Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1927/1928
Div. Nazionale
22-07-1928 - Giornata: 14 - Genova - Luigi Ferraris
Girone Finale


Genoa CFC - Alessandria US 2 - 1 (0 - 1)
RETI: 57. Chiecchi (III) G. [Ge] , 64. Puerari (III) G. [Ge] 24. Ferrari G.[A]

Alessandria US Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Avalle Edoardo, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli Michele All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
GENOA: Carzino (I) Enrico; Lombardo, Tognotti (II) Orlando Virgilio; Parodi, Burlando, Barbieri; Puerari (III) Giovanni, Bodini (I) Ercole, Catto (I) Edoardo, Chiecchi (III) Giovanni, De Vecchi. All.: De Vecchi Renzo.

Arbitro: Barlassina (II) Rinaldo (Novara)
Note
Infortunato: 70’ Gandini [A]. Inizio gara ore 15:10 effettive.

Commento
La partita ha avuto due fasi nettamente distinte: il primo tempo, durante il quale l’Alessandria, pur senza dominare, ha marcato sugli avversari una netta superiorità, concretandola con un goal segnato da Ferrari; il secondo tempo, nel quale il Genoa ha capovolto la situazione e, prendendo costantemente i grigi alessandrini nella loro area, è riuscito dapprima ad accaparrarsi il goal del pareggio e, poco dopo, il goal della vittoria. Tanto Alessandria quanto Genoa lamentavano l’assenza di alcuni giuocatori: all’Alessandria mancavano Viviano e Bertolini, al Genoa Levratto, sostituito dal sempre giovane De Vecchi. Le due squadre si sono date battaglia cortese ed animata, dimostrandosi l’una degna dell’altra. Come abbiamo detto, l’Alessandria è riuscita a marcare una certa superiorità sugli avversari nel primo tempo; nella ripresa, la squadra si è pressoché sfasciata. Del bel giuoco d’attacco svolto nella prima fase del match non si è veduto quasi più nulla: solamente qualche «a solo» di Banchero ha interrotto la monotonia del gioco alessandrino. La linea mediana reggeva discretamente di fronte agli assalti avversari, ma spesse volte veniva presa in velocità. L’allontanamento dal campo di Gandini non era certamente fatto per dare maggior vigore alle azioni degli ospiti. Il fatto di non aver saputo mantenere la distanza ha gravemente pregiudicato il rendimento della squadra alessandrina che, nella ripresa, ha dovuto cedere alla velocità avversaria. Il Genoa ha avuto la difesa assai incerta nel primo tempo, e questo ha favorito il giuoco d’attacco avversario; anche l’attacco, che pure si era frequentemente portato a ridosso della rete di Morando, fra colpi di sfortuna ed incertezze di giuocatori non riusciva a combinare gran che. Solamente la mediana, a metà campo, reggeva abbastanza bene; nella ripresa, invece, l’attacco genoano aspirava nella sua azione il giuoco della difesa (che si rinfrancava) e riusciva a dominare, sapientemente appoggiato dai mediani, per tutto il resto del match. Arbitro Barlassina. Calcio d’angolo contro i grigi. La partita diventa sempre più veloce e le sue azioni si susseguono sull’uno e sull’altro campo, rapidissime. Spiccata prevalenza alessandrina, favorita da incertezze di Tognotti e di Lombardo e soprattutto agevolata dal magnifico giuoco di intesa degli avanti grigi. Verso il 15’ l’Alessandria segna un goal che viene annullato per offside; in immediata reazione, il Genoa lancia Catto e questi offre a Chiecchi, che non è pronto, una superba occasione per segnare il goal. Poco dopo, un bel tiro di Banchero, alto di poco, e quindi, al 19’, un palo che respinge un nuovo pallone di Banchero che, per aver sorpreso portiere e terzini avversari, sarebbe entrato probabilmente in rete. Ma il goal alessandrino non tarderà a venire. Al 24’ Ferrari, riprendendo un pallone proveniente dalla destra, non ha difficoltà a segnare nonostante la bella e coraggiosa uscita di Carzino, che resta a terra contuso. A questo punto, il Genoa scuote di dosso il torpore ed al 34’, per un vero miracolo, l’Alessandria riesce ad evitare il pareggio; prima del termine, due calci di punizione contro l’Alessandria e una bella parata di Morando. Il Genoa domina fino dall’inizio della ripresa: al 12’ De Vecchi, con azione personale, dà modo a Chiecchi di fulminare in rete il pareggio. L’Alessandria è inceppata. Al 19’ Catto, lanciato, allunga a Puerari, che segna il secondo bellissimo goal. Il giuoco delle due squadre ristagna, pur marcando il Genoa una netta superiorità sull’avversario. Al 25’, dopo aver rinviato un calcio d’angolo, l’Alessandria perde Gandini, a terra per uno scontro con Parodi: l’alessandrino viene portato fuori del campo e non rientrerà; al suo posto giuocherà Ferrari, ma ormai la partita è perduta per l’Alessandria. («La Gazzetta dello Sport», 23 luglio 1928) Alla partita ha presenziato un pubblico non troppo numeroso. Il Genoa ha giuocato con grande impegno e si è allineato mancante di De Prà e Levratto. Nel primo tempo, il giuoco è stato piuttosto equilibrato. Il Genoa dominava con maggiori periodi di pressione, ma l’Alessandria, nei suoi contrattacchi, dimostrava una scioltezza ed una decisione che mettevano a repentaglio la porta del Genoa assai più di quanto non sapessero fare gli attaccanti rossoblù. Ne è scaturito così un goal alessandrino dovuto ad una nitida azione degli attaccanti grigi. Nella ripresa, il Genoa ha preso senz’altro le redini del giuoco e le ha tenute incontrastatamente fino a quando si fu assicurata la vittoria. Dell’Alessandria, una buona partita hanno disputato Costa, Banchero, Cattaneo e Gandini, finché rimase in campo. Del Genoa, i migliori sono stati Lombardo, Parodi, Puerari e Bodini. Arbitro, Barlassina di Novara. La partita si inizia alle 15:10. Per cinque minuti, il Genoa è all’attacco e la difesa alessandrina è subito impegnata a fondo ma resiste bene. Poi, le azioni si equilibrano e l’Alessandria porta alcuni attacchi in stile. De Vecchi, che sostituisce Levratto all’estrema sinistra, sciupa alcuni palloni preziosi. Al 24’ Alessandria giunge al successo: su allungo di Gandini a Banchero, questi serve Ferrari, liberissimo, che segna facilmente. A questo successo degli ospiti, il Genoa fa seguire due o tre