Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1930/1931
Serie A
05-10-1930 - Giornata: 2 - Roma - Testaccio


Roma AS - Alessandria US 2 - 0 (0 - 0)
RETI: 46. Fasanelli C. [Ro] , 89. Costantino R. [Ro]

Alessandria US Balossino Natale, Gallino Luigi, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Fenoglio Giuseppe, Scagliotti Cinzio, Autelli Mario All.: Révész Béla

Formazione avversaria
ROMA AS: Masetti; Ferraris (IV) Attilio, De Micheli; Degni, Bernardini, D'Aquino; Costantino, Fasanelli, Volk, Lombardo, Chini Ludueña. All.: Burgess Herbert.

Arbitro: Caironi Camillo (Milano)
Note
Spettatori: 20.000. Inizio gara ore 15:00.

Commento
ROMA – ALESSANDRIA 2 A 0 Il primo tempo, chiusosi con un niente di fatto, faceva pensare che tale sarebbe stato anche il risultato finale; non che vi fosse parità di valore fra le due squadre, ma il gioco dei grigi era così efficace in difesa e tanto abilmente ostruzionistico che non avrebbe recato meraviglia se la rete dell’Alessandria fosse riuscita a conservarsi vergine fino alla fine dei due tempi. Per di più, l’unica e magnifica occasione per i romani era stata resa nulla dall’intervento della traversa. Al 1’ della ripresa la Roma ruppe l’incantesimo ed il primo pallone varcò la soglia della rete di Balossino; non fu un pallone manovrato da tutta la linea, ché il goal fu segnato su corner, ma bello egualmente, tanto tempestivo e tanto preciso fu l’intervento di testa della mezza destra Fasanelli. Fu in questo periodo, i primi quindici minuti della ripresa, che l’attacco romano mise in luce tutti i suoi pregi stilistici e le sue doti di classe; la squadra dei grigi fu bloccata nel suo mezzo campo e la difesa estrema e Balossino furono costretti a lavorare come negri. Poi la partita riprese il suo ritmo normale e fu soltanto negli ultimi dieci minuti che l’Alessandria si stese anche all’attacco e minacciò seriamente la rete romana. Un miracoloso intervento di Masetti tolse agli alessandrini l’ultima speranza di poter raggiungere il pareggio, poi venne il goal di Costantino. Questo, per sommi capi, l’andamento della partita. L’Alessandria, scesa in campo con l’evidente scopo di ottenere la divisione dei punti, svolse una tattica essenzialmente ostruzionistica ed il primo tempo sembrò dar ragione agli ordini di scuderia; errarono i grigi però nel voler persistere a difendersi anche dopo il goal segnato dai romani e quando, ormai, il pareggio non poteva essere raggiunto che con una completazione offensiva. Ad ogni modo, i grigi dimostrarono di costituire una bella squadra, anche se non immune di pecche e di deficienze; ottimo il portiere. Sicuri, se pure non precisi, i terzini, salda la mediana nella quale giganteggiò Bertolini. La prima linea si dimostrò il reparto più debole della squadra, con due ali mediocri ed un trio centrale fornito di buoni pregi stilistici, ma deficiente nel momento di realizzare. Avalle fu l’unico uomo d’attacco veramente pericoloso. La squadra romana non ha evidentemente raggiunto il pieno affiatamento fra i suoi uomini, ma ha dimostrato in qualche momento quello che potrà essere il suo rendimento in normali condizioni di forma. Masetti ha confermato le sue doti di portiere di ottima classe; non fu molto impegnato, ma la sua parata su un tiro fulmineo di Scagliotti lo pone senz’altro fra i portieri di primissimo piano. La difesa estrema, salda sempre in De Micheli, lo è stata un po’ meno dalla parte di Ferraris. Buono complessivamente il lavoro svolto dalla mediana, che va man mano rafforzandosi e completandosi. D’Aquino fu il migliore fra i suoi compagni. La prima linea visse soltanto a tratti; notato il miglioramento di Chini e di Volk, l’abilità e la precisione di Lombardo, la preziosa resistenza di Fasanelli e la velocità e la pericolosità del biondo Costantino. I goals furono segnati ambedue nella ripresa: da Fasanelli su corner al 1’, che riprendeva di testa il pallone tirato da Chini; da Costantino al 44’ che, avuto da Volk il pallone, lo infilava con tiro spiovente e preciso nella rete di Balossino. Ottimo l’arbitraggio di Caironi di Milano. Alla partita, oltre ad un pubblico di circa ventimila persone, assistevano le LL.EE. Arpinati, Riccardi e Balbo, gli on. Ferretti, Amicucci, Rocca, Fioretti. («La Gazzetta dello Sport», 