Degani non erano affatto imparabili. Il portiere ha dato la misura della sua classe in una parata splendida e difficilissima, eseguita su tiro di Avalle nella ripresa: ma la classe è una cosa, e la forma un’altra. E Degani non può fare miracoli dopo un mese di assenza dai campi di gioco… Squadra solita, slancio guerriero, gioco incomparabile di Gandini: ecco i fattori preminenti che hanno determinato la netta e meritata vittoria della compagine alessandrina. Gandini: l’anziano atleta il cui gioco dà il «la» alla squadra s’è battuto senza risparmio, come sanno battersi i giocatori della vecchia guardia quando l’avversario è illustre e perciò la vittoria ha un fascino particolare. Non sempre Gandini ha il fiato che lo sorregge e l’estro che lo guida: ha le sue partite stanche, o svogliate, o nervose. Oggi, un colosso. Primo su tutti i palloni, veemente nelle entrate, infaticabile nelle rincorse, attentissimo negli allunghi e negli smistamenti: tale il centrosostegno dell’Alessandria, che ha dominato sui compagni e sugli avversari. Sul gioco del capitano s’è prontamente intonata tutta la squadra la quale, meno accademica e brillante dell’Ambrosiana in linea tecnica, ha agguantato letteralmente la vittoria in virtù del gioco volitivo messo in azione, un gioco tutt’altro che privo di costrutto stilistico, ma essenzialmente dotato di fuoco agonistico, un fuoco che sospingeva la squadra come un plotone d’assalto. E autentico gioco leale. Se spesso il cosiddetto gioco di combattimento è un equivoco linguistico buono per mascherare i colpi subdoli che, prima di atterrarlo, impauriscono l’avversario (sono vittoria, allora, barate), oggi il gioco di combattimento messo in scena dall’Alessandria non ha violato una sola delle leggi del fair play: energia, splendida energia, questo sì, e meravigliosa vitalità di tutta la squadra. L’uno degno dell’altro. Ché, se il reparto sinistro dell’attacco vale meno del destro per intrinseche qualità tecniche dei componenti, Borelli e Chierico hanno versato nella lotta tutto il loro coraggio per emulare la valentia di Cattaneo, la destrezza di Avalle, la scapigliata potenza di Banchero II, il più pericoloso dei cinque. Un gioco forte e quadrato hanno svolto i mediani, come singoli atleti e come reparto: Lauro s’è fatto in dieci per dare impulso agli avanti; Bertolini, in precarie condizioni di efficienza fisica, ha messo in luce le sue doti di valentissimo mediano laterale. Nessuna pecca, nessun errore da addebitare alla difesa. Il caporalino Ballerio, alias Ansaldi, ha tenuto il suo posto con la freddezza e l’accorgimento tattico di un veterano. Gente poca, in campo. Le sconfitte, ahimè, si riflettono subito sugli incassi e l’Alessandria perde da quattro domeniche. Stavolta è la volta buona, e lo si capisce subito dal ritmo gagliardo che i grigi imprimono nel gioco. L’Ambrosiana reagisce agli attacchi avversari con una sicurezza e un’autorità che sono di buon augurio. Ma la sua difesa tentenna: i primi interventi di Degani non sono sicuri, né precisi sono i primi rinvii di Allemandi. Il primo goal (14’) ha il peso di un infortunio per i neroazzurri. Borelli centra lungo dall’ala sinistra un pallone relativamente facile da intercettare, almeno a nostra impressione visiva. Degani, uscito forse in esagerato anticipo, si fa sorpassare dal proietto che alimenta una breve mischia arruffata: interviene Cattaneo, passa corto a Banchero II, quest’ultimo mette in rete col petto. Lungi dall’abbattersi, l’Ambrosiana fila al contrattacco, ma è il mordente che manca. Per un soffio, al 21’, il pallone non entra per la seconda volta nella casa dell’Ambrosiana, anche qui su uscita di Degani. Episodi interessanti di gioco neroazzurro. Al 29’ il palo basso respinge un tiro astuto di Serantoni, al 33’ lo stesso