azioni furiose, ma i grigi resistono e il primo tempo termina in favore di essi. Nella ripresa, il Genoa invece domina a sua volontà. Al 12’ una brillantissima azione fra De Vecchi e Chiecchi è conclusa da questi con un goal. Al 20’ Catto, servito da Burlando, passa a Puerari che trova il modo di battere Morando. A metà del tempo, in uno scontro con Parodi, Gandini si ferisce ad una gamba e deve abbandonare il campo. Al suo posto indietreggia Ferrari. Rimasti in dieci, i grigi devono guardarsi fino alla fine dagli attacchi del Genoa. («La Stampa», 23 luglio 1928) L’ultima partita di campionato è stata giuocata con il massimo impegno dalle due squadre. Gli uomini di Carcano vi profusero ogni energia, nella speranza che a Milano… Il Genoa, reduce dalla dolorosa sconfitta torinese, volle dimostrare che il suo valore è ancora intatto e che la suaccennata disfatta era stata la conseguenza di una giornata infelice. Animati da propositi tanto fieri, i rossoblù, pur mancanti di Levratto e di De Prà, hanno saputo imporsi ai duri rivali strappando una chiara e convincente vittoria. I grigi, avvantaggiati nel primo tempo, non han resistito al ritorno dei grifoni nella seconda parte della partita e finirono battuti, pur tenendo il confronto sempre con bella energia. Per una decina di minuti, il gioco è equilibrato. In seguito, le discese dei grigi, condotte con bella tecnica e precisione, si fanno più pericolose, finché, al 24’, Ferrari segna su passaggio di Gandini. La reazione del Genoa è furiosa: accese mischie si succedono nell’area dei piemontesi, senza nulla di fatto. Il pareggio è ottenuto solo al 12’ della ripresa, su azione di De Vecchi conclusa da Chiecchi con un tiro imparabile. I rossoblù non rallentano l’offensiva e Puerari, al 19’, raccolto un pallone di Catto, manda imparabilmente in rete aggiudicando il secondo goal ai suoi colori. Il match continua ad andatura veloce, ma pur ridotti a dieci uomini per l’uscita dal campo di Gandini contuso al 25’, l’Alessandria riesce ad evitare altri punti al passivo, tentando con rare puntate di cogliere il pareggio. Per la cronaca, i grigi mancavano di Viviano e Bertolini. («Il Calcio», 28 luglio 1928) Il campionato italiano di calcio è finalmente terminato. Dopo dieci mesi di ininterrotta lotta, le squadre hanno deposte le armi. Il Torino è uscito campione d’Italia grazie alla potenza tecnica della sua squadra, che ha saputo tener duro a tutti i colpi di maglio delle altre sette finaliste ed apparire come la squadra più degna del massimo titolo. L’Alessandria, che del Torino è stata la più fiera antagonista, si è classificata al terzo posto, dopo essere rimasta, fino all’ultima giornata, con una tenue speranza di raggiungere in classifica gli attuali campioni d’Italia. Il campionato disputato dai grigi può, senza dubbio, dirsi glorioso. Essi hanno, in dieci mesi, combattuto e vinto delle durissime partite, imponendosi all’ammirazione dell’Italia calcistica. Il terzo posto da essi conquistato nella lotta fra i migliori otto squadroni d’Italia dice abbastanza chiaramente quale primaria parte essi abbiano sostenuto. A dire il vero, ed a parte ogni spirito campanilistico, l’Alessandria aveva i mezzi tecnici per ottenere un miglior piazzamento. Alla fine del girone d’andata, prima cioè delle Olimpiadi, l’Alessandria appariva la più seria candidata al massimo titolo. Essa aveva sul Torino un leggero svantaggio, compensato però ad usura dal fatto che tutti i migliori squadroni (Bologna, Torino, Milan, Internazionale) dovevano disputare la partita di ritorno sul campo degli Orti. Ma il mese di forzato riposo per le Olimpiadi doveva costar caro ai grigi. Infatti, molti dei suoi giuocatori perdettero la loro ottima efficienza e dovettero essere sostituiti, alcuni altri squalificati, altri ancora costretti ad assentarsi par contusioni riportate o perché ammalati. E fu così che la squadra grigia non potè più giuocare una sola partita in formazione completa. Ciononostante, ha saputo ugualmente reggersi fino alla fine con energica forza di reazione, senza peraltro poter sviluppare quel giuoco possente che, in formazione completa, avrebbe potuto svolgere, e rinunciare alla grande vittoria alla quale pareva designata. L’ultima speranza dei grigi di risalire il terreno perduto è stata stroncata domenica dalla sconfitta di Genova e dal match pari di Milano. A Genova, la squadra grigia non ha certamente giuocato la sua miglior partita, in quanto che avrebbe potuto, con maggior impegno della linea attaccante, strappare quella vittoria che l’avrebbe mantenuta al secondo posto, ad un solo punto dal Torino. Nella partita di domenica, l’Alessandria avrebbe potuto vincere bene. Ma all’energico e sicuro giuoco della difesa, la linea d’attacco non ha risposto colla stessa energia. Le sue azioni erano fiacche e sconclusionate, e solo Ferrari e Borelli riuscivano a portare azioni pericolose alla rete genoana; gli altri tre avanti parevano sperduti e non riuscivano mai a combinare una bella azione. Di più, l’Alessandria si è vista ostacolata la via della vittoria da un arbitraggio… genoano. Il sig. Barlassina del Novara pareva solo preoccupato di fare tutto quanto gli gridava il pubblico, e così ha annullato, dopo pochi minuti di gioco, un superbo goal dei grigi per un inesistente fuori giuoco, non ha mai punito con severità il giuoco violento e a volte brutale dei genoani, neanche quando Parodi colpiva con un poderoso calcio il nostro Gandini che, dolorante e piangente, veniva trasportato negli spogliatoi. L’Alessandria perdeva così la sua ultima partita e con essa il secondo posto. Ciononostante, i grigi escono ugualmente dal campionato forti ed agguerriti. Essi possono andare orgogliosi di avere mantenuto inviolato il loro campo e di aver direttamente dimostrata una effettiva superiorità sullo squadrone campione d’Italia. («Il Piccolo», 28 luglio 1928) RISULTATI: Casale-Bologna 3-4 Juventus-Internazionale 1-0 Milan-Torino 2-2 CLASSIFICA: Torino 19; Genoa 17; Alessandria, Juventus 16; Bologna 15; Milan 14; Internazionale 11; Casale 4.