6 ottobre 1930) A sei minuti dalla fine, quando il Roma conduceva con un goal di vantaggio segnato nelle prime battute della ripresa, l’Alessandria produceva il suo sforzo offensivo, l’unico, si può dire, della partita. Per la prima volta, il Roma era costretto a difendersi e ad impegnare a fondo i suoi reparti arretrati. Un pallone raggiungeva Scagliotti che, a pochi metri dalla rete, completamente smarcato, aveva agio di aggiustare il pallone e di eseguire il tiro. Una portentosa parata di Masetti sventava la minaccia. In questa fase di giuoco, che è stato il colpo di scena di una partita già accreditata a favore dei giallorossi, si sono esaurite le estreme speranze dei grigi e le loro possibilità di ottenere una divisione dei punti. Il Roma, superata la breve crisi, ripartiva all’attacco e due minuti prima dello scadere del tempo consolidava la sua vittoria con un secondo goal. In questo episodio finale si riassume tutto l’interesse dell’incontro odierno. I giallorossi hanno dato nel complesso una soddisfacente dimostrazione delle loro notevoli capacità. Per tutto il primo tempo, la superiorità di pressione dei giallorossi è evidente. L’Alessandria reagisce a tratti, ma le ali sciupano più di una buona azione e la difesa romana non ha difficoltà di allontanare la minaccia. Al 44’ un colpo di testa di Volk finisce sul palo: Gallino interviene e spinge lontano. La ripresa si inizia con un brillante attacco giallorosso. La difesa dell’Alessandria si libera in corner. Fasanelli riprende di testa il calcio d’angolo e segna con un tiro basso. Al 14’ un nuovo corner viene tirato contro i grigi, ma questa volta senza risultato. Il Roma domina nettamente. Tuttavia, sul finire del tempo, l’Alessandria si scuote e, per cinque minuti, minaccia seriamente la rete romana. Poi, la mediana giallorossa lancia Volk con un preciso allungo; il centroattacco giallorosso lancia Volk con un preciso allungo. Il centroattacco giallorosso evita Costa, passa la palla a Costantino il quale, da pochi metri, non ha difficoltà a battere per la seconda volta Balossino. Arbitro: Caironi di Milano. («La Stampa», 6 ottobre 1930) Dopo la prima partita giuocata ieri dalla Roma, crediamo che molte di quelle riserve che ancora si facevano, fino alla vigilia, sulla sua reale efficienza non abbiano più nessuna ragione di essere. Abbiamo detto «molte» e non «tutte». Infatti, per chi volesse sottilizzare e spingere la sua analisi in profondità, troverebbe come ancora quella perfezione tanto desiderata non si sia affatto raggiunta. Che la squadra stia incamminandosi verso la buona squadra, si può anche ammettere; i suoi progressi ce ne danno quasi la certezza, ma in tanto, prima che essa abbia raggiunto il suo zenit, converrà attendere. È un organismo poderoso il cui funzionamento però non è sempre piano e scorrevole, ché talvolta anzi si irretisce, si perde, ingolfandosi, per mille stradicciole senza uscita. Vi è ancora, tra gli ingranaggi di questa magnifica macchina, qualche cosa che ne arresta, di tanto in tanto, la regolarità dei movimenti. Cammina a sbalzi. Come una palla d’avorio lanciata su di una bella strada levigata che incontrasse però, di tanto in tanto, sul suo vertiginoso cammino delle zone ruvide. L’attrito ne impoverirà l’azione, spezzandola in tanti frammenti. Così la Roma. In complesso, però, non si può non ammettere che l’intelaiatura sia ben solida e robusta. Siamo ancora agli inizi, che non sono poi stati poveri di risultati, e quindi è anche necessario lasciare che si compia attraverso le domenicali esperienze, nel continuo lavoro d’insieme, quella omogeneità di condotta che dovrà portare di conseguenza la squadra a serrare i suoi ranghi in un tutto granitico, agile e armonico. Come era lecito attendersi, anche a dispetto delle cattive disposizioni di Giove Pluvio in vena di fare il guastafeste, gli sportivi romani non sono mancati all’appello. Il grandioso campo di Testaccio presentava un colpo d’occhio superbo. Non un posto vuoto. Dalle tribune, ai distinti e ai popolari, dove si raccolgono di preferenza i tifosi più accaniti e rumorosi, una folla entusiasta attendeva con impazienza alla sua prima uscita romana la squadra dei beniamini. Per l’occasione, anche la tribuna delle autorità era ieri completamente occupata. Abbiamo