Serantoni, lanciato da Conti, impegna seriamente il portiere alessandrino. L’Ambrosiana risplende all’improvviso nel suo gioco migliore. Tiro poderosissimo di Serantoni, parata a pugno di Balossino, raccoglie al volo Ferrero, Balossino si slancia e arresta di precisione, col più audace e tempestivo dei tuffi, la palla. L’Ambrosiana è lanciatissima. Serantoni, con la sua tipica crânerie di giocatore che mai non molla, è autore di un’altra cannonata. Palo. Sul rimbalzo entra di furia Blasevich: la palla va fuori, malamente. La burrasca è passata e l’Alessandria contrattacca. Palo di Banchero al 42’ su tiro potente e improvviso. Goal a un minuto dalla fine del tempo: Cattaneo «gira» al centro, Avalle rettifica la traiettoria della palla, Banchero mette in rete mentre Degani si slancia sul proietto ma non riesce ad abbrancarlo. La ripresa non ha fatti… concreti da raccontare, nel secondo che il punteggio abbia subito variazioni. Ma la squadra alessandrina ha comandato la gara con autorità sempre più netta; solo verso l’epilogo l’Ambrosiana si è slacciata dalla stretta e ha invaso l’area avversaria impegnandone a fondo i prodi difensori. Notata al 18’ una parata sensazionale di Degani a tu per tu con Avalle, liberissimo: di quelle parate che soffocano nella strozza il grido già pronto di «goal». Notato, al 32’, un tiro magistrale di Meazza, intuito e parato ottimamente da Balossino. L’arbitro Mazzarino ha guidato la gara cavalleresca con autorità di governo e con prontezza di decisioni. Non ci sentiamo di muovergli rimprovero per qualche fallo erroneamente valutato o troppo meticolosamente colto: meglio sempre un eccesso di pedanteria che un eccesso di longanimità. È un arbitro giovane che dirige la partita con molta signorilità pur facendo sentire in ogni momento il suo polso. Son pregi non comuni di fronte ai quali i difetti perdono rilievo: per esempio, il difetto, comune a moltissimi arbitri, di correggere una punizione da rigore in una punizione dal limite dell’area (vedi atterramento di Blasevich). (Bruno Roghi, «La Gazzetta dello Sport», 17 novembre 1930) I grigi hanno finalmente ritrovato la via della vittoria, che pareva avessero smarrito dopo il chiaro successo conseguito oltre un mese fa sui milanisti; da quel giorno lontano, la compagine di Gandini non era più riuscita ad affermarsi vantaggiosamente, malgrado l’ardente volere e le palesi possibilità che erano emerse anche negli ultimi incontri, che pure si risolsero in altrettante sconfitte. Ieri l’Alessandria non ha ripetuto la tattica di domenica scorsa, di restringersi cioè in difesa dopo la conquista dei due punti segnati nel primo tempo; anzi, nella ripresa ha attaccato e dominato con imperio, a lungo, ininterrottamente; ma la stranezza del caso e la sorte che ha assistito benigna agli ospiti hanno impedito che altri palloni finissero nella rete di Degani. Comunque, la vittoria, anche così delimitata, è chiara e netta. Si ricorderà che lo scorso anno l’Ambrosiana iniziò, proprio sul campo del Littorio, la vigorosa riscossa che doveva in seguito portarla alla conquista dello scudetto tricolore. Dopo sì bel successo, un augurio è lecito formulare sulla sorte di questa sana e bella schiera di giovani ardimentosi grigi che da anni, senza grandi pretese, limitata di mezzi, con spirito battagliero, difende il nome e la tradizione di Alessandria sportiva, elevando alto il gagliardetto sociale anche nelle più ardue competizioni. Una prova luminosa si è avuta con la Juventus ed ha trovato piena conferma nell’incontro di ieri: se i bianconeri torinesi corrono ora col vento in poppa, irraggiungibili in ogni nuova battaglia, l’Ambrosiana ha dato ieri l’impressione di sapersi riprendere energicamente. Agli ordini dell’arbitro Mazzarino di Roma, le squadre scendono in campo in questa