Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1953/1954
Serie B
23-05-1954 - Giornata: 33 - Monza - San Gregorio


Monza AC - Alessandria US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Ravera Vincenzo, Garzena Bruno, Bussetti Luigi, Giraudo Ernesto, Bagliani Giuseppe, Masperi Luigi, Bey Carlo, Mirabelli Walter, Lerici Roberto, Piatto Ottorino, Serone Roberto All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
MONZA AC: Lovati; Piazza, De Poli; Grava, Magni, Corti; Malavasi, Colombo, Cuzzoni, Forlani, Tambani. All.: Baldi (III) Fioravante.

Arbitro: Agnolin Guido (Bassano del Grappa)
Note
Angoli: 2-3 (2-1). Spettatori: 1.500. Tempo piovoso, terreno pesante. Inizio gara ore 16:00.

Commento
L'ALESSANDRIA RESISTE A MONZA: 0-0 Difendendosi per novanta minuti con la forza della disperazione, l’Alessandria è riuscita a strappare, sul campo del Monza, un punto preziosissimo che rende meno critica la situazione dei grigi, consentendo loro – salvo sorprese all'ultima giornata – di considerare scampato il pericolo della retrocessione. Una fitta schiera di sostenitori aveva seguito la squadra nella trasferta decisiva e il coro di «forza, grigi!» che proveniva da un settore delle gradinate incitò gli atleti di Neri per tutta la partita, aiutandoli (almeno moralmente) a difendere lo 0-0 di partenza. Gli alessandrini non adottarono nessuna particolare tattica difensiva, limitandosi a tenere prudentemente le mezze ali arretrate e preoccupandosi di contenere gli attacchi avversari senza farsi tradire dal terreno viscido per la pioggia. Bey, Lerici e Serone ebbero l’incarico delle azioni di contropiede, ma si vide subito che il Monza non avrebbe avuto molti fastidi dall’attacco grigio, privo fra l’altro dell’interno sinistro titolare Campagnoli, squalificato fino al 30 giugno in seguito al cervellotico rapporto dell’arbitro di Alessandria-Lanerossi. I biancorossi lombardi, dal canto loro, pur non avendo più alcun impegno di classifica, giocarono con la volontà necessaria per garantire la regolarità della partita, pur senza mettere nella loro azione quell’accanimento che un obiettivo importante da raggiungere avrebbe comportato. I monzesi sfiorarono il goal dopo sette minuti, quando Bagliani, commettendo l’unico errore di una magistrale partita, deviò malamente all’indietro di testa un insidioso centro di Cuzzoni: il numero 1 Ravera rimediò con una parata di emergenza, frenando la palla con una mano e mandandola contro l’incrocio dei pali e quindi nuovamente in campo. Prima che il numero 10 biancorosso Forlani potesse ritentare il colpo, un piede di Girando aveva già liberato in calcio d’angolo. Poco prima del quarto d’ora il pubblico reclamò il calcio di rigore per un «mani» di Bagliani su tiro di Malavasi, ma l’arbitro Agnolìn agì saggiamente non concedendo il penalty: il fallo del centrosostegno grigio era stato infatti un gesto istintivo per proteggere l’addome su cui il pallone avrebbe altrimenti battuto. La pressione del Monza veniva a tratti alleggerita da puntate di Bey, scarsamente aiutato dai compagni e da tiri da lontano di Piatto, ma il predominio dei padroni di casa riprendeva presto a farsi schiacciante. Al 30’ Ravera si trovava fra le mani il pallone calciato da Forlani che aveva ripreso una respinta dello stesso portiere, ma da quel momento sino al riposo la difesa alessandrina riuscì ad evitare altre minacce alla propria rete. Al 42’ anzi, i grigi ebbero la migliore occasione per segnare, ma Lovati, con una parata in due tempi, riuscì a fermare il tiro scoccato da Bey. Nella ripresa, giocata sotto una pioggia insistente, l’Alessandria non mutò il suo comportamento. All’uscita dal campo, un gruppo di spettatori inveì contro il Monza, accusandolo di essersi venduto. Umorismo di cattiva lega: il commissario straordinario della società grigia riesce a malapena a mettere insieme i soldi per gli stipendi ai giocatori. Il pareggio di Monza i grigi se lo sono conquistato con i loro limitati mezzi tecnici e con il loro grande cuore, senza mendicare o sollecitare favori da nessuno. Il punto conquistato ieri costituisce quindi il legittimo crisma alla permanenza dell’Alessandria in Serie B. Con tanti auguri per un avvenire meno tormentato. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 24 maggio 1954) Una salva di fischi ha accolto il trillo di chiusura della partita; non fragorosa, ma sorprendentemente nutrita se rapportata ai quattro gatti che si erano dati convegno sugli spalti del San Gregorio. Una volta tanto i fischi non erano indirizzati né all’arbitro né agli avversari (che peraltro, lo premettiamo, non meritavano neppure applausi), ma agli uomini in maglia biancorossa, quelli per intenderci che nel gorgo sportivo vengono designati come i «beniamini» del pubblico brianzolo. La partita odierna dei monzesi è stata il coronamento logico delle loro aspirazioni mancate: un incontro arido in una giornata grigia, contro avversari in grigio. Soprattutto deprecabile in quasi tutti i biancorossi l’assoluta mancanza di volontà dimostrata per tutta la durata dell’incontro, e l’esasperante piccolo trotto col quale hanno tentato l’abbozzo delle pochissime azioni di gioco. Non molto migliori in