potuto notare tra i presenti il ministro Balbo, i sottosegretari Arpinati e Riccardi, gli onorevoli Fioretti, Ferretti e Amicucci e l’avvocato Vecchini e tanti altri. Questo è un segno che la voce dello sport è una voce ben potente. La partita ha avuto inizio alle 15:00 e agli ordini dell’arbitro Caironi le squadre hanno schierati i propri uomini in queste formazioni […]. Sono stati novanta minuti di giuoco velocissimo, più marcato però nel secondo tempo. La prima fase dell’incontro si chiudeva senza che le squadre riuscissero a segnare, anzi, per essere più precisi, sarà bene dire: senza che la Roma riuscisse a segnare. In questo primo tempo, i giallorossi, continuamente alla offensiva, non hanno potuto realizzare perché era ben chiara ed evidente nell’Alessandria la preoccupazione di difendersi ad oltranza e portare in porto il match nullo. Il compito della Roma si faceva sempre più difficile e, per quanto non fossero mancate le puntate decise verso la rete avversaria, pure i baluardi difensivi dei grigi erano pressoché insormontabili. Per l’occasione, anche Avalle e Scagliotti lasciavano il loro posto in prima linea per rafforzare ancora di più lo schieramento difensivo. Di fronte ad una tattica così ostruzionistica da parte degli ospiti, i più erano ormai convinti che l’incontro tanto atteso finisse per irrigidirsi nel nulla di fatto, senza vinti né vincitori. L’Alessandria aveva ben capito di trovarsi di fronte ad una squadra capace di realizzare e quindi non voleva perdere l’occasione per arricchire la sua classifica con un altro preziosissimo punto. La ripresa, invece, doveva scompaginare il suo piano. Appena all’inizio, l’offensiva romana riprende in pieno e i grigi salvano in corner. Ecco il primo goal. Tira Chini, che mette al centro un pallone meraviglioso; Fasanelli, di testa, tenta di segnare, ma il portiere salva, non tanto bene però, poiché il pallone, ripreso ancora da Fasanelli, va a finire in fondo alla rete. Da questo momento, la partita assume un altro aspetto, cambia fisionomia. I grigi, sferzati da questo colpo inatteso, capiscono che non è più il caso di insistere nella loro tattica e sciolgono le maglie della loro difesa. Il giuoco si fa vivissimo, ma esso ancora resta di pretta guardia romanista. Ed è un quarto d’ora di giuoco in cui la bellezza ha preso l’animo di tutti, trascinandolo alle più alte vette dell’entusiasmo. Basterebbero solo questi quindici minuti per giustificare in pieno quanto abbiamo detto all’inizio di queste note. Tutti i pregi stilistici della prima linea, capacità tecnica, intesa, sono apparsi nella loro vera luce e in questo preciso periodo i difensori alessandrini hanno dovuto compiere dei veri miracoli. Un lavoro improbo, massacrante, che avrebbe fiaccato, distrutto ogni altra difesa che non fosse stata quella dell’Alessandria, verso la quale siamo stati presi da vera ammirazione. I loro interventi sempre precisi e tempestivi spezzavano le più belle azioni romane, che però si rinnovavano a getto continuo per virtù della mediana, che pareva divenuta una catapulta di lancio. Crediamo che quei quindici minuti di giuoco non saranno tanto facilmente dimenticati. Essi, da soli, possono fare la gloria di una squadra. La Roma con essi ci ha detto che le sue possibilità sono grandissime e che sapranno trovare in un prossimo avvenire la loro migliore efficienza. Dopo questa fiammata, la partita riprende il suo svolgimento regolare, ma sempre in tono accelerato. Rapidi spostamenti, capovolgimenti repenti e imprevisti di fronte trovavano però nelle due opposte difese l’argine insuperabile. I grigi alessandrini hanno più volte tentato il pareggio, lanciando la loro prima linea ad attacchi disperati. Niente da fare, anche perché Masetti è un cerbero che sa mostrare i denti. Due salvataggi compiuti da questo ottimo ragazzo hanno messo in luce i suoi pregi eccezionali. Quella bloccata all’angolo destro e quell’uscita tempestiva e coraggiosa che ha salvato una situazione disperata prodottasi su un fallo di De Micheli. Poi, eccoci verso la fine. Ma al 44’ viene l’altro goal romano. È Costantino che segna. Il suo primo tiro trova il paletto che respinge; inutilmente, ché l’aitante centroattacco è di nuovo sulla palla e scaraventa in rete senza pietà. L’arbitro