formazione […]. I grigi iniziano una fitta serie di attacchi che accerchia d’ogni parte i campioni d’Italia e li costringe ad una dura difesa; l’assalto dura pressoché invariato, interrotto all’11’ da una fuga incontenuta di Meazza, che viene a trovarsi solo davanti a Balossino; ma questi, con un’uscita tempestiva, soffia il pallone all’attaccante e lo rimanda ai propri avanti che colgono, al 14’, il primo successo. L’azione parte da Chierico, che allunga il pallone a Cattaneo e chiama al lavoro Degani; questi respinge debolmente, nel frattempo interviene Banchero, che entra colla palla nella rete rimasta incustodita. I grigi sono costantemente all’attacco: al 16’, altro calcio d’angolo contro l’Ambrosiana che si vede minacciata ad ogni istante, ma si salva ancora. I neroazzurri hanno un brillante risveglio che li porta, per alcuni minuti, sotto la rete di Balossino; Blasevich, Serantoni e Conti, ripetutamente, sferrano precisi tiri contro la rete alessandrina, che sembra debba capitolare da un momento all’altro: la bravura ed il rapido intervento dei difensori grigi rende vane queste raffiche offensive. L’Ambrosiana è così costretta nuovamente a retrocedere nella sua area, invasa dagli avversari tra cui eccelle Banchero. Al 44’ è concesso un calcio di punizione contro l’Alessandria ad una quindicina di metri da Balossino, ma il tiro di Rivolta sorvola l’asta superiore. Sulla rimessa, Cattaneo fugge sulla linea di fondo, con un tocco preciso devia la palla ad Avalle e questi, a sua volta, l’allunga a Banchero che, rapido, saetta in rete verso l’angolo sinistro. Degani si tuffa per fermare l’insidioso pallone che però gli sfugge e finisce in rete. Due a zero: così termina il primo tempo. La ripresa si inizia subito con azioni ben manovrate dei grigi che ottengono alcuni calci d’angolo e tiri di punizione mantenendo viva la lotta sotto la rete di Degani. Due tiri spettacolosi di Avalle sono fermati il primo dallo spigolo del palo, il secondo da una ardimentosa presa del portiere. Respinti più volte, i grigi riprendono il comando delle azioni e lo mantengono con autorità, ma non riescono a concludere in punti l’evidente superiorità d’attacchi sviluppati nell’estrema area neroazzurra. Al 23’, in una nuova furibonda mischia presso Degani; Allemandi commette un fallo ai danni di Cattaneo; l’arbitro ferma il gioco, ma anziché concedere l’evidente calcio di rigore, rimette lui stesso in campo la palla che viene respinta lontano Banchero, Cattaneo ed Avalle ritornano alla carica ed intessono trame pregevoli e pericolose, senza peraltro riuscire a prevalere. Il gioco si ravviva ed al 28’, in un’altra fuga di Meazza, Lauro riesce a togliere la palla all’avversario nel giusto momento in cui questi, solo e a pochi passi da Balossino, si apprestava a piazzare il tiro. Pochi minuti dopo è Degani, che si fa applaudire in una temeraria respinta del pallone su tiro insidioso di Banchero; la palla finisce in corner e, raccolta nel susseguente tiro da Gandini, viene deviata a lato. Gli ultimi minuti sono, come nel primo tempo di marca neroazzurra; gli ospiti vogliono salvare l’onore della giornata e Meazza riesce a sferrare l’unico tiro che Balossino agguanta bravamente tra vivi applausi. Dopo un ultimo corner a favore dei grigi, Blasevich riporta l’azione in campo alessandrino e sferra uno dei suoi potenti tiri, mandando la palla sopra la rete. Qualche battuta ancora inconcludente e poi l’arbitro pone fine alle ostilità. Giornata splendida, allietata da un tiepido sole; terreno buono; pubblico assai numeroso ed entusiasta della bella vittoria riportata dai grigi. («La Stampa», 17 novembre 1930) I grigi hanno ritrovato nuovamente la via della vittoria che appariva avessero smarrita dopo il chiaro successo conseguito un mese fa sui milanesi. Non è