Girone Finale

Genoa CFC - Alessandria US 2 - 1 (0 - 1)

RETI:

57. Chiecchi (III) G. [Ge] , 64. Puerari (III) G. [Ge] 24. Ferrari G.[A]

Alessandria US

Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Avalle Edoardo, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli Michele

All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

GENOA: Carzino (I) Enrico; Lombardo, Tognotti (II) Orlando Virgilio; Parodi, Burlando, Barbieri; Puerari (III) Giovanni, Bodini (I) Ercole, Catto (I) Edoardo, Chiecchi (III) Giovanni, De Vecchi. All.: De Vecchi Renzo.

Arbitro: Barlassina (II) Rinaldo (Novara)

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2021 museogrigio, tutti i diritti riservati.

Girone Finale

Genoa CFC - Alessandria US 2 - 1 (0 - 1)

RETI:

57. Chiecchi (III) G. [Ge] , 64. Puerari (III) G. [Ge] 24. Ferrari G.[A]

Alessandria US

Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Avalle Edoardo, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli MicheleAll.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

GENOA: Carzino (I) Enrico; Lombardo, Tognotti (II) Orlando Virgilio; Parodi, Burlando, Barbieri; Puerari (III) Giovanni, Bodini (I) Ercole, Catto (I) Edoardo, Chiecchi (III) Giovanni, De Vecchi. All.: De Vecchi Renzo.

Arbitro: Barlassina (II) Rinaldo (Novara)

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