fischia e la grande competizione ha termine. La folla in piedi, entusiasta, applaude generosamente vinti e vincitori. Così la prima partita romana ha segnato un vero trionfo per i colori giallorossi. Perché bisogna pensare che la vittoria romanista è stata ottenuta in virtù di una superiorità indiscutibile e dovendo smantellare una difesa avversaria che è stata per tutti i novanta minuti veramente grande. Il trio Bertolini-Gandini-Lauro è la grande forza viva dell’Alessandria. L’attacco, invece, non ci è piaciuto: ottimo nell’iniziare l’offensiva, finisce irretito nell’area di rigore. Fenoglio, nullo, ha finito per disorganizzare ancora di più tutto il reparto avanzato. Ottimo Gallino. Costa ha giuocato bene, ma l’anno passato giuocava forse meglio. Della Roma abbiamo già detto dapprincipio. La squadra in blocco c’è. È ancora arrugginito. La mediana si va rivelando però quella linea che richiamerà tra non poco l’attenzione di tutti i tecnici d’Italia. Ferraris, nel suo nuovo ruolo di terzino, sembra che non mancherà all’attesa e alle speranze riposte in lui. Nei primi dieci minuti di giuoco ha commesso qualche errore un po’ grave e francamente temevamo per lui, ma ecco che, ad un tratto, l’astro torna a risplendere in tutta la sua bellezza. Le cose grandi e belle non possono a lungo restare nell’ombra: hanno bisogno di vita. Quando la prima linea avrà legato più saldamente e affiatati i suoi cinque uomini, allora solo la Roma sarà una grande squadra. E speriamo che sia presto. (A.P., «L’Impero d’Italia», 7 ottobre 1930) ALESSANDRIA PERDE A ROMA Il Roma ha conseguito una netta e convincente vittoria nonostante che l'Alessandria abbia disputato un'ottima partita. Il primo tempo è terminato senza goals perché l'Alessandria ha giuocato in difesa marcando tenacemente i più pericolosi avversari: si è rilevato cosi l'efficace lavoro di arginamento della linea mediana alessandrina. Tuttavia, sul finire del primo tempo, la rete dell'Alessandria ha corso un grave pericolo per un tiro respinto dal palo superiore ed un successivo pallone calciato troppo alto da Volk. La ripresa è stata più vivace. Al 1° minuto l'Alessandria ha subito il primo goal: un calcio d'angolo tirato da Chini è stato deviato in rete da Fasanelli con un colpo di testa. Il Roma, sfoggiando un gioco brillante e vigoroso, ha mantenuto una viva pressione sulla retroguardia avversaria per un quarto d'ora, e nell'ultima mezz'ora il giuoco ha assunto una fisionomia più equilibrata. A due minuti dalla fine Costantino ha ottenuto il secondo goal per i romani che hanno avuto in Bernardini il miglior uomo in campo. Hanno presenziato alla partita il ministro Balbo, i sottosegretari Riccardi e Arpinati, gli on. Ferretti, Amicucci e Fioretti e il segretario federale dell'urbe avv. Vecchini. Arbitro: Caironi. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) L’Alessandria è tornata da Roma sconfitta. Per la prima volta nella loro lunga carriera, i grigi sono rimasti battuti a Roma. Ed il supporter grigio ha trangugiato la prima pillola amara senza disgusto. La notizia, infatti, non sorprese gran che per il fatto che la squadra grigia ha giuocato in una formazione largamente incompleta contro la squadra del Roma in piena efficienza e con tutti i suoi uomini migliori. Sconfitta, quindi, logica e prevedibile, per cui nessuno si è abbandonato a commenti amari verso la squadra che, del resto, ha giuocato una ottima partita. Quanto era prevedibile alla vigilia della partita si è avverato. La squadra grigia, mancante di Banchero, Borelli e Chierico, contro il colosso romano non poteva certo fare di più di quanto ha fatto. Ha saputo tenere in sospeso il risultato fino all’ultimo della partita, ha più volte sfiorato il pareggio e si è inchinata alla avversa sorte solo quando, a pochi secondi dalla fine, la Roma segnava il secondo goal in netta posizione di fuori giuoco. La partita quindi, seppure l’attacco grigio si sia dimostrato sterile, è stata più che onorevole per l’Alessandria. La sconfitta non può certo aver nociuto ai grigi. Essi sanno apprezzare la conseguenza di una sconfitta e rimettersi prontamente sulla giusta via che porta alla vittoria. Più volte i grigi hanno tratto dalle sconfitte insegnamenti preziosi; non v’è dubbio, quindi, che anche dalla