il caso di rievocare qui la nera giornata di domenica scorsa, in cui la Juventus, già battuta per 2 a 0, seppe avvantaggiarsi di quegli inevitabili rilassamenti che sogliono colpire le compagini dominanti per lungo tempo e risalire il forte svantaggio. Ieri l’Alessandria non ha ripetuto la tattica, fallosa e quanto meno foriera di dolorose conseguenze, di restringersi in difesa dopo la conquista dei due punti segnati nel primo tempo. Anzi, nella ripresa essa ha attaccato e dominato con imperio. Ma la stranezza del caso e la sorte che ha assistito benigna gli ospiti, hanno impedito che altri palloni finissero nella rete di Degani. Comunque, la vittoria, anche così ottenuta, è chiara e netta e non ammette restrizioni di sorta sull’andamento e sull’esito dell’ardente tenzone condotta dai 22 atleti con decisione slancio ammirevole. Si ricorderà che lo scorso anno l’Ambrosiana iniziò, proprio sul nostro campo del Littorio, la vittoriosa riscossa che doveva in seguito portarla spettacolosamente alla conquista dello scudetto tricolore. Ora, l’Alessandria non può legittimamente aspirare a tanto. Il prezioso terreno si potrà comare in parte, eliminarlo interamente non è possibile, ché altre compagini marciano baldanzosamente in testa alla classifica, sicure di non essere più raggiunte. Ma un augurio è lecito formulare sulla sorte della nostra bella compagine. Una prova luminosa si è avuta con la Juventus, che ha trovato piena conferma nell’incontro di ieri. Se i bianconeri torinesi corrono ora col vento in poppa, irraggiungibili ad ogni nuova battaglia, l’Ambrosiana ha dato ieri l’impressione di sapersi riprendere energicamente. Agli ordini dell’arbitro Mazzarino di Roma, le squadre scendono in campo nella seguente formazione […]. I grigi iniziano una serie di attacchi ed al 14’ riescono a cogliere il primo successo. L’azione parte da Chierico, che allunga il pallone a Cattaneo che chiama al lavoro Degani. Questi respinge debolmente; nel frattempo interviene Banchero, che entra con la palla in porta. L’Alessandria continua a prevalere e, sul finire del primo tempo, ottiene il secondo punto, segnato da Banchero su precedente azione di Chierico ed Avalle. La ripresa vede subito i grigi nuovamente all’assalto della rete milanese. Due spettacolosi tiri di Avalle sono fermati il primo dal palo ed il secondo dal portiere. Respinti, i grigi ritornano all’assalto, ma mentre dominano con maggiore insistenza del primo tempo, non riescono a tramutare in punti leezioni che svolgono con continuità nell’area milanese. Verso la fine del tempo, l’Ambrosiana ha un magnifico risveglio che la porta a sferrare ripetuti tiri contro la rete di Balossino. Questi, coadiuvato anche dai terzini, riesce a sventare sempre ogni insidia. Così l’Alessandria ottiene la vittoria per 2 a 0. («Il Littoriale», 17 novembre 1930) ALESSANDRIA- AMBROSIANA: 2 A 0 Due a zero è un risultato secco, che si presta male a discussioni e a interpretazioni. Non è il collasso; non è il successo adulterato; non è la prova sintomatica che dà luogo alle celebri diagnosi calcistiche. Nel caso attuale rappresenta bene uno stato di fatto. L Ambrosiana percorre le tappe del suo cammino: si comporta onestamente in campo, combatte, si difende, attacca; dà quello che può, quello che le permettono la sua inquadratura — che non è armonica ne equilibrata e presenta gravi lacune — e le condizioni di forma dei suoi uomini, che non sono per lutti brillanti. La squadra non è al sicuro dalle sorprese di situazioni avverse; non è sicura di poter realizzare le situazioni favorevoli. Nei suoi confronti l'Alessandria è apparsa compagine più robusta, più equilibrata, più tenace. Il suo gioco è più fresco, più vivace, più ricco di passione; su quello dei rivali vanta una netta precedenza di «tempo»: nello scatto