questo senso si sono palesati gli alessandrini cui la precaria posizione di classifica avrebbe dovuto essere di pungolo per una condotta di gara più ardente e volitiva. Visto che i padroni di casa non si dimostravano affatto bellicosi e pericolosi, gli ospiti vi si sono adeguati: prodigandosi avrebbero forse potuto tentare l’affermazione piena, ma avrebbero anche corso il rischio di risvegliare i proverbiali cani dormienti. Hanno preferito portare a casa il loro punticino, che maturava senza sforzo alcuno con un tedioso scorrere dei minuti: la classica legge del minimo mezzo, insomma. Né si può dar loro torto. L’arbitro Agnolin da parte sua ha reso ancor più balbettante il gioco di per se stesso stentato, fischiando in media tre volte ogni due minuti. Siamo i primi a riconoscere che il gioco duro va represso sul nascere, ma non si deve giungere – come si è visto ripetutamente oggi – a fischiare il fallo perché due calciatori si sfiorano di spalla oppure il gioco pericoloso per una entrata con il piede non più alto del ginocchio dell’avversario! La partita sembra avviarsi bene: al 7’ Cuzzoni liberato sulla destra da Malavasi calcia direttamente a rete. L’insidioso spiovente è arrestato ma non trattenuto da Ravera. Sul pallone ballonzolante sulla linea piomba prima Bagliani che Ravera. Ancora Cuzzoni un minuto dopo impegna in tuffo il portiere avversario. Poi il gioco stagna alternativamente nei pressi dell’una o dell’altra area di rigore, mentre a centro campo si registra un vuoto incredibile, indice dell’assoluta latitanza dell’apporto dei due quadrilateri. Al 22’ Forlani si esibisce in una discreta rovesciata su servizio di Grava: fuori di poco. Al 24’ Bey s’invola sulla sinistra e impegna Lovati in un plastico arresto a terra. La carenza di gioco si accresce nella ripresa, mentre Agnolin accentua il ritmo dei suoi interventi. È da notare che l’incontro è fiacco e tutt’altro che spigoloso. Al 34’ Cuzzoni partito in netto fuori gioco insacca, ma già l’arbitro aveva rilevato la posizione irregolare. Poi più nulla fino al 90’. Dopo il molto fischiare di Agnolin, si sfoga a fischiare anche il pubblico, come detto all’inizio di queste note: con ben più ragione del primo. (Enrico Camesasca, «La Gazzetta dello Sport», 24 maggio 1954) ALESSANDRIA-SALERNO Domani al Moccagatta si decidono le sorti della squadra grigia Un punto preziosissimo e forse decisivo è stato ottenuto domenica sul difficile e imbattuto campo del Monza. Non è stata, quella dei grigi, una grande partita, perché alcuni elementi non furono all’altezza del compito loro affidato, anche perché l’importanza della posta era tale da provocare orgasmo nelle file dei volonterosi giocatori grigi. È stato, quello attuale, un campionato che non ci ha lasciato dormire tranquilli; una sequela di risultati negativi all’inizio del campionato, dovuta ad infortuni accaduti a ripetizione, avevano messo in pericolo la nostra squadra. Nel girone di ritorno, messo il chiavistello al «Moccagatta», furono ottenute varie vittorie; vittorie sia pure al «cardiopalma», ma punteggio prezioso che ha risollevato la nostra squadra. Però, quando la salvezza appariva oltremodo facile, è giunta come fulminea ciel sereno la sconfitta casalinga inflitta dal Lanerossi. Così, battaglia fino all’ultimo sangue e all’ultimo minuto: domani gli sportivi locali e della provincia sono chiamati ancora una volta a portare il loro plauso ed il loro incoraggiamento alla squadra grigia, impegnata nell’ultima tappa del campionato che dovrà giocoforza concludersi con la vittoria dell’Alessandria; vittoria che darà alla nostra squadra la salvezza. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 29 maggio 1954) RISULTATI: Como-Catania 0-0 Fanfulla-Cagliari 1-0 Marzotto-Messina 3-0 Padova-Piombino 2-0 Pro Patria-Lanerossi Vicenza 1-0 Salernitana-Modena 1-2 Treviso-Pavia 1-1 Verona-Brescia 0-0 (disputata sul campo neutro di Bergamo) CLASSIFICA: Catania 43; Cagliari, Pro Patria 40; Como 39; Marzotto 37; Lanerossi Vicenza, Verona 36; Monza 35; Brescia 32; Modena, Salernitana 30; Messina, Padova, Pavia, Treviso 28; Alessandria 27; Fanfulla (-5), Piombino 26 MARCATORI 15 gol: Manenti (Catania) 13 gol: Rosa (Pavia) 11 gol: Bassetti (Catania), Genero (Fanfulla), Hofling (Pro Patria), Mannucci (Pro Patria) 10 gol: Deprati (Marzotto) 9 gol: Carta (Fanfulla), Ghiandi (Como), Lerici (Alessandria), Pison (Padova), Pratesi (Pro Patria) 8 gol: Campagnoli (Alessandria), Fabris (L.R. Vicenza), Lonardi (Verona), Maselli (Messina), Massagrande (Salernitana), Mezzalira (Cagliari), Remonti (Marzotto), Scarascia (Modena), Zecca (Verona) Il punto sul campionato Il Catania, con una gara al termine del campionato aveva ottenuto il pareggio decisivo in casa del Como, quarto in classifica, e la promozione in Serie A. Vi era stata incertezza su chi avrebbe raggiunto gli etnei nella categoria superiore. Il Cagliari era stato sconfitto dal Fanfulla dal gol di Genero ed era stato raggiunto dalla Pro Patria che aveva battuto di misura il Vicenza: match winner Pratesi. Avvincente ed incerta la lotta su quale club sarebbe retrocesso in Serie C. Il Piombino era stato sconfitto a Padova dall’autogol di Gelli e dal gol di Agnoletto.