partita di Roma sapranno trarre la forza per riprendersi prontamente e cancellare il brutto ricordo. Come è noto, la squadra si è presentata in campo con tre riserve. Con tale formazione non poteva certo vantare titoli per la vittoria, e con tale prevenzione è scesa in campo. Contro l’assalto dei romani, la difesa grigia ha fatto miracoli: Bertolini, Gandini e Lauro parevano tre leoni, Gallino e Costa lottavano disperatamente e Balossino parava palloni su palloni. L’attacco, di quando in quando, riusciva ad allentare la stretta ed a portare qualche minaccia alla rete avversaria. Così passò il primo tempo, terminato zero a zero. Appena iniziata la ripresa, ecco il goal di sorpresa dei romani su corner: Balossino riusciva a stento ad acciuffare la palla, ma questa gli sgusciava dalle mani ed entrava in rete. Dopo questo goal, la squadra grigia si è gettata all’attacco per strappare il pareggio. Ma il quintetto attaccante, se pure sostenuto validamente dalla mediana, non ha dato quanto si poteva da esso sperare. I tre uomini dal centro alla sinistra parevano sperduti, Avalle, sul quale si faceva grande assegnamento, è naufragato e Cattaneo, abbandonato alla sua sorte, non ha avuto campo di sfoggiare le sue doti di giuocatore insidioso e pericoloso. In questo secondo tempo, la squadra grigia è rimasta prevalentemente all’attacco e per puro miracolo non ha raggiunto il successo. Infatti, un tiro spettacoloso di Avalle è stato miracolosamente parato dal portiere romano ed un’occasione d’oro ha sciupato Scagliotti da pochi passi dalla rete incustodita. All’ultimo minuto, i romani riuscivano a segnare il secondo goal in netta posizione di fuori giuoco. L’impressione suscitata in tutti i grigi presenti a Roma è stata questa: se l’Alessandria avesse potuto disporre del suo attacco al completo, non sarebbe certamente uscita dal campo sconfitta. È questa un’affermazione che ci rende orgogliosi, perché ci lascia credere che la squadra grigia, nella sua completa formazione, sia effettivamente fortissima e temibile. («Il Piccolo», 11 ottobre 1930) RISULTATI: Bologna-Livorno 5-0 Brescia-Modena 1-2 Casale-Legnano 1-1 Genova 1893-Napoli 4-2 Milan-Juventus 0-3 Pro Patria-Lazio 3-1 Pro Vercelli-Ambrosiana 1-1 Torino-Triestina 2-0 CLASSIFICA: Bologna, Juventus 4; Legnano, Modena, Roma, Torino 3; Alessandria, Genova 1893, Napoli, Pro Patria 2; Ambrosiana, Casale, Lazio, Livorno, Milan, Pro Vercelli 1; Brescia, Triestina 0. MARCATORI: 5 reti: Reguzzoni (Bologna), 3 reti: Busini III (Bologna), Banchero I (Genova), Vecchina (Juventus), Masera (Pro Patria). Il punto sul campionato Dopo appena due giornate di campionato, due sole squadre delle diciotto partecipanti al massimo torneo calcistico nazionale, rimangono al comando col pieno punteggio: Juventus e Bologna. In miglior posizione la prima che ha conquistato due dei quattro punti sul terreno dei Milan. Il Bologna ha ottenuto finora i suoi due successi in casa propria; ma il numero dei goals attivi - undici contro uno solo passivo - sta ad indicare la rinnovata vitalità degli ex-campioni. Fra le partite disputate ieri, oltre a quella della Juventus, si deve registrare un'altra vittoria ottenuta su campo avversario: quella del Modena che però ha potuto vincere a Brescia in virtù di un calcio di rigore. II Legnano ha riconfermato il successo ottenuto nella prima giornata, strappando un onorevole risultato nullo sul non facile terreno casalese. Il Napoli ha perduto a Genova e con due punti di scarto. Occorre però tener presente che, a un quarto d'ora dalla fine, quando il punteggio era di due goals a uno, si è trovato con due giocatori espulsi dal campo. L'Ambrosiana, che dopo la disgrazia toccata a Degani sembrava partire con forte handicap, sembra abbia trovato un eccellente nuovo portiere in un giovane proveniente dalle file dei «liberi» torinesi: Miglio. La sua difesa sul difficile campo di Vercelli è stata eccellente chè ha perduto una prima vittoria, che non sarebbe stata demeritata, soltanto nelle ultime battute di giuoco. La squadra Ambrosiana non cederà tanto facilmente lo « scudetto ». Notevole la difesa della Triestina a Torino e regolari le vittorie del Roma sull'Alessandria e della Pro Patria di Busto sulla Lazio (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)