e nella velocità. La squadra ha tenuto molto di più il pallone perché i suoi uomini lo tenevano meno, cioè se ne liberavano immediatamente, manovrandolo, passandolo con la massima rapidità. Il successo di ieri è largamente giustificato da questi motivi. La partila offre tuttavia l'opportunità di qualche osservazione: l'Alessandria ha segnato i suoi due goals nel primo tempo, quando il gioco è stato pinttosto equilibrato. Viceversa il predominio quasi incontrastato degli ospitanti nel secondo tempo non ha fruttato alcun goal. Dal punto di vista sportivo, al termine dei due tempi, l'esito appare egualmente equo; dal punto di vista tecnico trova la spiegazione negli errori commessi dalla difesa e particolarmente dal portiere dei nero-azzurri, cosicché la rete ambrosiana ha corso forse maggiore pericolo nel primo tempo che nella ripresa. il fatto che il secondo tempo sia trascorso senza goals deve piuttosto preoccupare gli alessandrini che consolare gli ambrosiani. Gli errori dell'estremo difensore non possono essere addotti a spiegare sistematicamente le sconfitte: anzitutto perché il portiere è pur sempre l'undecimo giocatore della squadra e il suo gioco non può sottrarsi alle leggi comuni. Gli sbagli di un portiere nelle parate sono perfettamente identificabili con quelli di un attaccante che manca un sicuro goal. L'Ambrosiana per potenziare il suo gioco non deve risolvere una crisi, ma dei problemi. Il più urgente non è quello della difesa (al caso Miglio avrebbe potuto contrapporsi ieri un caso Degani); è l'attacco che manca di ali poiché Visentin è militare e non si trova in buona forma, poiché Conti è un uomo che ha già dato tutto di sè, poiché l'esperimento Ferrero all'ala sinistra è fallito ieri, ne c'era da nutrire molte speranze essendo Ferrero un attaccante da interno. Meazza va riprendendosi; non ha più lo scatto e soprattutto l'autorità di un tempo, e questo è in relazione probabilmente alle sue condizioni fisiche. Blasevich è invece mancato nel gioco di assieme e nelle azioni individuali, ed è apparso accentuato il suo declino di forma. Serantoni è stato l'elemento più redditizio per la prontezza sulla palla e la decisione nel 1iro, dimostrazione di quanto possa fare un uomo fresco ed energico; ed è di tali uomini che l'Ambrosiana, ora che il suo gioco tecnico si è oscurato, ha bisogno. La mediana ha alternato fasi felici a momenti di pausa; ha svolto qualche azione di stile, ma nel complesso ha indugiato troppo con la palla tra i piedi. La difesa ha avuto il suo punto debole in Degani, che come tutti i portieri va soggetto a cattive giornate e che nel primo tempo ha accumulato errori paurosi. Allemandi, pur giocando con minor autorità di domenica scorsa — aveva di fronte ieri avversari più difficili per il piazzamento — è stato l'animatore del gioco difensivo. L'Alessandria, le cui caratteristiche abbiamo già sommariamente esposte, ha allineato accanto a una difesa forte una mediana potente, composta da uomini sperimentati che hanno dato saldezza a tutta la compagine. Degli attaccanti è piaciuto specialmente il reparto destro, anche se Cattaneo tende troppo a convergere verso la porta; ma alcuni scambi con Avalle sono apparsi indovinatissimi e redditizi. La prima fase risolutiva sì compie improvvisamente al 14° minuto: una centrata di Borelli spiove sull'area di rigore: prima che l'azione accenni ad avere sviluppi Degani esce dalla porta, ma fallisce la respinta. il tiro arriva a Cattaneo che lo mette al centro e Banchero accompagna la palla col petto nella rete incustodita. Per poco l'Alessandria non segna una seconda volta su corner un minuto dopo. L'Ambrosiana, che tiene il campo con onore e fa quello che può col suo attacco zoppicante alle ali, ottiene un calcio d'angolo al 18° minuto, ma prova un'altra volta il brivido del goal: Chierico, lanciato ottimamente da Banchero, esegue un traversone; Degani esce di porta, fallisce ancora la respinta e Cattaneo manca il goal a rete incustodita arrivando sul pallone con un attimo di ritardo. L'Ambrosiana ha uno scatto di reazione e gioca il miglior quarto d'ora della partita. Il gioco si stringe, non è sempre nitido, ma ardente. Un tiro di Serantoni colpisce il palo al 31° minuto; un altro al 33° è respinto da Balossino. che quattro minuti dopo para a mani aperte un nuovo tiro dello stesso Serantoni. Ferrero riprende e manda al centro; ancora Serantoni tira, colpisce il palo e Blasevich che raccoglie chiude l'azione mandando fuori. Un corner per parte; poi un fortissimo tiro di Banchero è respinto in pieno dal palo. Proprio allo scader del tempo, su centrata di Avalle, Banchero raccoglie e segna con un tiro fiacco che entra nell'angolo sinistro. L'intervento di Degani, che forse non ha potuto vedere l'azione, è vano. Nella ripresa, dopo 5 minuti, l'Alessandria appare già lanciata; saranno 35 minuti su 45 di predominio degli ospitanti. Ma la cronaca non registra che tentativi: due calci d'angolo, una bella parata a terra di Degani al 18° minuto, due eccellenti occasioni perdute verso la mezz'ora. Poi la sterilità dell'azione snerva la squadra e l'Ambrosiana ha inaspettatamente 10 minuti di superiorità in cui Balossino è impegnato un paio di volte. Gli ultimi minuti sono ancora a favore dell'Alessandria, che ottiene un corner e manca una nuova occasione di segnare con un traversone di Cattaneo che percorre indisturbato tutto il fronte della porta. Arbitro: Mazzarini. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio – l.c.) I CAMPIONI D’ITALIA BATTUTI DAI GRIGI Domenica scorsa era in programma una partita d’eccezione, non meno aspra della precedente. I campioni d'Italia erano scesi ad Alessandria disposti a sacrificare ogni loro energia pur di strappare il successo. Troppo preziosa era per loro una vittoria e per questo avrebbero tentato ogni mezzo per raggiungerla. Lo schieramento della squadra in campo (tutti i migliori elementi erano presenti) non lasciava dubbi sulle intenzioni dell’Ambrosiana. Ad eccezione di Gianfardoni e Visentin, sostituiti del resto ottimamente, gli uomini erano gli stessi che lo scorso anno avevano piegato, per due volte, i grigi. Ostacolo quindi gravissimo per i grigi. Ma la squadra alessandrina è scesa in campo con fierezza d'animo e con la forza della disperazione. Disposta a lottare fino all'esaurimento delle sue forze, col cuore saldo e con garretti solidi, la squadra grigia si è gettata nella lotta senza titubanze, senza timori. Ha affrontato l’avversaria, l'ha costretta a difendersi strenuamente, ha resistite alla controffensiva per poi riprendere il sopravvento, sgominarla e costringerla alla resa. Vittoria netta, convincente, meritata. Vittoria che non lascia dubbi, sebbene gli sconfitti abbiano dato prova di alto valore tecnico. E’ l'Alessandria ha così riportato la più ambita vittoria: quella contro i campioni d'Italia dopo aver sfiorata quella contro i pronosticati futuri campioni. Queste due prove onorano la squadra grigio e la portano sugli scudi. L’Alessandria, ritenuta due settimane fa una squadra di secondo piano, si è portata di colpo fra le vedette del calcio italiano. E non tarderemo a rivedere la squadra grigia ai primi posti della classifica. I due goals di Banchero Come abbia giuocato la squadra grigia ognuno lo sa, con Balossino in piena efficienza, con Gallino e Ansaldi, decisi a tutto osare, con Gandini e Lauro infaticabili, con Bertolini, menomato fisicamente per dolori alle reni, e con un attacco in vena di prodigi. Chi ha stupito di più domenica, è stata la linea attaccante. Già nella partita contro la Juventus il quintetto attaccante aveva fatto miracoli, nella partita di domenica ha pienamente confermato i felici commenti che erano stati fatti sul suo valore. Questo quintetto fin dai primi minuti di giuoco ha messo in luce tutti i suoi pregi, ed ha messo in serio pericolo la rete avversaria. Dopo circa un quarto d'ora di giuoco, Banchero, che di partita in partita va migliorando lo stile; e la classe del suo giuoco, segnava il primo goal in seguito ad un'azione di Borelli e Cattaneo. Poi la pressione grigia continuava ed innumerevoli altri tiri dei cinque avanti mettevano in serio pericolo la rete nerazzurra. L’Ambrosiana aveva verso la fine un risveglio e costringeva i grigi ad una serrata difesa. L’attacco in grande stile dei milanesi trovava però nella difesa grigia un ostacolo insormontabile. E verso la fine del primo tempo, ancora Banchero, su passaggio di Cattaneo, segnava il secondo goal, con un tiro rasoterra, di precisione. Nel secondo tempo nessun goal veniva segnato, ma i cinque avanti si distinguevano ugualmente per le belle azioni che sapevan condurre e per gli innumerevoli e pericolosi tiri che sapevano piazzare. (Il Piccolo, 22/11/1930) RISULTATI: Genova 1893 - Bologna 3-1 Juventus - Legnano 1-0 Livorno - Pro Vercelli 3-1 Milan - Brescia 1-0 Modena - Triestina 2-0 Napoli - Lazio 2-0 Pro Patria - Torino 1-2 Roma - Casale 3-1 CLASSIFICA: Juventus 16; Bologna, Napoli, Roma 11; Modena, Torino 10; Lazio 9; Brescia, Genova 1893, Pro Patria 8; Alessandria, Ambrosiana, Legnano, Milan, Pro Vercelli, Triestina 6; Casale, Livorno 3. MARCATORI: 8 RETI: Reguzzoni (Bologna); 7 RETI: Orsi (Juventus); 6 RETI: Banchero I (Genova), Volk (Roma); 5 RETI: Ranelli (Brescia), Vecchina (Juventus), Corsetti (Livorno); 4 RETI: Maini (Bologna), Munerati (Juventus), Pastore (Lazio), Mazzoni (Modena), Fasanelli (Roma), Prato (Torino). Il punto sul campionato Le partite dell'ottava giornata, che presentano nel complesso un andamento regolare, hanno visto le prime vittorie — sul loro campo — del Milan e del Livorno, e un solo successo ottenuto su campo avversario: quello strappato dal Torino alla Pro Patria negli ultimi secondi della partita. La Juventus ha trovato un'altra difficile avversaria nella coraggiosa squadra del Legnano ed ha potuto vincere ancora per un solo goal di scarto. Da segnalare quindi, in modo particolare, la bella condotta di gara dei legnanesi n Torino. La Juventus ha superato un ostacolo creduto non difficile con molta difficoltà. In casa propria non ha ancora saputo dare l'esatta misura del suo valore. Ma, nonostante queste sue incertezze inadeguate alla fortissima inquadratura dell'undici, il suo vantaggio sugli inseguitori aumenta notevolmente, giacché esso sale oggi a cinque punti. Infatti il Bologna, che seguiva a soli tre punti, è stato costretto ad una sconfitta alquanto secca subita da un Genova che ha potuto allineare per la prima volta il giuocatore Stabile, proveniente dal Sud-America. Questi è stato l'animatore della squadra ed ha debuttato in modo clamoroso marcando tutti e tre i punti ottenuti dal Genova e dimostrando un'altissima classe. E' l'uomo che può trasformare l'undici ligure e rimetterlo gradatamente in linea. L'Ambrosiana ha perduto ad Alessandria; non in modo disonorevole come in recenti precedenti occasioni, ma riconfermando sempre il suo disagio e l'instabilità e il poco felice adattamento di qualche giuocatore (per esempio Ferrero era stato allineato ieri all'estrema sinistra). Bella la vittoria del Modena sulla Triestina, anche se la cronaca assegna ai vincitori una giornata non buona. Ma regolare soprattutto appare la marcia del Roma e del Napoli, le due animose compagini del centro-sud, che si accompagnano al Bologna nell'inseguimento della squadra leader. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)